«…Dunque il battesimo dona l’essere, cioè il sussistere conforme al Cristo; esso è il primo mistero: prende gli uomini morti e corrotti e li introduce nella vita. Poi l’unzione del miron [2] porta a perfezione l'essere già nato, infondendogli l'energia conveniente a tale vita. Infine la divina eucaristia sostiene e custodisce la vita e la salute: è il pane della vita, infatti, che permette di conservare quanto è stato acquisito e di serbarsi vivi. Perciò in virtù di questo pane viviamo e in virtù del miron ci muoviamo, dopo aver ricevuto l'essere dal lavacro battesimale.
E’ questo il modo per cui viviamo in Dio, trasferendo l'esistenza da questo mondo visibile a quello invisibile, non mutando di luogo, ma di condotta e di vita.
Non noi ci siamo mossi verso Dio e siamo saliti a lui, è lui che è venuto e disceso a noi. Noi non abbiamo cercato, ma siamo stati cercati: la pecora non ha cercato il pastore, la dracma non ha cercato il padre di famiglia; ma lui si è chinato sulla terra, ha trovato l'immagine ed è andato nei luoghi dove la pecora si smarriva, per prenderla e ritrarla dall'errare. Non ci ha tolti di qui, ma lasciandoci in terra ci ha resi anche celesti: ha infuso in noi la vita divina senza portarci in cielo, ma piegando e abbassando il cielo fino a noi. Come dice il profeta, piegò i cieli e discese.
Dunque, attraverso i santi misteri, quasi finestre, il sole di giustizia entra in questo mondo tenebroso, mette a morte la vita secondo il mondo, e fa sorgere la vita sovramondana. La luce del mondo vince il mondo, come accenna dicendo: lo ho vinto il mondo: l'ha vinto, immettendo in un corpo mortale e inconsistente la vita salda e immortale.
Quando in una casa entra un raggio di sole, la lucerna non attrae più, gli sguardi, ma domina vittorioso lo splendore di quel raggio; lo stesso accade in questa esistenza quando per mezzo dei misteri entra il fulgore della vita futura e inabita le anime: esso vince la vita nella carne e la bellezza di questo mondo, e ne copre la luce. E’ questa la vita dello Spirito, che vince ogni desiderio della carne, secondo il detto di Paolo: camminate nello Spirito e certo non compirete i desideri della carne. E’ questa la via che il Signore ha tracciato venendo a noi, è questa la porta da lui aperta entrando nel mondo; né, quando è tornato al Padre, ha voluto chiuderla, ma per essa dal Padre ritorna agli uomini, anzi è presente sempre, è con noi e lo sarà sempre, mantenendo le sue promesse.
Davvero questo non è altro che la casa di Dio e la porta del cielo, direbbe il Patriarca; per essa non solo gli angeli discendono sulla terra, infatti sono presenti a tutti gli iniziati, ma discende ed è presente lo stesso Signore degli angeli».
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[1] Nicola Cabasilas, La vita in Cristo, Libro I, Cap. 3: Il Cristo si unisce all'uomo mediante i misteri, porte della vita, Città Nuova, Roma 20054, pp. 73-76.
[2] Nelle Chiese orientali, il miron è l'unguento profumato con cui, tra l'altro, viene compiuta l'unzione post-battesimale e la consacrazione degli altari.