DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

3 OTTOBRE 2016


IL WEB E I SOCIAL NON SONO E NON SARANNO MAI UNA "COMUNITA'" (SOLO COSI' SI POSSONO USARE CON SAPIENZA E DISCERIMENTO)


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LA FEDE E' CREDERE CHE GESU' CRISTO HA LASCIATO PIETRO SULLA TERRA

E quando io andavo a prendere la macchina, una vecchietta, lì, mi faceva segno di avvicinarmi. Quanti anni aveva? Ottanta? Non era vecchietta… Sembrava di più, sembrava ottanta e più… Io ho sentito nel cuore la voglia di avvicinarmi a salutarla, perché era dietro le transenne. Era una donna umile, molto umile. Mi ha salutato con amore… Aveva un dente d’oro, come si usava in altri tempi… E mi ha detto questo: “Io sono armena, ma abito in Georgia. E sono venuta dalla Georgia!”. Aveva viaggiato otto ore, o sei ore nel bus, per incontrare il Papa. Poi, il giorno dopo, quando andavamo non ricordo dove – due ore e più – l’ho trovata lì! Le ho detto: “Ma, signora, lei è venuta dalla Georgia… Tante ore di viaggio. E poi due ore in più, il giorno dopo, per trovarmi…” - “Eh si! E’ la fede!”, mi ha detto. Tu hai parlato di essere saldi nella fede. Essere saldi nella fede è la testimonianza che ha dato questa donna. Credeva che Gesù Cristo, Figlio di Dio, ha lasciato Pietro sulla terra e lei voleva vedere Pietro. (Papa Francesco, Discorso al clero e agli agenti pastorali, Chiesa dell'Assunta - Tbilisi Sabato, 1 ottobre 2016)


SALDI NELLA FEDE PERCHE' SALDI NELLE RADICI DI COLORO CHE TRASMETTONO LA FEDE ALLE SEGUENTI GENERAZIONI

Saldi nella fede significa capacità di ricevere dagli altri la fede, conservarla e trasmetterla. Tu hai detto, parlando di questo essere saldi nella fede: “tenere viva la memoria del passato, la storia nazionale e avere il coraggio di sognare e di costruire un futuro luminoso”. Saldi nella fede significa non dimenticare quello che noi abbiamo imparato, anzi, farlo crescere e darlo ai nostri figli. Per questo a Cracovia ho dato come missione speciale ai giovani quella di parlare con i nonni. Sono i nonni che ci hanno trasmesso la fede. E voi che lavorate con i giovani dovete insegnare loro ad ascoltare i nonni, a parlare con i nonni, per ricevere l’acqua fresca della fede, elaborarla nel presente, farla crescere – non nasconderla in un cassetto, no – elaborarla, farla crescere e trasmetterla ai nostri figli. L’Apostolo Paolo, parlando al suo discepolo prediletto, Timoteo, nella Seconda Lettera, gli diceva di conservare salda la fede che aveva ricevuto dalla mamma e dalla nonna. Questa è la strada che noi dobbiamo seguire, e questo ci farà maturare tanto. Ricevere l’eredità, farla germogliare e darla. Una pianta senza radici non cresce. Una fede senza la radice della mamma e della nonna non cresce. Anche una fede che mi è stata data e che io non do agli altri, ai più piccoli, ai miei “figli” non cresce. Dunque, per riassumere: per essere saldi nella fede bisogna avere memoria del passatocoraggio nel presente e speranza nel futuro.  (Papa Francesco, Discorso al clero e agli agenti pastorali, Chiesa dell'Assunta - Tbilisi Sabato, 1 ottobre 2016)


LA MEMORIA DELL'OPERA DI DIO E DELLA SUA CHIAMATA E' L'ANTIDOTO CONTRO OGNI CRISI INNESCATA DAL DEMONIO

... Tu hai detto la parola chiave: memoria. Conservare la memoria della prima chiamata. Custodire quel momento, come tu custodisci quel ricordo: “Mamma, io voglio fare quello che fa quell’uomo”. Perché questa non è una favola che è venuta nella tua mente: è stato lo Spirito Santo a toccarti. E custodire questo con la memoria è custodire la grazia dello Spirito Santo. Parlo a tutti i preti e le suore! Tutti noi, nella nostra vita, abbiamo – o avremo – momenti bui. Anche noi consacrati abbiamo momenti bui. Quando sembra che la cosa non vada avanti, quando ci sono difficoltà di convivenza nella comunità, nella diocesi… In quei momenti, quello che si deve fare è fermarsi, fare memoria. Memoria del momento in cui io sono stato toccato o toccata dallo Spirito Santo. La perseveranza nella vocazione è radicata nella memoria di quella carezza che il Signore ci ha fatto e con cui ci ha detto: “Vieni, vieni con me”. E questo è quello che io consiglio a tutti voi consacrati: non tornare indietro, quando ci sono le difficoltà. E se volete guardare indietro, sia la memoria di quel momento. L’unico. E così la fede rimane salda, la vocazione rimane salda… Con le nostre debolezze, con i nostri peccati; tutti siamo peccatori e tutti abbiamo bisogno di confessarci, ma la misericordia e l’amore di Gesù sono più grandi dei nostri peccati. (Papa Francesco, Discorso al clero e agli agenti pastorali, Chiesa dell'Assunta - Tbilisi Sabato, 1 ottobre 2016)


