DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Dizionario (24)



AMICIZIA

«Occorrono orecchie assai forti per sentirsi giudicare con franchezza; e poiché ce ne sono pochi che possono sopportarlo senza morsure, coloro che ardiscono applicare questo sistema nei confronti nostri mostrano un singolare modo di amicizia; giacché mettersi a ferire per recare giovamento significa amare in modo sano».
(Michel de Montaigne)





CASTITA’

Uno studio pubblicato sul Journal of Sex Research sostiene che le coppie che non hanno fatto sesso subito e hanno saputo temporeggiare all’inizio, dopo un anno sono più salde, soddisfatte e comunicative. I ricercatori hanno monitorato 10.932 persone coinvolte in un serio legame di coppia, anche non sposate, e hanno ricostruito la genesi dei loro primi incontri sessuali. È emerso che coloro che si sono concessi entro i primi incontri, a distanza di un anno dal primo appuntamento, lamentavano maggiori insoddisfazioni rispetto ai più cauti. Sul perché gli scienziati non forniscono spiegazioni (Emanuela Di Pasqua, Corriere.it 11/12).



ABORTO

Come un paese che abbia rifiutato l’aborto tre volte con referendum, può vedersi imporre la propria legislazione nel nome d’una Convenzione che non contiene affatto il diritto all’aborto. L’Irlanda è in Europa un simbolo di resistenza contro l’aborto ma sta per cadere sotto la pressione tanto del Consiglio d’Europa quanto dei gruppi di pressione. Tuttavia, il Consiglio d’Europa è al centro di una campagna per imporre «dall’alto» l’aborto a un popolo che l’ha rifiutato «dal basso» tre volte con i referendum del 1983, 1992 e 2002. Il Consiglio d’Europa è stato creato per difendere la democrazia e i diritti dell’uomo. La Corte europea dei diritti dell’uomo fa parte del Consiglio d’Europa; il suo ruolo è quello di vigilare sul rispetto dalla parte degli Stati dei diritti e libertà stabiliti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Gli Stati condannati devono conformarsi alle sentenze rese dalla Corte contro di loro; dispongono d’una certa libertà per quanto riguarda i mezzi da attuare a questo fine. Quest’esecuzione delle sentenze viene realizzata sotto la supervisione del Comitato dei Ministri, cioè degli ambasciatori dei 47 Stati membri. (zenit.org/rssitalian-34582?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+zenit%2Fitalian+%28ZENIT+Italiano%29#.UM_Ne13b2OM.twitter …)



ADOLESCENTI (e suicidio)

