"Noi vescovi, dopo una triennale commissione di studio,
accogliamo Medjugorje come luogo di pellegrinaggio e
santuario. Questo vuol dire che non abbiamo nulla in
contrario se qualcuno onora la Madre di Dio in una
maniera che sia conforme all'insegnamento ed alla dottrina
della Chiesa... Pertanto proseguiremo gli studi... La Chiesa
non ha fretta.”
Medjugorje,
Sua Eminenza Card. Dr. Franjo Kuharic,
Arcivescovo di Zagabria
(Glas Koncila, 15 agosto 1993)
LA CONGREGAZIONE DELLA DOTTRINA DELLA FEDE SU MEDJUGORJE CONGREGATIO PRO DOCTRINA FIDEI Città del Vaticano, Palazzo del S. Uffizio Pr. N. 154/81.06419 26 maggio 1998 A Sua Eccellenza Mons. Gilbert Aubry vescovo di Saint-Denis de la Rèunion
Eccellenza, Con la lettera del 1 gennaio 1998 voi sottoponete a questo Dicastero diverse questioni concernenti la posizione della Santa Sede e del vescovo di Mostar, in riferimento alle cosidette "apparizioni" di Medjugorje, ai pellegrinaggi privati o alla cura pastorale dei fedeli che si recano in quel luogo. Al riguardo, considerando impossibile rispondere a ciascuna delle domande fatte da vostra Eccellenza, tengo anzitutto a precisare che non è norma della Santa Sede assumere, in prima istanza, una posizione propria diretta su supposti fenomeni sopranaturali.
Questo dicastero perciò che concerne la credibilità delle "apparizioni" in questione, si attiene semplicemente a ciò che è stato stabilito dai vescovi della ex-Jugoslavia nella dichiarazione di Zara del 10.04.1991: "Sulla base delle indagini finora condotto, non è possibile affermare che si tratti di apparizioni o di rivelazioni soprannaturali". Dopo la divisione della Jugoslavia in diverse nazioni indipendenti, spetterebbe ora ai membri della Conferenza Episcopale della Bosnia-Erzegovina riprendere eventualmente in esame la questione ed emettere, se il caso lo richiede, nuove dichiarazioni. Quello che Mons. Peric' ha affermato in una lettera al Segretario Generale di "Famille Chrètienne", cioè che "La mia convinzione e posizione non è solo Non consta della soprannaturalità ma ugualmente quella di consta della non soprannaturalità delle apparizioni o rivelazioni di Medjugorje" deve essere considerata espressione di una convinzione personale del Vescovo di Mostar, il quale, in quanto ordinario del luogo, ha tuttti i diritti di esprimere ciò che è e rimane un suo parere personale.
In fine, per quanto concerne i pellegrinaggi a Medjugorje che si svolgono in maniera privata, questa Congregazione ritiene che sono permessi a condizione che non siano considerati come una autenticazione degli avvenimenti in corso e che richiedono ancora un esame da parte della Chiesa.
Mons. Tarcisio Bertone (Segretario della Congregazione presieduta dal Card. Ratzinger)
Ne consegue dunque che: 1. Le dichiarazioni del vescovo di Mostar riflettono solo la sua oppinione personale. Di conseguenza esse non sono un giudizio definitivo e ufficiale della Chiesa. 2. Tutto è rinviato alla dichiarazione di Zara, che lascia la porta aperta a future indagini. Nel frattempo essa permette i pellegrinaggi privati con accompagnamento pastorale dei fedeli. 3. Una nuova Commissione verrà senza dubbio nominata. 4. Nel frattempo tutti i pellegrini cattolici possono recarsi a Medjugorje.
Non possiamo che rendere grazie per un chiarimento così atteso.
P. Daniel Ange
Il commento del cardinale Schönborn
«La lettera dell'arcivescovo Bertone al vescovo di Le Reunion, chiarisce a sufficienza quella che è sempre stata la posizione ufficiale della gerarchia in questi ultimi anni riguardo a Medjugorje: e cioè, che essa, come si sa, lascia la questione irrisolta. Il carattere soprannaturale non è stabilito;
tali furono le parole usate dalla conferenza dei vescovi della Yugoslavia a Zandar nel 1991. Questa espressione, come noto, lascia il problema in sospeso. Non viene detto che il carattere soprannaturale è, in sostanza, riconosciuto; d'altra parte, non viene negato, né ritenuto poco credibile, che il fenomeno possa essere di carattere soprannaturale.
Ovviamente, il magistero della Chiesa, non si dichiara in maniera definitiva se i fenomeni, apparizioni o altri tipi di manifestazioni, sono ancora in corso di attuazione. Tuttavia, è compito dei pastori incoraggiare ciò che sta nascendo, sostenere i frutti che stanno maturando, proteggerli, se necessario, dai pericoli che sempre e dovunque è possibile trovare.
È anche necessario, a Lourdes, assicurarsi che il dono autentico di Lourdes non venga soffocato da sviluppi inopportuni. Neanche Medjugorje è invulnerabile. Ecco perché è, e sarà davvero importante, che i vescovi, anche pubblicamente, prendano sotto la loro protezione il pronunciamento pastorale di Medjugorje così che gli evidenti frutti che in tal luogo si verificano, possano essere protetti da un tipo di sviluppo improprio.
Io credo che le parole di Maria a Cana: "Fate quello che Egli vi dirà", riassumano l'essenza di ciò
che Ella ci dice attraverso i secoli. Maria ci aiuta ad ascoltare Gesù; Ella desidera con tutto il suo
Cuore e con tutta la sua forza che noi facciamo ciò che Egli ci dice di fare. Questo è ciò che io mi
auguro per tutti i gruppi di preghiera che si sono formati grazie a Medjugorje; questo è ciò che io auspico per la nostra diocesi e per tutta la Chiesa.
Personalmente, non sono ancora mai stato a Medjugorje; ma in un certo senso, posso dire di esserci stato attraverso le persone che conosco, o coloro che ho incontrato, che sono stati a Medjugorje. E, nelle vite di costoro, io vedo dei buoni frutti. Sarei un bugiardo se negassi l'esistenza di questi frutti.
Tali frutti sono tangibili, evidenti. E nella nostra diocesi, come in molti altri posti, posso constatare grazie di conversione, grazie di vita o di fede soprannaturale, di vocazioni, di guarigioni, di riscoperta dei Sacramenti, di confessioni. Tali fatti non possono indurre in errore. Per questo motivo, dico che tali frutti mi permettono, come vescovo, di esprimere un giudizio morale. E se, come Gesù ha detto, dobbiamo giudicare un albero dai suoi frutti, mi sento obbligato a dire che quest'albero è buono».
† Card. Christoph Schonborn,
arcivescovo di Vienna
SINTESI FINALE:
1. La dichiarazione di Zara è e rimane l'unica dichiarazione ufficiale della Chiesa sugli avvenimenti di Medjugorje. 2. Tutte le successive dichiarazioni della Santa Sede fanno riferimento alla suddetta Dichiarazione. 3. La posizione del Vescovo di Mostar, monsignor Ratko Peric deve essere considerata un'opinione personale. 4. Il giudizio definitivo sulla soprannaturalità delle apparizioni e delle rivelazioni è ancora aperto. Gli avvenimenti sono ancora in corso e richiedono un approfondimento da parte della Chiesa. 5. Le direttive «liturgico-pastorali» previste dalla Dichiarazione di Zara non sono state ancora formalizzate.
6. La prevista commissione di ricerca sugli avvenimenti di Medjugorje non risulta ancora ufficialmente costituita.
7. Al termine della conferenza dei vescovi della Bosnia d'inizio luglio 2006 il Presidente Cardinal Vinko Puljic ha dichiarato a sorpresa – dal momento che il caso Medjugorje non era all'ordine del giorno – che ci sarà una nuova commissione internazionale (divisa in due sottocommissioni con specifici compiti), nominata non dalla conferenza episcopale locale ma direttamente dalla Congregazione per Dottrina della Fede. 8. I pellegrinaggi a Medjugorje sono consentiti, a condizione che non siano considerati come un riconoscimento di avvenimenti che sono ancora in corso e che richiedono un approfondimento da parte della Chiesa. La Chiesa non vieta ai sacerdoti di accompagnarli.
MEDJUGORJE: UN DIBATTITO TUTT'ORA APERTO
L'OPINIONE DI MONS. FRANIĆ
– Monsignor Frane Franić, vescovo di Spalato, uomo di grande fede e autorevolezza, fin dall'inizio ha riconosciuto a Medjugorje la mano di Dio. Il 7 agosto 1993, dopo essersi ritirato in pensione, rilascia un'intervista impressionante alla rivista austriaca "Gebetsaktion Marie Reine de la Paix" (n. 30) che chiama a fare con lui mea culpa i suoi stessi confratelli: «Noi, Croati di Croazia e di Bosnia-Erzegovina, non abbiamo accolto sufficientemente l'avvertimento di Nostra Signora di Medjugorje. Abbiamo perfino sentito dire: "Medjugorje è la più grande menzogna della storia della Chiesa".
Il Vescovo Žanić di Mostar vi fu oppositore senza tregua. In sostanza i vescovi lo hanno seguito, tollerando Medjugorje come luogo di preghiera. Nell'ultima dichiarazione del 25 maggio 1991, un mese prima della guerra, essi hanno dichiarato la loro intenzione di aiutare i pellegrini del mondo intero... E tuttavia hanno ripetuto che, fino a quel momento, essi non avevano trovato nulla di sovrannaturale, e che la Commissione doveva continuare le sue ricerche.
Io non so cosa si aspettasse ancora la Commissione, dopo tanti miracoli esaminati da scienziati, e tante conversioni nel mondo intero. Tutto ciò non è stato sufficiente a noi vescovi. Se essi avessero incoraggiato il popolo: "In piedi, andiamo a Medjugorje!", forse la gente vi sarebbe andata in misura ancora maggiore, essi avrebbero ascoltato le parole della Vergine. Il movimento di conversione si sarebbe amplificato. Ma fino a questo giorno essi non hanno riconosciuto la voce della Madre di Dio che ci propone la pace, e dice che Ella stessa, con le nostre preghiere, combatterà per la pace.
