Miei cari fratelli e sorelle nel Signore:
ancora una volta una piazza di Madrid, la Piazza di Lima, ci offre una bella cornice per celebrare la Festa della Sacra Famiglia pubblicamente davanti alla società e al mondo come una "Messa delle famiglie": delle famiglie di Madrid e di tutta la Spagna. Così è avvenuto lo scorso anno. Oggi, per di più, come un'Eucaristia delle famiglie di tutta Europa. Mi è molto grato, per questo, salutare con affetto fraterno nel Signore i Signori Cardinali, Arcivescovi e Vescovi delle Diocesi di Spagna, ma specialmente i fratelli venuti da Roma e da diversi Paesi europei. In modo particolare vorrei salutare il Signor Cardinal Prefetto del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che sottolinea con la sua presenza il valore pastorale che il Santo Padre e i suoi collaboratori più stretti attribuiscono alla nostra iniziativa a favore della famiglia. Il messaggio luminoso e sempre puntuale del Papa Benedetto XVI non ci è mancato neppure in questa occasione in cui l'Eucaristia delle famiglie cristiane di Spagna si apre alle chiese particolari d'Europa. Il mio saluto molto cordiale si dirige anche agli innumerevoli fratelli sacerdoti spagnoli ed europei, sempre vicini alle famiglie che essi accudiscono e servono con premuroso zelo e carità pastorale. Il nostro saluto più affettuoso si dirige senza dubbio alle innumerevoli famiglie - nonni, genitori, figli, fratelli... - che si sono sacrificati per venire a Madrid e poter celebrare in questa fredda mattina madrilena, uniti in una straordinaria assemblea liturgica con i fedeli della nostra diocesi, la Azione di Grazie eucaristica con gioia esultante per l'immenso dono della famiglia cristiana: famiglia che si specchia nella Sacra Famiglia di Nazaret come modello insuperabile e decisivo per poter vivere in pienezza la ricchezza della grazia del matrimonio cristiano nella quotidiana crescita e occupazioni della propria famiglia. La famiglia cristiana sa, inoltre, che in Gesù, Maria e Giuseppe trova l'appoggio soprannaturale necessario preparatole amorosamente da Dio per non venir meno nella realizzazione della sua bella vocazione.
La vostra numerosa presenza, care famiglie, e la vostra partecipazione attenta, pia e attiva in questa celebrazione eucaristica esprime un messaggio chiaro ed eloquente: amate le vostre famiglie! Amate la famiglia! Mantenete fresca e forte la fede nella famiglia cristiana! State sicure, condividendo la dottrina della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica, che il modello della famiglia cristiana è quello che risponde fedelmente alla volontà di Dio e , per questo, è ciò che garantisce il bene fondamentale e insostituibile della famiglia per i suoi propri membri - in primis genitori e figli - , per tutta la società e, non ultimo, per la Chiesa. La Chiesa è, in definitiva, "edificio di Dio", "in cui abita la sua famiglia", come insegna il Vaticano II, e in essa la famiglia è "Chiesa domestica" (LG 6 e 11). Care famiglie cristiane: siate molto coscienti, anche in virtù delle vostre esperienze della vita nel matrimonio e nella vostra famiglia, che quell'altro linguaggio dei diversi modelli di famiglia, che sembra impossessarsi, in modo schiacciante e senza alcuna replica, della mentalità e della cultura del nostro tempo, non risponde alla verità naturale della famiglia, come essa viene data all'uomo "dal principio" della creazione e che perciò è incapace di risolvere la problematica tante volte crudele e dolorosa dei fallimenti materiali, morali e spirituali che oggi affliggono l'uomo e la società europea del nostro tempo con una gravità raramente conosciuta dalla storia. Care famiglie: giacché volete vivere la vostra famiglia in tutta la verità ,la bontà e la bellezza che le viene data dal piano salvatore di Dio, siete qui come protagonisti del nuovo Popolo e della nuova Famiglia di Dio, che peregrina in questo mondo verso la Casa e la Gloria del Padre, celebrando con la Chiesa il Sacramento del Corpo e del Sangue di Cristo, culmine e fonte di tutta la vita cristiana - e di conseguenza della vera vita della vostra famiglia - come una Festa, illuminata dalla memoria, fatta attuale, della Sacra Famiglia di Nazaret.
