DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

L'eterno riposo? Sul campo di football. E' sempre più diffusa negli Usa la consuetudine di spargere le ceneri dei cari estinti negli impianti sportivi

WASHINGTON – Alla sua morte, Willie Doyle, il fantino che vinse il Premio Preakness nel 1909, fece disperdere le sue ceneri sulla linea del traguardo del famoso ippodromo di Baltimora. Ma nel corso dello ultimo mezzo secolo e in particolare degli ultimi anni all’ippodromo furono disperse le ceneri di decine forse centinaia di altre persone, in maggioranza tifosi dell’ippica. E oggi, secondo Joe Kelly, uno storico dello sport, per i tifosi farsi cremare e fare gettare le ceneri sulle piste, i campi, negli stadi ecc è quasi un rito d’obbligo. «Baseball, golf, tennis, football americano, Nascar: non c’è sport che non venga inondato di queste richieste» dice Kelly. «La passione sportiva non finisce con la morte».

CREMAZIONI IN CRESCITA - Lo storico non possiede statistiche al riguardo, ma nota che in vent’anni la percentuale degli americani che si fan cremare è aumentata dal 15 al 35 per cento. «La cremazione costa un terzo della sepoltura - spiega - e il cimitero di famiglia sta scomparendo». Di qui il boom delle dispersioni delle ceneri nei centri sportivi, un boom che ha cambiato le imprese di pompe funebri. Riferisce Michael Nicodemus della Cremation association che il fenomeno è comune anche tra gli ex atleti, non soltanto i tifosi. Fanno eccezione la pallacanestro, le palestre e così via: “E’ impossibile in locali chiusi” afferma Nicodemus. Non che le richieste vengano regolarmente soddisfatte. In genere, le respingono le università con le più celebri squadre dilettantistiche. Rispondono inoltre di no anche grandi club. E’ rimasto celebre un incidente del 2005 a Philadelphia: quando le Eagles, la locale squadra di football americano gli chiuse le porte, un supertifoso di 44 anni, Christopher Noteboom, attese una partita e durante il suo svolgimento si avventò sul terreno di gioco gettandovi le ceneri materne.

STADIO BIS PER LE URNE - A Chicago, un imprenditore italo americano, Dennis Mascari, ha trovato un compromesso: ha comprato un terreno adiacente allo stadio, ne ha costruito una piccola replica, e vi ospita le urne dei tifosi. Come ricorda lo storico Kelly, altre nazioni hanno lo stesso problema. Qualcuna blocca subito i tifosi, come l’Inghilterra. Qualcun’altra corre ai ripari. Il Washington Post, che dedica un lungo articolo al fenomeno, ricorda il caso del Boca juniors in Argentina. A ogni goal, uno o più tifosi lanciavano le ceneri dei loro cari sul campo. Per porvi fine, nel 2007 il club aprì un cimitero per i tifosi in una località vicina.

Ennio Caretto
Corriere della sera 01 novembre 2009