DI ELIO GUERRIERO
B enedetto XVI l’ha ripetuto più volte: nel mondo vi sono tante religioni. L’alleanza, invece, offerta da Dio al popolo di Israele e stipulata sul Monte Sinai è unica. Perché, come ripete san Paolo sulla scia di Isaia, la Parola di Dio non ritorna a lui senza aver operato ciò per cui è stata mandata. Quando, dunque, il popolo non mantiene la parola data, l’alleanza non viene annullata, bensì rinnovata con un gruppo sempre più ristretto di figli di Israele. Da ultimo l’alleanza viene rinnovata a Nazaret in Galilea dove l’angelo Gabriele viene inviato a una Vergine cui rivolge l’invito con il quale, in precedenza, il profeta Sofonia si era rivolto alla Figlia di Sion, a Gerusalemme: «Rallegrati piena di grazia». Maria è, dunque, la donna che prende l’eredità delle grandi donne di Israele, di Eva, Rachele e Sara, fino a Ester e Giuditta. Ancora di più: ella è la figlia di Sion, chiamata a divenire madre del Messia il quale, sull’antica radice di Iesse, farà spuntare un albero nuovo e stringerà una nuova alleanza con il suo popolo.
Figlia di Sion, madre dell’alleanza, Maria è anche madre della Chiesa come Benedetto XVI ricordò nel 2005 in occasione del suo primo omaggio alla stele dell’Immacolata in piazza di Spagna a Roma. Generando Gesù, ella genera anche la Chiesa di cui è tipo e figura, così come è modello per ogni cristiano. Anzitutto, come ci ricorda la liturgia nel tempo dell’Avvento, con il suo sì ella apre la strada a tutti coloro che sono nell’attesa del Figlio di Dio. Poi a Natale Maria è modello dell’accoglienza cristiana. Seguendo il suo esempio, ogni cristiano impara ad accogliere Gesù nel suo cuore e a donarlo agli uomini di buona volontà.
Troviamo poi Maria sulla via della sequela di Gesù. Colei che ha fatto spazio alla parola di Dio dentro di sé è anche la prima a comprendere che bisogna ascoltare Gesù e fare qualsiasi cosa vi dica ( Gv 2,5). Infine ella è vicina alla croce ed è chiamata ad una generosità eucaristica quando il Figlio la chiama all’ammirevole scambio, tanto simile allo scambio con il quale egli ha lasciato il Padre ed è venuto a salvare gli uomini: «'Donna, ecco tuo figlio!' Poi disse al discepolo: 'Ecco tua madre'» ( Gv 19,26). Privata del Figlio, Maria è la più generosa, ma anche la più povera tra i figli degli uomini. A lei, dunque, è promesso prima che ad ogni altro il regno dei cieli. Dopo la morte di Maria, dunque, e dopo la sua assunzione al cielo si apre un orizzonte sconfinato di vicinanza e di speranza che si è manifestato negli ultimi secoli, in particolare a Lourdes e Fatima. In queste apparizioni la Vergine si rivolge a persone semplici, a Bernadette, con la quale comunica a gesti più ancora che a parole. Ha detto papa Benedetto in un mirabile discorso a Lourdes: «Qui a Lourdes, nel corso dell’apparizione del 3 marzo 1858, Bernadette contemplò in maniera del tutto speciale questo sorriso di Maria. Fu questa la prima risposta che la Bella Signora diede alla giovane veggente che voleva conoscere la sua identità. Prima di presentarsi a Lei, qualche giorno dopo, come l’Immacolata Concezione, Maria le fece conoscere innanzitutto il suo sorriso, quasi fosse questa la porta d’accesso più appropriata alla rivelazione del suo mistero». Il sorriso di Maria, tuttavia, viene da chi è stata vicino alla croce e conosce a fondo il dolore del Figlio e di tutti i suoi figli, in particolare dei malati e dei disabili chiamati a portare nel loro corpo la partecipazione alla croce di Cristo. Diceva ancora il Papa a Lourdes: «Vorrei dire, umilmente, a coloro che soffrono e a coloro che lottano e sono tentati di voltare le spalle alla vita: Volgetevi a Maria! Nel sorriso della Vergine si trova misteriosamente nascosta la forza per proseguire il combattimento contro la malattia e in favore della vita». Per questo, Maria è, infine, stella di speranza, aiuto in questa vita ma anche sostegno nella morte e nel cammino che ci porta all’eternità.
Scrive il Papa nella sua enciclica dedicata alla speranza: «La gioia della resurrezione ha toccato il tuo cuore e ti ha unito in modo nuovo ai discepoli, destinati a diventare famiglia di Gesù mediante la fede. Così tu fosti in mezzo alla comunità dei credenti, che nei giorni dopo l’Ascensione pregavano unanimemente per il dono dello Spirito Santo... Così tu rimani in mezzo ai discepoli come la loro Madre, come Madre della speranza. Santa Maria, Madre di Dio, Madre nostra, insegnaci a credere, sperare ed amare con te!». I discorsi del Papa su Maria spesso sfociano in preghiere di grande densità teologica. Danno voce alla sua pietà e alla sua speranza per la Chiesa, per i cristiani e per tutti gli uomini.
© Copyright Avvenire 12 maggio 2010