Di solito, dopo il tentativo di suicidio, l’adolescente stesso, per primo, denuncia la sproporzione tra la sua reazione e i motivi apparenti. Non è dunque vero che tutti, ad eccezione del giovane, s’ingannano sul carattere contingente delle situazioni scatenanti. Se le più piccole circostanze sono sufficienti a scatenare un gesto auto-distruttivo, è perché questo è potenziale e il soggetto non attende che l’occasione propizia per metterlo in atto, e non già perché l’avvenimento esteriore lo susciti in maniera determinante. Si potrebbe quasi dire che l’evento esterno è solo l’occasione, attesa e in certo modo anticipata, in cui il ragazzo trova la conferma della sua infelice situazione personale, a cui non è possibile portare altro rimedio. Considerati isolatamente gli avvenimenti possono non rivestire grande importanza; è la loro sommatoria che conferisce un significato, nel senso che ad ogni sbocco che si chiude, l’adolescente vede gradualmente cadere le soluzioni alternative e venir meno le risorse. Ad un certo momento sorge una sorta d’impazienza, nulla è più sopportabile perché nessun ritardo è più ammissibile: sembra quasi che il tempo vissuto sia ristretto alle dimensioni dell’avvenimento immediato e prenda, allora, il carattere dell’irrimediabile. Non va dimenticato che nell’adolescenza vengono a mancare i motivi di sicurezza infantili prima che si siano affermate le certezze dell’adulto. Sotto l’aspetto psicopatologico, al suicidio possono essere attribuite diverse funzioni. Molte volte esso sanziona semplicemente e drammaticamente la rottura di un dialogo: è la risposta ad una realtà ostile, un’estrema protesta, un gesto punitivo o vendicativo nei confronti di chi è stato (o si ritiene che possa essere) la causa dei propri mali. Ma prima di rompere un dialogo si cerca di ristabilirlo. Uno degli aspetti essenziali del tentativo di suicidio è il suo carattere di appello, generalmente inconscio: se dovessimo rappresentare con un simbolo pittorico il tentativo di suicidio, lo rappresenteremmo come un Giano bifronte, con una faccia rivolta verso la distruzione e la morte, l’altra verso il contatto umano e la vita. Non è dunque il bisogno di incontro che è venuto meno, bensì la capacità di realizzarlo. L’atto manifesta al tempo stesso la propria impotenza e il desiderio di un rapporto. C’è sempre del resto una certa ambiguità del desiderio di morte. Ci si può chiedere se colui che pone in atto una condotta suicidaria percepisca veramente la morte come fine irrimediabile della vita; se si uccida per non più esistere o per esistere in altro modo. Il suicidio insomma può essere soltanto una fuga dalla vita più che una ricerca della morte. Il suicido può essere quindi visto dall’adolescente come l’unica affermazione ancora possibile della propria personalità, l’unico modo per essere ancora un protagonista, nonostante la condizione di fallimento e il sentimento d’impotenza. (Gabriele Raschi, autore di un poderoso studio su «Le condotte suicidarie negli adolescenti»culturacattolica.it/?id=17&id_n=31958 …)



ANTINATALITA’

La campagna antinatalista di Melinda Gates, moglie del fondatore miliardario di Microsoft e dirigente della fondazione che porta il suo nome, continua indefessa. Su Foreign Policy del mese di dicembre Melinda ha firmato un altro editoriale dal titolo eloquente: “Perché il controllo delle nascite è ancora una buona idea”. La moglie del magnate americano racconta di aver avuto una specie di “illuminazione” parlando con le donne nei paesi in via di sviluppo. E per corroborare il suo pensiero tira fuori le carte. Cita per esempio uno studio “in corso in Bangladesh da 35 anni” (ma non meglio specificato) che dimostrerebbe come “le persone che hanno accesso ai contraccettivi hanno una qualità della vita più elevata. Sono più sane, hanno meno probabilità di morire di parto e meno probabilità di morte prematura per i neonati”. E poi, secondo Melinda, le persone che hanno la possibilità di controllare le nascite sono più ricche: “Hanno più risorse, compresi terreni, bestiame e risparmi”. Saltando a pié pari dai paesi in via di sviluppo alla sua famiglia, Melinda racconta il successo della propria esperienza personale con l’uomo più ricco del mondo: “Con Bill a un certo punto abbiamo potuto decidere tutto, quando e quanti figli avere”. A Newsweek a maggio aveva detto che non avrebbe promosso metodi coercitivi di controllo delle nascite e degli aborti. Forse ha già cambiato idea. (ilfoglio.it/soloqui/16009#.UM_HGiSdAMY.twitter …)



