DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Dizionario (12)


Il Vangelo del giorno

Dizionario (12)


 
BELLEZZA
 
Spero che si possa riscoprire la bellezza della Fede. Quella Fede, cioè, che ci dona la natura di Dio e guarisce profondamente l’essere dell’uomo che è stato ferito dal peccato originale. L’uomo separandosi da Dio diventa schiavo del non essere, le conseguenze sono palesi: la quantità di donne che vengono assassinate, i suicidi continui ovunque e via dicendo. Quando un uomo scopre che “non è” decide di uccidersi. La Chiesa, quindi, in quest’anno deve far riscoprire la parola di salvezza per gli uomini: che Cristo è venuto per dare loro la vita, per donare “l’essere dello Spirito Santo”. (Kiko ArgüelloIl Cammino Neocatecumenale a servizio della Chiesa per la riscoperta della fede)
 
 
CINA (1)
 
Mo Yan è il primo Nobel davvero cinese, un figlio di contadini. A leggere i suoi libri, il Novecento cinese è un inferno sulla terra. Quando non si combatte una guerra, c’è la rivoluzione. Il fanatismo e il nazionalismo impazzano. Fame e miseria nera sono una costante. Quando le condizioni di vita un po’ migliorano, la politica del figlio unico provoca altri disastri. (Mariarosa Mancuso, Il Foglio quotidiano)
 
 
CINA (2)
 
Prendiamo “Le sei reincarnazioni di Ximen Nao”, uscito da Einaudi. Protagonista: un ricco proprietario terriero giustiziato dai suoi mezzadri nel 1950. Il poveretto sta da due anni nel mondo delle tenebre, sottoposto alle più crudeli torture, perché anche nell’aldilà vogliono fargli confessare i suoi misfatti. Sei ore in una friggitrice lo carbonizzano ma non lo piegano. Re Yama, il signore della morte a capo degli inferi, decide allora di rimandarlo sulla terra. Non in forma umana, ma ahimé in forma d’asino.
Cominciano cinquant’anni di patimenti, attraverso successive reincarnazioni. Dall’asino al toro, dal toro al maiale, dal maiale al cane, dal cane alla scimmia. Mo Yan le racconta con una sfrenata fantasia, senza annoiare mai. E se vivere la riforma agraria da proprietario terriero era già un incubo, figuratevi com’è viverla sotto forma d’animale, che però capisce, osserva e riferisce al lettore. Lo stesso vale per la presa del potere del presidente Mao, per la Rivoluzione culturale, per il post maoismo.  (Mariarosa Mancuso, Il Foglio quotidiano)
 
FILTRO
 
Secondo i numeri a disposizione dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, le famiglie preferiscono affidarsi alla segnaletica tv che, con i colori rosso e giallo e con le scritte a piè di schermo, aiuta a capire se un programma è idoneo o meno ai ragazzi. Come accade nei maggiori Paesi d’Europa.  «Il parental control, come attuato in Italia, è un completo fallimento dal punto di vista della protezione dei minori», aveva spiegato ad Avvenire l’ex presidente della Corte Costituzionale, Riccardo Chieppa. Eppure sembra proprio che il filtro sia il solo scudo destinato a tutelare i più piccoli, dopo la riforma su tv e minori varata a giugno dal Governo con il via libera delle due Camere. Una revisione normativa che rischia di cancellare il principale baluardo per i ragazzi davanti al televisore: il divieto di trasmettere programmi inadatti dalle 7 alle 23. Secondo le nuove regole, se viene adottato un «qualsiasi altro accorgimento tecnico» che impedisce la visione ai minori di contenuti nocivi, le emittenti possono mandare in onda di tutto, senza vincoli di orari. E oggi gli schermi digitali e i decoder li hanno, seppur nella versione che va sotto il nome di parental control(Giacomo Gambassi, Avvenire.it)
 
 
GENITORI
 
Per non fare torto a nessuno, prima gli Stati Uniti, ora la Francia, hanno deciso di cancellare mamma e papà. Bando alle due parole, racchiuse da un alone di affetto e calore famigliare. Su tutti i documenti ufficiali meglio apporre due definizioni neutre, che sanno lontano un miglio di apertura alla famiglia omosessuale. Meglio dunque parlare di Genitore 1 e Genitore 2, robotiche versioni di una famiglia in salsa tradizionale. Negli Stati Uniti si fa da febbraio 2011. I termini madre e padre non figurano più sui passaporti targati Washington da più di un anno, per adattarsi allo scenario offerto dalle “nuove tecnologie riproduttive”, come dichiarava al momento dell’adozione del sistema Brenda Sprague, vicedirettrice dell’Ufficio passaporti del Dipartimento di Stato. E la Francia socialista di François Hollande non sarà da meno. Genitore1 e Genitore2, i nuovi mamma e papà, faranno bella mostra di sè su tutti i documenti con valore legale, dai certificati di nascita in su. (Luca Romano, Il Giornale del 14 ottobre 20129)
 