Quando il primo accordo fra Musulmani e Croati a Medjugorje fu firmato, io pensai che fosse stato un miracolo della Regina della Pace, ma l'accordo è rimasto senza seguito. Purtuttavia, Medjugorje non è finito, il messaggio continua. Soltanto noi, Croati, non l'abbiamo sufficientemente seguito; i vescovi ostacolano, e nessuno ha mai detto: "Andiamo, è la voce della Madre di Dio". E tuttavia il Papa, nel corso di una udienza, ha detto ai vescovi di rivolgersi alla Regina della Pace. Essi hanno annuito, ma si sono indirizzati a un luogo vicino a Zagabria, dedicato alla Regina della Pace. All'appello di Medjugorje essi hanno preferito un altro dei nostri santuari.
Gesù non può essere contento quando sua Madre viene tra noi e nessun vescovo la riconosce, mentre per dodici anni si compiono dei miracoli ed essi dicono: non vi è nulla!». A questo punto l'intervistatore domanda: «Monsignor Perić, attuale vescovo di Mostar, ha dichiarato: "Per me il voto di 20 vescovi ha più valore di tutte le testimonianze e l'entusiasmo di 20 milioni di fedeli"». La risposta di monsignor Franić è: «Per me è il contrario, genti del mondo intero e perfino il Papa, sono per Medjugorje. Io credo che non sia bene opporsi così al popolo. Il "discernimento dei fedeli", quello esiste, anche secondo la stessa teologia».
Mons. Frane Franić
1. L'intervista al Card. José Saraiva Martins
15/06/2007 – Intervistato in merito a Medjugorje per il programma televisivo "Enigma" condotto dal Corrado Augias su RaiTre e trasmesso il 15 giugno 2007, il Card. José Saraiva Martins così ha risposto: «Tutto ciò che aiuta e promuove la religiosità popolare è benvenuto. Lo stesso Paolo VI disse più di una volta che la religiosità popolare va sostenuta e va certamente purificata da molti elementi che magari attraverso il tempo si sono inseriti nelle rivelazioni private. Le rivelazioni private possono veramente essere un mezzo di evangelizzazione: non dobbiamo aver paura della religiosità popolare. Dobbiamo piuttosto aver paura della superstizione, che è tutto il contrario della religiosità popolare».
2. Chiarimento sull'intervento televisivo del Card. Bertone
29/08/2007 – Riportiamo qui di seguito la domanda posta dal vaticanista Andrea Tornielli e tratta da una intervista pubblicata su "Il Giornale" del 29 agosto 2006 in merito ad un intervento che il Card. Bertone fece nel corso di una trasmissione televisiva su RaiUno del 17 febbraio 2005. In quell'intervento televisivo il cardinale invitò i fedeli ad un atteggiamento prudenziale nei confronti di Medjugorje. Tale fatto venne però riportato in forma polemica su un importante quotidiano italiano come si trattasse di una "bocciatura" senza appello del caso Medjugorje da parte dell'allora segretario per la Dottrina della Fede. In quell'articolo – tra le varie imprecisioni – il giornalista non esitò a riportare alcuni interventi tratti da un newsgroup cattolico come se fossero email dirette alla Curia di Genova. L'intervista completa è disponibile sul sito de "Il Giornale". • Negli anni trascorsi all'ex Sant'Uffizio lei si è occupato anche del caso Medjugorje e delle lacrimazioni di Civitavecchia. I seguaci di questi fenomeni devono aspettarsi inasprimenti? BERTONE – «Quando sono intervenuto, l'ho fatto per il ruolo che ricoprivo, nel rispetto di tutti i devoti della Madonna, tra i quali ci sono anch'io. Ho preso posizione su alcune esagerazioni, richiamando la necessità di non dare più valore a certe rivelazioni private che alla parola di Dio e alla vita sacramentale vissuta nella Chiesa. Ma vorrei tranquillizzare tutti: la mia nomina non porterà alcun inasprimento. Tra l'altro, il ruolo del Segretario di Stato è molto diverso».
3. L'allora Card. Ratzinger su Medjugorje
Se di Giovanni Paolo II si dice che fosse tacitamente favorevole alle apparizioni a Medjugorje, qual è l'atteggiamento di Benedetto XII? Esiste una posizione chiara dell'attuale pontefice contenuta in un capitolo del noto "Rapporto sulla fede", volume che racchiude l'intervista che lo scrittore cattolico Vittorio Messori ebbe nel 1984 con l'allora card. Joseph Ratzinger. Eccone alcuni brevi stralci. Il noto volume scritto da J. Ratzinger con V. Messori contiene anche alcune pagine dedicate a Medjugorje il Cardinale José Saraiva Martins intervistato da Rai Tre MESSORI – Restando in tema, è ben noto che da anni, ormai, un villaggio della Jugoslavia, Medjugorie, è al centro dell'attenzione mondiale per il rinnovarsi di apparizioni che – vere o presunte che siano – hanno già richiamato milioni di pellegrini ma hanno provocato anche dolorose polemiche tra i francescani che reggono la parrocchia e il vescovo della diocesi locale. È prevedibile un intervento chiarificatore della Congregazione per la dottrina della fede, suprema istanza in materia, naturalmente con quell'approvazione del Papa indispensabile per ogni suo documento?
RATZINGER – In questo campo, più che mai, la pazienza è un elemento fondamentale della politica della nostra Congregazione. Nessuna apparizione è indispensabile alla fede, la Rivelazione è terminata con Gesù Cristo, Egli stesso è la Rivelazione. Ma non possiamo certo impedire a Dio di parlare a questo nostro tempo, attraverso persone semplici e anche per mezzo di segni straordinari che denuncino l'insufficienza delle culture che ci dominano, marchiate di razionalismo e di positivismo. Le apparizioni che la Chiesa ha approvato ufficialmente –
innanzitutto Lourdes e ancora Fatima – hanno un loro posto preciso nello sviluppo della vita della Chiesa nell'ultimo secolo. Mostrano tra l'altro che la Rivelazione – pur essendo unica, conchiusa e dunque non superabile – non è cosa morta, è viva e vitale. Del resto – al di là di Medjugorje, sul quale non posso esprimere alcun giudizio, il caso essendo ancora sotto esame da parte della Congregazione – uno dei segni del nostro tempo è che le segnalazioni di "apparizioni" mariane si stanno moltiplicando nel mondo. Anche dall'Africa, ad esempio e da altri continenti, giungono rapporti alla nostra sezione competente. [in particolar modo le apparizioni a Kibeho, in Rwanda, in seguito approvate dal vescovo locale, A.G.] (...) Uno dei nostri criteri è separare l'aspetto della vera o presunta "soprannaturalità" dell'apparizione da quello dei suoi frutti spirituali. I pellegrinaggi della cristianità antica si dirigevano verso luoghi a proposito dei quali il nostro spirito critico di moderni sarebbe talvolta perplesso quanto alla "verità scientifica" della tradizione che vi è legata. Ciò non toglie che quei pellegrinaggi fossero fruttuosi, benefici, importanti per la vita del popolo cristiano. Il problema non è tanto quello della ipercritica moderna (che finisce poi, tra l'altro, in una forma di nuova credulità) ma è quello della valutazione della vitalità e dell'ortodossia della vita religiosa che si sviluppa attorno a questi luoghi.
MESSORI – Riconosciuti o no che siano, i "messaggi delle apparizioni mariane" fanno problema anche perché sembrano andare in una direzione poco omogenea a certa "spiritualità post-conciliare". RATZINGER – Ribadisco che non amo i termini pre o post-conciliare; accettarli significherebbe accettare l'idea di una frattura nella storia della Chiesa. Nelle "apparizioni" c'è spesso un coinvolgimento del corpo (segni di croce, acqua benedetta, appello al digiuno), ma tutto questo è in pieno nella linea del Vaticano II che ha insistito per l'unità dell'uomo, dunque per l'incarnazione dello Spirito nella carne.
MESSORI – Quel digiuno al quale accenna sembra essere addirittura in una posizione centrale per molti di quei "messaggi".
RATZINGER – Digiunare significa accettare un aspetto essenziale della vita cristiana. Occorre ritrovare l'aspetto anche corporale della fede: l'astensione dal cibo è uno di questi aspetti. Sessualità e nutrimento sono gli elementi centrali della fisicità dell'uomo: ora, al declino della comprensione della verginità ha corrisposto il declino della comprensione del digiuno. E questi due declini sono entrambi legati a una sola radice: l'attuale oscuramento della tensione escatologica, cioè verso la vita eterna, della fede cristiana. Essere vergini e saper periodicamente rinunciare al cibo è testimoniare che la vita eterna ci attende, anzi è già tra noi, che "la scena di questo mondo passa" (1 Cor 7,3 1). Senza verginità e senza digiuno la Chiesa non è più Chiesa, si appiattisce nella storia. E per questo dobbiamo :guardare come a un esempio ai fratelli delle Chiese ortodosse dell'Oriente, grandi maestre – anche oggi – di autentico ascetismo cristiano. (...)
4. Il Card. Schonborn: "Dove c'è Maria la Chiesa si rinnova"
Articolo tratto dall'"Eco di Maria" nr.144
In una intervista a Lourdes l'arcivescovo di Vienna ha affermato: "Nei santuari mariani si prova ciò che rende la Chiesa viva: si ha la sensazione che Dio è vicino e non in maniera astratta, ma proprio concreta e reale, grazie a Maria che, come nessun altro rappresenta la vicinanza del cielo alla terra". Interrogato su Medjugorje, che è molto presente in Austria, egli ha detto: "Non sono ancora stato a Medjugorje, ma in un certo senso ci sono stato molte volte, grazie a coloro che ci sono stati e nella cui vita vedo molti frutti. Mentirei se dicessi diversamente. Questi frutti sono ben evidenti e concreti. Nella nostra diocesi e in molti altri luoghi assisto alla grazia della conversione, della vita soprannaturale nella fede, della grazia della gioia, della vocazione, della salvezza, della riscoperta dei sacramenti, della confessione, tutto ciò non è un inganno. Pertanto
posso dire che i criteri che ho, come vescovo, sono i frutti e, se si deve giudicare l'albero dai frutti, si tratta proprio di un albero buono".