GENOMA

“Volete conoscere il mio futuro?”, sembra chiederci il neonato in fasce sulla copertina dell’ultimo numero di Time. Non si parla di astrologia, ma di come la mappatura del genoma umano stia cambiando la percezione di quel che vogliamo o non vogliamo sapere del futuro della nostra salute, e di come quella che è passata alla storia come una immensa opportunità di conoscenza e di prevenzione stia mostrando sempre più spesso il proprio lato oscuro. Che succede, infatti, quando alla conoscenza del fatto che nel proprio Dna o in quello dei nostri cari c’è una predisposizione a una certa malattia non corrisponde una terapia praticabile? E non si rischia di moltiplicare l’infelicità, l’ansia, la paura, mettendo sulla testa di una persona – spesso di un bambino – una spada di Damocle che potrebbe anche non cadere mai, ma che comincerà a fare danni solo per il fatto di essere stata identificata, a volte decenni prima che eventualmente si manifesti? I risultati dei test genetici sono spesso ambigui, ed è fatale il ricorso a ulteriori indagini alla ricerca di una certezza che potrebbe non arrivare mai. Time racconta che l’American College of Medical Genetics e Genomics sta faticosamente lavorando a una lista di alcune decine di mutazioni sulle quali vale la pena di concentrarsi. E mentre i pediatri americani sconsigliano i test genetici per i bambini, a meno che non rientrino in una strategia di prevenzione certificata, la domanda “chi pagherà per tutto questo?” sta diventando sempre più di attualità, nell’America dell’Obamacare. (http://www.ilfoglio.it/soloqui/16204#.UM-735ReLqo.twitter …)



IL FUTURO (nelle nostre mani?)

“Questo è il mondo verso il quale ci stiamo avviando: abbiamo nuove e potenti armi contro antiche malattie ma anche una serie di problemi su come usarle con saggezza senza ritorcerle contro di noi”. Che cosa devono fare i medici che, indagando sul genoma di un bambino con una malattia misteriosa, hanno trovato incidentalmente una mutazione associata alla demenza precoce intorno ai quarant’anni? Devono dirlo ai genitori, sapendo che non c’è prevenzione per quella patologia e che si sarebbero anche creati problemi con qualsiasi compagnia assicurativa? Alla fine, i genetisti hanno deciso di non raccontare quello che avevano scoperto. Mentre hanno fatto la scelta opposta nel caso di un piccolo paziente di due anni con problemi renali, di cui – sempre casualmente – era stata accertata una predisposizione genetica al tumore al colon, anche in età molto precoce. Non comunicare il risultato sarebbe stato immorale, perché in quest’ultimo caso “uno screening adeguato può fare una grande differenza”. Ma il genetista pediatrico Michael Bamshad, dell’Università di Washington, ammette che “non è affatto raro che i ricercatori dicano di non essere in grado di comunicare i risultati, perché non c’è il modo giusto di farlo”. (http://www.ilfoglio.it/soloqui/16204#.UM-735ReLqo.twitter …)



INGHILTERRA

Due mercoledì fa, l’Ufficio Nazionale di Statistica britannico (ONS) ha pubblicato dettagli sul censimento del 2011 in Inghilterra e in Galles. Le cifre rivelano un sostanziale declino nel numero di coloro che professano il Cristianesimo. Secondo l’ONS nel 2011, il numero di residenti che dichiarano la loro adesione alla religione cristiana, sono stati 4 milioni in meno rispetto al 2001. Ciò significa che il loro numero nel 2011 è sceso a 33,2 milioni, ovvero il 59% dell’intera popolazione, dai 37,3 milioni (72%) del 2001. Inoltre, le persone che hanno dichiarato di non appartenere ad alcuna religione, sono salite da più di 6 milioni a 14,1 milioni, quasi il doppio rispetto al 2001. (zenit.org/rssitalian-34577?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+zenit%2Fitalian+%28ZENIT+Italiano%29#.UM_OhTVwjkM.twitter …)