 
INIZIAZIONE CRISTIANA
 
Nell’importanza di creare dei segni che chiamano il mondo pagano, ateo, alla la Fede, che portino a credere in Gesù Cristo, a costituire comunità cristiane, dove Cristo dice amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi. E in questo amore tutti quelli che ci stanno attorno, i secolarizzati, i pagani, la gente indifferente, crederanno e ci conosceranno come i miei discepoli; se siete perfettamente una sola cosa, come il Padre è in me e io sono nel Padre, allora il mondo crederà. Bisogna Arrivare ad avere una comunità cristiana che arrivi ad avere questa statura di fede; questa è l’iniziazione cristiana che il Cammino Neocatecumenale sta portando alle parrocchie: Essere Cristiani Adulti (Kiko Argüello al Sinodo per la Nuova Evangelizzazione; “E’ necessario essere cristiani adulti”)
 
 
NATIVI DIGITALI
 
Storie che milioni di nativi digitali vivono ogni giorno, muovendosi in una dimensione parallela dove nessuno gli ha insegnato a muoversi, per sfruttarne al meglio le risorse straordinarie, per aggirarne le insidie micidiali. Migrati in massa in un territorio affollatissimo, promiscuo, sterminato, senza regole, né planimetrie. Soli senza guide, senza mappe, senza bussole, in un’età in cui mai bisognerebbe muoversi da soli. Soli a convincersi che tra la vita e le sue rappresentazioni non ci sia nessuna differenza, e che conti solo tutto ciò che può essere filmato, diffuso, esibito, e che un video o una raffica di insulti in Rete possano fare a pezzi il tuo futuro. A quanti capita, per un motivo o per l’altro, di trovarsi a boccheggiare in quel mondo liquido, e di scoprire che nel dolore non c’è nulla di virtuale, e magari di stare a piangerne da soli nelle loro camerette -come racconta di aver fatto Amanda- senza che nessuno se ne accorga, e se ne prenda cura? (Marida Lombardo Pijola, Il Messaggero.it)
 
 
SOLITUDINE
 
Sola. Parola definitiva, implacabile come una trappola, breve come la vita di Amanda, che in Canada si è suicidata a 15 anni, dopo aver raccontato la sua storia in un video su You Tube. Alone, I’m alone: un mantra del dolore verbalizzato ossessivamente sui fogli che lei mostra alla telecamera. senza voce, muta, deformata dallo sfregio delle immagini. Le immagini del suo seno nudo di quattordicenne diffuso da un uomo che le aveva carpite in uno scambio virtuale simile a quello in cui sono impegnati quotidianamente almeno metà dei ragazzini,  con la leggerezza di chi partecipa a un gioco di tendenza. E, ancora, le immagini di lei maltrattata da un gruppo di compagni, come succede ad almeno un terzo dei ragazzini, ai quali il branco ha assegnato il ruolo di perseguitati, per garantirsi l’immunità dalle persecuzioni. Il viso paffutello scheletrito, I lunghi capelli neri sciolti sulle spalle, lo sguardo irrintracciabile, lo sfondo grigio, sospeso in una terra di nessuno, tra la vita e la morte, come già era lei. E quell’agghiacciante sequenza di foglietti. In ogni foglio, Amanda illustra ai suoi coetanei i rischi di cui nessuno li ha informati , (ho cominciato a navigare a 13 anni…lui diceva che ero carina…mi ha fotografata.. si è procurato il mio indirizzo, ha individuato la mia scuola, l’elenco dei miei amici..). In ogni foglio lei butta in faccia a chi legge ogni passaggio del possibile percorso successivo: tagliarsi, ansia, depressione, bere + droga. E infine killed inside, uccisa dentro: la sensazione che “non c’è più futuro”,  senza che nessuno le spieghi la misura incongrua dei suoi 15 anni. Nell’ultimo foglio, le motivazioni conclusive della sentenza di morte che si è inflitta: non ho nessuno, ho bisogno di qualcuno. (Marida Lombardo Pijola, Il Messaggero.it)