DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Storie di ordinaria fecondazione eterologa


Autore: Tanduo, Luca e Paolo  Curatore: Leonardi, Enrico
Fonte: CulturaCattolica.it
lunedì 4 agosto 2014

L’Italia si appresta a definire le regole per la fecondazione eterologa dopo l’assurda e ingiusta sentenza della Corte Costituzionale che l’ha ammessa, contraddicendo una legge approvata da una maggioranza parlamentare trasversale, confermata da un referendum.
Uno dei punti fondamentali dovrà essere il mantenimento della gratuità per la “fornitura” di seme e di ovuli. Ma già nel leggere alcune regole si capisce l’assurdità dell’ammissione dell’eterologa e degli impatti sociali che avrà, si sta discutendo infatti di introdurre un limite ai bambini nati dalla stessa persona.
Il motivo è intuibile, limitare sullo stesso territorio la popolazione consanguinea, spesso inconsapevole di esserlo. Altro problema da dirimere è l’anonimato del “donatore” che pone però problemi anche dal punto di vista sanitario.
Ma senza voler entrare nel dettaglio delle future norme vogliamo riflettere su due storie di ordinaria eterologa, diciamo così, che dovrebbero illuminarci su quello che accadrà in futuro.
Una storia si svolge in Italia, l’ormai famoso caso dell’ospedale Pertini dove per un errore sono stati scambiati gli embrioni di due coppie, ed ora i bambini che nasceranno da una madre sono geneticamente i figli dell’altra coppia, coppia che ha dichiarato “I veri genitori siamo noi, gli unici. I bambini devono avere il nostro cognome fin da subito, appena nati. Andremo all'anagrafe per segnarli come nostri. Ce li dovranno restituire". Ovvio pensare che questa vicenda purtroppo si protrarrà con una lunga causa legale per stabilire quale delle due coppie potrà avere la possibilità di crescere questi due figli. Un caso emblematico di possibili contenziosi in caso di ripensamenti nelle future gravidanze eterologhe che coinvolgeranno appunto una coppia ed almeno un elemento estraneo ad essa. Si pone già oggi il problema sui casi che riguardano le coppie che arrivano in Italia con bambini nati da utero in affitto all’estero, la domanda è sempre se i genitori sono quelli biologici o quelli che mettono al mondo i figli, e si porrà in tutti i casi in cui in Italia un “donatore o donatrice” cambieranno idea . Tutto però ruota nelle discussioni su quali genitori abbiano diritto sul bambino, nessuno che ponga la questione su quale sia il diritto del bambino.
Ancora più drammatico il caso di Gammy che è una storia che arriva dalla Thailandia, dove una donna in difficoltà economiche, Pattharamon Chanbua, in cambio di denaro ha accettato di portare nel suo grembo, siamo quindi nel caso di utero in affitto, i figli di una coppia australiana. La fecondazione aveva dato origine a due gemelli, un maschio e una femmina. Al terzo mese al piccolo è stata certificata la sindrome di Down. La donna thailandese ha rifiutato l'aborto e ha dato alla luce entrambi i gemelli. I genitori australiani hanno deciso di prendere con sé solo la bimba sana.
Cosa dire di fronte ad una chiara scelta di scarto? Vengono in mente le parole di papa Francesco che ha respinto quella che ha chiamato come una “diffusa mentalità dell’utile”, la "cultura dello scarto", che oggi “schiavizza i cuori e le intelligenze di tanti, ha un altissimo costo: richiede di eliminare esseri umani, soprattutto se fisicamente o socialmente più deboli”. “Le cose hanno un prezzo e sono vendibili, - diceva il Papa - ma le persone hanno una dignità, valgono più delle cose e non hanno prezzo”. Dove sono i difensori dei più deboli, dei poveri, degli ultimi, come fanno a non accorgersi che queste pratiche mediche porteranno solo ulteriore sfruttamento dei più deboli? Appare evidente che la questione sociale coincide con la questione antropologica e la necessità di riconoscere fin dal concepimento “chi è l’uomo”.