LA MANO SULL’ALBERO DELLA VITA

Solo negli Stati Uniti, ogni anno, sono migliaia le donne che, avendo saputo di essere portatrici di due geni che predispongono al tumore della mammella (Brca1 e Brca2), decidono di sottoporsi alla mastectomia totale sotto i trent’anni, anche se per il sessanta-settanta per cento di loro la malattia non si svilupperà mai. Ma c’è anche la piccola Amanda, di cui il Time intervista i genitori, che a due mesi mostrava problemi nel tono muscolare. Test genetici ripetuti non hanno saputo spiegare quel problema, ma hanno per caso individuato la mancanza di sette cromosomi in un gene, mutazione legata alla possibilità di un tumore infantile molto raro. E mentre il genoma di Amanda continuava a essere minuziosamente indagato, altri rilievi hanno portato a concludere che anche i suoi due fratelli più piccoli avrebbero potuto avere lo stesso problema. Tutto si gioca, naturalmente, sul piano delle ipotesi e non delle certezze, ma la famiglia di Amanda si è trovata prigioniera di un meccanismo nel quale ci si può solo aspettare il peggio, mentre i test non finiranno mai. (http://www.ilfoglio.it/soloqui/16204#.UM-735ReLqo.twitter …)



FELICITA’

Per guadagnarsi da vivere Gabrielle Bernstein vende la merce più antica del mondo, forse l’unica esistente, ché nel fondo di ogni cosa se ne cerca una soltanto: la felicità. Bernstein insegna alla categoria più fragile d’America, quella delle giovani donne in carriera, come diventare “le persone più felici che conoscono”; Bernstein ha tracciato una via per la felicità che non richiede di smettere di bere o di passare mezza giornata sulla bilancia per stimolare la consapevolezza del proprio peso, ma un misto di meditazione, yoga e galvanizzazione della volontà che aiuta la categoria a cui si rivolge a uscire dall’impasse delle pressioni sociali e delle insoddisfazioni interiori. Il suo ultimo libro, in uscita a gennaio, parla di “minimi cambiamenti per indurre cambiamenti radicali e generare una felicità illimitata”, e come i suoi bestseller precedenti non si rivolge a chi è rintanato nelle stanze oscure della depressione clinica, ma alle trenta-quarantenni workaholic che non riescono a ottenere ciò che vogliono… Basta saggezza indiana e fattucchiere della controcultura, il business model della felicità è cambiato e sono quelle come Bernstein che stanno sfruttando il cambiamento, diecimila dollari alla volta. E’ la sua parcella per vendere, con un discorso sul palco, la merce più antica del mondo, una merce che l’America vuole ancora comprare. Ci sono programmi personalizzati, sedute online, grandi adunate e incontri riservati, il menu è vario. C’è crisi, ma come si fa a risparmiare sulla felicità? Businessweek riporta che nel 2010 gli americani hanno speso 11 miliardi di dollari per i servizi sul “miglioramento della vita”, incremento del 13,6 per cento rispetto a cinque anni prima. I vecchi guru stanno progressivamente andando in pensione e i pazienti della generazione che viene hanno un bisogno disperato di essere felici. Il mercato offre le opzioni, ma non rimborsa gli insoddisfatti. (http://www.ilfoglio.it/soloqui/16195#.UM-_59mHBlM.twitter …)



EGOISMO (IN PROVETTA)

Stiamo facendo figli più tardi che mai e non abbiamo idea di che cosa questo significhi: è il succo del lungo articolo che la giornalista Judith Shulevitz pubblica nell’ultimo numero del quindicinale liberal americano New Republic. Primipara attempata, diventata madre la prima volta quasi quarantenne grazie alla provetta, Shulevitz racconta che il medico l’aveva blandamente messa in guardia sul fatto che, nella procreazione artificiale, “ci sono sempre rischi, ma non sappiamo se provengano dall’età materna avanzata o dalle procedure”. Quando, a tre anni, il suo bambino ha mostrato un ritardo nel coordinamento dei movimenti, la giornalista ha scoperto quanto quei rischi siano diffusi. I bambini che, come il suo, mostravano problemi di varia origine come “sindrome di Asperger, autismo, disturbi ossessivo-compulsivi, disturbi da deficit di attenzione, disordini di integrazione sensoriale” avevano spesso genitori “all’incirca della mia età”. Ha indagato e ha scoperto che quei disturbi, tra il 1997 e il 2008, in America sono aumentati del 17 per cento, “1,8 milioni bambini in più rispetto a dieci anni prima”. Mentre, lo scorso maggio, uno studio pubblicato dal New England Journal of Medicine ha rilevato che 8,3 per cento dei bambini nati con l’aiuto di tecniche di riproduzione artificiale presenta problemi, contro il 5,8 per cento di chi è stato concepito naturalmente. Che dipenda dall’età avanzata dei genitori (anche di quella del padre, ora si sa), dai farmaci usati per indurre fertilità o dai liquidi di coltura usati per moltiplicare le cellule in provetta, il tema non cambia: ci siamo illusi di poter avere figli più tardi senza pagare pegno? Non è così. (ilfoglio.it/soloqui/16137#.UM_GY8b5wCQ.twitter …)



