In occasione dell'ottantaseiesima Giornata nazionale per l'Università Cattolica del Sacro Cuore, celebrata domenica 18 aprile, il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha inviato, a nome del Papa, il seguente messaggio all'arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, presidente dell'Istituto "Giuseppe Toniolo" di Studi Superiori, ente fondatore e garante dell'Università Cattolica del Sacro Cuore.
La celebrazione della Giornata nazionale per l'Università Cattolica del Sacro Cuore, che quest'anno ricorre domenica 18 aprile, offre l'occasione a Sua Santità Benedetto XVI di rinnovare il Suo apprezzamento per il significativo ruolo che continua ad avere codesta istituzione accademica nel panorama culturale della nostra società, attraverso la preziosa opera di formazione rivolta specialmente alle nuove generazioni.
Il tema scelto per questa 86ª Giornata, "Uno slancio creativo per nuovi modelli di sviluppo", si pone in opportuna continuità con gli anni precedenti e, soprattutto, in felice consonanza con il Magistero del Santo Padre, il quale, durante il viaggio aereo da Roma a Praga per la visita apostolica nella Repubblica Ceca, affermava: "Direi che normalmente sono le minoranze creative che determinano il futuro, e in questo senso la Chiesa cattolica deve comprendersi come minoranza creativa che ha un'eredità di valori che non sono cose del passato, ma sono una realtà molto viva ed attuale. La Chiesa deve attualizzare, essere presente nel dibattito pubblico, nella nostra lotta per un concetto vero di libertà e di pace" (Intervista concessa ai giornalisti durante il volo verso la Repubblica Ceca, 26 settembre 2009).
Minoranze creative, cioè uomini che nell'incontro con Cristo hanno trovato la perla preziosa, quella che dà valore a tutta la vita (cfr. Matteo, 13, 45-46), e, proprio per questo, riescono a dare contributi decisivi a una elaborazione culturale capace di delineare nuovi modelli di sviluppo. Perché senza tali forze umane, che vivono la ricchezza trovata in modo convincente anche per gli altri, non si costruisce niente (cfr. Joseph Ratzinger, Lettera a Marcello Pera, in Joseph Ratzinger - Marcello Pera, Senza radici. Europa, relativismo, cristianesimo, islam, Milano 2004, pp. 109-111). Se non è compito diretto della Chiesa in quanto tale - segnatamente del Magistero e del Ministero ecclesiastico - determinare modelli in sede economica e politica (cfr. Caritas in veritate, 9), lo è certamente dei cristiani laici, nella personale testimonianza di impegno sociale e nelle opportune forme aggregative: agendo sempre nella chiara illuminazione della Parola della fede, scritta o trasmessa, di cui il Magistero è custode fedele e interprete sicuro (cfr. concilio ecumenico Vaticano ii, costituzione dogmatica Dei Verbum, 10).
Si inserisce qui il compito insostituibile dell'Università Cattolica, luogo in cui la relazione educativa è posta a servizio della persona nella costruzione di una qualificata competenza scientifica, che si radica e si alimenta a un patrimonio di saperi che il volgere delle generazioni ha distillato in sapienza di vita.
Il peculiare rapporto che lega l'Università Cattolica del Sacro Cuore alla Sede di Pietro si concretizza così nel lavoro quotidiano di ricerca, di insegnamento e di studio, in cui la traditio - via eccellente di educazione creativa - esprime in pienezza il proprio potenziale di innovazione.
Nessun progresso, infatti, tanto meno sul piano culturale, si nutre di mera ripetizione, ma esige un sempre nuovo inizio; richiede, inoltre, quella disponibilità al confronto e al dialogo che apre l'intelligenza e che testimonia la ricca fecondità del patrimonio della fede: carità nella verità. Si contribuisce così a formare una solida struttura di personalità, in cui l'identità cristiana penetra il vissuto quotidiano e si esprime all'interno di una professionalità eccellente, in risposta a una sfida epocale, che esalta quell'impegno creativo che la trasformazione pasquale rinnova nel suo dinamismo vitale.
L'Università diventa in tal modo un ambiente spirituale e culturale privilegiato, che non restringe l'apprendimento alla funzionalità di un esito economico, ma allarga il respiro su progettualità in cui l'intelligenza investiga e sviluppa i doni del mondo creato. È questo lo slancio creativo che supera la ripetizione che annoia, il pragmatismo che mortifica. Così la vita universitaria si rinnova e genera una vera communitas, secondo il motto scelto quest'anno come sentiero di riflessione e di crescita comune: "In dulcedine societatis quaerere veritatem" (Sant'Alberto Magno, Liber viii Politicorum, ed. Par. viii, 804). Cercare la verità nella dolcezza di una reciprocità donata, come insegna il Santo Padre: "La carità nella verità pone l'uomo davanti alla stupefacente esperienza del dono. La gratuità è presente nella sua vita in molteplici forme, spesso non riconosciute a causa di una visione solo produttivistica e utilitaristica dell'esistenza. L'essere umano è fatto per il dono, che ne esprime ed attua la dimensione di trascendenza" (Caritas in veritate, 34). È il segreto del Logos "che nasce sempre giovane nel cuore dei santi" (Epistola a Diogneto 11, 2; Sources Chrétiennes, 33, p. 81).
Nell'affidare a vostra eminenza questi pensieri, mi onoro di partecipare a lei e ai membri dell'Istituto Toniolo, al rettore magnifico, al senato accademico e alla grande comunità dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, la Benedizione Apostolica del Sommo Pontefice. A Suo nome, invio anche il contributo con il quale Egli è lieto di sostenere l'opera di codesto Istituto di Studi Superiori.
Mentre formulo anche personalmente ogni miglior auspicio e rinnovo la mia gratitudine per il servizio che l'Università Cattolica del Sacro Cuore offre alla Chiesa e all'intera società, mi valgo della circostanza per confermarmi con sensi di distinto ossequio.
(©L'Osservatore Romano - 19-20 aprile 2010)
«Vedo l’importanza delle minoranze creative. [...] La mia prima tesi è che una religio civilis che realmente abbia la forza morale di sostenere tutti presuppone delle minoranze convinte che hanno trovato la “perla” e che vivono questo in modo convincente anche per gli altri. Senza tali forze sorgive non si costruisce niente. La seconda tesi poi è che ci devono essere forme di appartenenza o di riferimento, o semplicemente di contatto con tali comunità, o, piuttosto, che esse si creano da sé quando la loro capacità di convincere è sufficientemente grande. Come terza tesi, dire che queste minoranze creative evidentemente non possono stare in piedi da sé, né vivere di sé. Vivono naturalmente del fatto che la Chiesa nel suo insieme resta, vive della fede nella sua origine divina e di conseguenza difende ciò che non ha inventato lei stessa ma che riconosce come un dono della cui trasmissione è responsabile. Le “minoranze” rendono di nuovo vitale questa grande comunità, ma attingono nello stesso tempo, alla forza di vita che è nascosta in essa ed è in grado di creare sempre nuova vita".
(dalla Lettera a M. Pera, di J. Ratzinger, in M. Pera - J. Ratzinger, Senza radici, Mondadori, Milano, 2004)