Con la Sacra Famiglia, formata da Gesù, Maria e Giuseppe, inizia il capitolo della nuova e definitiva storia della famiglia: il capitolo della famiglia che, fondata dal Creatore nel vero matrimonio tra l'uomo e la donna, resterà libera dalla schiavitù del peccato e trasformata dalla grazia del Redentore. Accostiamoci dunque con lo sguardo della fede, illuminata dalla Parola di Dio, alla realtà di questa famiglia, sacra e cara allo stesso tempo, che apre alle nostre famiglie il tempo nuovo dell'amore e della vita senza tramonto. Richiama l'attenzione che dal primo momento della sua preparazione e costituzione che ciò che guida e muove Maria e Giuseppe a sposarsi e accogliere tra loro il Figlio Gesù è il compimento della volontà di Dio senza condizioni, sebbene, umanamente parlando, comprenderla sia gravoso per loro. Maria dice sì alla maternità di suo Figlio, che era niente meno che il Figlio dell'Altissimo. Lo concepisce per opera dello Spirito Santo, essendo Vergine e rimanendo Vergine. Giuseppe accetta di accogliere Maria nella sua casa come sposa, castamente, sapendo che il Figlio che lei porta in grembo non è suo, ma è di Dio! Si abbandonano alla sua santissima volontà sapendo di rispondere così ai disegni imperscrutabili, ma certi, dell'amore di un Dio che vuole salvare l'uomo per sentieri che li sorpassano per la grandezza infinita della misericordia che rivelano. Sono sempre più coscienti che a loro è stata affidata la vita e la morte terrena di un bambino che è il Figlio di Dio, il Messia, il Signore. Sì, soprattutto lo sa sua madre Maria che lo accompagna, a volte distante fisicamente, ma sempre con una ineffabile vicinanza del cuore, fino al momento della croce: l'ora della totale espropriazione totale del Figlio e della Madre in funzione dell'Amore più grande! Nella scena raccontataci oggi dal vangelo di San Luca, di Gesù adolescente perduto e ritrovato dai suoi genitori nel Tempio di Gerusalemme, si confermava e si profilava fino a che punto di consegna e offerta della vita portava l'accettazione amorosa della volontà del Padre: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io dovevo stare nella casa del Padre mio?" E, sebbene essi non comprendessero del tutto ciò che si voleva dir loro, la loro precedente angustia restò compensata in modo commovente dal Figlio: Gesù tornò con loro a Nazaret e, sotto la loro autorità, "cresceva in sapienza, statura e grazia davanti a Dio e agli uomini". E "sua madre conservava tutto questo nel suo cuore". Di quell'amore di Maria e Giuseppe, amore di totale consegna a Dio e perciò di una fecondità umanamente inimmaginabile, soprannaturale, sorge la famiglia nella quale nasce, cresce e vive il Salvatore dell'uomo, l'Autore della Nuova Vita, il Capo del Nuovo Popolo di Dio, il Primo di una incalcolabile moltitudine di fratelli, che avrebbe dovuto configurare la nuova famiglia umana.
Care famiglie cristiane di Spagna e di tutta Europa: considerate voi stesse come spose e sposi, genitori e figli, nel limpido specchio di quel prototipo della nuova famiglia amata e disposta da Dio nel suo piano di salvezza dell'uomo, che è la famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe. Non è forse vero che anche voi potete attestare che - quando tutto questo edificio di intime relazioni personali tra voi e con i vostri figli si fonda nell'esperienza fedele e sempre rinnovata del vostro impegno contratto sacramentalmente in Cristo, davanti a Dio e alla Chiesa - vi è possibile e anche semplice e gratificante configurare la vostra famiglia come quella intima comunità di vita e di amore dove si va aprendo di giorno in giorno, "di croce in croce", il cammino della vera felicità? Quindi vi sentite "come eletti di Dio, santi e amati", per rivestirvi "della tenera misericordia, di bontà, umiltà, dolcezza, comprensione". Sapete chiedere perdono e perdonate. Sapete sopportarvi e vi santificate vicendevolmente? Mettete al di sopra di tutto "l'amore" che "è il vincolo dell'unità perfetta"? In chi e dove i bambini che nasceranno, gli invalidi, gli infermi, i rifiutati, etc., potranno trovare il dono della vita e dell'amore incondizionato se non in voi, padri e madri delle famiglie cristiane? Dinanzi alle situazioni drammatiche dei disoccupati, degli anziani, di coloro che sono nell'angustia per la solitudine fisica e spirituale, di coloro che sono affranti per le delusioni e i fallimenti sentimentali, matrimoniali e familiari, c'è qualcuno che risponda meglio e più efficacemente della famiglia vera, fondata nella legge di Dio e nell'amore di Gesù Cristo?
