Cari amici, sul Giornale di oggi pubblico una beve nota dedicata al primo incontro tra la delegazione vaticana e quella della Fraternità San Pio X, che si è svolto ieri mattina (dalle 9.30 alle 12.30) nel palazzo del Sant’Uffizio e si è concluso con un pranzo in comune. L’incontro, informa la Sala Stampa della Santa Sede, è stato cordiale: si è preso in esame un testo di lavoro, che la Commissione Ecclesia Dei aveva già da settimane inviato ai lefebvriani; si è deciso come proseguire, fissando incontri a scadenza bimestrale: il prossimo si terrà dopo Natale, ma nel frattempo le due delegazioni continueranno a lavorare e a scambiarsi opinioni e pareri attraverso l’email. L’intenzione è di arrivare al prossimo appuntamento con già qualche punto concordato. Questi i temi da affrontare, dei quali si è cominciato a discutere ieri: “le questioni relative al concetto di Tradizione, al messale di Paolo VI, all’interpretazione del Concilio Vaticano II in continuità con la Tradizione dottrinale cattolica, ai temi dell’unità della Chiesa e dei principi cattolici dell’ecumenismo, del rapporto tra il Cristianesimo e le religioni non cristiane e della libertà religiosa”. I lefebvriani sostengono che in alcuni passaggi dei documenti Conciliari rappresentano una rottura con la tradizione cattolica; i componenti della delegazione vaticana, guidati dal segretario di Ecclesia Dei, monsignor Guido Pozzo, sostengono invece che tutti i testi del Vaticano II vadano letti e interpretati alla luce della tradizione, secono quella che Benedetto XVI ha definito ermeneutica della riforma della continuità. Esiste un esempio concreto dell’applicazione di questa ermeneutica: è il Catechismo della Chiesa cattolica, pubblicato nel 1992 da Giovanni Paolo II e redatto sotto la direzione dell’allora cardinale Joseph Ratzinger. L’inizio del dialogo è stato positivo e tutto fa sperare che possa continuare bene.
di Andrea Tornielli
Tratto da Il Giornale del 27 ottobre 2009
RomaL’incontro del disgelo tra Santa Sede e lefebvriani, il primo dal 1988 per discutere su tematiche dottrinali, è iniziato alle 9.30 di ieri, nel palazzo del Sant’Uffizio, e si è protratto fino alle 12.30.
Si sono trovati attorno a un tavolo gli esperti della Pontificia commissione Ecclesia Dei, guidati da monsignor Guido Pozzo, e quelli della Fraternità San Pio X, guidati dal vescovo Alfonso de Gallareta. «In un clima cordiale, rispettoso e costruttivo - riferisce la Sala Stampa vaticana - si sono evidenziate le maggiori questioni di carattere dottrinale che saranno discusse nel corso dei colloqui che proseguiranno nei prossimi mesi». «In particolare - continua la nota - si esamineranno le questioni relative al concetto di Tradizione, al messale di Paolo VI, all’interpretazione del Concilio Vaticano II in continuità con la Tradizione dottrinale cattolica, ai temi dell’unità della Chiesa e dei principi cattolici dell’ecumenismo, del rapporto tra il Cristianesimo e le religioni non cristiane e della libertà religiosa». È l’elenco delle questioni dottrinali che i lefebvriani ritengono problematiche e che sono legate all’interpretazione del Concilio.
«È andata bene, le difficoltà ci sono - confida al Giornale uno dei presenti - ma l’inizio è stato buono». Prima dell’incontro, già da alcuni giorni i lefebvriani avevano ricevuto dal Vaticano una sorta di testo preparatorio con gli argomenti in discussione. Il dibattito iniziato ieri vede la Fraternità sostenere che alcuni testi conciliari non sono compatibili con la tradizione, mentre gli esperti della Santa Sede affermano il contrario.
«Non si può prevedere quanto dureranno i colloqui – continua la fonte vaticana – abbiamo deciso di darci una cadenza bimestrale, dunque ci ritroveremo probabilmente subito dopo Natale”. Ma nel frattempo si lavorerà, e alacremente, usando l’e-mail per scambiarci considerazioni, domande, in modo da arrivare alla prossima riunione, per quanto possibile, con qualche punto concordato»