DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

DIZIONARIO (23)





DESIDERI (Secondo Benedetto XVI)

In una recente udienza Benedetto XVI ha parlato dell’utilità di promuovere una “sorta di pedagogia del desiderio, sia per il cammino di chi ancora non crede, sia per chi ha già ricevuto il dono della fede”. Suggerisce almeno due aspetti su cui svilupparla: imparare o re-imparare il gusto delle gioie autentiche della vita; non accontentarsi mai di quanto si è raggiunto”. Non tutte le gioie della vita e le soddisfazioni conseguenti sono uguali. Alcune “ci rendono più attivi e generosi”; altre, svanita la parvenza positiva, ci lasciano delusi, in preda “all’amarezza o a un senso di vuoto”. Educare sin dalla tenera età ad assaporare le gioie vere, in tutti gli ambiti dell’esistenza, “significa esercitare il gusto interiore e produrre anticorpi efficaci contro la banalizzazione e l’appiattimento oggi diffusi”. La cultura materialista dominante ha capovolto il senso di quello che il Papa pone come il secondo aspetto fondamentale della pedagogia del desiderio, il “non accontentarsi mai di quanto si è raggiunto”. Questo principio, infatti, oggi si traduce spesso in arrivismo o in un’ insoddisfazione vorace, proprio per una conoscenza distorta della natura umana. In realtà, è solo “perché nulla di finito può colmare il nostro cuore” che nulla ci soddisfa e “anche le gioie più vere sono capaci di liberare in noi quella sana inquietudine che porta ad essere più esigenti –volere un bene più alto, più profondo –. Il desiderio è il luogo in cui si gioca la libertà dell’uomo e in cui si esprime la domanda della felicità. Esso ci protende verso il futuro e nel suo dinamismo “è sempre aperto alla redenzione. Tutti abbiamo bisogno di percorrere un cammino di purificazione e di guarigione del desiderio”. Il desiderio si trova spesso imbrigliato in una logica di possesso o di chiusura da cui occorre liberarsi per non soffocare dentro ciò che desideriamo ostinatamente nell’illusione che ci compia. Infatti, “nemmeno la persona amata è in grado di soddisfare il desiderio che alberga nel cuore dell’uomo, anzi, tanto più è autentico l’amore per l’altro, tanto più lascia dischiudere l’interrogativo sulla sua origine e sul suo destino”. Accorgersi e accettare che il desiderio debba essere guarito dall’egoismo e purificato per tendere al vero bene, ci fa trovare “disarmati verso quel bene che non possiamo costruire o procurarci con le nostre forze” perché l’esistenza dell’uomo è un mistero. E’ proprio in questo essere “disarmati” che sta la possibilità della libertà. Pertanto “quando nel desiderio si apre la finestra verso Dio, questo è già segno della presenza della fede nell’animo”. Così, il desiderio, sorretto dalla fede – cioè dal riconoscimento della Presenza di Dio –, è profondamente legato alla speranza perché poggia sulla certezza che la risposta alle proprie esigenze e ai desideri del proprio cuore, c’è. Non siamo destinati a desiderare e a sperare invano. Tanto più sapremo riconoscere “che il desiderio di Dio è inscritto nel cuore dell’uomo, perché l’uomo è stato creato da Dio e per Dio”, tanto più il nostro rapporto con la realtà potrà diventare ricco e fruttuoso. Dio, infatti, “che non cessa di attirare a sé l’uomo”, gli offrirà “la felicità che cerca senza posa”, permettendo che nulla di ciò che l’uomo ama vada perso. (Elena Paggetti, culturacattolica.it/?id=17&id_n=31862 …)




ALTO COMMISSARIATO DELL’ONU PER I DIRITTI UMANI

Il 17 Ottobre 2012 a Ginevra una risoluzione ha sostenuto che l’aborto è un diritto umano nel quadro di un documento che dovrebbe parlare di prevenzione della mortalità materna. La risoluzione fa propria la guida tecnica scritta dall’Alto Commissariato Onu per i diritti umani che include l’aborto nel termine diritto alla salute riproduttiva. 20 Stati in gran parte islamici non hanno sottoscritto tale documento. Per l’Europa l’unico Stato che vi si è apertamente opposto è stato Malta. Quello che è grave è che il documento non è stato negoziato dagli Stati, e cosi anche l’Italia, rappresentata in questa occasione dalla Slovenia rappresentante di 26 paesi dell’Unione Europea, risulta tra i sostenitori. Bisogna registrare che questi tentativi si ripetono periodicamente. In questa occasione un ruolo particolarmente importante e negativo è stato svolto dal Commissario ONU per la Commissione sui Diritti Umani, Navi Pillay che sotto la pressione di organizzazioni non governative ha spinto per questa nuova presa di posizione a favore dell’aborto. Ricordiamo che tra queste organizzazioni ci sono Amnesty International, International Planned Parenthood Federation, Ipas, e il Center for Reproductive Rights. (culturacattolica.it/?id=17&id_n=31806 …)