All'osservazione che dagli avvenimenti di Medjugorje sono sorte varie comunità, tra cui Kraljice Mira e Lamm in Austria, gli è stato chiesto se tutto questo può condurre a nuove prospettive per il futuro della Chiesa. "Certo – ha risposto – credo che Maria agisca sin dall'inizio nel silenzio, ma in maniera molto efficace. L'uomo presta meno attenzione alle 'piazze', raramente viene toccato dalle discussioni, anche se il dialogo ci deve essere, ma tutto ciò non basta, né per la vita personale, né per quella della comunità. E in Maria la Chiesa è sempre personale, poiché non è una grande istituzione, né un grande sistema teologico, ma è percepibile, comprensibile solo nella sua maternità, nella sua verginità, nella sua bellezza e nella sua infinita gentilezza. Soprattutto nei luoghi mariani ci si rende conto che la Chiesa non è innanzitutto un'istituzione, come la si definisce tanto negativamente, ma è la sposa di Cristo, per la quale Cristo ha donato la vita: è meravigliosa ed è la madre di tutti gli uomini. E tutto ciò si trova in Maria. Per questo Maria è presente ovunque la Chiesa si rinnovi e dove c'è Maria, la Chiesa si rinnova. Non è un caso che le comunità, che sorgono dalla Chiesa, sono legate nella maggior parte dei casi a Maria e ai suoi luoghi di grazia".
Interrogato sull'atteggiamento di rifiuto da parte di certi vescovi per Medjugorje, che pure è un frutto di grazia mondiale, e poi se l'ultimo documento del Vaticano al vescovo de La Réunion sia una risposta soddisfacente (26 maggio 1998), egli ha risposto: "La lettera del segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede chiarisce in maniera amichevole quello che negli ultimi anni è sempre stato l'atteggiamento ufficiale della Chiesa su Medjugorje e cioè che la questione viene lasciata consapevolmente aperta... Non si nega né si esclude che i fenomeni possano avere un carattere soprannaturale. Certamente la Chiesa non si esprimerà definitivamente finché i fenomeni continueranno sotto forma di apparizioni o di eventi simili, ma il compito dei pastori è quello di promuovere ciò che cresce, ciò che mostra dei frutti, di proteggerlo, se necessario, anche dai pericoli che naturalmente sono ovunque. Anche a Lourdes bisogna sempre preoccuparsi di evitare che il dono originario non sia soffocato da sviluppi errati. E anche Medjugorje non ne è immune. Pertanto è o sarebbe importante che anche i vescovi dedichino consapevolmente le proprie attenzioni pastorali a Medjugorje affinché quelli che sono i frutti evidenti siano protetti da sviluppi errati".
5. Intervista al teologo René Laurentin
26/05/2004 - Il quotidiano cattolico "Avvenire" intervista padre René Laurentin, teologo francese considerato un'autorità in materia di mariologia. È stato perito al Concilio Vaticano II e membro della Commissione teologica internazionale. Buona parte della sua attività di studio l'ha dedicata al fenomeno delle apparizioni: solamente i suoi lavori scientifici su Lourdes oltrepassano i trenta titoli. Il suo sogno è quello di completare prima di morire un grande dizionario delle apparizioni. Su Medjugorje ha attualmente dedicato oltre 10 titoli. Ecco uno stralcio dell'intervista:
• Lei ha dedicato ben 20 volumi a Medjugorie. Qual è, al riguardo, la sua posizione? «Sono tenuto al riserbo, a seguito di alcune disposizioni che mi sono state date. Non ho mai detto che la Madonna è realmente apparsa. Ho invece certificato una serie di segni positivi e negativi (come per Lourdes, del resto). E tra i segni positivi ci sono senz'altro le liturgie che ci sono a Medjugorie con un seguito davvero straordinario di confessioni e di conversioni». • Da che cosa bisogna stare in guardia?
«Dalla religione delle apparizioni. Ci sono fedeli che credono solo a questi fenomeni straordinari, tanto da assecondare perfino il turismo delle apparizioni. Ci vuole discernimento. Anzitutto da parte dei veggenti, che talvolta confondono la comunicazione che ricevono con il proprio pensiero. Ho sentito alcuni di loro affermare: dico quello che Dio mi ha detto di comunicare. Ma è una comunicazione che può essere filtrata».
• Con il rischio, talvolta, della deviazione?
«Sì. Dipende, appunto, dal veggente. Nelle mie ricerche non ho trovato molti casi di fanatismo, contrariamente a quanto si usa credere. Ho riscontrato, invece, il pericolo di deviazioni, soprattutto quando interviene l'abitudine. Un veggente non può sostenere: ricevo la luce da Dio e quindi ho la verità assoluta. No, deve anche lui discernere, magari facendosi aiutare. L'ispirazione personale può incrociare quella soprannaturale, compresa, a volte, quella diabolica. Quindi è necessaria molta prudenza. Lo raccomando in continuazione ai tanti veggenti che conosco: fate attenzione, perché nelle apparizioni che ricevete ci possono essere tanti limiti. La maggioranza di loro mi ascolta e discerne quotidianamente».
• Il primo criterio del discernimento?
«Non c'è dubbio: la conformità alla dottrina di quanto avviene nell'apparizione». •Come spiega l'interesse crescente per le apparizioni mariane? E questo interesse si trasforma in autentica devozione mariana?
«Quando una persone rischia l'asfissia ha bisogno di ossigeno per ritornare alla vita. La vita di fede oggi è asfissiata dal materialismo ideologico e da quello economico. L'ossigeno di cui ha bisogno è rappresentato anche da questi "segni". Ribadisco, ci vuole discernimento. Ma se si usa la testa, la devozione mariana sarà davvero autentica».
Il teologo e mariologo
Padre René Laurentin
6. L'intervista a mons. Hnilica
Quella che segue è l'intervista che nell’ottobre 2004 la giornalista Marie Czernin fece a mons. Paolo Hnilica, gesuita e vescovo di Rusado, nonché esperto conoscitore dei fenomeni mistici della Chiesa e stretto amico di Giovanni Paolo II.
Questa intervista è stata condotta per il Mensile Cattolico Tedesco PUR (Politik und Religion) ed è stata pubblicata nel dicembre 2004.
La traduzione dal Tedesco è di Christine Badde.
EDITORIALE. Abbiamo avuto qualche dubbio sul realizzare questa intervista, perché tutta la questione di Medjugorje è un po’ controversa.
Ma ci siamo decisi a farla, perché desideriamo che i nostri lettori siano coscienti di tutto ciò che si dice nel mondo e, in questo caso, in Germania. Siamo convinti che le parole del Vescovo Hnilica, riportate totalmente, saranno interessanti per i nostri lettori. Esse parlano da sole. Questo articolo non presenta una “voce a favore di Medjugorje” da parte del nostro giornale. Ma dimostrano la decisione di dare ai nostri lettori informazioni concrete su ciò che gli uomini vicini al Papa dicono, o riportano come detto da altri, sulle apparizioni di Medjugorje e i loro frutti. Questo articolo prosegue due precedenti articoli su Medjugorje pubblicati in Ottobre sul giornale della Conferenza Episcopale Italiana “Avvenire” che si pongono in modo positivo su Medjugorje. Uno di questi due articoli riferisce come le forze italiane dell’Onu, dislocate a Sarajevo, si siano recate in pellegrinaggio a Medjugorje per ringraziare la Regina della Pace per la protezione nel tempo della missione di pace in Bosnia. Il secondo articolo, pubblicato il 15/10 da Alessandro Fo, Professore di Lingua Latina all’Università di Siena, riferisce la sua conversione come frutto di un pellegrinaggio a Medjugorje. Il fatto che il giornale italiano della Conferenza Episcopale Italiana dia così tanto spazio è molto interessante per noi. Per questo abbiamo inviato Marie Czernin a domandare al Vescovo Pavao Hnilica – vecchio amico del Papa, che ha vissuto a Roma dal 1950, quando lasciò la Slovacchia – se il Papa avesse mai fatto qualche commento su Medjugorje e se sì, in che modo.
• Vescovo Hnilica, Lei ha trascorso molto tempo vicino a papa Giovanni Paolo II ed ha potuto condividere con Lui anche momenti molto personali. Ha avuto occasione di parlare con il papa degli avvenimenti di Medjugorje?
«Quando nel 1984 feci visita al Santo Padre a Castel Gandolfo e pranzai con Lui, gli raccontai della consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria, che avevo potuto compiere il 24 marzo di quello stesso anno in modo del tutto insperato, nella Cattedrale dell’Assunzione nel Cremlino di Mosca, così come la Madonna aveva chiesto a Fatima. Egli ne rimase molto colpito e disse: “La Madonna ti ha guidato fin lì con la Sua mano”, ed io risposi: ”No, Santo Padre, mi ci ha portato in braccio!”. Poi mi chiese che cosa pensassi di Medjugorje e se vi ero già stato. Risposi: “No. Il Vaticano non me l’ha proibito, ma me l’ha sconsigliato”. Al che il Papa mi guardò con sguardo risoluto e disse: “Va' in incognito a Medjugorje, così come sei andato a Mosca. Chi te lo può vietare?”. In questo modo il Papa non mi aveva ufficialmente permesso di andarci, ma aveva trovato una soluzione. Poi il Papa andò nel Suo studio e prese un libro su Medjugorje di René Laurentin. Cominciò a leggermene qualche pagina e mi fece notare che i messaggi di Medjugorje sono in relazione con quelli di Fatima: “Vedi, Medjugorje è la prosecuzione del messaggio di Fatima”. Andai tre o quattro volte in incognito a Medjugorje, ma poi l’allora vescovo di Mostar-Duvno, Pavao Zanic, mi scrisse una lettera nella quale mi intimava di non andare più a Medjugorje, altrimenti avrebbe scritto al papa. Qualcuno l’aveva evidentemente informato dei miei soggiorni, ma non dovevo certo avere paura del Santo Padre».
Mons. Paolo Maria Hnilica.
• In seguito ha avuto un’altra possibilità di parlare di Medjugorje con il papa?
