Lc 17, 7-10
In quel tempo, Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimbóccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare».
IL COMMENTO
Siamo stati comprati a caro prezzo. Il Sangue di Cristo ci ha strappato da una vita davvero inutile e meschina per trasferirci nel Suo Regno. Già ora, già oggi. Ci ha riscattati perchè gli appartenessimo come il Suo tesoro più prezioso. Per questo la nostra vita può donarsi gratuitamente. Senza "utili", senza altro guadagno che Lui. E ci pare poco?
E' Lui la nostra ricompensa, la nostra eredità. E con Lui ogni cosa è trasfigurata, liberata dai pesi del possesso e dei compromessi; ogni uomo diviene oggetto delle nostre attenzioni, dell'olazione gratuita della nostra vita. E' questo il senso delle Parole del Signore secondo il testo greco. Inutili è proprio senza "utile", e non senza utilità come normalmente comprendiamo seguendo l'interpretazione della traduzione latina della "Vulgata". Siamo dunque servi che appartengono per intero al loro Signore. Ogni istante ed ogni opera sono per Lui. In Lui. Da Lui. Inutili, poveri che han bisogno del Suo amore e della Sua Grazia, senza le quali non possiamo fare nulla. Servi che vivono in una specialissima intimità con il loro Signore.
Come diceva Elisabetta della Trinità: "Vorrei dire a tutte le anime quali sorgenti di forza, di pace e anche di felicità troverebbero se provassero a vivere in questa intimità con Dio. "Egli è l’Amore, e vuole che noi viviamo in sua compagnia". Eseguire gli ordini di un Signore che ha donato tutto se stesso per i Suoi servi vuol dire pace, gioia, libertà, vita piena. E Lui i Suoi servi li chiama amici, attratti nella Sua intimità, oggetto delle Sue più intime confidenze. Amici dunque, ai quali consegna, come perle preziose, le parole udite dal Padre. Parole come gocce di Grazia a sucitare in noi il volere e l'operare la volontà di Dio.
Gli ordini del Signore danno luce agli occhi e pace al cuore, sono le stesse parole del Padre, quelle che ci fanno liberi perchè ci annunciano la Verità. E la compiono in noi. Servi nel Servo per vivere nell'obbedienza imparata, con il Signore, attraverso la Croce e le sofferenze di ogni giorno. Obbedire, e non sognare vuote libertà che sanno solo di autosufficienza e di desideri e piaceri ad ogni costo. L'obbedienza che, istante dopo istante, ci salva, e ci fa essere quello che Dio ha pensato per noi, figli nel Figlio.
Il Figlio che non ha difeso gelosamente la sua natura ma si è abbassato sino ad assumere la condizione di servo, e che ha obbbedito in tutto sino alla morte di Croce. Figlio perchè crocifisso. E noi con Lui, perchè sia Lui a vivere in noi, nascosti con Lui in Dio, obbedendo alla storia di ogni giorno, alla moglie, ai figli, al marito, alle sofferenze. In questa obbedienza è celato il segreto della nostra felicità e della nostra realizzazione, appartenere a Lui, e, con Lui, gustare l'eredità promessa, ogni giorno, in ogni luogo ed evento dove le orme del Padre ci conducono. A questo ci chiamano le Parole di Gesù di oggi, alla libertà, alla gioia, alla pace dei figli di Dio.
E' Lui la nostra ricompensa, la nostra eredità. E con Lui ogni cosa è trasfigurata, liberata dai pesi del possesso e dei compromessi; ogni uomo diviene oggetto delle nostre attenzioni, dell'olazione gratuita della nostra vita. E' questo il senso delle Parole del Signore secondo il testo greco. Inutili è proprio senza "utile", e non senza utilità come normalmente comprendiamo seguendo l'interpretazione della traduzione latina della "Vulgata". Siamo dunque servi che appartengono per intero al loro Signore. Ogni istante ed ogni opera sono per Lui. In Lui. Da Lui. Inutili, poveri che han bisogno del Suo amore e della Sua Grazia, senza le quali non possiamo fare nulla. Servi che vivono in una specialissima intimità con il loro Signore.
Come diceva Elisabetta della Trinità: "Vorrei dire a tutte le anime quali sorgenti di forza, di pace e anche di felicità troverebbero se provassero a vivere in questa intimità con Dio. "Egli è l’Amore, e vuole che noi viviamo in sua compagnia". Eseguire gli ordini di un Signore che ha donato tutto se stesso per i Suoi servi vuol dire pace, gioia, libertà, vita piena. E Lui i Suoi servi li chiama amici, attratti nella Sua intimità, oggetto delle Sue più intime confidenze. Amici dunque, ai quali consegna, come perle preziose, le parole udite dal Padre. Parole come gocce di Grazia a sucitare in noi il volere e l'operare la volontà di Dio.
Gli ordini del Signore danno luce agli occhi e pace al cuore, sono le stesse parole del Padre, quelle che ci fanno liberi perchè ci annunciano la Verità. E la compiono in noi. Servi nel Servo per vivere nell'obbedienza imparata, con il Signore, attraverso la Croce e le sofferenze di ogni giorno. Obbedire, e non sognare vuote libertà che sanno solo di autosufficienza e di desideri e piaceri ad ogni costo. L'obbedienza che, istante dopo istante, ci salva, e ci fa essere quello che Dio ha pensato per noi, figli nel Figlio.
Il Figlio che non ha difeso gelosamente la sua natura ma si è abbassato sino ad assumere la condizione di servo, e che ha obbbedito in tutto sino alla morte di Croce. Figlio perchè crocifisso. E noi con Lui, perchè sia Lui a vivere in noi, nascosti con Lui in Dio, obbedendo alla storia di ogni giorno, alla moglie, ai figli, al marito, alle sofferenze. In questa obbedienza è celato il segreto della nostra felicità e della nostra realizzazione, appartenere a Lui, e, con Lui, gustare l'eredità promessa, ogni giorno, in ogni luogo ed evento dove le orme del Padre ci conducono. A questo ci chiamano le Parole di Gesù di oggi, alla libertà, alla gioia, alla pace dei figli di Dio.
Commento al Vangelo di :
Beata Teresa di Calcutta (1910-1997), fondatrice delle Suore Missionarie della Carità
A Simple Path, p. 106
Beata Teresa di Calcutta (1910-1997), fondatrice delle Suore Missionarie della Carità
A Simple Path, p. 106
Non preoccupatevi di cercare la causa dei grandi problemi dell’umanità ; accontentatevi di fare ciò che potete fare per risolverli, portando il vostro aiuto a coloro che ne hanno bisogno. Alcuni mi dicono che facendo la carità agli altri, solleviamo gli Stati dalle loro responsabilità verso i bisognosi e i poveri. Non per questo m’inquieto, perché, di solito, gli Stati non offrono l’amore. Faccio semplicemente quanto posso fare, il resto non è di mia competenza.
Dio è stato tanto buono per noi ! Lavorare nell’amore, è sempre un mezzo per avvicinarsi a lui. Guardate ciò che Cristo ha fatto durante la sua vita sulla terra ! L’ha passata beneficando (At 10,38). Ricordo alle mie sorelle che egli ha passato i tre anni della sua vita pubblica curando i malati, i lebbrosi, i bambini e altri ancora. Proprio questo facciamo predicando il Vangelo con le nostre azioni.
Consideriamo un privileggio servire gli altri ; e proviamo ad ogni istante di farlo con tutto il cuore. Sappiamo bene che la nostra azione non è altro che una goccia di acqua nell’oceano, eppure senza la nostra azione, questa goccia mancherebbe.