IDEOLOGIA

Io per esempio credo che le stragi dei bambini nella società ricca e pacificata siano diretta conseguenza della sordità morale con cui abbiamo ratificato l’aborto di massa, la facoltà di scegliere tra la vita e la morte è la compagna segreta della violenza dei tempi, e dell’insicurezza, riguardo l’essere e il principio di realtà che ne deriva….  Definitivo, quest’ultimo passaggio con cui vi saluto e vi auguro buon Natale, insieme a Lionel Trilling,  dal cattiverio del Foglio: “Vivere la vita dell’ideologia con la sua speciale inconsapevolezza vuol dire esporsi al rischio di diventare agenti di quello che Kant chiamava il Male Radicale, l’inclinazione dell’uomo a corrompere gli imperativi della morale fino a farli diventare lo schermo protettivo del suo amor proprio”. (Giuliano Ferrara. http://www.ilfoglio.it/soloqui/16202#.UM--q5mTZ0g.twitter …)



VELENI PUBBLICI

“Noi inglesi siamo sempre stati pionieri sull’omosessualità”. Roger Scruton, settantenne docente di Filosofia alla St. Andrews University, culla di cultura e nobiltà britanniche, autore di trenta libri che ne hanno fatto il più noto filosofo conservatore inglese, commenta così col Foglio l’introduzione del matrimonio gay da parte del governo conservatore di David Cameron. “I tre veleni pubblici del nostro tempo sono la correttezza politica, la pornografia e la plastica. Il primo avvelena il pensiero, il secondo l’amore, il terzo il mondo. (http://www.ilfoglio.it/soloqui/16196#.UM_DzC99DlQ.twitter …)