«Sì, la seconda volta che abbiamo parlato di Medjugorje – me lo ricordo bene – è stato il 1° agosto 1988. Una commissione medica di Milano, che allora aveva esaminato i veggenti, venne dal Papa a Castel Gandolfo. Uno dei medici fece notare che il vescovo della diocesi di Mostar creava delle difficoltà. Allora il Papa disse: “Dato che è il vescovo della regione, dovete ascoltarlo”, e, diventato subito serio, aggiunse: “Ma dovrà rendere conto davanti alla legge di Dio di aver gestito la cosa nel modo giusto”. Il Papa rimase un momento pensieroso e poi disse: “Oggi il mondo sta perdendo il senso del soprannaturale, cioè il senso di Dio. Ma molti ritrovano questo significato a Medjugorje attraverso la preghiera, il digiuno e i sacramenti.” È stata la testimonianza più bella ed esplicita per Medjugorje. Ne rimasi colpito perché la commissione che aveva esaminato i veggenti dichiarò allora: Non constat de supernaturalitate. Al contrario il Papa aveva da tempo capito che a Medjugorje accadeva qualcosa di soprannaturale. Dai più svariati racconti di altre persone sugli avvenimenti di Medjugorje, il Papa si era potuto convincere che in questo luogo si incontra Dio».
• Non è possibile che molto di quello che accade a Medjugorje sia stato invece inventato di sana pianta e che prima o poi risulterà che il mondo è caduto in un grosso imbroglio? «Alcuni anni fa, a Marienfried si è svolto un grande incontro di giovani a cui sono stato invitato anche io. Allora un giornalista mi chiese: “Signor vescovo, non pensa che tutto ciò che avviene a Medjugorje abbia origine dal diavolo?”. Gli risposi: “Sono un gesuita. Sant’Ignazio ci ha insegnato che bisogna distinguere gli spiriti e che ogni evento può avere tre cause o ragioni: umana, divina o diabolica”. Alla fine ha dovuto acconsentire che tutto ciò che accade a Medjugorje non è spiegabile da un punto di vista umano, ossia che giovani del tutto normali attirino in questo luogo migliaia di persone che accorrono qui ogni anno per riconciliarsi con Dio. Intanto Medjugorje viene chiamata il confessionale del mondo: né a Lourdes né a Fatima si verifica il fenomeno di così tante persone che si confessano. Che cosa accade in un confessionale? Il sacerdote libera i peccatori dal demonio. Ho risposto allora al giornalista: “Certamente il demonio è riuscito a fare molte cose, ma una cosa non può sicuramente fare. Può il demonio mandare le persone al confessionale per liberarle da sé stesso?”. Allora il giornalista si mise a ridere e capì che cosa volevo dire. L’unica ragione rimane dunque Dio! In seguito ho riferito anche al Santo Padre questa conversazione».
• Come si può riassumere in un paio di frasi il Messaggi di Medjugorje? Che cosa distingue questi Messaggi da quelli di Lourdes o di Fatima?
«In tutti e tre questi luoghi di pellegrinaggio, la Madonna invita alla penitenza, al pentimento e alla preghiera. In questo i messaggi dei tre luoghi di apparizione si somigliano. La differenza è
che i Messaggi di Medjugorje durano da 24 anni. Questa continuità intensa di apparizioni soprannaturali non è diminuita negli ultimi anni, tanto che sempre più intellettuali si convertono in questo luogo».
• Per alcune persone i Messaggi di Medjugorje non sono degni di fede perché poi è scoppiata la guerra. Dunque non luogo di pace, ma di lite?
«Quando nel 1991 (esattamente 10 anni dopo il primo Messaggio: “Pace, pace e solo pace!”) scoppiò la guerra in Bosnia Erzegovina, ero di nuovo a pranzo con il papa ed egli mi chiese: “Come si spiegano le apparizioni di Medjugorje, se ora in Bosnia c’è la guerra?”. La guerra è stata veramente una brutta cosa. Perciò dissi al papa: “Eppure ora sta accadendo la stessa cosa che accadde a Fatima. Se allora avessimo consacrato la Russia al Cuore Immacolato di Maria, si sarebbe potuta evitare la Seconda Guerra Mondiale, ed anche la diffusione del comunismo e dell’ateismo. Proprio dopo che Lei, Santo Padre, ebbe compiuto questa consacrazione nel 1984, in Russia ci furono grandi cambiamenti, attraverso i quali iniziò la caduta del comunismo. Anche a Medjugorje, all’inizio, la Madonna avvertì che sarebbero scoppiate delle guerre se non ci fossimo convertiti, ma nessuno prese sul serio questi Messaggi. Questo significa che se i vescovi della ex-Jugoslavia avessero preso sul serio i Messaggi naturalmente non possono ancora concedere un riconoscimento definitivo della Chiesa, dato che le apparizioni sono ancora in corso forse non si sarebbe arrivati a questo punto”. Allora il Papa mi disse: “Dunque il vescovo Hnilica è convinto che la mia consacrazione al Cuore Immacolato di Maria sia stata valida?”, ed io risposi: “Certamente è stata valida, il punto è solo quanti vescovi abbiano compiuto questa consacrazione in comunione (in unione) con il papa”».
• Torniamo di nuovo a papa Giovanni Paolo II e alla sua speciale missione...
«Sì. Alcuni anni fa, quando il Papa era già di salute malferma e cominciava a camminare col bastone, gli raccontai di nuovo della Russia durante un pranzo. Poi si appoggiò al mio braccio, affinché lo accompagnassi all’ascensore. Era già molto tremolante e ripette per cinque volte con voce solenne le parole della Madonna di Fatima: “Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà”. Il Papa sentiva davvero di avere questo grande compito per la Russia. Anche allora sottolineò che Medjugorje non è altro che la continuazione di Fatima e che dobbiamo riscoprire il significato di Fatima. La Madonna ci vuole educare alla preghiera, alla penitenza e ad una maggiore fede. È comprensibile che una madre si preoccupi dei suoi figli che sono in pericolo, e così fa anche la Madonna a Medjugorje. Ho anche spiegato al Papa che oggi il più grande movimento mariano parte da Medjugorje. Dovunque ci sono gruppi di preghiera che si riuniscono nello spirito di Medjugorje. Ed egli l’ha confermato. Perché ci sono meno famiglie sante. Anche il matrimonio è una grande vocazione».
• Alcuni si meravigliano che nessuno dei veggenti di Medjugorje, una volta cresciuti, sia entrato in convento o si sia fatto prete. Questo fatto può essere interpretato come un segno del nostro tempo?
«Sì, lo vedo in modo molto positivo, perché possiamo vedere che questi uomini che la Madonna ha scelto sono semplici strumenti di Dio. Non sono loro gli autori che hanno escogitato tutto, ma sono collaboratori di un più vasto progetto divino. Da soli non ne avrebbero la forza. Oggi è particolarmente necessario che la vita dei laici si rinnovi. Ci sono, ad esempio, anche delle famiglie che vivono questa consacrazione alla Madonna, non solo suore o sacerdoti. Dio ci lascia la libertà. Oggi dobbiamo dare nel mondo una testimonianza: forse nel passato tali limpide testimonianze si trovavano maggiormente nei conventi, ma oggi abbiamo bisogno di questi segni anche nel mondo. Ora è soprattutto la famiglia a doversi rinnovare, poiché la famiglia oggi si trova in una profonda crisi. Non possiamo conoscere tutti i piani di Dio, ma sicuramente oggi dobbiamo santificare la famiglia. Perché ci sono meno vocazioni?».
• Che cosa pensano oggi di Medjugorje i suoi colleghi vescovi?
«Marija Pavlovic-Lunetti, una delle veggenti che riceve ancora messaggi dalla Madonna, una volta davanti a me ha pianto, perché aveva sentito che alcuni vescovi mettono in dubbio l’autenticità dei Messaggi. L’allora vescovo di Mostar, Pavao Zanic, l’aveva perfino definita una
bugiarda. La mia risposta al vescovo di Mostar fu: “Lei si sbaglia. Pensi soltanto a come si comportano normalmente i ragazzi in una grande famiglia. Se viene loro confidato un segreto speciale, il giorno dopo già litigano e raccontano il segreto ad altri. Se fossi la Madonna, probabilmente avrei scelto un solo ragazzo, e non addirittura sei, perché mi sarebbe sembrato troppo rischioso. Ma questi ragazzi sono stati torturati per molti anni dalla polizia, eppure non hanno mai rivelato nulla”. Indubbiamente, forse questi Messaggi non sono così profondi e misteriosi come quelli di Fatima, ma qui si tratta di una trasposizione dei Messaggi di Fatima, come l’ha intesa anche il papa. Non bastano solo i grandi Messaggi, che poi non possono essere divulgati. Attraverso Medjugorje vengono divulgate la preghiera continua ed anche la penitenza. Fa meraviglia che a Medjugorje la gente digiuni a pane ed acqua anche due volte a settimana, si consacri al cuore della Madonna e La veneri. Negli anni '80, una volta sono venuti da me sei vescovi brasiliani perché avevano sentito dire che mi interessavo di Medjugorje. Mi chiesero se potevo fare in modo che potessero concelebrare una Santa Messa con il Papa. Poi volevano andare a Medjugorje. Il Papa aveva acconsentito a riceverli, ma il Suo segretario, mons. Stanlislaw Dziwisz, in seguito disse: “Vi prego di non dire che il Papa vi ha ricevuto ad una Messa privata perché andate a Medjugorje, ma vi ha invitato perché siete venuti dal lontano Brasile”. Questo significa che naturalmente il Papa non ha mai riconosciuto esplicitamente ed ufficialmente Medjugorje, poiché non vuole anticipare il vescovo della diocesi di Mostar.
