DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Terrore, tasse emercenari Così l’islam prese Bisanzio ultimo bastione d’Europa

Lorochiamavanose stessi «oi
romaioi», i romani. Sino all’ultimo
si sentirono i custodi
di un Impero che semplicemente
aveva spostato il suo centro
dallerivedelTevereallerivedelBosforo.
Gli europei preferivano chiamarli
bizantini.Liconsideravanopiùspesso
pretenziosiepericolosiimperialistiinvecediunfondamentaletasselloperil
bilanciamento dei poteri nel Mediterraneo.
Tanto per dire, i Venezianinon
si fecero grossi problemi nel 1204 a
spingere l’esercito crociato, teoricamentealleato,
ainserirsinellequestionidinastichediCostantinopolieametterealsaccolacittà.
Equandoinvecefurono
i turchi a giungere sotto le mura
della città, due secoli dopo, nessuno
mosseundito.Manonèunaquestione
solo geopolitica. Nonostante il ruolo
decisivo dei dotti bizantini nella trasmissionedellaculturagreca,
Costantinopoli
non ha mai goduto di buona
pubblicistica. Ancora oggi un bizantinismoè,
insensolato,unatteggiamentoinutileepedante.
Eppure,persecoli,
Costantinopoli è stata il bastione dell’Occidente.
Controipersianieibulgari
prima, contro gli arabi e i turchi poi.
Dopo la sua caduta nel 1453, le forze
del sultano trasformarono i Balcani in
terra di conquista, giunsero alle porte
diVienna.
Questastoriadibastioned’Europaè
ben raccontata da Bisanzio in guerra
(600-1453)diJohnHaldonpubblicato
dall’editore Leg (pagg. 160, euro 18) e
chesaràinlibreriaapartiredallaprossimasettimana.
Innanzituttosfatailmitodellaopulentamaunpo’imbellecittà,
piena di funzionari drappeggiati in
setepreziosemaincapacidifareilloro
doveresulcampodibattaglia.Vabene
perlecanzonidiGuccinimanonperla
Storia. Le terre dell’Impero erano per
lopiùmontagnoseepovere.Difficilida
percorrere per gli eserciti. Difficili da
tassare e controllare. E i nemici erano
ovunque, potevano premere su qualunque
confine. Il devastatore di oggi
poteva diventare l’alleato di domani e
viceversa. La compagine fragile di popolisottomessiallacoronadelbasileus
poteva insorgere e dar vita alla guerra
civile alla prima indecisione dinastica
oallaprimacrisieconomicachefacesse
diventareinsostenibili leimposte.
Ecco che allora l’Impero si affidò a
una burocrazia d’acciaio. Mantenere
lestrade,lefortificazionieraun’esigenzaprimaria.
Anchelacapacitàditrattare
divenne fondamentale. Uomini accortigiocavanosutavoligeopoliticipericolosi,
decidendocosaprendereelasciare.
Bastava poco per trasformare
una scaramuccia in disastro. Fu una
sconfitta da nulla nella battaglia di
Manzicerta,nel1071,afarperdereper
semprel’Asiaminorecentrale.EsenellamemoriacollettivailgeneralebizantinopiùfamosorestailtrionfaleBelisario(
500-565d.C.) -cheregalòaGiustinianoilsognodirecuperarel’unitàmediterranea
- l’arte strategica dei magistermilitumcheservironoCostantinopoli
fumoltospessovolta alla difesa.
Neisecoli,mentrel’Imperosiespandevaesicontraeva,
venneroprevalentemente
usate due strategie diverse.
Spesso si ricorreva a milizie locali che
fornivano una forza numericamente
consistenteefaciledareperire(venivano
reclutate in reparti chiamati turmae).
Molto simile ad una proto leva
militare, la scelta aveva pregi e difetti.
Le truppe venivano arruolate in ogni
Themata(circoscrizione dell’Impero)
conbassicostimapocamobilità,grossi
numeri ma scarso addestramento.
Inaltricasisiricorrevaaforzedimercenarialtamentespecializzate.
Avolteassoldatetraglistessi
«nemici».Spessola
guardiaimperialevenivadaiprincipatiRus’(
ovveroerasceltatraqueivichinghicheavevanooccupatoiterritoriattorno
all’attuale Kiev), gli altri reparti
eranoracimolatiunpo’dovunque:turchi,
normanni di Sicilia, europei del
continente in cerca di soldo come
Roussel di Bailleul (che, dandosela a
gambe,provocòiltracollodiManzicerta).
Imercenariavevanounlivellodiefficienza
bellica più alto. Il fatto che gli
stranieri potessero militarmente farsi
le ossa nelle fila bizantinenonsempre
era un bene. Alla lunga i «contractor»
svuotaronolecassebizantine.Elacreazione
dell’Impero turco ottomano resesemprepiùdifficileiltraccheggiodiplomatico
utile alla sopravvivenza di
Bisanzio.Gliscontriconilmondoislamicoeranounacostantedasecolimaa
quel punto la battaglia totale divenne
inevitabile. Bisanziononaveva più alcunvantaggiotecnologico,
i suoiterritori
erano stati spremuti sino al limite
delpossibile.Icristianieuropeidiffidavano
degli ortodossi. E quando si presentavanosuiterritoridell’Imperoavevano
altri interessi. Uno degli esempi
più calzanti è quello della compagnia
catalana di mercenari che, reclutata
nel 1303 da Andronico II, si trasformò
in forzadioccupazione.
Noncivollemoltoperchéicivilistremati
da queste scaramucce interne
preferissero la sottomissione (in stile
Houellebecq)aisultani.Megliounsultano
(turco) magnanimo che un mercenario
(spesso sempre turco) fuori
controllo. Nel 717 d.C. l’assedio degli
arabi a Costantinopoli si ridusse ad
una terrificante sconfitta per le forze
islamiche, con le navi incendiate dall’inestinguibile
fuoco greco. Nel 1453
l’attacco allemura,untempoimprendibili,
della cittàandòin tutt’altromodo.
MaomettoIIavevaaccuratamente
preparato le sue forze. Aveva giganteschi
cannoni costruiti da Maestro Urban,
unfonditoredicampaneungherese.
DaOccidentenessunosimosse,arrivaronopochirinforzigenovesieveneziani,
quasidelleiniziativeprivate.Primadiveniremassacratonell’impossibile
tentativo di difendere la Porta
d’oro, l’ultimo Basileus, Costantino XI
Paleologo,mandòquestomessaggioa
Maometto II, che voleva la sua resa:
«Dartilacittànonèdecisionemianédi
alcunodeisuoiabitanti;abbiamoinfatti
deciso di combattere, e non risparmieremolavita
».MaomettoIIloprese

inparolaelasciòisuoiliberidiuccidereesaccheggiare.