Ricordi. «È un comportamento scandaloso e inaccettabile. Non ci si comporta così fra noi in Europa». Così il primo ministro olandese Jan Balkenende qualche anno fa commentava queste parole di Giovanardi sull'eutanasia: «La legislazione nazista e le idee di Hitler in Europa stanno riemergendo, per esempio in Olanda, attraverso l'eutanasia e il dibattito su come si possono uccidere i bambini affetti da patologie. Da noi un bambino malato viene curato, in Olanda invece viene ucciso». Il ministro ha parlato di «selezione eugenetica, che parte sin dall'inizio eliminando quelli down, quelli thalassemici o quelli che, già venuti al mondo, non hanno la dignità di vivere perché non sono perfetti. Se poi l'applichiamo anche agli anziani, questo è nazismo». Il parlamento dell'Andalusia ha approvato questo pomeriggio, con la maggioranza assoluta, la prima legge in Spagna sulla "morte degna", che consente al paziente di rifiutare un trattamento che prolunghi la sua vita in modo artificiale e proibisce in questo caso l'accanimento terapeutico. Lo riferisce l'edizione elettronica del Pais. basta rileggere alcune cose scritte in un un libro del 1997 dal medico massone Pierre Simon (PIERRE SIMON, De la vie avant toute chose, Mazarine, Parigi 1979) . "Le soluzioni che ci fornisce la morale tradizionale non ci possono più [...] accontentare. Esse riposano su una sacralizzazione del principio della vita la cui essenza è superstiziosa e il cui sviluppo è feticistico" "La seconda grande vittoria della medicina consisterà nel cambiare la nozione stessa di vita. Questa si definirà [...] come la relazione preferenziale con l'ambiente [...]. La vita perde il carattere di assoluto che aveva nella Genesi" "Ormai la società supera la trascendenza. La coscienza nasce dal suo essere collettivo...[Gli uomini] si avvieranno su una stessa via illuminata da una sola trascendenza: la trascendenza sociale....Amare veramente la vita, rispettarla, implica che bisogna avere talora il coraggio di rifiutarla. L'eutanasia è spesso oggetto di una domanda molto profonda dei genitori, soprattutto delle madri. Certe, angosciate davanti alla loro gravidanza, non danno pace finché non ci strappano questa promessa: di non lasciare vivere un bambino che sia anormale senza possibilità di cura... Paradosso della nostra funzione di ostetrici, in questo caso preciso: lasciar morire non significa preservare la Vita?". In Italia, sul numero 1 del 2002 della rivista Hiram del Grande Oriente d'Italia, il Prof. Pietro Francesco Bayely scriveva a proposito dell'eutanasia che "....un paese come l’Olanda, che ha legalizzato l’eutanasia, potrebbe dare l’impressione di avere risolto almeno buona parte di questi problemi. Ma è solo il tempo e l’esperienza che possono e potranno dare una patente di libertà e di progresso alla eutanasia. Oppure no. Al momento attuale opporsi od abbracciare l’esperienza olandese non serve a molto, risulta un puro vaniloquio. Valutiamo invece l’esperienza olandese e utilizziamo questo laboratorio di idee e di fatti: come in passato per la droga, oggi per l’eutanasia". Se questo è il criterio, fra di loro, in Europa, è ovvio che per i cattolici non vi sia posto. Chi segue un Pastore che annuncia la Verità dell'amore di Gesù tra bellezza e dolore di fronte ad una dittatura del relativismo, non ha il diritto di pronunciarsi. Non ha cittadinanza. Non appare dunque strano che, proprio in Olanda, sono i cristiani ad essere respinti. E' di un paio di giorni fa infatti la notizia che i cristiani iraniani che chiedono asilo in Olanda in quanto, se tornassero al loro Paese, sono passibili della pena che il Corano prevede per gli «apostati» è stata disposta l'espulsione. La ministra Verdonk si è rifiutata, per i cristiani, di concedere alcuna proroga: «i cristiani non sono minacciati in Iran», ha sancito, «purchè non esprimano pubblicamente la loro fede». Il principio è stato ormai affermato, la strada verso il silenziamento di ogni opinione cristiana è stata aperta. Si scaldano i motori già accesi con la ratifica della Costituzione Europea. Censurati i cattolici, censurato il genocidio dell'aborto, censurata la vita. E' così che ci si comporta in Europa, fra noi. Il bavaglio alla voce dei cattolici è un segno di questi tempi, e necessita una risposta. Urgentissima. Evangelizzare, annunciare senza posa la Buona Notizia capace di svelenire il cuore di questa Europa malata. Benedetto XVI lo ha ricordato nel quarantennale del Decreto Ad Gentes: l'evangelizzazione è "un mandato la cui attuazione fedele esige pazienza e lungimiranza, coraggio e umiltà, ascolto di Dio e vigile discernimento dei "segni dei tempi". La Chiesa deve percorrere ogni strada di questo Continente, bussare ad ogni porta, sgusciare via dai salotti e dai talk-show e cercare l'uomo che vi abita. Il grande dimenticato, la persona, sia essa embrione, bambino, adulto, anziano. Sano o malato. Comunque, un mendicante di vita. D'amore. "E questo, come dicevo, non costituisce qualcosa di facoltativo, ma la vocazione propria del Popolo di Dio, un dovere che ad esso incombe per mandato dello stesso Signore Gesù Cristo (cfr Evangelii nuntiandi, 5). Anzi, l’annuncio e la testimonianza del Vangelo sono il primo servizio che i cristiani possono rendere a ogni persona e all'intero genere umano, chiamati come sono a comunicare a tutti l'amore di Dio, che si è manifestato in pienezza nell’unico Redentore del mondo, Gesù Cristo". (Benedetto XVI, Udienza i partecipanti al Convegno promosso dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, nel 40° Anniversario del Decreto Conciliare "Ad Gentes"). A.I.