DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Il Vangelo di oggi. Commemorazione dei fratelli defunti

Gv 6,37-40

In quel tempo, Gesù disse alla folla: “Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.


IL COMMENTO AL VANGELO

Avere lo sguardo immerso in Lui. Il Cielo, la vita oltre la morte. Contemplarlo, e non staccare gli occhi da Lui. Eternamente. I nostri cari, che oggi ricordiamo e per i quali preghiamo, ci hanno preceduto per questa visione.
Come quando ti innamori e non smetteresti mai di guardare chi ti ha rapito il cuore. E ne scrivi il nome sul diario, tieni la foto nel portafoglio, e la guardi e la riguardi. E quando ci sei insieme ne vieni preso a tal punto che gli occhi, e con loro tutto te stesso, si ritrovano incollati al suo viso, al suo profilo, alle sue mani, ai suoi occhi, alle sue labbra, alle sue parole. Si, ti sembra di vederle le sue parole, ti giungono vive e ti danno vita, e gioia, e pace, e desiderio di stare insieme, per sempre. Ecco, così dev'essere il Cielo, e molto di più, e non ce lo possiamo immaginare se non solo attraverso quel che viviamo.
Ed è giusto che sia così, dal momento che Dio si è fatto uomo perchè potessimo conoscerlo. E vederlo. Perchè il nostro destino eterno si gioca tutto in uno sguardo. Che dura tutta una vita. Vedere il Signore e credere in Lui. La porta del Cielo. Contemplarlo nelle nostre giornate, saperlo vivo, sperimentarne l'amore e la misericordia. Vedere Gesù. Oggi.
Il cammino alla vita celeste. Vederlo come lo vide la Samaritana al pozzo di Giacobbe, nell'ora più calda del giorno, il sole a picco e non si può scappare. Le parole di Gesù a trafiggerle l'anima, la vita srotolata alla luce della Sua voce. La verità, parole di verità e vita, e pace, quella che proviene dal sapersi conosciuti sino in fondo, e per questo amati e accolti e perdonati e santificati. Vedere Gesù è ascoltarlo raccontarci la nostra vita alla luce del Suo amore.
E' "vedere" l'Unico che ci conosce davvero. E ci ama, e sapere che nulla di noi andrà perduto, perchè le Sue mani trapassate dai nostri peccati ci tengono stretti a Lui. Per sempre. Vedere oggi Gesù e credere in Lui è allora la Vita eterna,ç è l'incontro con Colui per il quale siamo nati ed esistiamo. Vederlo nelle nostre ore, negli eventi che si succedono. Vederlo è ascoltarne la Parola, vera e che si compie nella nostra vita. Vederlo e credere è lasciarci amare. Vederlo in famiglia, al lavoro, a scuola, tra gli amici. Vederlo accanto a noi, indossare gli abiti dei fratelli che ci annunciano la Parola, angeli e profeti della Notizia che può cambiare, anche oggi, la nostra vita. L'amore di Dio riversato nei nostri cuori che rende la nostra speranza incrollabile. L'unica speranza che non delude. Il Suo amore, la Sua misericordia. Lui.
In questo hanno sperato i nostri cari, e non ne sono stati delusi. Il Cielo celebriamo quest'oggi, nostra patria comune. E se qualcuno dei nostri non dovesse aver sperato in questa vita, oggi preghiamo per lui, attingendo ai meriti dei Santi, della Vergine Maria. Aggrappandoci, confidenti, alla misericordia di Dio nel Suo Figlio e nostro Signore. Siamo Suoi, la volontà del Padre è che nulla di noi, e nessuno di noi vada perduto. Con Dio non si butta nulla. Tutto è trasformato nella fornace del Suo amore. Ed ogni istante di noi profuma a vita eterna. Nella Sua misericordia. Stretti a Lui, insieme con tutti i nostri cari che ci hanno preceduto, camminiamo verso la pienezza di vita che ci attende.
DALL'OMELIA PASQUALE DI MELITONE DI SARDI
"Il Signore pur essendo Dio, si fece uomo e soffrì per chi soffre, fu prigioniero per il prigioniero, condannato per il colpevole e, sepolto per chi è sepolto, suscitò dai morti e gridò questa grande parola: "Chi è colui che mi condannerà? Si avvicini a me" (Is 50,8). Io, dice, sono Cristo che ho distrutto la morte, che ho vinto il nemico, che ho messo sotto i piedi l'inferno, che ho imbrigliato il forte e ho levato l'uomo alle sublimità del cielo; io, dice, sono il Cristo.
Venite, dunque, o genti tutte, oppresse dai peccati e ricevete il perdono. Sono io, infatti, il vostro perdono, io la Pasqua della redenzione, io l'Agnello immolato per voi, io il vostro lavacro, io la vostra vita, io la vostra risurrezione, io la vostra luce, io la vostra salvezza, io il vostro re. Io vi porto in alto nei cieli. Io vi risusciterò e vi farò vedere il Padre che è nei cieli. Io vi innalzerò con la mia destra.

Egli scese dai cieli sulla terra per l'umanità sofferente; si rivestì della nostra umanità nel grembo della Vergine e nacque come uomo. Prese su di sé le sofferenze dell'uomo sofferente attraverso il corpo soggetto alla sofferenza, e distrusse le passioni della carne. Con lo Spirito immortale distrusse la morte omicida.


Egli infatti fu condotto e ucciso dai suoi carnefici come un agnello, ci liberò dal modo di vivere del mondo come dall'Egitto, e ci salvò dalla schiavitù del demonio come dalla mano del Faraone. Contrassegnò le nostre anime con il proprio Spirito e l le membra del nostro corpo con il suo sangue.


Egli è colui che coprì di confusione la morte e gettò nel pianto il diavolo, come Mosè il faraone. Egli è colui che percosse l'iniquità e l'ingiustizia, come Mosè condannò alla sterilità l'Egitto.


Egli è colui che ci trasse dalla schiavitù alla libertà, dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita, dalla tirannia al regno eterno. Ha fatto di noi un sacerdozio nuovo e un popolo eletto per sempre. Egli è la Pasqua della nostra salvezza.


Egli è colui che prese su di se le sofferenze di tutti. Egli è colui che fu ucciso in Abele, e in Isacco fu legato ai piedi. Andò pellegrinando in Giacobbe, e in Giuseppe fu venduto. Fu esposto sulle acque in Mosè e nell'agnello fu sgozzato.


Fu perseguitato in Davide e nei profeti fu disonorato.


Egli è colui che si incarnò nel seno della Vergine, fu appeso alla croce, fu sepolto nella terra e risorgendo dai morti, salì alle altezze dei cieli. Egli è l'agnello che non apre bocca, egli è l'agnello ucciso, egli è nato da Maria, agnella senza macchia. Egli fu preso dal gregge, condotto all'uccisione, immolato verso sera, sepolto nella notte. Sulla croce non gli fu spezzato osso e sotto terra non fu soggetto alla decomposizione


Egli risuscitò dai morti e fece risorgere l'umanità dal profondo del sepolcro".