DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

IL DECALOGO. IL BELLISSIMO FILM A EPISODI DI KRYSZTOF KIESLOWSKI. VIDEO E DOWNLOAD

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Sulla base di un'idea di Krysztof Piesiewicz, avvocato polacco e difensore di molti oppositori del regime, Kieslowski realizza dieci episodi, dieci film ognuno dei quali illustra uno dei Comandamenti attraverso altrettanti casi giudiziari. Sono casi che non vengono risolti con l'individuazione netta di un colpevole e di una vittima: il dubbio che permane testimonia che gli autori volontariamente non abbracciano una tesi laica o confessionale. Ogni episodio del Decalogo ha un cast differente, ma in quasi tutti, con l'eccezione del settimo e del decimo episodio, è presente la figura del "testimone silenzioso", un personaggio che non parla mai ma che assiste muto allo svolgimento delle vicende. Forse l'occhio di Dio? Forse la personificazione della coscienza? Forse un angelo? Il regista non ha mai rivelato il suo significato, né al pubblico né all'attore stesso.



Decalogo - 1 - Io sono il Signore Dio tuo


È la storia di padre e figlio, che affidano al "dio" computer non soltanto la soluzione dei loro problemi di lavoro e di studio, ma anche l'organizzazione della vita quotidiana. La vita, però, riserva delle sorprese che neanche un computer può provvedere.

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Decalogo - 2 - Non nominare il nome di Dio invano


È la storia di una donna, Dorata, in attesa di un figlio, frutto di una relazione con un uomo, mentre il marito, gravemente ammalato, è ricoverato in ospedale.

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Decalogo - 3 - Ricordati di santificare le feste

Domani è Natale: Janusz si prepara a trascorrere una serata felice e allegra con la moglie e i due figli. Sembra una normale, festosa vigilia quando una ex fiamma suona alla porta di casa.

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Decalogo - 4 - Onora il padre e la madre

Anka, una bella ragazza di vent'anni, orfana di madre, si accorge di essere ricambiata, innamorata del padre; in seguito trova una lettera con la rivelazione che Michael non è il suo vero genitore; la verità, aumenta il turbamento di entrambi, e i loro rapporti...

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Decalogo - 5 - Non uccidere

«Non uccidere» è la storia di un giovane inquieto, senza meta che uccide un tassista. Solo in questo momento particolarmente delicato, troverà qualcuno che si prenderà cura dei suoi problemi.

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Decalogo - 6 - Non commettere atti impuri

Tomek, un diciannovenne impiegato alle poste, spia con il binocolo Magda, trentenne inquilina del palazzo di fronte, bella, indipendente, sessualmente libera e disponibile. La controlla, la circuisce, ma scivola nella trappola della passione.

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Decalogo - 7 - Non rubare

Il "Furto" narrato nel film è assai particolare, "l'oggetto" rubato è una bambina contesa tra due madri: la madre naturale e la madre adottiva, tra di loro madre e figlia.

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Decalogo - 8 - Non dire falsa testimonianza

La coerenza assoluta porta, in alcuni casi, a problemi di coscienza che lasciano un segno indelebile nella nostra vita. È sempre un bene essere ligi alla propria linea di condotta o è meglio, tavolta, violentare la propria etica.

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Decalogo - 9 - Non desiderare la donna d'altri

«Non desiderare la donna d'altri», ha per protagonisti Roman e Hanka: lui con problemi sessuali, lei appare rassegnata a questo destino, ma ad insaputa del marito, intreccia una relazione con un giovane. Roman, di fronte alla realtà entra in crisi.

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Decalogo - 10 - Non desiderare la roba d'altri

«Non desiderare la roba d'altri» è una commedia che racconta la storia di due fratelli completamente diversi fra loro che hanno occasione di ritrovarsi per la morte del padre.