In questa Piazza di Lima di Madrid, il giorno 2 novembre 1982, l'indimenticabile Giovanni Paolo II, dichiarato venerabile lo scorso 19 dicembre dal nostro Santo Padre Benedetto XVI, celebrava un'Eucaristia memorabile, convocata come "Messa per le famiglie" nel terzo giorno del suo lungo viaggio per tutta l'estensione delle Diocesi di Spagna - viaggio apostolico indimenticabile! Nella sua vibrante omelia si trova un passaggio, la cui vigorosa forza profetica non ha perso nulla in attualità. Permettetemi che lo ricordi:
«Inoltre, secondo il piano di Dio, - affermava il Papa - il matrimonio è una comunità di amore indissolubile ordinato alla vita come continuazione e completamento degli stessi coniugi. Esiste una relazione inscindibile fra l’amore coniugale e la trasmissione della vita, in virtù della quale, come insegnò Paolo VI: “Ogni atto coniugale deve rimaner aperto alla trasmissione della vita”. Invece - come ho scritto nell’esortazione apostolica Familiaris Consortio - “al linguaggio nativo che esprime la reciproca donazione totale degli sposi, la contraccezione oppone un linguaggio oggettivamente contraddittorio, cioè, quello del non donarsi all’altro totalmente: ne deriva non solo il positivo rifiuto dell’apertura alla vita, ma anche una falsificazione della verità interiore dell’amore coniugale”. Ma c’è un altro aspetto, ancora più grave e fondamentale, che si riferisce all’amore coniugale come fonte della vita: parlo del rispetto assoluto per la vita umana, che nessuna persona o istituzione, privata o pubblica, può ignorare. Per questo, chi negasse la difesa alla persona umana più innocente e debole, alla persona umana già concepita anche se non ancora nata, commetterebbe una gravissima violazione dell’ordine morale. Mai si può legittimare la morte di un innocente. Risulterebbe minato il fondamento medesimo della società. »
Benedetto XVI ci insegna oggi, nel mezzo di una crisi socio-economica generalizzata, un quarto di secolo dopo dell'omelia della Piazza di Lima, nella sua Enciclica Caritas in Veritate:
«L'apertura moralmente responsabile alla vita è una ricchezza sociale ed economica. (...) Diventa così una necessità sociale, e perfino economica, proporre ancora alle nuove generazioni la bellezza della famiglia e del matrimonio, la rispondenza di tali istituzioni alle esigenze più profonde del cuore e della dignità della persona. In questa prospettiva, gli Stati sono chiamati a varare politiche che promuovano la centralità e l'integrità della famiglia, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, prima e vitale cellula della società».
Il panorama che presenta la realtà della famiglia nell'Europa contemporanea non è precisamente lusinghiero. La preoccupante diagnosi dello stato di salute della famiglia europea, che faceva nell'ottobre 1999 l'Assemblea Speciale per l'Europa del Sinodo dei Vescovi e che dopo Giovanni Paolo II raccoglieva, dettagliava e confermava nell'Esortazione Post-sinodale "Ecclesia in Europa", è andato aggravandosi sempre più. La condizione attuale del matrimonio e della famiglia nei paesi europei è contrassegnata dalla facilitazione giuridica del divorzio fino a estremi impensabili fino a poco tempo fa e assimilabili al ripudio; dall'accettazione crescente dell'attenuazione, quando non dell'eliminazione, prima culturale e poi legale, della considerazione del matrimonio come unione irrevocabile di un uomo e una donna in intima comunione di amore e di vita, aperta alla procreazione dei figli, per la crescita apparentemente inarrestabile delle rotture matrimoniali e familiari con le conosciute e drammatiche conseguenze che portano per il futuro e il bene dei bambini e dei giovani. A questa situazione si è aggiunta la crisi economica, con l'inevitabile sequela di sottoccupazione e disoccupazione come fattore ulteriore alla situazione già molto estesa della crisi del matrimonio e della famiglia. Il diritto alla vita del bambino, ancora nel grembo di sua madre - del nasciturus -, si vede purtroppo soppiantato nella coscienza morale di un sttore ogni volta più importante della società, e nella legislazione che l'accompagna e la stimola, da un supposto diritto all'aborto nei primi mesi della gravidanza. La vita delle persone con varie invalidità, dei malati terminali e degli anziani, senza un ambiente familiare che li sostenga, si vede ogni volta più in pericolo. Un panorama a prima vista buio e desolato. Solo a prima vista. All'orizzonte brillano i segni luminosi della speranza cristiana: Voi siete qui, care famiglie cristiane di Spagna e di tutta Europa, per dare testimonianza di questa speranza e corroborarla! Con il sì gioioso al vostro matrimonio e alla vostra famiglia, sentita ed edificata cristianamente come rappresentazione viva dell'amore di Dio - amore di offerta e consegna, donato e fecondo anche nella vostra carne - ; e con il vostro sì al matrimonio e alla famiglia come "santuario della vita" e fondamento della società, state aprendo di nuovo il solco per il vero progresso dell'Europa del presente e del futuro. L'Europa, senza di voi, care famiglie cristiane, rimarrebbe praticamente senza figli oppure - che è lo stesso - senza il futuro della vita. Senza di voi, l'Europa rimarrebbe senza il futuro dell'amore, conosciuto ed esercitato gratuitamente; rimarrebbe senza la ricchezza dell'esperienza dell'essere amato per ciò che si è e non per ciò che si possiede. Il futuro dell'Europa, il suo futuro morale, spirituale e anche biologico, passa per la famiglia realizzata nella sua primordiale e piena verità. Il futuro dell'Europa passa attraverso di voi, care famiglie cristiane!
