DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

VIDEO KILLED THE LOVE SONG - DA QUANDO ESISTE MTV, E LE IMMAGINI ACCOMPAGNANO LA MUSICA, SOLO LE CANZONI PIÙ SEXY SOPRAVVIVONO - DA PRINCE NELLA DOCCIA AL TWERKING DI MILEY CYRUS, L'EROTICO E SEMPRE PIÙ ABUSATO


Ted Gioia per “Salon”

Era dall’epoca dei castrati che l’asessualità non saliva così in vetta alle classifiche e il livello di eccitazione non scendeva così in basso. Le stelle del punk e della new wave rifiutavano le storie d’amore, il romanticismo era bandito dal synth-pop e dalle band metal, Frank Zappa si divertiva a fare parodie dei cliché erotici, la “sexy” disco (tipo “Macho Man”) velocizzava le hit e ci aggiungeva il rumore dello scarico del water o di una persona che vomitava. Altri dj durante la “Disco Demolition Night”, al “White Sox” di Chicago nel 1979, distrussero 5.000 dischi dance.


Naturalmente l’industria discografica ha continuato a pubblicare canzoni di amore e di sesso, con successo radiofonico, anche se attaccate e derise da critici e fan. Quando nel 1978 Rod Stewart se ne uscì con “Da Ya Think I’m Sexy?”, i puristi lo accusarono di essersi venduto. Olivia Newton-John vendette milioni di copie con “Physical” e altrettanti milioni di persone la presero in giro per la sensualità della performance. Il sentimentalismo fu messo da parte per fare spazio ad altri argomenti, vedi “Sailing” di Christopher Cross, “9 to 5” di Dolly Parton, “Another One Bites the Dust” dei Queen, “Grease” di Frankie Valli, “Short People” di Randy Newman.

La “sexy music” tornò in auge negli anni Ottanta. La canzone d’amore, con le nuove tecnologie e i videoclip, divenne un genere “visuale” e in molti approfittarono del nuovo formato, da Michael Jackson a Madonna, da Prince a Whitney Houston. Nell’era “MTV” le canzoni diventarono spettacolo e i musicisti misero da parte gli strumenti. Le etichette discografiche hanno sempre favorito il talento che si accompagnava al look e al “sex appeal”, ma ora questi sono diventati gli attributi principali.

La capacità di suonare uno strumento o di comporre un brano non è più così importante. Non contava che i Milli Vanilli non sapessero cantare nemmeno i loro brani, bastava che sapessero muoversi bene. Le celebrità cominciarono a cercare aiuto nel mondo del cinema, per realizzare video migliori, e delegarono la composizione, l’arrangiamento e le parti strumentali ad altri. Ogni passo e coreografia era ideata e pulita alla perfezione, ma la canzone aveva ancora la sua importanza. Oggi il “sex appeal” è sfruttato al massimo. La musica è uno scuotimento di natiche e, in realtà, le mosse di ballo sono prese dagli strip club e dagli show di burlesque.

La canzone d’amore si è trasformata in una esibizione fisica di tre minuti. Non c’è più chi, come Michael Jackson in “Thriller”, prova a sforare il minutaggio per raccontare una storia più complessa. La prima cosa che gli artisti di oggi tagliano è il corteggiamento e i preliminari, le inquadrature vanno sui fianchi e sull’inforcatura.

Da “Walk Like an Egyptian” a “Express Yourself”, da “If I Could Turn Back Time” di Cher a  “California Girls” di David Lee Roth tutto cominciava ad essere erotizzato. Le donne apparivano in costume o in bikini, gli uomini vestiti o in uniforme. Funzionava. Le vendite aumentavano, ma come si faceva a scioccare senza passare per la censura?

Madonna scelse la combinazione di erotismo e iconografia cristiana, Janet Jackson si presentava in uniforme paramilitare ma ammiccante, i Frankie Goes to Hollywood provarono con i contenuti erotici omosex e la loro “Relax” fu un successo nei club gay e sadomaso. Le controversie emergevano per via dei contenuti dei video, non delle canzoni. Le canzoni venivano ormai costruite da una squadra di esperti, erano diventate il veicolo stravagante di un performer.

I testi erano convenzionali, riciclavano gli stessi sentimenti del passato. Erano banalità ma gli spettatori restavano incantati dalle immagini. Nonostante questo, i brani restavano orecchiabili e ballabili. Così erano le canzoni d’amore pop: piene di triti stereotipi ma irresistibili dal punto di vista dello spettacolo.

Il sesso vende, è una regola di marketing, ma anche il sesso, o la musica sessualizzata, necessita varietà e le nuove star devono trovare il modo di attualizzare vecchi argomenti. Le band di ragazze in Asia includono elementi di cosplay, anime e film d’azione, nelle loro provocanti esibizioni. Rihanna non fa che postare video erotici, Lady Gaga parla della sua “arte” mischiando erotismo e oltraggio, presentandosi coi vestiti di carne o con i reggiseni a forma di conchiglia.

Forse la più potente e ricorrente immagine della canzone d’amore del ventunesimo secolo è la combinazione di uomini ben vestiti e donne nude, alla “Blurred Lines”. La canzone non era un problema, tanto più che si trattava di un plagio di Marvin Gaye del 1977. Il problema era il video, con le modelle nude.

Niente in confronto alla performance di Robin Thicke con Miley Cyrus agli “MTV Video Music Awards”, dove la ex ninfetta della Disney, vestita con un body color carne, scuoteva le natiche nel “twerking” e mimava la masturbazione con una mano in gommapiuma. Una roba del genere, dove il romanticismo è assente e l’erotismo imperante, si può chiamare “canzone d’amore”?

Siamo in un periodo dove tutto si misura con l’impatto del web e le canzoni sono dominate da algoritmi. Per generare milioni di visualizzazioni, i video ricorrono alla forza bruta della biologia, l’estetica si confonde con l’istinto primordiale. Il messaggio è universale, non ha bisogno di sottotitoli. Il codice è nel dna. E’ dunque la fine della canzone d’amore? E’ la conferma darwiniana che solo il più sexy sopravviverà?

Forse. Ma anche i rituali del corteggiamento e l’euforia dell’abbandono alle emozioni sono, a loro modo, seducenti, e hanno il potenziale di avviare una trasformazione estetica. La narrativa dell’amore, con le sue complicazioni, offre più varietà del “Kama Sutra” e può trovare la sua via in questo music business guidato dagli ormoni. L’amore ha fatto rivoluzioni nella storia e capiterà di nuovo. Quando arriva questo sconvolgimento, spesso proviene dalla direzione meno attesa, dalle persone meno potenti, dai luoghi più nascosti.