DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Sì, viene il tempo della speranza. Secolarizzazione della secolarizzazione

di Francesco D’Agostino

Tratto da Avvenire del 22 ottobre 2010

Meriterebbe un premio chi ha inventa to l’espressione 'secolarizzazione della secolarizzazione'. Questo modo di dire coglie nel segno, perché ci induce a prendere atto di un fatto ormai indubita bile, anche se non ancora avvertito da tut ti. La secolarizzazione si sta sgretolando, anzi si è ormai già sgretolata sotto i nostro occhi; si sta svuotando del rigido dogma tismo che la caratterizzava, quello che ve deva nella laicità antiecclesiale il destino supremo dell’epoca moderna, quello che riteneva la religione un sentimento nobi le, ma da confinare nell’interiorità perso nale, quello che faceva assurgere la riven dicazione dell’autonomia individuale a in sindacabile principio etico fondamentale. La secolarizzazione si sta finalmente seco larizzando: questo non significa automati camente che si stia realizzando il 'ritorno di Dio', come qualcuno ha ipotizzato, ma che la si sta smettendo di ripetere che la religione è cosa del passato. Sta ritornan do con forza la consapevolezza che la ri cerca di Dio, o più laicamente di un valore assoluto insito nell’uomo e nelle sue espe rienze, è cosa del passato e assieme del pre sente e del futuro. La crisi della secolarizzazione è innegabi le: l’ammettono anche coloro che Gian carlo Bosetti ha efficacemente chiamato i 'laici furiosi', quelli che sostengono che a questa crisi vanno addebitati il ritorno a guerre di religione, l’esplodere della xe nofobia, il divampare del fondamentalismo religioso. Fenomeni pesanti e concretissi mi, però non espressivi di tutta la com plessità del tempo in cui viviamo, che ac canto ad essi ne contiene altri, assoluta mente positivi: basti menzionare, per fare un solo esempio, la crisi dell’individuali smo libertario e il correlativo dilatarsi del la comunicazione globale, che va interpre tata (anche se con qualche ottimismo, lo riconosco) come il ripresentarsi nel nostro tempo delle antiche, ma non per questo antiquate, istanze del giusnaturalismo. La globalizzazione ci induce infatti a pensare che, per quanto diversi siano i sistemi so ciali, le culture, le credenze, esiste comun que un solo e oggettivo bene umano e che è non solo dovere, ma interesse di tutti pro muoverlo.

Se si è convinti che la secolarizzazione si sta secolarizzando, ne segue che bisogna co minciare a riflettere sul fatto che ciò non può non comportare problemi diversi e i nediti per i cristiani e in particolare per i cattolici. Bisogna abbandonare le vesti vec chie e indossarne di nuove. Ad esempio, anche se nel brevissimo periodo la cosa po trà apparire ancora poco evidente, biso gnerà prendere atto che alcune battaglie sono state già vinte, nel senso che appar tengono ormai al passato: si pensi ad e sempio a quella contro il marxismo e le sue più esasperate forme di secolarismo atei­stico, quali lo stalinismo e il maoismo (i re sidui cinesi del marxismo, per quante vio lenze e sofferenze stiano ancora produ cendo, non hanno alcun futuro, anche se i tempi della storia sono imprevedibili). A nalogamente vinta è la battaglia contro lo scientismo e in particolare contro il natu­ralismo darwiniano, che non è riuscito a dimostrare la fondatezza delle sue pretese di fornire una spiegazione esauriente del la realtà, marginalizzando le questioni eti che e bioetiche. Battaglie nuove ci attendono: la crisi del l’individualismo deve portarci a riscoprire nella sua profondità il carattere ecclesiale della fede cristiana; le nuove forme globa li di violenza e di conflitto rendono urgen te una rinnovata predicazione che, come ci ha insegnato il Papa, abbia per oggetto la speranza; l’inarrestabile formalizzarsi del discorso giuridico moderno deve indurci a rivitalizzarlo attraverso un’incessante ri proposta della solidarietà interpersonale, come valore politico fondamentale. Divie­ne sempre più urgente, in un orizzonte glo bale, che ad ogni interlocutore i cristiani annuncino Cristo come il Figlio dell’uomo, evitando che Egli venga percepito come il prodotto storico della tradizione occiden tale e della sua arroganza. Sarà in grado il cristianesimo di cogliere nella secolarizza zione della secolarizzazione nuove e fino ad oggi impensate possibilità di parlare a gli uomini dell’incarnazione di Dio?