Avete ricevuto il grande dono di poter vivere il vostro matrimonio e la vostra famiglia cristianamente, seguendo il modello della Famiglia di Nazaret e , con il dono, una grande e bella opera: quella di essere testimoni fedeli e coraggiosi, con azioni e parole, del Vangelo della vita e della famiglia in una grave congiuntura storica dei popoli d'Europa, legati tra loro dalla comune eredità delle proprie radici cristiane. Unite nella comunione della Chiesa, incoraggiate e fortificate dalla Santa Famiglia di Nazaret, da Gesù, Maria e Giuseppe, la potrete portare a buono e felice esito. Sì, con la gioia esultante di coloro che hanno scoperto e conoscono che in Betlemme di Giudea, duemila anni fa, ci è nato da Maria, la Vergine e Giovane di Nazaret, il Messia, il Signore, il Salvatore, potrete farlo!
Amen.
15 frases de la homilía del cardenal Rouco en la Misa de las Familias de la Plaza de Lima
El don de la familia cristiana, respuesta a la verdad sobre el matrimonio, la familia y la vida
1.- Acción de Gracias eucarística con alegría jubilosa por el inmenso don de la familia cristiana: familia que se mira en la Sagrada Familia de Nazareth como el modelo insuperable y decisivo para poder vivir en plenitud la riqueza de la gracia del matrimonio cristiano en el día a día del crecer y del quehacer de la propia familia. La familia cristiana sabe, además, que en Jesús, María y José, encuentra el apoyo sobrenatural necesario que le ha sido preparado amorosamente por Dios para que no desfallezca en la realización de su hermosa vocación.
2.- Vuestra multitudinaria presencia, queridas familias, y vuestra participación atenta, piadosa y activa en esta celebración eucarística habla un claro y elocuente lenguaje: ¡queréis a vuestras familias! ¡queréis a la familia!; ¡mantenéis fresca y vigorosa la fe en la familia cristiana!; estáis seguras, compartiendo la doctrina de la Iglesia una, santa, católica y apostólica, de que el modelo de la familia cristiana es el que responde fielmente a la voluntad de Dios y, por ello, es el que garantiza el bien fundamental e insustituible de la familia para sus propios miembros –los padres y los hijos en eminente lugar–, para toda la sociedad y, no en último lugar, para la Iglesia.
3.- Sois muy conscientes, incluso en virtud de vuestras propias experiencias de la vida en el matrimonio y en vuestra familia, de que ese otro lenguaje de los diversos modelos de familia, que parece adueñarse, avasallador y sin réplica alguna, de la mentalidad y de la cultura de nuestro tiempo, no responde a la verdad natural de la familia, tal como viene dada al hombre “desde el principio” de la creación y de que, por ello, es incapaz de resolver la problemática tantas veces cruel y dolorosa de los fracasos materiales, morales y espirituales que afligen hoy al hombre y a la sociedad europea de nuestro tiempo con una gravedad pocas veces conocida por la historia.
El luminoso ejemplo e intercesión de la Sagrada Familia
4.- Con la Sagrada Familia, formada por Jesús, María y José, se inicia el capítulo de la nueva y definitiva historia de la familia: el de la familia, que, fundada por el Creador en el verdadero matrimonio entre el varón y la mujer, va a quedar liberada de la esclavitud del pecado y transformada por la gracia del Redentor.
5.- Queridas familias cristianas de España y de toda Europa: miraos a vosotras mismas como esposas y esposos, padres e hijos, en el límpido espejo de ese prototipo de la nueva familia querida y dispuesta por Dios en su plan de salvación del hombre, que es la familia de Jesús, María y José.
Solo la familia verdadera nos saca de las crisis
6.- ¿En quién y en dónde podrán encontrar los niños, que van a nacer, los discapacitados, los enfermos, los rechazados… etc., el don de la vida y del amor incondicional sino en vosotros, padres y madres de las familias cristianas? ¿Hay quien responda mejor y más eficazmente a las situaciones dramáticas de los parados, de los ancianos, de los angustiados por la soledad física y espiritual, de los rotos por las decepciones y fracasos sentimentales, matrimoniales y familiares, que la familia verdadera, la fundada en la ley de Dios y en el amor de Jesucristo?
La inaceptable lacra del aborto
y las otras amanzanas sobre la familia
7.- “Además, según el plan de Dios, –afirmaba el Papa Juan Pablo II en esta misma Plaza de Lima de Madrid– el matrimonio es una comunidad de amor indisoluble ordenado a la vida como continuación y complemento de los mismos cónyuges. Existe una relación inquebrantable entre el amor conyugal y la transmisión de la vida, en virtud de la cual, como enseñó Pablo VI, “todo acto conyugal debe permanecer abierto a la transmisión de vida”. Por el contrario, –como escribí en la Exhortación Apostólica “Familiaris Consortio”–“al lenguaje natural que expresa la recíproca donación total de los esposos, el anticoncepcionismo impone un lenguaje objetivamente contradictorio, es decir, el de no darse al otro totalmente: se produce no sólo el rechazo positivo de la apertura a la vida, sino también una falsificación de la verdad interior del amor conyugal.