MATRIMONI OMOSESSUALI

E’ a causa della correttezza politica che il governo inglese ha adottato il matrimonio gay, anche se non lo ha mai proposto al proprio elettorato. La lobby gay in Inghilterra è fortissima e intimidisce politici e giornalisti. Ogni opposizione alla cultura gay è demonizzata in nome della ‘omofobia’, che è il nuovo crimine ideologico. Ma l’approvazione delle nozze gay è come Enrico VIII che cerca l’approvazione ecclesiastica per il suo divorzio. La chiesa che fece endorsement cessò di essere la chiesa il cui endorsement Enrico stava cercando”. Come altri “crimini intellettuali”, sostiene Scruton, l’omofobia manca di una definizione legale. “L’unico modo per restare al sicuro è chiudere la bocca, oppure abbracciare il coro e gridare ‘omofobia’ quando è il proprio turno. Prununcia un giudizio considerato come ‘razzista’, ‘sessista’ o ‘omofobico’ e sei fuori. E non importa che non sia colpa tua, o che tu, come l’eroe del grande romanzo di Philip Roth ‘La macchia umana’, abbia usato la parola nel suo significato tradizionale. Lo vediamo già con alcuni vescovi anglicani, ansiosi di sventare l’accusa di omofobia più che di difendere l’idea biblica di matrimonio”. Scruton attacca “questo sentimentalismo aggressivo che cerca di dominare la sfera pubblica. Un sentimentalismo che definisco ‘totalitario’. I cittadini non possono protestare, perché i sentimentalisti sono riusciti a far approvare leggi contro il ‘linguaggio dell’odio’ e a inventare crimini come l’‘islamofobia’. E’ una tendenza legislativa che riguarda famiglia, scuola, relazioni sessuali, tutte poste sotto il controllo di un ‘soft power’ che legifera dall’alto”. Scruton commenta così la legge inglese: “E’ emerso ‘l’omosessuale pubblico’, il propagandista flamboyant dell’‘altro’. Poi è emerso il ‘gay pride’ e il ‘coming out’ delle figure pubbliche. Gli attivisti gay non vogliono soltanto la tolleranza, vogliono che l’omosessualità diventi ‘normale’. Così usano la legge per far avanzare la loro agenda. La discriminazione razziale o religiosa è stata eliminata, perché le nostre società devono essere ‘cieche’ sulle differenze etniche e religiose se vogliono evitare i conflitti. Non è solo una ragione pragmatica. E’ che siamo eredi dell’Illuminismo. Ma introdurre l’orientamento sessuale nella ‘non discriminazione’ dei sistemi legali moderni significa normalizzare l’omosessualità. Molti vedono anche questa estensione come un illuminismo. Però i diritti, emersi dalla speculatio medievale sulla giustizia naturale, non sono messi al sicuro semplicemente per il fatto di dichiararli. Una pura etica della liberazione non funziona”. (http://www.ilfoglio.it/soloqui/16196#.UM_DzC99DlQ.twitter …)



OMOSESSUALITA’ (INGHILTERRA E FRANCIA)

“L’omosessualità è stata una questione importante in Inghilterra fin dal processo a Oscar Wilde, ma è stata la nuova élite a farne una sorta di distinzione morale. Penso all’esteta John Maynard Keynes, l’amante gay di Lytton Strachey e Duncan Grant, il leader degli apostoli di Cambridge che ha avuto la più grande influenza sulle politiche economiche del XX secolo. Anche in Francia l’omosessualità è presente con Jean Cocteau, Max Jacob e André Gide, ma cultura e politica lì sono distinte, rive droite e rive gauche sono separate dal grande monumento di Notre Dame. In Inghilterra chi ha dominato l’arte ha plasmato anche la politica. Come i circoli bohémien di Soho e Bloomsbury, Bertrand Russell, Virginia Woolf, Wystan Auden, l’ortodossia di sinistra con la sua sessualità sibaritica”. (http://www.ilfoglio.it/soloqui/16196#.UM_DzC99DlQ.twitter …)



MATRIMONIO

Scruton chiude così sul significato del matrimonio. “La nascita, il matrimonio e la morte sono delle fasi metafisiche, in cui non ci sono soltanto gli individui a essere coinvolti, ma l’intera comunità. Per questo l’introduzione del matrimonio gay non è una questione terminologica, ma una decisione che influenza il mondo sociale. Significa degradare il matrimonio da status a contratto, significa che non è più una istituzione sociale ma una mera negoziazione temporanea. Il significato del matrimonio invece è sociale, non individuale, e ogni tentativo di riscriverlo come un accordo fra viventi è la negazione del suo vero significato, ovvero di un patto fra i vivi e i non nati”. (http://www.ilfoglio.it/soloqui/16196#.UM_DzC99DlQ.twitter …)





I nativi digitali non incartano il pesce http://www.ilfoglio.it/soloqui/16153#.UM_FoNz9Upw.twitter …
“E’ tutta colpa di quei sibariti di Bloomsbury”. Scruton sulle nozze gay http://www.ilfoglio.it/soloqui/16196#.UM_DzC99DlQ.twitter …
La tassa occulta che pagano a Apple gli addicted americani http://www.ilfoglio.it/soloqui/16186#.UM_CTqPJWIg.twitter …