LA FEDE E L'INDISSOLUBILITA' DEL MATRIMONIO

Come è la fede nel matrimonio? Il matrimonio è la cosa più bella che Dio ha creato. La Bibbia ci dice che Dio ha creato l’uomo e la donna, li ha creati a sua immagine (cfr Gen 1,27). Cioè, l’uomo e la donna che diventano una sola carne sono immagine di Dio. Io ho capito, Irina, quando tu spiegavi le difficoltà che tante volte vengono nel matrimonio: le incomprensioni, le tentazioni… “Mah, risolviamo la cosa per la strada del divorzio, e così io mi cerco un altro, lui si cerca un’altra, e incominciamo di nuovo”. Irina, tu sai chi paga le spese del divorzio? Due persone, pagano. Chi paga?
[Irina risponde: tutti e due]
Tutti e due? Di più! Paga Dio, perché quando si divide “una sola carne”, si sporca l’immagine di Dio. E pagano i bambini, i figli. Voi non sapete, cari fratelli e sorelle, voi non sapete quanto soffrono i bambini, i figli piccoli, quando vedono le liti e la separazione dei genitori! Si deve fare di tutto per salvare il matrimonio. Ma è normale che nel matrimonio si litighi? Sì, è normale. Succede. Alle volte “volano i piatti”. Ma se è vero amore, allora si fa la pace subito. Io consiglio agli sposi: litigate finché volete, litigate finché volete ma non finite la giornata senza fare la pace. Sapete perché? Perché la “guerra fredda” del giorno dopo è pericolosissima. Quanti matrimoni si salvano se hanno il coraggio, alla fine della giornata, di non fare un discorso, ma una carezza, ed è fatta la pace! Ma è vero, ci sono situazioni più complesse, quando il diavolo si immischia e mette davanti all’uomo una donna che gli sembra più bella della sua, o quando mette davanti a una donna un uomo che le sembra più bravo del suo. Chiedete aiuto subito. Quando viene questa tentazione, chiedete aiuto subito. E’ questo quello che tu [Irina] dicevi, di aiutare le coppie. E come si aiutano le coppie? Si aiutano con l’accoglienza, la vicinanza, l’accompagnamento, il discernimento e l’integrazione nel corpo della Chiesa. Accogliere, accompagnare, discernere e integrare. Nella comunità cattolica si deve aiutare a salvare i matrimoni. (Papa Francesco, Discorso al clero e agli agenti pastorali, Chiesa dell'Assunta - Tbilisi Sabato, 1 ottobre 2016)


IL GENDER NEMICO IN QUESTA GUERRA MONDIALE CONTRO IL MATRIMONIO

Tu, Irina, hai menzionato un grande nemico del matrimonio, oggi: la teoria del gender. Oggi c’è una guerra mondiale per distruggere il matrimonio. Oggi ci sono colonizzazioni ideologiche che distruggono, ma non si distrugge con le armi, si distrugge con le idee. Pertanto, bisogna difendersi dalle colonizzazioni ideologiche.


LA CHIESA SPOSA E MADRE

Ci sono due donne che Gesù ha voluto per tutti noi: sua madre e la sua sposa. E queste due si assomigliano. La madre è la madre di Gesù, e lui l’ha lasciata come madre nostra. La Chiesa è la sposa di Gesù ed è anch’essa nostra madre. Con la madre Chiesa e la madre Maria si può andare avanti sicuri. E lì troviamo ancora una volta la donna. Sembra che il Signore abbia una preferenza per portare avanti la fede nelle donne. Maria, la Santa Madre di Dio; la Chiesa, la Santa Sposa di Dio – pur se peccatrice in noi, suoi figli – e la nonna e la mamma che ci hanno dato la fede. E sarà Maria, sarà la Chiesa, sarà la nonna, sarà la mamma a difendere la fede. I vostri antichi monaci dicevano questo - sentite bene: “Quando ci sono le turbolenze spirituali, bisogna rifugiarsi sotto il manto della Santa Madre di Dio”. E Maria è il modello della Chiesa, è il modello della donna, sì, perché la Chiesa è donna e Maria è donna.