Lo stesso Papa si sarebbe recato volentieri a Medjugorje, ma il vescovo di Mostar avrebbe dovuto dare un segnale chiaro. Quando due anni fa il papa è andato in Croazia, e a Zagabria fu beatificato il card. Stepinac, ci fu un incontro di circa 50 vescovi al quale partecipai anch’io. Dunque salutai i vescovi che conoscevo già. Poi uno di loro mi disse con cordialità: “Sono il Nunzio Apostolico di Zagabria, e Lei è quindi il Legato Apostolico di Medjugorje!”. Lo disse non con tono di disprezzo, ma di amicizia. Anche il card. Kuharic di Zagabria non si è mai pronunciato pubblicamente su Medjugorje, però mi disse: “Vi accadono cose molto interessanti”. Nel 1994, 10 anni dopo la solenne consacrazione del mondo al Cuore di Maria, il Papa invitò a pregare in modo particolare per la Bosnia, dove c’era ancora la guerra. Allora andai a Medjugorje e incontrai anche il vescovo di Mostar. Egli mi chiese perché fossi andato lì ed io risposi: “Il Papa ci ha esortato a pregare per la pace in Jugoslavia nei santuari mariani. Perciò siamo venuti in un luogo di pellegrinaggio che si trova vicino a questi avvenimenti". Il vescovo mi corresse e disse che quello non era un luogo di pellegrinaggio, ma solo un luogo di preghiera. Ma io gli chiesi quale fosse la differenza e gli dissi anche che dovevamo riconoscere che l’aiuto più grande che fosse giunto alla Croazia e alla Bosnia durante la guerra, era arrivato dai gruppi di preghiera di Medjugorje. Tuttavia il vescovo volle minimizzare questi fatti. Il vescovo di Spalato, invece, ha avuto sempre un atteggiamento molto positivo nei confronti di Medjugorje ed è interessante che anche la sua città sia stata risparmiata dalla guerra. A quel tempo il Papa mi chiese anche se era vero che a Medjugorje e a Spalato non fosse successo nulla durante la guerra. Sì, gli risposi».
• La posizione ufficiale della Chiesa nei confronti di Medjugorje è cambiata negli ultimi anni? «Soltanto negli ultimi dieci anni, milioni di persone si sono recate in pellegrinaggio a Medjugorje. Se la Chiesa credesse veramente che in questo luogo viene divulgato qualcosa di contrario alla fede o alla morale, allora sarebbe stata obbligata a prendere delle misure contro Medjugorje. Avrebbe dovuto fare di tutto per proteggere gli uomini da questo fenomeno. Il fatto che tace, è un buon segno e, di fatto, un riconoscimento di Medjugorje. Basta sfogliare il registro parrocchiale per vedere quanti sacerdoti celebrino ogni anno la Santa Messa a Medjugorje. Non verrebbero, se avessero scoperto qualcosa che metta in dubbio l'attendibilità dei messaggi. Dai frutti si riconoscerà se da qui è cresciuto un albero buono o cattivo».
• Qual è stata la sua personale esperienza spirituale a Medjugorje?
«Ho avuto la fortuna di poter incontrare personalmente i veggenti e così di potermi fare un'idea chiara su di loro. Sono riuscito a guadagnarmi la loro fiducia ed ho avuto la sensazione di venire
personalmente introdotto ai misteri di Medjugorje, così come era successo prima anche a Fatima e a Lourdes, quando avevo potuto incontrare Suor Lucia e il Vescovo di Fatima. Ne sono stato felice e mi sono sentito anche alquanto privilegiato di poter partecipare così da vicino agli eventi di Medjugorje. Anche adesso, quando a volte parlo con Vicka Ivankovic-Mijatovic o con Marija Pavlovic-Lunetti, mi sento vicino a loro. Perciò provo nei loro confronti anche una certa responsabilità, mi sento parte di una grande famiglia».
• In uno dei primi messaggi, secondo quel che si dice, la Madonna ha affermato che queste sarebbero state le ultime apparizioni. Molte persone pensano con questo alla fine del mondo e all’Apocalisse. Come lo si può interpretare correttamente?
«Sì, l’ho sentito dire, ma spesso nelle profezie si parla dell’”ultimo giorno”. Già San Paolo ne parlava. Noi viviamo nell’ultimo giorno, ma i veri profeti non hanno mai indicato una data precisa nella quale queste profezie si sarebbero compiute. Gesù stesso ha detto che neanche il Figlio dell’Uomo conosce il momento in cui ci saranno il “secondo avvento” e il “giudizio finale”: solo il Padre lo sa. Perciò si può dire la stessa cosa che si diceva prima di Fatima: Medjugorje è il più grande intervento di Dio nella storia dell'umanità».
Le direttive ufficiali della Sante Sede su Medjugorje
Cari amici,
lo scorso anno sono affluiti nella celebre parrocchia dell'Erzegovina 2 milioni di pellegrini da ogni parte del mondo, di cui 600.000 italiani, e circa 35.000 sacerdoti.
E' importante, sotto il profilo pastorale, che i pellegrini conoscano le direttive della Santa Sede su questo evento, di fronte alle quali eventuali posizioni contrarie sono da considerarsi opinioni personali.
La posizione della Santa Sede, esplicitata in vari Documenti (vedi nostro sito internet www.radiomaria.it sotto Medjugorje-Documenti) è stata recentemente sintetizzata da Sua Eminenza il Card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, nel libro "L'ultima veggente di Fatima" - Ed Rai-Rizzoli - pag 103-107. Sua Santità Benedetto XVI ha voluto avvalorare il libro con una sua personale prefazione.
Al riguardo il Card. Bertone ha affermato:
1. "Le dichiarazioni del vescovo di Mostar riflettono un'opinione personale, non sono un giudizio definitivo e ufficiale della Chiesa".
Questa dichiarazione taglia le gambe a tutti coloro che si avvalgono delle dichiarazione del Vescovo di Mostar per attaccare Medjugorje in nome della Chiesa.
2. "Tutto è rinviato alla dichiarazione di Zara dei vescovi della ex Jugolavia del 10 Aprile 1991, che lascia la porta aperta a future indagini. La verifica deve, perciò, andare avanti".
E' la Santa Sede che a suo tempo non ha accolto il giudizio della commissione nominata dal Vescovo e ha deciso di affidare il caso alla Conferenza Episcopale della ex -Jugolavia. Quest'ultima ha lasciato la porta aperta a future indagini, essendo le apparizioni ancora in atto. Non è vero dunque che la Conferenza episcopale della ex -Jugoslavia abbia espresso un giudizio negativo.
3. "Nel frattempo sono permessi i pellegrinaggi privati con un accompagnamento pastorale dei fedeli".
I pellegrinaggi privati sono quelli organizzati privatamente dai fedeli, o da agenzie laiche, e si specifica che è bene che siano accompagnati dai sacerdoti. Questa precisazione è molto importante, sopratutto per il servizio delle confessioni.
4. "Infine, tutti i pellegrini cattolici possono recarsi a Medjugorje, luogo di culto mariano dove è possibile esprimersi con tutte le forme devozionali".
Viene qui ribadita l'assoluta libertà dei pellegrini di recarsi a Medjugorje, specificando che la Chiesa lo ritiene un luogo di culto mariano, dove è possibile partecipare alla Santa Messa, Confessarsi, fare la Via Crucis, l'Adorazione al Santissimo Sacramento...e così via.
Questa, cari amici, è la posizione ufficiale della Santa Sede su Medjugorje e queste sono le sue direttive, espresse dal Cardinale Segretario di Stato e avvalorate dal Santo Padre in persona.
Mentre esprimiamo la nostra gratitudine, assicuriamo loro la nostra preghiera alla Regina della pace, augurandoci che da parte di tutti ci sia obbedienza e umile sottomissione.
Vostro Padre Livio
PS. Data la disinformazione on line su Medjugorje, fate circolare il più possibile questa news-letter
Medjugorje, viaggio alla ricerca di Maria
di Antonio Socci
Ho fatto circa 2000 chilometri fra terra e mare sulle tracce di una donna. E’ una donna “di una bellezza indescrivibile”, dice chi l’ha incontrata. E per noi curiosi tenta una vaga descrizione: alta circa 1 metro e 65, longilinea, circa 18-20 anni, volto regolare, quasi sempre sorridente, guance rosate, capelli neri ondulati, occhi spiccatamente azzurri, voce dolce da adolescente, vestito molto semplice.
Innamoramento
Ma i testimoni precisano subito che la sua è una bellezza inimmaginabile, nessun volto al mondo è paragonabile al suo. Non stiamo parlando di un sogno o di un'immagine letteraria. Ma di una persona viva, che sorride, parla e ascolta, piange, abbraccia, chiama per nome, che insegna e che implora, che si appassiona ai piccoli problemi di ognuno. Dal 1981 sei ragazzi di un paesetto della Bosnia croata - Medjugorje - la incontrano quasi quotidianamente e lei - a precisa domanda - ha risposto di essere la Vergine Maria. Il punto è che: è viva. E questi sei ragazzi non sono pazzi, sono del tutto normali, anche a giudizio della scienza, perfino dell'ex regime titoista. All'inizio perseguitati dalla polizia comunista, sono cresciuti con lei accanto, hanno fatto l'università, si sono sposati, hanno figli. Non sono degli allucinati (ce ne passano diversi anche da Medjugorje e si riconoscono subito). Invece questi sei - che nel 1981 peraltro non erano fra i ragazzi più assidui in parrocchia - sono tipi equilibrati, razionali, cordiali. Ma, come dice una di loro, Marija, che oggi abita a Monza, "ci siamo in un certo senso innamorati di lei. Specialmente all'inizio, non dico che eravamo dipendenti, tuttavia la bellezza del suo viso e la sua voce quando parlava ci attiravano...Poi, pian piano, ci ha portato verso Gesù, verso la Chiesa, verso l'Eucaristia e ci ha fatto scoprire un mondo così grande, così immenso..."
La sua bellezza e la sua “eterna giovinezza”, sottolinea padre Livio, direttore di Radio Maria, si spiegano col fatto che tutto l’essere di Maria, anima e corpo, risplende di Grazia ed è nella Gloria di Cristo. E’ dunque paradiso. Con i suoi 23 anni di presenza costante, secondo il padre, siamo di fronte a un fatto assolutamente unico nella storia della Chiesa che evidentemente è dovuto a qualcosa di eccezionale, a ciò che deve accadere.
Così abbiamo raggiunto quel paesino bosniaco per assistere ad un’apparizione. Per capire e per interrogarci su questa giovane donna, la sua “filosofia” e anche la “missione segreta” che giustifica una così lunga permanenza (se, per esempio, è un’impresa che deve salvarci da catastrofi imminenti).