8.- “Pero hay –proseguía diciendo Juan Pablo II hace 27 años- otro aspecto aún más grave y fundamental, que se refiere al amor conyugal como fuente de la vida: hablo del respeto absoluto a la vida humana, que ninguna persona o institución, privada o pública, puede ignorar. Por ello, quien negara la defensa a la persona humana más inocente y débil, a la persona humana ya concebida aunque todavía no nacida, cometería una gravísima violación del orden moral. Nunca se puede legitimar la muerte de un inocente. Se minaría el mismo fundamento de la sociedad.”
9.- Benedicto XVI nos enseña hoy, en medio de una crisis socio-económica generalizada, un cuarto de siglo después de la homilía de la Plaza de Lima, en su Encíclica “Cáritas in Veritate”: “La apertura moralmente responsable a la vida es una riqueza social y económica… Por eso, se convierte en una necesidad social, e incluso económica, seguir proponiendo a las nuevas generaciones la hermosura de la familia y del matrimonio, su sintonía con las exigencias más profundas del corazón y de la dignidad de la persona. En esta perspectiva, los estados están llamados a establecer políticas que promuevan la centralidad y la integridad de la familia, fundada en el matrimonio entre un hombre y una mujer, célula primordial y vital de la sociedad”.
10.- La actualidad del matrimonio y de la familia en los países europeos está marcada por la facilitación jurídica del divorcio hasta extremos impensables hasta hace poco tiempo y asimilables al repudio; por la aceptación creciente de la difuminación, cuando no de la eliminación, primero cultural y luego legal de la consideración del matrimonio como la unión irrevocable de un varón y una mujer en íntima comunidad de amor y de vida, abierta a la procreación de los hijos; por el crecimiento, al parecer imparable, de las rupturas matrimoniales y familiares con las conocidas y dramáticas consecuencias que acarrean para la suerte y el bien de los niños y de los jóvenes. A esta situación se ha añadido la crisis económica, con la inevitable secuela del paro y el desempleo como factor sobrevenido a la situación ya muy extendida de la crisis del matrimonio y de la familia.
11.- El derecho a la vida del niño, todavía en el vientre de su madre –del “nasciturus”–, se ve lamentablemente suplantado en la conciencia moral de un sector cada vez más importante de la sociedad, y en la legislación que la acompaña y la estimula, por un supuesto derecho al aborto en los primeros meses del embarazo.
12.- La vida de las personas con discapacidades varias, de los enfermos terminales y de los ancianos, sin un entorno familiar que las cobije, se ve cada vez más en peligro.
Tiempo para la esperanza:
El futuro pasa por la familia auténtica
13.- Un panorama a primera vista oscuro y desolador. Sólo a primera vista. En el trasfondo alumbran los signos luminosos de la esperanza cristiana: Aquí estáis vosotras, las queridas familias cristianas de España y de toda Europa, para dar testimonio de esa esperanza y corroborarla. Con el “sí” gozoso a vuestro matrimonio y a vuestra familia, sentida y edificada cristianamente como representación viva del amor de Dios –amor de oblación y entrega, ofrecido y fecundo también en “vuestra carne”– y con vuestro “sí” al matrimonio y a la familia como “el santuario de la vida” y fundamento de la sociedad, estáis abriendo de nuevo el surco para el verdadero porvenir de la Europa del presente y del futuro.
14.- Europa, sin vosotras, queridas familias cristianas, se quedaría prácticamente sin hijos o, lo que es lo mismo, sin el futuro de la vida. Sin vosotras, Europa se quedaría sin el futuro del amor, conocido y ejercitado gratuitamente; se quedaría sin la riqueza de la experiencia del ser amado por lo que se es y no por lo que se tiene. El futuro de Europa, su futuro moral, espiritual e, incluso, biológico, pasa por la familia realizada en su primordial y plena verdad. ¡El futuro de Europa pasa por vosotras, queridas familias cristianas!