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UNA RIFLESSIONE SUL MATRIMONIO DA NON PERDERE IN MARGINE AL DIVORZIO VIP PITT/JOLIE
SILVANA DE MARI

Offendendo il coniuge, o l’ex coniuge, sempre, offendiamo i nostri figli. Essere figli di un uomo e di una donna di valore, è un orgoglio per un figlio. Latrando insulti, questo orgoglio lo distruggiamo.
Ma soprattutto offendendo il nostro coniuge o il nostro ex lo rendiamo peggiore. La nostra attenzione è acqua e fertilizzante. Ogni creatura umana è un insieme di cose positive e cose negative. Sottolineando quelle negative, anche solo nella nostra testa, le aumentiamo. La coscienza è un fenomeno interpersonale. Questa astrusa frase vuol dire che noi cambiamo a seconda di cosa pensano di noi le persone che ci circondano. Le persone con personalità molto forte, con pratiche di consapevolezza esercitate per anni, riescono a sottrarsi a questa regola. Tutti gli altri no. Se una donna latra a un uomo che è un irresponsabile, aumenta la sua irresponsabilità. Se un uomo urla a una donna che è inaffidabile, aumenta la sua inaffidabilità. In realtà nessun uomo è completamente irresponsabile e nessuna donna è completamente inaffidabile. Urlando insulti aumentiamo le caratteristiche negative dell’altro. Anche solo se li insulti li mormoriamo. Anche solo se li pensiamo nella nostra testa, perché trasmetteremo il concetto con linguaggio non verbale.
Se siamo separati ricordiamoci che abbiamo già fatto abbastanza danni ai nostri figli. Se abbiamo affidato un nostro figlio dell’altro genitore, pensiamoci dieci volte prima di elencare i suoi difetti, perché quando li elenchiamo stiamo dicendo che abbiamo lasciato nostro figlio nelle mani di un individuo pieno di difetti, il che non depone a favore del nostro amore genitoriale: nostro figlio ne sarà devastato.
Se abbiamo dei problemi col nostro coniuge o col nostro ex elenchiamo tutti i loro pregi e solo i loro pregi. Facciamolo per iscritto e facciamolo il più spesso possibile. Inconsciamente cominceremo a stare focalizzati su questi pregi. Con il linguaggio verbale con quello non verbale, diremo all’altro che è una persona di valore, e dato che la coscienza un fenomeno interpersonale il valore di questa persona aumenterà. Noi siamo molto più potenti di quanto pensiamo. Il rancore genera cenciosa infelicità per tutta l’esistenza. Noi abbiamo la potenza di liberarcene.
Se abbiamo sposato qualcuno è perché lo abbiamo amato. Se lui ci ha sposato è perché ci ha amato. 
Ricordiamo perché questo è successo e ricreano una scintilla di quell’affetto.

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TRAFFICO DI ESSERI UMANI

Riusciranno gli illuminati Bellerofonti a prevalere sulle loro chimere?”, chiedeva anni fa il biologo americano Ward Kischer. E non aveva ancora visto la fiera dell’utero in affitto appena organizzata da “Men Having Babies” all’Hotel Hilton di Bruxelles. Altro che “generoso gesto d’amore”, come lo ha definito Roberto Saviano. E’ un orrendo business. Il prezzo base, senza “optional”, gira sui 60 mila euro, ma se a questo si aggiungono anche la scelta se maschietto o femminuccia, se bianco o nero, e i test genetici, può raggiungere anche i 150 mila euro. Si è trattata della più grande conferenza dedicata agli uomini  gay che vogliono avere figli. A Bruxelles c’erano tutti: interpreti, gadget, listini prezzi, discorsi promozionali, compagnie in grado di connettere cliente e venditore, con offerte di ovuli e utero. “Men Having Babies” ha così rassicurato tutti: “La nostra società non fa altro che fornire aiuto nel districarvi nel labirinto della maternità surrogata”. Benvenuti nel grande punto vendita di quello che il Wall Street Journal ha chiamato l’“assemblaggio del bambino globale”. E’ anche la filosofia del ministro della Famiglia francese, Laurence Rossignol, a favore dell’utero in affitto, che ha detto di voler offrire “un po’ di generosità al regno dell’individualismo”. E che dire della donna ridotta a incubatrice? La femminista della gauche col dicastero ha idee anche su questo: “La funzione della donna è di trasportare”, è un “vettore”. Come ha raccontato Xavier Lombard sul Figaro a proposito della fiera di Bruxelles, “la tale agenzia fabbrica ‘dei bambini meravigliosi’, l’altra produce ‘bambini perfetti’, la terza assicura che ‘con noi tutto è possibile’”. Tutte promuovono “‘viaggi di maternità sostitutiva’, un vocabolario attentamente scelto per anestetizzare la coscienza”. La deputata belga Anne-Charlotte d’Ursel (liberale) ha denunciato che questa fiera vìola numerosi trattati e convenzioni firmati anche dal Belgio. La Convenzione sui diritti del fanciullo vieta qualsiasi forma di “vendita” di un bambino. Altri accordi europei vietano il profitto economico nel quadro dell’adozione. Dove sta l’orrore di quei benpensanti che di solito rabbrividiscono all’idea di un coinvolgimento nel traffico di esseri umani, ma che adesso indulgono in una orrenda e grottesca forma di “traffico riproduttivo”? (Il Foglio, 1 ottobre 2016)

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