Il rischio per la società è la “privatizzazione delle relazioni familiari”
ROMA, mercoledì, 13 gennaio 2010 (ZENIT.org).- Dopo la riduzione del periodo tra separazione e divorzio da 5 a 3 anni, si torna ora a chiedere un'ulteriore abbreviamento dei tempi, arrivando a un anno o addirittura a sei mesi.
“Nella sostanza si vuole un divorzio cash and carry (...) trasformando sempre più la separazione legale a semplice e scomoda anticamera dello scioglimento del vincolo”, ha commentato a questo proposito Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari.
“Oggi come negli anni passati ribadiamo il nostro 'no' a scelte di questo genere”, ha spiegato.
“Non si tratta, ovviamente, di mettere i bastoni tra le ruote alle coppie che vogliono dividersi definitivamente o, addirittura, di assumere un ruolo punitivo nei loro confronti. Nel massimo della comprensione per la sofferenza che accompagna la rottura di un progetto di vita, crediamo che il valore sociale è la stabilità matrimoniale che inevitabilmente va in rotta di collisione con un concetto 'liquido' del matrimonio e delle responsabilità assunte nei confronti della società”.
“La privatizzazione delle relazioni familiari è il vero rischio che sta correndo la nostra società – ha sottolineato –: è evidente che le scelte personali sono e restano tali, ma è altrettanto evidente, oltre che costituzionale, che esse hanno implicazioni di primaria importanza per la società”.
Per questo, Belletti ha chiesto a nome del Forum “che il Parlamento, se di divorzio si deve occupare, non tenti di introdurre percorsi di 'facilitazione' alla rottura dei legami”, “ma costruisca finalmente una rete di servizi di protezione e prevenzione che abbia come obiettivo l’aiuto alle coppie in difficoltà a proseguire il loro cammino di famiglia”.
Nel frattempo, un primo esempio di “divorzio rapido” si è verificato a Firenze, dove due coniugi – lui spagnolo e lei fiorentina – hanno ottenuto il divorzio poco più di un anno dopo il matrimonio, avvenuto in Italia, senza passare quindi per la separazione triennale.
La coppia ha vissuto prevalentemente in Spagna, cosa che ha permesso agli avvocati della donna di chiedere al giudice di Firenze l’applicazione della legge sul “divorzio breve” entrata in vigore in Spagna nel 2005, che permette di chiedere lo scioglimento del matrimonio già tre mesi dopo le nozze e di ottenerlo in un periodo che oscilla tra i tre e i sei mesi.
Nel nostro Paese, il divorzio senza separazione è possibile solo in casi particolari, come la condanna di uno dei due coniugi all'ergastolo.