HOMILÍA del Emmo. y Rvdmo. Sr. Cardenal-Arzobispo de Madrid
en la Fiesta de la Sagrada Familia
Plaza de Lima, 27.XII.2009; 12’00 horas
(Si 3,2-6.12-14; Sal 127; Col 3,12-21; Lc 2,41-52)
Mis queridos hermanos y hermanas en el Señor:
Una vez más, una Plaza madrileña, la Plaza de Lima, nos ofrece un bello marco para celebrar la Fiesta de la Sagrada Familia públicamente ante la sociedad y ante el mundo como “una Misa de las Familias”: de las familias de Madrid y de toda España. Así sucedió el pasado año. Hoy, además, como una Eucaristía de las familias de toda Europa. Me es muy grato, por ello, saludar con afecto fraterno en el Señor a los Sres. Cardenales, Arzobispos y Obispos de las Diócesis de España, pero, especialmente, a los hermanos venidos de Roma y de diversos países europeos. En un lugar destacado quisiera hacerlo con el Sr. Cardenal Prefecto del Pontificio Consejo para las Familias, que subraya con su presencia el valor pastoral que le merecen al Santo Padre y a sus colaboradores más próximos nuestra iniciativa a favor de la familia. El luminoso y siempre certero mensaje del Papa Benedicto XVI no nos ha faltado tampoco en esta ocasión en que la Eucaristía de las familias cristianas de España se abre a las Iglesias particulares de Europa. Mi saludo muy cordial se dirige también a los innumerables hermanos sacerdotes españoles y europeos, cercanos siempre a las familias que ellos atienden y sirven con cuidadoso celo y caridad pastorales. Nuestro más efusivo saludo va dirigido, sin embargo, a las innumerables familias – abuelos, padres, hijos, hermanos… – que se han sacrificado para venir a Madrid y poder celebrar en esta fría mañana madrileña, unidos en una extraordinaria asamblea litúrgica con los fieles de nuestra diócesis, la Acción de Gracias eucarística con alegría jubilosa por el inmenso don de la familia cristiana: familia que se mira en la Sagrada Familia de Nazareth como el modelo insuperable y decisivo para poder vivir en plenitud la riqueza de la gracia del matrimonio cristiano en el día a día del crecer y del quehacer de la propia familia. La familia cristiana sabe, además, que en Jesús, María y José, encuentra el apoyo sobrenatural necesario que le ha sido preparado amorosamente por Dios para que no desfallezca en la realización de su hermosa vocación.
Vuestra multitudinaria presencia, queridas familias, y vuestra participación atenta, piadosa y activa en esta celebración eucarística habla un claro y elocuente lenguaje: ¡queréis a vuestras familias! ¡queréis a la familia!; ¡mantenéis fresca y vigorosa la fe en la familia cristiana!; estáis seguras, compartiendo la doctrina de la Iglesia una, santa, católica y apostólica, de que el modelo de la familia cristiana es el que responde fielmente a la voluntad de Dios y, por ello, es el que garantiza el bien fundamental e insustituible de la familia para sus propios miembros –los padres y los hijos en eminente lugar–, para toda la sociedad y, no en último lugar, para la Iglesia. La Iglesia es, en definitiva, la “construcción de Dios”, “en la que habita su familia”, como enseña el Vaticano II; y la familia en ella es “Iglesia doméstica” (LG 6 y 11). Queridas familias cristianas: sois muy conscientes, incluso en virtud de vuestras propias experiencias de la vida en el matrimonio y en vuestra familia, de que ese otro lenguaje de los diversos modelos de familia, que parece adueñarse, avasallador y sin réplica alguna, de la mentalidad y de la cultura de nuestro tiempo, no responde a la verdad natural de la familia, tal como viene dada al hombre “desde el principio” de la creación y de que, por ello, es incapaz de resolver la problemática tantas veces cruel y dolorosa de los fracasos materiales, morales y espirituales que afligen hoy al hombre y a la sociedad europea de nuestro tiempo con una gravedad pocas veces conocida por la historia. Queridas familias: porque queréis vivir vuestra familia en toda la verdad, la bondad y la belleza que le viene dada por el plan salvador de Dios, estáis aquí como protagonistas del nuevo Pueblo y de la nueva Familia de Dios, que peregrina en este mundo hacia la Casa y la Gloria del Padre, celebrando con la Iglesia el Sacramento del Cuerpo y de la Sangre de Cristo, culmen y fuente de toda la vida cristiana –y consecuentemente ¡de la verdadera vida de vuestras familias!– como una Fiesta, iluminada por la memoria, hecha actualidad, de la Sagrada Familia de Nazareth.
