Lo chiamano anche “effetto Mozart”. Sembra infatti ormai assodato negli ambienti scientifici che ascoltare la musica del genio salisburghese abbia un effetto terapeutico.
Anche di recente un professore americano di Harvard, Claudius Conrad, ha proposto un uso regolare della musica mozartiana nelle sale operatorie e in rianimazione: «Ascoltando brani lenti di Mozart – ha spiegato il medico – alcuni pazienti molto gravi ricoverati in rianimazione hanno reagito con un calo degli ormoni che indicano il grado di stress. Abbiamo poi osservato un aumento dell’ormone della crescita nel sangue».
Che il grande Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) non smetta di stupire è altresì noto. Lo faceva già a 8 anni quando si rivelò un fuoriclasse del pianoforte (sublime il Concerto n. 20, riportato nel video). Un prodigio “divino” che ha alimentato non pochi aneddoti, come la singolare capacità di riscrivere a soli 14 anni opere intere al primo ascolto: avvenne per esempio durante sua una visita a Roma nella Pasqua del 1770 dopo l’esecuzione del Miserere di Gregorio Allegri.
Così come ha fatto sempre discutere la sua appartenenza alla Massoneria. Che Mozart sia stato in vita fermamente cattolico non ci piove: fu battezzato nella cattedrale di Salisburgo il 28 gennaio 1756 e morì con i sacramenti della Chiesa nel 1791. Ma sembra ormai fuor di dubbio per gli storici anche la sua adesione alla Massoneria, sebbene a pochi anni dalla morte: nel 1784 sarebbe stato iniziato alla Loggia “La Beneficenza”. E scrisse anche opere per committenza esplicita della loggia: il Concerto funebre massonico K.477, ilCanto massonico e persino il famoso Flauto Magico di chiara simbologia massonica.
Un’affiliazione che andrebbe però contestualizzata: tutto infatti lascia pensare che Mozart vi aderì non di certo per simpatia verso gli ideali anticlericali o eretici della Massoneria. Ma per una ragione ben più pratica: i massoni erano un club di potenti che poteva finanziare le sue attività e rimpinguare le scarse finanze familiari.
E la conferma arriva anche dalla sua musica, che al di là dei benefici effetti sul fisico, allarga anche gli orizzonti dello spirito. Non è un caso se il primo “ultrà” di Mozart sia da sempre Benedetto XVI.
Per il Papa, «in Mozart ogni cosa è in perfetta armonia, ogni nota, ogni frase musicale è così e non potrebbe essere altrimenti; anche gli opposti sono riconciliati e la serenità mozartiana avvolge tutto, in ogni momento. È questo – sostiene il Pontefice – un dono della Grazia di Dio, ma è anche il frutto della viva fede di Mozart, che, specie nella sua musica sacra, riesce a far trasparire la luminosa risposta dell’Amore divino, che dona speranza, anche quando la vita umana è lacerata dalla sofferenza e dalla morte».
E uno dei maggiori difensori dell’ortodossia cattolica di Mozart è stato il teologo protestante Karl Barth: «Mozart, com’è nato cattolico, e tale è stato battezzato, così è morto cattolico. Che negli ultimi dieci anni della vita sia diventato massone, in lui non cambiò nulla, perché, pur senza esagerare in zelo ecclesiale, continuò a sentirsi a suo agio nella liturgia cattolica». E anche Barth non ha dubbi sull’ispirazione divina del genio austriaco: «Non sono del tutto sicuro – scrive – che quando gli Angeli sono impegnati nella lode di Dio suonano Bach, ma sono sicuro che quando stanno fra loro, certamente suonano Mozart, ed anche il Buon Dio li ascolta volentieri».