Un Palazzo imperiale
A giudicare dai milioni di persone che questa estate si sono mossi per lei, è decisamente il personaggio del momento (è entrata addirittura in una diatriba fra Giuliano Ferrara e Francesco Merlo). Statisticamente è la donna più amata della storia umana, la più cantata da poeti e musicisti, la più raffigurata da pittori e scultori, la più invocata. I suoi sono “gli occhi da Dio diletti e venerati” (Dante). Se perfino Dio ne è innamorato si capisce perché questa estate 2004 un fiume di gente – giovani e non solo – ha fatto chilometri per cercarla nei luoghi dove lei è passata (Lourdes, Fatima, Chestochowa, Loreto, Guadalupe): dove è passata a guarire, ad asciugare lacrime, a dare riparo e conforto a desolati e disperati, ad abbracciare la solitudine e chiamare tutti. Giacché di lei si dice da secoli (Bernardo di Chiaravalle) che non delude mai e non abbandona mai nessuno.
Con questi pellegrini - per la festa dell’Assunta - il papa stesso torna a Lourdes: sono 150 anni dalla proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione che la Chiesa oppose, nel XIX secolo, a tutte le nuove ideologie fondate sull’illusione che l’uomo – pretendendosi dio - possa costruire un paradiso in terra con le sue forze. La storia del XX secolo ha dimostrato che invece ha costruito inferni. E proprio per abbattere questi inferni del XX secolo lei è apparsa prima a Fatima e poi a Medjugorje.
Giuliano Ferrara ha ricordato, con stupore, che è venerata come Regina. Non ingannino il suo aspetto da adolescente, la sua umiltà, la sua mitezza. Ha potere regale e lo ha esercitato in momenti decisivi della storia umana. Per esempio apparendo a un povero indios a Guadalupe (1531) ha determinato la storia americana e quindi il nostro oggi. Strana regina: cambia la storia umana scegliendo persone insignificanti e con la predilezione per le cose più piccole e umili. Nel viaggio che mi porta all’imbarco di Ancora verso la Croazia passo infatti – il 29 luglio - da quella che lei stessa ha definito la sua reggia: lì apparve a Francesco di Assisi come “Regina degli angeli” e confidò a lui di aver scelto la misera Porziuncola, una minuscola e spoglia chiesina nella valle spoletana, come suo palazzo regale.
E’ spontaneo il paragone con un altro palazzo imperiale che s’incontra dopo l’imbarco da Ancona, quello che appare già dal traghetto sulla costa dalmata: il Palazzo di Diocleziano a Spalato, costruito proprio 1700 anni fa, nel 304. Era il Palatium per antonomasia (da cui il toponimo Spalato). La reggia possente dell’ultimo feroce persecutore dei cristiani. Oggi su quelle pietre colossali svetta un alto campanile con la croce. Vengono in mente le parole di lei nel Magnificat: “ha rovesciato i potenti dai troni e ha innalzato gli umili”.
I cristiani perseguitati dell’impero romano non potevano neanche immaginare, nel 304, che di lì a pochi mesi sarebbe salito al trono Costantino e tutto sarebbe cambiato. E i cristiani perseguitati dall’impero comunista – che proprio su questa riva aveva la sua frontiera occidentale – potevano immaginare di veder implodere nel nulla – e senza sangue - il grande moloch persecutore? C’è la lieve mano di Maria, come dice il Papa? Mi lascio Spalato – e questi pensieri – alle spalle e il 2 agosto percorro verso sud la splendida costa croata devastata a tratti da una urbanizzazione selvaggia.
Verso Medjugorje
Cento chilometri di strada a due corsie a strapiombo sul mare. Poi l’entroterra e la desolata Bosnia: il ponte di Mostar è appena stato ricostruito. Le ferite sanguinano ancora. In una campagna povera, di piccole coltivazioni di tabacco e viti, svetta una chiesetta bianca con i due noti campanili: è Medjugorje. Un posto sperduto e insignificante: fino all’81. Strade sconnesse ed erbacce. Il sole, in un cielo biancastro, fa già caldo alle 7.30. I bar stanno aprendo, ma già circolano tanti pellegrini perché il 2 di ogni mese Mirjana Dragicevic, una delle veggenti, ha la sua apparizione, sotto un tendone al “Campo della vita” dei ragazzi di suor Elvira. Basta seguire la gente. A sinistra della chiesetta si va verso la frazione di Bijakovici, dove abitavano i ragazzi, e dopo 800 metri si arriva a uno stradone in salita: saprò poi che i ragazzi stavano proprio su questo stradone polveroso, oggi occupato dai pullman, quando una di loro scorse, a 200 metri , dove inizia la collinetta brulla e sassosa del Podbrdo, una giovane donna inondata di luce con un bimbo in braccio. La quale faceva segno con la mano di avvicinarsi: loro scapparono a rotta di collo, impauriti. L’incontro vero avverrà l’indomani e il 26 il primo messaggio, quando piangendo chiederà loro “pace, pace, pace, pace con Dio e fra gli uomini”. Nessuno capiva. Ma esattamente dieci anni dopo, nel 1991, quello stesso 26 giugno, lì in Bosnia sarebbe scoppiata la prima feroce guerra in Europa dal 1945, quel 24 giugno 1981, verso le 18.15.
Il tendone verde del “Campo della vita” è già pieno di gente dalle ore 6 e anche il prato attorno. Alle 8 comincia il rosario. Si dicono tutti i 4 misteri in diverse lingue. Nel frattempo arriva Mirjana, una bella trentenne bionda, occhi azzurri, vivaci, laurea in agraria. Appena iniziato il quarto mistero glorioso – l’Assunzione – di colpo Mirjana cade in ginocchio e dappertutto si fa un silenzio mai sentito. Nessuno parla, tutti sanno che Maria è venuta, è qui fra noi. Il volto di Mirjana, totalmente assorto in lei, è leggermente trasformato, luminoso. Parla con lei, Mirjana, ma la sua voce è del tutto silenziosa per noi. Tutti tacciono, raccolti.
“Stando lì” mi dirà Piergiorgio, torinese, neolaureato ingegnere “senti quello sguardo di lei proprio su di te, anche se non la vedi”. Se ne rese ben conto un medico milanese, il dottor Frigerio, che andò a Medjugorje per un’apparizione e portava con sé la borsa piena di oggetti sacri che i suoi pazienti gli avevano affidato perché fossero benedetti dalla Vergine. Ma, per la folla, non riuscì ad arrivare fino all’altare dove si dovevano deporre. Finita l’apparizione stava per tornarsene via, dispiaciuto, sennonché proprio lui fu cercato dal piccolo Jakov che gli disse: “Sei tu il medico? La Madonna mi ha detto di dirti che non devi preoccuparti: ha benedetto ugualmente tutti gli oggetti che hai nella borsa”.
E’ questa sua delicatezza per ogni singolo che stupisce. Chiama “piccolo mio” Juan Diego a Guadalupe. A Lourdes dà del “voi” a Bernadette che tutti trattavano con lo sprezzante “tu” dei pezzenti.
A Medjugorje ogni volta – per migliaia di volte – ringrazierà i ragazzi “per aver risposto alla mia chiamata”. I racconti dei testimoni la descrivono tutti piena di attenzioni e di amore per ciascuno. “Voi non potete capire” dirà in un suo messaggio “quanto grande sia la vostra persona nel disegno di Dio”.
Il 2 agosto dopo l’apparizione a Mirjana non ci sono messaggi pubblici. I quali arrivano il 25 di ogni mese attraverso un’altra veggente, Marija Pavlovic. Messaggi che la Bella Ragazza di Nazareth dà alla parrocchia di Medjugorje e per suo tramite al mondo. Sono sempre poche parole semplici che invitano alla conversione e alla preghiera perché “l’umanità si trova in un grande pericolo” e il rosario è l’arma potentissima per permettere a Cristo di dare salvezza e pace all’umanità.
A Mirjana però lei ha affidato i dieci segreti che riguardano le sorti del mondo. Ognuno sarà rivelato tre giorni prima del suo accadere, perché tutti abbiano il tempo di convertirsi. Si sa che il terzo è un bel segno che lei lascerà sul colle della prima apparizione, un segno incancellabile e chiaro della sua presenza. Ma gli altri pare siano molto preoccupanti.
Quell’arsenale esploso
7 agosto. L’imbarco a Spalato è proprio accanto al Palazzo di Diocleziano. Fisso a lungo, dal brumoso Adriatico, quelle mura possenti e quella croce che oggi vi svetta. Mentre sul traghetto risuonano le chitarre e i canti dei giovani che sono stati a Medjugorje, cerco mentalmente di rimettere in ordine gli eventi e le date.
Il 13 maggio 1917 appare a Fatima e profetizza l’avvento in Russia del comunismo e le piaghe derivanti da questo capolavoro di Satana: una nuova guerra mondiale, immense stragi e persecuzioni mai viste in 2 millenni di cristianità, fino al martirio di un papa. E’ stata esattamente la storia del Novecento. Per una serie di ragioni non era stata fatta – nelle modalità dovute - quella consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria che lei aveva chiesto.
Il 13 maggio 1981, proprio nel giorno della Madonna di Fatima, un attentato colpisce il Papa a san Pietro. Nei giorni successivi dall’ospedale Giovanni Paolo II ricorda che proprio questo evento era predetto nella terza parte del segreto di Fatima. Il papa decide di fare la consacrazione. Il 25 marzo 1984, solennemente, affida il mondo al “cuore materno di Maria”, “madre degli uomini e dei popoli, tu che conosci tutte le loro sofferenze e le loro speranze”. Cosa accade?