Con la Sagrada Familia, formada por Jesús, María y José, se inicia el capítulo de la nueva y definitiva historia de la familia: el de la familia, que, fundada por el Creador en el verdadero matrimonio entre el varón y la mujer, va a quedar liberada de la esclavitud del pecado y transformada por la gracia del Redentor. Acerquémonos pues con la mirada de la fe, clarificada por la palabra de Dios, a la realidad de esta familia, sagrada y entrañable a la vez, que abre a las nuestras el tiempo nuevo del amor y de la vida sin ocaso. Llama la atención desde el primer momento de su preparación y constitución que lo que guía y mueve a María y a José a desposarse y acoger en su seno al Hijo, a Jesús, es el cumplimiento de la voluntad de Dios sin condiciones; aunque, humanamente hablando, les cueste comprenderla. María dice “Sí” a la maternidad de su Hijo, que era nada menos que el Hijo del Altísimo. Lo concibe por obra del Espíritu Santo, siendo Virgen y permaneciendo Virgen. José acepta acoger a María en su casa como esposa, castamente, sabiendo que el Hijo que lleva en sus entrañas no es suyo, ¡es de Dios! Se abandonan a su santísima voluntad, sabiendo que responden así a los designios inescrutables, pero ciertos, del amor de un Dios que quiere salvar al hombre por caminos que le sobrepasan por la magnitud infinita de la misericordia que revelan. Son cada vez más conscientes de que a ellos se les ha confiado la vida y la muerte terrena de un niño, que es el Hijo de Dios, el Mesías, el Señor. Sí, sobre todo, lo sabe su Madre María que lo acompaña, a veces desde la distancia física, pero siempre desde una inefable cercanía del corazón hasta el momento de la Cruz: ¡la hora de la expropiación total del Hijo y de la Madre en aras del Amor más grande! En la escena del adolescente Jesús, perdido y hallado por sus padres en el Templo de Jerusalén, que nos relata hoy el Evangelio de San Lucas, se confirmaba y se preludiaba hasta qué grado de entrega y oblación de la vida conllevaba la aceptación amorosa de la voluntad del Padre: “¿Por qué me buscabais? ¿No sabíais que yo debía estar en la casa de mi Padre?”. Y, aunque ellos no comprendieron del todo lo que les quería decir, su angustia precedente quedó enternecedoramente compensada por el Hijo: Jesús bajó con ellos a Nazareth y, bajo su autoridad, “iba creciendo en sabiduría, estatura, y en gracia ante Dios y ante los hombres”. Y “su madre conservaba todo esto en su corazón”. De aquel amor de María y José, amor de total entrega a Dios, y, por ello, de una fecundidad humanamente inimaginable, ¡sobrenatural!, surge la familia en la que nace, crece y vive el Salvador del hombre, el Autor de la Nueva Vida, el Cabeza del Nuevo Pueblo de Dios, el Primero entre una incontable multitud de hermanos, que habrían de configurar la nueva familia humana.
Queridas familias cristianas de España y de toda Europa: miraos a vosotras mismas como esposas y esposos, padres e hijos, en el límpido espejo de ese prototipo de la nueva familia querida y dispuesta por Dios en su plan de salvación del hombre, que es la familia de Jesús, María y José. ¿Verdad que también vosotros podéis certificar que, cuando todo ese edificio de íntimas relaciones personales entre vosotros y con vuestros hijos se fundamenta en la vivencia fiel y siempre renovada de vuestro compromiso contraído sacramentalmente en Cristo, ante Dios y ante la Iglesia, os es posible e incluso sencillo y gratificante configurar vuestra familia como esa íntima comunidad de vida y amor donde se va abriendo día a día, “cruz a cruz”, el camino de la verdadera felicidad? Entonces os sentís “como elegidos de Dios, santos y amados, para revestiros “de la misericordia entrañable, bondad, humildad, dulzura, comprensión”. Sabéis pedir perdón y perdonáis. Sabéis sobrellevaros y ¿os santificáis mutuamente? Colocáis por encima de todo “el amor” que “es el ceñidor de la unidad consumada”. ¿En quién y en dónde podrán encontrar los niños, que van a nacer, los discapacitados, los enfermos, los rechazados… etc., el don de la vida y del amor incondicional sino en vosotros, padres y madres de las familias cristianas? ¿Hay quien responda mejor y más eficazmente a las situaciones dramáticas de los parados, de los ancianos, de los angustiados por la soledad física y espiritual, de los rotos por las decepciones y fracasos sentimentales, matrimoniales y familiares, que la familia verdadera, la fundada en la ley de Dios y en el amor de Jesucristo?
En esta madrileña Plaza de Lima, el día 2 de noviembre de 1982, el inolvidable Juan Pablo II, declarado Venerable el pasado día 19 de diciembre por nuestro Santo Padre Benedicto XVI, celebraba una Eucaristía memorable, convocada como “la Misa para las familias” en el tercer día de su largo primer viaje por toda la geografía de las Diócesis de España ¡Viaje Apostólico inolvidable! En su vibrante homilía se encuentra un pasaje, cuya vigorosa fuerza profética no ha perdido ni un ápice de actualidad. Permitidme que os lo recuerde:
“Además, según el plan de Dios, –afirmaba el Papa– el matrimonio es una comunidad de amor indisoluble ordenado a la vida como continuación y complemento de los mismos cónyuges. Existe una relación inquebrantable entre el amor conyugal y la transmisión de la vida, en virtud de la cual, como enseñó Pablo VI, “todo acto conyugal debe permanecer abierto a la transmisión de vida”. Por el contrario, –como escribí en la Exhortación Apostólica “Familiaris Consortio”–“al lenguaje natural que expresa la recíproca donación total de los esposos, el anticoncepcionismo impone un lenguaje objetivamente contradictorio, es decir, el de no darse al otro totalmente: se produce no sólo el rechazo positivo de la apertura a la vida, sino también una falsificación de la verdad interior del amor conyugal.