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Krzysztof Kieslowski [K.] era un illustre sconosciuto fuori dai confini polacchi fino al 1988 quando il Premio della Giuria del festival di Cannes coronò Breve film suIl' uccidere (girato nel 1987, durata 85'). Nel 1989 il Breve film sull'amore (1988, durata 57'), diffuso sotto l'insipiente titolo Non desiderare la donna d'altri, suscitò l'inatteso interesse delle nostre platee. Il Decalogo è l'evento culturale della stagione cinematografica: un modo di fare cinema nuovo e puro, un respiro morale di sorprendente attualità. Quest'opera insolita - dieci filni della durata media di un'ora - è lo sbocco provvisorio) di una ricerca lunga e accidentata. Nato a Varsavia il 27 giugno 1941, K. firma il suo primo saggio di regia alla Scuola Superiore di Cinema di Lodz (Tram^ay) nel 1966. Poi vengono una trentina di documentari: i suoi preferiti sono La fotografia (1968), Dalla città di Lodz (1969), Curriculum vitae (1975), L'ospedale (1976), Dal punto di vista del guardiano notturno (1977).
Il documentario è un'esperienza importante che non interrompe del tutto; l'ultimo l'ha realizzato nel 1988: «Secondo me il documentario è una forma d'arte superiore al film di finzione. Penso che la vita sia più intelligente di me, crea situazioni più interessanti di quelle che sono capace di inventare da solo». Verso la metà degli anni Settanta sente tuttavia il bisogno di passare al film a soggetto: i materiali di verità offerti dal documentario vengono salvati e valorizzati nell'azione e in una storia. K. si afferma presto, accanto, ad esempio, ad Agnieska Holland, tra i volti nuovi del «cinema dell'inquietudine morale»; così venne definita dalla critica polacca una serie di opere ambientate nella Polonia degli anni Settanta-Ottanta sul disagio delle giovani generazioni soffocate dall'ambiente sociale e in balia dell'amoralismo del potere. Questi cineasti, «figli del '68», facevano capo a due gruppi di produzione: «X» diretto daAndrzej Wajda e «Tor» daAndrzej Zanussi.
La cicatrice (Blizna, 1976) è il suo primo lungometraggio prodotto appunto dalla Tor. E' la storia di un industriale onesto che vuole fare il bene della gente impiantando una grande fabbrica di prodotti chimici; ma la popolazione si oppone, preferisce le sue attività tradizionali e si accontenta di condiziom di vita modeste. La cicatrice, cioè il dramma del protagonista, efficiente e idealista detentore del potere, nasce quando avverte che la felicità, di cui si ritiene l'artefice, non è quella desiderata dal popolo. Altri titoli sono: il cineamatore (Amator, 1979) - la crisi morale di un appassionato di cinema -; Il caso (Przypadek, 1981) - i capricci della casualità in tré varianti della vita di un giovane; Senza fine (Bez Konca, 1984), film duro e cupo in cui domina il fantasma di un avvocato, stroncato dall'infarto ali'inizio dello stato d'assedio imposto da Jaruzeiski, che ricompare e osserva l'avvilimento dei polacchi: «Eravamo tutti dei vinti e nessuno ne aveva coscienza». Avversato dal regime perché eversivo, il film di K., militante di Solidamosc venne bollato di filo-comunismo dall'opposizione e considerato blasfemo dai cattolici.
Seguono tré anni di inattività e poi riprende con Krzysztof Piesiewicz la collaborazione inaugurata in Senza fine e realizza - sempre con la casa di produzione di Zanussi - Breve film sull'uccidere (1987). È il via alla grande impresa del Decalogo. Alla domanda ricorrente nelle interviste: «Com'è nata l'idea del Decalogo?» il regista risponde sempre premettendo che non nasce da un bisogno religioso: ne lui ne il suo co-sceneggiatore, l'avvocato Krzysztof Piesiewicz, sono cattolici praticanti, «anche se questo non significa che non abbiamo niente a che fare con Dio». Appena terminato Breve film sull'uccidere - la cui versione televisiva abbreviata da 85 a 57' corrisponderà al quinto episodio - Piesiewicz riuscì a persuadere l'amico a mettere in cantiere una serie di film ispirati ai dieci comandamenti. Una sua vecchia idea; gli era venuta nel lontano 1982 davanti a un dipinto gotico trecentesco su legno raffigurante il «Decalogo» conservato nel Museo Nazionale di Varsavia. Le riprese iniziano nel marzo 1987 e la lavorazione prosegue per venti mesi e più, secondo un piano frammentario: arrivano fino a girare tré episodi in contemporanea e nel frattempo girano per il grande schermo Breve film sull'amore che in edizione ridotta (di 49') è il numero sei del Decalogo televisivo. Le scene dei due «brevi film» vengono girate due volte, nel presupposto che le esigenze spettacolari del cinema e della TV non coincidano: ma poi. in sede di montaggio, sequenze destinate alla versione televisiva finiscono nei film e viceversa. Tra i due film e i due episodi televisivi esistono quindi, oltre alla diversa durata, differenze nella struttura drammaturgica e visiva. In queste note prendiamo in esame l'edizione televisiva: il Decalogo presentato nel circuito cinematografico è per l'appunto costituito dai dieci film concepiti e realizzati per la TV. Comunque, se ha tuttora senso il dibattito su uno specifico televisivo contrapposto a quello cinematografico, questo kammerspielfilm è un saggio di una possibile perfetta equipollenza dei due linguaggi. Il regista e il suo collaboratore alla sceneggiatura partono da un'idea, se si vuole, discutibile ma precisa e decisiva per l'impostazione del lavoro: i comandamenti non sono affatto «le leggi fondamentali della religione cristiana», ma «dieci affermazioni ben concepite» in cui concordano tutti gli uomini «indipendentemente dal luogo, dalle tradizioni, dalla conoscenza o meno dei comandamenti». Il decalogo assume dunque un doppio profilo: è una «convenzione» universale sulla quale si modellano i rapporti morali, spirituali e psicologici tra le persone, e uno specchio in cui si riflette la verità ultima dell'uomo: «I comandamenti permettono di addentrarsi con una certa semplicità nell'intricata natura dell'animo umano. La vita è molto più complicata di quanto vogliono farci credere i preti: nessuno mette mai in discussione queste regole, però sono convinto - insiste K. - che a volte è necessario trasgredirle, e del resto questo accade tutti i giorni». Il loro Decalogo non vuole essere, e non è, una catechesi o una lezione morale: illustrazione del senso delle norme o dimostrazione della loro validità. I precetti sono un punto di partenza privilegiato per capire l'esistenza umana e descriverla. I dieci film non presentano «dieci leggi» ma «dieci storie». A scongiurare ogni equivoco in proposito avevano addirittura pensato a un titolo di questo genere «La storia della condizione umana ovvero sui dieci comandamenti».

Luigi Bini - Attualità Cinematografiche - Lettur