Gli esperti di questioni politico-militari dicono che il 1984, con Andropov e Cernenko al Cremlino e il duro scontro sui missili con gli Usa di Reagan, che mise alle corde il sistema sovietico, fu il momento di massima tensione fra Est e Ovest. L’Urss stava perdendo e un conflitto armato – apocalittico - veniva davvero ritenuto probabile. Ma nel giro di pochi mesi – con la morte di Andropov e Cernenko e l’arrivo di Gorbacev (1985) - il comunismo andò verso un’implosione fulminea a causa del suo fallimento economico e sociale. La più grande dittatura della storia crollò in 4 anni senza violenze né vittime: il “caso” vuole che l’atto di liquidazione dell’Urss del 1991 sia stato firmato l’8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione (“il mio Cuore Immacolato trionferà” fu detto a Fatima) e che la bandiera rossa sia stata ammainata sul Cremlino il 25 dicembre 1991, per Natale. Ma cosa era accaduto in Urss fra 1984 e 1985? Bastano la morte di Andropov e Cernenko a spiegare il capovolgimento di una linea politica? Molte cose dovremo scoprire. Tornato a casa trovo il Domenicale che suggerisce proprio uno dei tasselli mancanti. L’esperto di storia militare Alberto Leoni illustra il fatto che mise ko il potenziale militare sovietico durante la crisi del 1984: l’esplosione dell’arsenale di Severomorsk, nel Mare del Nord. “Senza quell’apparato missilistico che controllava l’Atlantico” dice Leoni “l’Urss non aveva più alcuna speranza di vittoria. Per questo l’opzione militare fu cancellata”. Quell’incidente avvenne due mesi dopo il rito solenne della Consacrazione in piazza San Pietro. Può essere casuale. Ma molti hanno notato con qualche brivido la data dell’incidente di Severomorsk: 13 maggio 1984, anniversario e festa della Madonna di Fatima e dell’attentato al Papa…
Ripenso alla bellezza della giovane donna che appare a Medjugorje.
E’ la donna “vestita di sole” che schiaccerà Satana, il leone ruggente che sempre cerca chi divorare.
Ripenso alle parole di Dostoevskij: “ La Bellezza salverà il mondo”.
Tratto da: Il Giornale 15.8.2004
Intervista a Antonio Socci
Che cosa accadde in realtà il 24 giugno 1981 a Medjugorje? Antonio Socci, giornalista, saggista, editorialista, polemista e… cattolico, già vicedirettore di Rai Due, ideatore e conduttore di Excalibur, ha voluto indagare su questo “mistero” che resiste da 20 anni e lascia ancora perplessi molti, Chiesa compresa. Ne ha fatto un libro.
I fatti sono noti perché più che storia Medjugorje è ancora cronaca. Molti se ne sono occupati, e presumibilmente molti se ne occuperanno ancora. Scrive Socci: “Tutta l’aria che si respira [lì] parla – in positivo – di conversione, di pace, di riconciliazione, di preghiera, di letizia. Nulla dunque di terrorizzante e millenaristico…”. Ci è sembrato uno spunto buono per un’intervista all’autore, ben noto al gran pubblico, le cui indagini giornalistiche e la cui profonda fede scomodano più di uno.
Leggendo il suo libro, sembra che lei sia convinto che credere ai fatti di Medjugorje aumenti la fede…
Certo. Purché siano apparizioni credibili dal punto di vista umano, e non in contrasto con la ragione.
Lei paragona Fatima e Medjugorje, mettendo in corrispondenza date e richiami… Non le sembra un po’ macchinoso?
Perché mai? Provo a spiegarle. Prenda il terzo segreto di Fatima, rivelato dallo stesso papa Wojtyla. Parla di un attentato a un uomo dalla veste bianca, profetizza la rivoluzione russa, adombra genocidi pazzeschi e la seconda guerra mondiale. Tutto regolarmente avvenuto. Dice anche che alla fine l’amore che la Vergine nutre per l’umanità avrà la meglio. E, come lei sa, il mostro ideologico leninista è crollato su se stesso nel 1991, guarda caso proprio il giorno dell’Immacolata, l’8 dicembre… Non è poi così macchinoso mettere insieme queste date e fatti…
Ma Medjugorje?
La Vergine ha adombrato la possibilità della guerra in Jugoslavia nella terza apparizione, il 26 giugno 1981, quando è apparsa in lacrime, implorando “Pace! Pace! Pace!”. In quel momento nessuno capì che cosa volesse dire, perché a tutto si poteva pensare fuorché alla guerra. Poi, esattamente 10 anni dopo, e – sarà una coincidenza, ma ti fa riflettere – precisamente il 26 giugno scoppia la guerra in quelle terre, la prima in Europa dopo il 1945… Anche qui dov’è la macchinosità?
Sì, ma non era così chiaro il riferimento alla guerra.
Certo. Mica la Madonna fa il politico! Ed è anche vero che la vera pace da Lei invocata è quella con Dio, è la pace di cui parla il Vangelo, è la pace che si realizza in tanti pellegrini che vanno a Medjugorje e ritrovano se stessi. Ovvio, questa è una lettura religiosa della pace, non certo politica. Non è difficile convincersi che le più terribili guerre che dilaniano l’umanità derivino in primo luogo dal fatto che non c’è pace nel cuore dell’uomo.
Quale interpretazione dà al fatto che le varie apparizioni sono avvenute quasi esclusivamente dell’Otto/Novecento?…
Il secolo scorso è stato il peggiore della storia, e l’Ottocento gli sta a ruota… Ma mi permetta di correggere l’affermazione: di fenomeni mistici è costellata la storia della Chiesa in tutti i secoli. Tuttavia dalla Rivoluzione Francese in poi la lotta contro di essa si è acutizzata, voglio dire che è diventata a tratti feroce. Non per nulla il Novecento – a detta degli storici – è il secolo che ha visto più martiri cristiani in assoluto: si parla di 45 milioni di vittime per la fede. Pensi anche alla capacità di autodistruzione senza precedenti di cui si è dotato l’uomo… A questo punto credo che si possa immaginare un soccorso speciale della Vergine in un momento in cui l’umanità e la storia vivono pericoli tali che neanche riusciamo a immaginare. Non nego che si possa liquidare tutto con un sorriso. Si può, insomma, essere scettici, e la cosa appare perfino logica, ma… se fosse vero? Non è un interrogativo legittimo?
Lei afferma nel suo volume che le apparizioni avvengono sempre per scendere in soccorso dell’umanità sofferente e in pericolo…
È vero. Nel mio libro riporto un’intervista all’allora cardinale Ratzinger che ricordava come fin dall’antichità la Vergine è vista come profetessa… anche le parole del Magnificat sono profetiche. Quando dice che il Signore “abbatte i potenti e innalza gli umili”… così è accaduto per gli imperatori romani allora, e per l’impero sovietico nel secolo appena trascorso. È vero tuttavia che nel linguaggio cristiano profezia non è indovinare il futuro ma parlare con le parole di Dio. In questo senso i motivi degli interventi di Maria possono essere letti come la sua cura materna verso l’umanità perché Gesù torni a essere il punto di riferimento.
Ma la Chiesa non si pronuncia su Medjugorje…
È vero anche questo. La Chiesa non si pronuncia finché i fenomeni sono ancora in corso. E in pratica a Medjugorje lo sono ancora. I veggenti sono vivi, le manifestazioni continuano e, come avrà potuto notare, la Chiesa non è intervenuta ufficialmente per diffidare i fedeli dal recarsi sul luogo delle apparizioni. Tant’è vero che le associazioni ecclesiastiche continuano a organizzare pellegrinaggi e Medjugorje è diventato un luogo della fede
Che ne dice del fatto che molti dei pellegrini affermano di vedere anche loro la Madonna durante le apparizioni?
La mia è stata un’indagine giornalistica, basata su fatti certi e provati. Le stesse prove sui veggenti sono state eseguite da scienziati. Non mi pronuncio invece su ciò che non è oggettivamente dimostrabile e che potrebbe essere frutto di esaltazione.
Nel suo libro sembra anche favorevole ai fenomeni di Civitavecchia della Madonna che piange…
Nel libro dico solo ciò che è avvenuto: una statuetta della Madonna che ha lacrimato anche nelle mani del Vescovo, peraltro allora molto scettico sul caso. Le indagini hanno escluso trucchi o artifici. È un evidente mistero. Questo dico.
Il Cardinal Dott. Christoph Schönborn riguardo a Medjugorje
16 ottobre 2009
Il nuovo numero di “Glasnik mira” riporta le parole del Cardinal Dott. Christoph Schönborn al termine dell’incontro di preghiera per la pace con Marija Pavlović-Lunetti nella Cattedrale di Vienna il 15 Settembre 2009.
Il Cardinale, tra l’altro, ha detto ai fedeli riuniti: “E’ un grande dono che la Madre di Dio desideri essere così vicina a tutti i suoi figli! Lei lo ha mostrato in così tanti luoghi nel mondo, e già da molti anni in un modo del tutto particolare mostra la sua vicinanza a Medjugorje. Possiamo essere grati al Signore perché attraverso Sua Madre in quasi 30 anni ha condotto così tante persone all’amore di Dio, perché ha mostrato loro il Suo amore e perché così tanti hanno sperimentato la guarigione ed il rinnovamento. Nella Confessione hanno potuto scoprire l’amore verso il Signore Eucaristico e, ringraziando Sua Madre, anche l’amore verso di Lei. La riconciliazione nelle famiglie, la guarigione dalla droga, dalle dipendenze e dalle altre miserie sono i suoi desideri. E’ un grande segno del nostro tempo che Maria si occupi dei suoi figli e dimori in mezzo a loro così concretamente, tanto da vicino e così semplicemente.
Mostrate ciò che avete ricevuto e ciò che costantemente ricevete qui attraverso le grazie di Medjugorje, mostratelo e trasmettetelo agli altri”.
Il cardinale sdogana Medjugorje
Di F. Ghizzoni e A. Zambiano
Giornale di Reggio – 2 ottobre 2008
CORREGGIO – Basilica di San Quirino gremita di fedeli per la visita del Cardinal Dario Castrillon Hoyos, presidente della pontifica commissione Ecclesia Dei. Nell’occasione della Peregrinatio Mariae, ha pontificato la messa preceduta dal solenne ingresso in Basilica assieme ai canonici di San Quirino don Rino Bortolotti, don Romano Vescovi, don Giulio Righi, don Gaetano Incerti e don Claudio Gonzaga. Il prelato, commentando il Vangelo in cui Cristo, morendo in croce, affida la Madre al discepolo Giovanni, ha affermato che con queste parole «la Beata Vergine Maria ci è stata donata da Gesù come suo dono personale e in questo clima di affidamento e consacrazione a Maria si svolge ogni peregrinazione della Vergine, come quella che sta avvenendo qui a Correggio.