CONVERSIONI

Scrive, sul “Giornale” del 15 ottobre 2012, l’eurodeputato Magdi Cristiano Allam: “Nel 2006 lo sheikh Ahmad al-Qataani, intervistato da ‘Al Jazeera’, diede queste cifre: ‘Ogni ora 667 musulmani si convertono al cristianesimo. Ogni giorno 16mila musulmani si convertono al cristianesimo. Ogni anno 6 milioni di musulmani si convertono al cristianesimo’”. Dopo aver riportato la denuncia dell’allarmato sceicco, il convertito Magdi Cristiano Allam aggiunge: “Innumerevoli sono le denunce fatte da musulmani che vorrebbero ricevere il battesimo ma si trovano di fronte al rifiuto di sacerdoti cattolici che non vogliono violare le leggi dei Paesi islamici che vietano e sanzionano con il carcere e talvolta con la morte sia chi fa opera di proselitismo sia chi incorre nel ‘reato’ di apostasia”. (Rino Cammilleri, http://www.rinocammilleri.com)


CORAGGIO

«I figli e il coraggio di non farli». Mi ha colpito il titolo, e sono andata avanti a leggere.
C’è Elena, 33 anni, che scrive a Elasti, giornalista di D - la Repubblica delle donne, e le chiede se, «schiacciata dal peso di tutte le cose non fatte», la decisione di mollare il marito e rinunciare a diventare madre sia «solo paura? Immaturità? “Sindrome di Peter Pan” al femminile? Oppure un sacrosanto diritto di affermazione individuale rispetto al modello che ci vuole devote alla causa della famiglia». Le risponde Elasti, che nella rubrica si definisce «una (non solo) mamma». Lei è, in effetti, madre di tre figli, eppure leggi e non possono non sembrarti strani i termini che usa per parlare della sua maternità, quando confronta la sua vita con quella di un’amica: «Lei libera di rimanere solo donna io orgogliosamente condannata alla mia pancia allora abitata», o quando scrive che «un figlio ti condanna al tuo destino di madre». Se un bambino è «condanna», e ti priva della tua libertà (?), la scelta di non “fare figli” (oggi ci si esprime così…) sarebbe segno di «coraggio, integrità, onestà… E ci vogliono coraggio, integrità e onestà per spiccare il volo, da sole». Allora cominci a capire cosa deve aver avuto in testa quel gruppuscolo di femministe che davanti all’ospedale S. Anna di Torino, scimmiottando il Padre nostro, in ginocchio e a mani giunte hanno recitato la loro orazione: «Madre Terra che non sei nei cieli ridacci i diritti sul nostro utero» o quando, in un commento al video girato davanti al nosocomio piemontese, Iris Braghiroli scrive «sempre la stessa storia, la donna è una scatola». Per costoro un figlio è zavorra che impedisce di spiccare il volo (verso dove, poi non si sa, se Elena – quella che ha mollato il marito e non vuole diventare madre – racconta, della sua nuova vita, «infinite chiacchierate al femminile, aperitivi, cinema». Sai che roba!). Girava, tra le femministe, uno slogan: «Se la Madonna avesse abortito…». Ciascuna completava la frase dando il meglio – che in questi casi è il peggio – di sé. Ecco, il punto forse è proprio questo. non ci sarebbe la presenza scomoda, insopportabile, di Gesù Cristo: Dio che si è incarnato, è cresciuto in un ventre di donna ed ha condiviso in tutto, tranne che nel peccato, la nostra condizione. A ricordare la sacralità della vita, la dignità di ogni vita, sempre.  (Luisella Saro, culturacattolica.it/?id=17&id_n=31819 …)


DIVORZIO

Roma, un bambino di 10 anni è stato trovato impiccato dai nonni nel loro appartamento in un quartiere residenziale a San Giovanni. A nulla sono valsi i tentativi di un medico vicino di casa, che ha tentato disperatamente di rianimare il piccolo. Chi può dire, chi può sapere cosa è passato nel cuore di quel bimbo che ora tutti descrivono come sensibile. I genitori sono separati da 4 anni, e qualcuno ha scritto che il bambino non aveva mai accettato il fatto. Mi chiedo se noi adulti, a volte siamo coscienti di quali ferite aprano nel cuore dei bambini le nostre scelte.  (culturacattolica.it/?id=17&id_n=31747 …)


