La preparazione della grande Assemblea del popolo di Dio, vista anche come occasione per superare momenti di divisione che ci sono stati tra i cattolici, le celebrazione conclusiva dell’Anno giubilare, il rilancio della spinta missionaria all’esame dell’XI assemblea della Conferenza episcopale.
Ho Chi Minh City (AsiaNews) - La preparazione della grande Assemblea del popolo di Dio, vista anche come occasione per superare momenti di divisione che ci sono stati tra i cattolici vietnamiti, è stato, finora, l’argomento di maggiore respiro dell’XI assemblea della Conferenza episcopale vietnamita. I responsabili delle 26 diocesi del Paese, riuniti nel Centro pastorale dell’arcidiocesi di Saigon, stanno elaborando l’organizzazione dell’Assemblea che si terrà, nell’ambito dell’Anno giubilare della Chiesa vietnamita, a Ho Chi Minh City dal 22 al 25 novembre, in particolare per quanto riguarda il documento di lavoro.
L’assemblea, secondo tradizione, sta anche esaminando le attività svolte nei tre anni passati, il che permette di parlare di temi come i contrasti sorti tra alcune comunità cattoliche del nord e del sud e lo Stato, in particolare per questioni connesse con beni ecclesiastici, le dimissioni, in aprile, dell’arcivescovo di Hanoi, Joseph Ngo Quang Kiet, e l’atteggiamento tenuto dai cattolici in tale occasione. Da rilevare, peraltro, che dello stesso mons. Kiet, segretario della Conferenza episcopale, non è neppure indicata la presenza.
Dal vescovo d Hue, Etienne Nguyên Nhu Thê, è poi venuta l’illustrazione della preparazione della celebrazione conclusiva dell’Anno giubilare per i 350 anni del cattolicesimo nel Paese e i 50 dell’istituzione della gerarchia nazionale, in programma il 6 gennaio 2011 nel Centro nazionale mariano di La Vang.
A portare materiale alla discussione dei vescovi sono state anche le conclusioni raggiunte dagli incontri per chierici, tenuti nell’ambito dell’Anno sacerdotale, che hanno avuto largo seguito.
Attenzione suscita anche quello che il vicepresidente della Conferenza episcopale, mons. Joseph Nguyen Chi Linh, ha definito “un fenomeno senza precedenti nella storia della Chiesa in Vietnam”, e cioè che gruppi di fedeli e alcuni siti cattolici hanno pubblicamente criticato gli atteggiamenti di qualche vescovo. Ciò in particolare per il “silenzio” su “ingiustizie”, come la generale accettazione dell’aborto e altri atti contro la morale o la scarsa resistenza contro l’appropriazione da parte di autorità pubbliche di beni della Chiesa.
All’esame dei vescovi, infine, anche il problema del rilancio della spinta missionaria di una Chiesa indubbiamente presente nella società, ma che nel corso dei decenni non è riuscita a far crescere la sua forza. I cattolici vietnamiti sono, secondo i dati del 2007, circa 6.087.700 e rappresentano il 7,15% della popolazione. Nel 1933 erano il 7,2% e nel 1939 il 7,6%.