Pero hay otro aspecto aún más grave y fundamental, que se refiere al amor conyugal como fuente de la vida: hablo del respeto absoluto a la vida humana, que ninguna persona o institución, privada o pública, puede ignorar. Por ello, quien negara la defensa a la persona humana más inocente y débil, a la persona humana ya concebida aunque todavía no nacida, cometería una gravísima violación del orden moral. Nunca se puede legitimar la muerte de un inocente. Se minaría el mismo fundamento de la sociedad.”
Benedicto XVI nos enseña hoy, en medio de una crisis socio-económica generalizada, un cuarto de siglo después de la homilía de la Plaza de Lima, en su Encíclica “Cáritas in Veritate”: “La apertura moralmente responsable a la vida es una riqueza social y económica… Por eso, se convierte en una necesidad social, e incluso económica, seguir proponiendo a las nuevas generaciones la hermosura de la familia y del matrimonio, su sintonía con las exigencias más profundas del corazón y de la dignidad de la persona. En esta perspectiva, los estados están llamados a establecer políticas que promuevan la centralidad y la integridad de la familia, fundada en el matrimonio entre un hombre y una mujer, célula primordial y vital de la sociedad”.
El panorama que presenta la realidad de la familia en la Europa contemporánea no es precisamente halagüeño. El preocupante diagnóstico del estado de salud de la familia europea, que hacía en octubre de 1999 la II Asamblea Especial para Europa del Sínodo de los Obispos y que, después, Juan Pablo II recogía, detallaba y confirmaba en la Exhortación Postsinodal “La Iglesia en Europa”, se ha ido agravando más y más. La actualidad del matrimonio y de la familia en los países europeos está marcada por la facilitación jurídica del divorcio hasta extremos impensables hasta hace poco tiempo y asimilables al repudio; por la aceptación creciente de la difuminación, cuando no de la eliminación, primero cultural y luego legal de la consideración del matrimonio como la unión irrevocable de un varón y una mujer en íntima comunidad de amor y de vida, abierta a la procreación de los hijos; por el crecimiento, al parecer imparable, de las rupturas matrimoniales y familiares con las conocidas y dramáticas consecuencias que acarrean para la suerte y el bien de los niños y de los jóvenes. A esta situación se ha añadido la crisis económica, con la inevitable secuela del paro y el desempleo como factor sobrevenido a la situación ya muy extendida de la crisis del matrimonio y de la familia. El derecho a la vida del niño, todavía en el vientre de su madre –del “nasciturus”–, se ve lamentablemente suplantado en la conciencia moral de un sector cada vez más importante de la sociedad, y en la legislación que la acompaña y la estimula, por un supuesto derecho al aborto en los primeros meses del embarazo. La vida de las personas con discapacidades varias, de los enfermos terminales y de los ancianos, sin un entorno familiar que las cobije, se ve cada vez más en peligro. Un panorama a primera vista oscuro y desolador. Sólo a primera vista. En el trasfondo alumbran los signos luminosos de la esperanza cristiana: ¡Aquí estáis vosotras, las queridas familias cristianas de España y de toda Europa, para dar testimonio de esa esperanza y corroborarla. Con el “sí” gozoso a vuestro matrimonio y a vuestra familia, sentida y edificada cristianamente como representación viva del amor de Dios –amor de oblación y entrega, ofrecido y fecundo también en “vuestra carne”– y con vuestro “sí” al matrimonio y a la familia como “el santuario de la vida” y fundamento de la sociedad, estáis abriendo de nuevo el surco para el verdadero porvenir de la Europa del presente y del futuro. Europa, sin vosotras, queridas familias cristianas, se quedaría prácticamente sin hijos o, lo que es lo mismo, sin el futuro de la vida. Sin vosotras, Europa se quedaría sin el futuro del amor, conocido y ejercitado gratuitamente; se quedaría sin la riqueza de la experiencia del ser amado por lo que se es y no por lo que se tiene. El futuro de Europa, su futuro moral, espiritual e, incluso, biológico, pasa por la familia realizada en su primordial y plena verdad. ¡El futuro de Europa pasa por vosotras, queridas familias cristianas!
Habéis recibido el gran don de poder vivir vuestro matrimonio y vuestra familia cristianamente, siguiendo el modelo de la Familia de Nazareth, y, con el don, una grande y hermosa tarea : la de ser testigos fieles y valientes, con obras y palabras, del Evangelio de la vida y de la familia en una grave coyuntura histórica de los pueblos de Europa, vinculados entre sí por la común herencia de sus raíces cristianas. Unidas en la Comunión de la Iglesia, alentadas y fortalecidas por la Sagrada Familia de Nazareth, por Jesús, María y José, la podréis llevar a un buen y feliz término. ¡Sí, con el gozo jubiloso de los que han descubierto y conocen que en Belén de Judá, hace dos mil años, nos nació de María, la Virgen y Doncella de Nazareth, el Mesías, el Señor, el Salvador, lo podréis!
Amén.