LEGAME

Ci deve essere. Non so quale sia il legame tra crisi economica e matrimoni gay, ma ci deve essere. Altrimenti non sarebbe chiaro il motivo per cui, nel momento in cui tutti gli analisti politici sostengono che i cittadini sono preoccupati del livello di disoccupazione, delle tasse, dell’impoverimento, succede che, nei paesi occidentali, chi va al governo si concentra in primo luogo sui matrimoni omosessuali. Lo fa Obama, lo fa Hollande, e i magnifici cinque delle primarie Pd si preparano:su questo tema infatti sono sostanzialmente d’accordo. Le sfumature diverse sono, appunto, sfumature: chi è perplesso sulle adozioni, chi preferisce la civil partnership all’inglese, chi alla tedesca, chi vorrebbe il matrimonio con il bouquet. (Eugenia Roccella, loccidentale.it/node/119538 )


MARTIRI

"Immaginate la furia indescrivibile che scoppierebbe nel mondo islamico se un governo cristiano a Khartoum fosse responsabile della morte di centinaia di migliaia di musulmani negli ultimi trent’anni. O se terroristi cristiani lanciassero delle bombe sulle moschee in Iraq. O se ragazze musulmane in Indonesia venissero rapite e decapitate sulla strada per andare a scuola, a causa della loro fede. Questi orrori sono impensabili, ovviamente. Ma sono capitati al contrario, con i cristiani vittime dell’aggressione islamista”. Una denuncia che non ti aspetteresti da chi ha ricevuto “il massimo onore al quale si possa aspirare nel campo della critica letteraria”, come Thomas Stearns Eliot aveva definito il fatto di figurare fra i collaboratori del Times Literary Supplement, la rivista inglese in cui sono apparsi via via autori del calibro di Henry James, Edmund White, Aldous Huxley e George Orwell. Eppure Rupert Shortt fa parte di questa piccola cupola di eccelsi, in quanto figura fra i managing editor della celebre rivista. Della “Christianophobia” parla il nuovo libro di Shortt uscito per Random House. Si tratta di un viaggio globale dentro alla persecuzione dei cristiani, “una fede sotto attacco”. Un saggio in dieci capitoli che ci porta fra i cristiani del Maghreb, dell’Africa subsahariana e del medio oriente, dove sono perseguitati, muoiono o scompaiono in una lenta emorragia. Vittime appunto della “cristianofobia”. (ilfoglio.it/soloqui/15730#.UKMeM9p6zVo.twitter …)


PIOGGIE

Come ogni autunno, piove, spesso purtroppo con effetti drammatici come in questi giorni. Eppure, da qualche anno a questa parte, questa evidenza meteorologica è diventata problema insormontabile, emergenza inaspettata, fonte di polemiche e speculazioni più o meno scientifiche. Che in questo periodo dell’anno sulla nostra penisola cadano diversi millimetri di pioggia non è una novità degli ultimi tempi, basta andare a cercare notizie di alluvioni negli ultimi cinquanta-sessant’anni, così come è noto che queste piogge provocano danni su un territorio fragile come quello italiano… gli eventi estremi sono aumentati di numero e intensità, dicono, per colpa del riscaldamento del mare Mediterraneo, riscaldamento dovuto ai cambiamenti climatici. Peccato che chiunque può verificare on line, sul sito dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che la temperatura della fascia di mar Tirreno che bagna le zone interessate dalle alluvioni in questi giorni è addirittura un po’ più bassa della media. E dunque se si deve cercare un elemento che faccia sospettare – in mancanza di dati definitivi – che l’evento sia più forte del solito, di sicuro non è il mare. (http://www.ilfoglio.it/soloqui/15732#.UKMdF4IQnaI.twitter …)


RISVEGLI

Uscire dal coma e comunicare: "Non soffro". E' successo a un uomo di 39 anni in Canada, che si riteneva in stato vegetativo da 12 anni, in seguito ad un incidente automobilistico. E' riuscito a rispondere alle domande di alcuni scienziati e a spiegare che non aveva alcun dolore. E' la prima volta che una persona, che si ritiene priva di coscienza, trasmette informazioni rilevanti sul suo stato di salute. La notizia, diffusa dalla Bcc e dal giornale britannico The Telegraph, è un caso eccezionale, destinato secondo gli esperti a modificare le conoscenze mediche su coma e stato vegetativo. Nessuna delle valutazioni fisiche condotte su Scott aveva mostrato in lui segni di consapevolezza, o la capacità di comunicare. Ma secondo il neuroscienziato Adrian Owen, che ha guidato il team del Brain and Mind Institute, University of Western Ontario, Rutley non era in stato vegetativo.  "Scott è stato in grado di dimostrare che ha una mente conscia e pensante. Lo abbiamo analizzato più volte e il suo modello di attività cerebrale mostra che sta chiaramente scegliendo di rispondere alle nostre domande. Crediamo che sappia chi è e dove si trova". (repubblica.it/scienze/2012/11/13/news/un_uomo_in_stato_vegetativo_da_12_anni_parla_con_i_medici_non_soffro-46540804/  )