DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Il Vangelo di oggi. Martedì della XXXIV settimana del Tempo ordinario

Lc 21,5-11

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, Gesù disse: “Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta”.
Gli domandarono: “Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?”.
Rispose: “Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: ‘‘Sono io’’ e: ‘‘Il tempo è prossimo’’; non seguiteli. Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine”.
Poi disse loro: “Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo”.

IL COMMENTO

Avere uno sguardo celeste sul mondo. Discernimento. Saper leggere i segni dei tempi e non restare imbrigliati nei fatti della storia, sia quella che andrà a finire nei libri di storia, sia quella che invece resterà per sempre racchiusa nel perimetro della nostra semplice e "apparentemente" marginale esistenza. Non lascirasi inghiottire dal fluire spesso burrascoso degli eventi lasciando che la "vulgata" popolare, il "pensiero unico dominante" ci imbavagli mente, occhi e cuore imponendoci le "ovvie" e assoluitamente "corrette" conclusioni e interpretazioni. Anche qui, sia per la storia che irrompe nei telegiornali, sia per quella che forse solo noi registriamo nel giornale segreto della nostra memoria.
Vi è una chiave che "apre" l'intelligenza delle cose, ed è lo Spirito Santo. E' lo Siprito che attesta a San Paolo che in ogni città lo attendono le catene e la sofferenza e infine il martirio. E' lo stesso Spirito che illumina il Signore sul Suo cammino, che lo dirige e lo educa a poco a poco nella coscienza che c'è un "dover" andare a Gerusalemme, un "dover" esere riprovato, tradito e condannato. E' lo Siprito che sigilla nel cuore e nella mente del Signore la certezza dell'importanza assoluta della Croce che lo attende, della tomba già preparata. E l'unicità della Risurrezione, che nessuno capirà sino a che non ne sarà coinvolto personalmente per mezzo dello stesso Spirito.
C'è una linea di "dovere" nella vita del Signore, come nella storia di ciascun uomo, di ciascun popolo. Ed essa corre diritta verso la Croce e la Risurrezione, la STORIA reca in sé il seme del Mistero Pasquale del Signore. Satana non la pensa così, non ha il "pensiero", lo Spirito di Dio: Anche se a parlare e a sbraitare contro la Croce è Pietro: a lui Gesù griderà di retrocedere, di allonatanarsi, perchè ogni pensiero contrario alla Croce è di satana. In me, come dentro i grandi eventi del mondo.
Questa è la chiave, l'unica, capace di svelare il mistero della storia. In Irak come in Italia, in Giappone, nel mio ufficio, nella mia famiglia, nel mio intimo: la Croce gloriosa dell Signore. C'è una fine che aspetta ogni cosa, ed è la fine che dischiude la vita celeste. In ogni evento, in ogni persona è inscritto il Mistero Pasquale del Signore, perchè tutto è stato creato in Lui e per mezzo di Lui, e nulla sussiste se non in Lui. Rinunciare a Lui, allontanarsi dal Signore, è condannarsi alla totale cecità, a non vedere, non capire nulla della storia e delle persone. Con le conseguenze più drammatiche.
Ma il Signore anche oggi passa nella nostra vita, Lui il vero Tempio già ricostruito che cerca ciascuno di noi, anche nella nostra cecità per ridonarci la vista e con essa la vita. La vita in Lui dentro la storia di ogni giorno. La certezza che, come diceva San Francesco, è "morendo che si resuscita a vita nuova", con uno sguardo pieno di benedizione sul passato, di stupore sul presente, di speranza sul futuro. "Deve" morire il chicco per non restar solo, "devono" accadere tanti fatti "crocifissi" nella nostra vita, ma la SPERANZA non delude, perchè il Suo amore è stato riversato nei nostri cuori.