Non è possibile conversione senza una vita di preghiera». Il cardinale ha osservato che nelle apparizioni di Fatima è evidente come la Madonna ci chieda innanzitutto la preghiera. «L’Angelo propone ai tre fanciulli e a noi prima di tutto la profonda adorazione di Dio, accompagnata alla pratica delle virtù teologali e alla preghiera di riparazione. Sempre a proposito di preghiera, il carattere deciso e la sua fedeltà al Magistero alla Chiesa, hanno poi consentito al Cardinale di stigmatizzare senza tentennamenti l’episodio accaduto a Lourdes durante il recente viaggio del Papa, dove un sacerdote ha modificato l’Ave Maria: «Quel sacerdote è stato più saggio dell’Angelo Gabriele, più saggio di Santa Elisabetta e più saggio della Chiesa (autori dell’Ave Maria)», ha commentato in modo sarcastico il prelato. Il porporato ha poi ricordato come «la devozione alla Madonna deve essere alimentata alla luce della rivelazione, della tradizione e del magistero della chiesa. Ogni generazione, ogni cristiano, ogni sacerdote, ogni religioso e religiosa, deve accogliere Maria come Madre e Regina nella propria vita». Citando Giovanni Paolo II, il cardinale ha osservato che «una particolare manifestazione della maternità di Maria riguardo agli uomini sono i luoghi nei quali ella s’incontra con loro.
Ciò è evidente soprattutto nei santuari mariani, che attirano fedeli da tutti i continenti, come Fatima, Lourdes e, ultimamente, Medjugorje. Del Paese bosniaco, il prelato, nell’incontro con i sacerdoti, aveva precedentemente, espresso giudizi più che lusinghieri definendolo anche «il confessionale del mondo». Una frase che fa comprendere come anche ai livelli alti dei sacri palazzi, pur non essendo ancora state riconosciute le apparizioni dei sei veggenti (una di queste, Marja, recentemente a Reggio ), che si susseguono da oltre 20 anni, si riconoscano i frutti spirituali di Medjugorie, primo requisito per una approvazione della Chiesa. Pertanto, «la nostra fede diventerà sempre più eucaristica, come quella dei pastorelli». La Peregrinatio Mariae continua per tutta la settimana. Questa sera alle 21, l’arcivescovo di Modena Benito Cocchi presiederà la Messa nella Basilica di San Quirino.
Nel corso della celebrazione saranno ricordati i sacerdoti e i laici uccisi in odio alla fede durante la seconda guerra mondiale. Particolare attenzione sarà riservata al seminarista Servo di Dio Rolando Rivi, per il quale il vescovo modenese ha iniziato la causa di beatificazione, e don Umberto Pessina, il parroco assassinato nel 1946. Venerdì sera il vescovo ausiliare di Reggio Lorenzo Ghizzoni, celebrerà una messa per i giovani alle 21. Grande rilevanza avrà la processione a Correggio di sabato sera, alle 21, guidata da monsignor Salvatore Vitiello, docente di Teologia alla Cattolica di Roma.
Il Cardinale della Bosnia-Erzegovina
e le apparizioni di Medjugorje
di Chiara Santomiero
ROMA, venerdì, 20 novembre 2009 (ZENIT.org).- Contrariamente alle voci diffuse qualche tempo fa, il Cardinale Vinko Pulji?, Arcivescovo di Sarajevo e Presidente della Conferenza Episcopale Bosniaca, non si trova a Roma in questi giorni per discutere la questione delle controverse apparizioni mariane di Medjugorje. Lo ha dichiarato a ZENIT lo stesso Cardinale, che ha partecipato nei giorni scorsi all’Assemblea plenaria della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, della quale è membro, riunitasi presso l’Università Urbaniana per riflettere sul tema “San Paolo e i nuovi areopaghi”. “Quanto avviene a Medjugorje – ha affermato il Cardinale Pulji? – è di competenza del Vescovo di Mostar, monsignor Ratko Peric, e della Congregazione per la Dottrina della Fede. Noi aspettiamo suggerimenti e proposte su come accompagnare questo fenomeno in quanto Vescovi e Conferenza Episcopale, e penso che la Santa Sede voglia operare in questo senso”.“Già nella dichiarazione su Medjugorje della allora Conferenza Episcopale della Yugoslavia, risalente al 10 aprile del 1991, dopo aver rilevato che non si poteva constatare nulla di soprannaturale in quanto accadeva, si affermava la necessità di assistere a livello pastorale, sotto la
responsabilità del parroco e del Vescovo locale, tutti coloro che si recano a pregare in questo luogo”. “Mi aspetto che la Santa Sede dia indicazioni sulle confessioni e le celebrazioni eucaristiche – ha aggiunto –. E magari anche sulla costituzione di una commissione che segua il fenomeno, registrando i contenuti delle apparizioni e dei messaggi tenuto conto che ad oggi sono più di trentamila”. Nel libro pubblicato dal Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Benedetto XVI ed ex Segretario di questa Congregazione vaticana, "L'ultima veggente di Fatima" (Ed. Rai-Rizzoli, 2007, pagg. 103-104), si legge che "le dichiarazioni del Vescovo di Mostar riflettono un'opinione personale, non sono un giudizio definitivo e ufficiale della Chiesa. Tutto è rinviato alla dichiarazione di Zara dei Vescovi della ex Jugoslavia del 10 aprile 1991, che lascia la porta aperta a future indagini. La verifica deve, perciò, andare avanti. Nel frattempo sono permessi i pellegrinaggi privati con un accompagnamento pastorale dei fedeli. Infine, tutti i pellegrini cattolici possono recarsi a Medjugorje, luogo di culto mariano dove è possibile esprimersi con tutte le forme devozionali". E’ una realtà che il fenomeno di Medjugorje continua ad attirare migliaia di pellegrini, riconosce il Cardinale Pulji?. “Pregare non è peccato – ha affermato il porporato con un sorriso -. Ci sono molte belle presenze che hanno generato anche conversioni e vocazioni sacerdotali o religiose. Sono frutti della preghiera: dove l’uomo prega con fede, Dio dà i frutti della sua Grazia”.“Pregare nei santuari mariani – ha spiegato il Cardinale Pulji? – fa parte dell’identità dei nostri fedeli cattolici. Nel corso delle vicende problematiche della storia, la nostra gente si è ritrovata nei diversi santuari della regione per chiedere conforto, luce, speranza e la Madonna è un segno per la nostra fede”.
Perchè Medjugorje suscita tanto interesse?
Intervista al Card. Tonini
Settimanale Oggi - 23 Settembre 2009
La Madonna appare come un capolavoro nelle mani di Dio. «Vergine madre figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura». Dante sotto questo profilo la esalta in maniera splendida.
Maria rappresenta la Madre, il senso della maternità; è una donna semplice, la più semplice, non una principessa, chiamata a divenire madre del figlio di Dio: è lei che consente di trasmettere la vita al Figlio di Dio.
Dio, facendosi Uomo ha scelto questa creatura per prendere da lei la carne, il temperamento, le inclinazioni umane. E il culto mariano altro non è se non un aspetto del culto di Gesù Cristo, che ha portato il mondo intero a scoprire la dignità dell’essere umano, a scoprire che i più deboli hanno più diritti dei forti.
Questa è la grande novità del messaggio cristiano, non è la potenza che decide il destino del mondo ma l’amore, la carità, la fraternità, il senso di appartenenza, della pietà, della misericordia, dell’aiuto al più debole da parte del più forte. E la Madonna, una donna semplice, è colei che ha avuto la fortuna di essere scelta quando Dio ha voluto presentare al mondo un uomo come suo figlio.
A Medjugorje non ci sono stato. Però ho conosciuto vescovi della zona che garantiscono che questi ragazzi delle visioni non hanno inventato nulla; per loro la testimonianza di questi ragazzi è autentica e gli eventi, i miracoli che lì accadono, anche. Ma soprattutto, il vero miracolo è la serenità che migliaia di persone riacquistano con quegli incontri.
Alla fin fine queste cose Dio le permette, Dio le vuole perché l’uomo trovi qualche consolazione.
È vero, la Chiesa è cauta, va lenta. Io ho assistito a un incontro. Ero a pranzo con Papa Wojtyla, e lì c’erano due vescovi della Jugoslavia: uno a favore, l’altro un po’ meno. Giovanni Paolo II non ha voluto pronunciarsi, però si capivano molto bene le sue indicazioni: diamogli la libertà di muoversi. Difficile poter dare giudizi assoluti, condanne assolute. Bisogna attendere, riflettere su che cosa sta accadendo. A Medjugorje vediamo che la gente che va, torna non soltanto sazia dei miracoli o dei prodigi cui crede di aver assistito, ma si accorge, sente, che laggiù c’è un clima diverso: di rispetto, di benevolenza, un clima di stupore, di senso cristiano, di carità e di aiuto vicendevole. E questo significa davvero che qualche cosa c’è.
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La riduzione allo stato laicale di Tomislav Vlasic
CITTA' DEL VATICANO, mercoledì 29 luglio 2009 (ZENIT.org)
L'accettazione da parte di Benedetto XVI della perdita dello stato clericale di padre Tomislav Vlasic non rappresenta un giudizio sulle testimonianze delle apparizioni della Madonna a Medjugorje, spiega il Procuratore Generale dell'Ordine dei Frati Minori (Francescani).
Padre Francesco Bravi ha informato questo mercoledì ZENIT del fatto che la misura non è stata imposta dalla Santa Sede, ma ha avuto luogo in risposta alla richiesta presentata da colui che fino ad ora era un sacerdote francescano di essere dispensato non solo del celibato sacerdotale, ma anche dei voti religiosi.
"E’ stato lui a chiederlo", ha spiegato padre Bravi, sottolineando che anche se è vero che Vlasic era viceparroco di Medjugorje quando ci sono state le prime testimonianze delle apparizioni, che sono all'analisi della Santa Sede, vive da più di vent'anni in Italia.
Era religioso della provincia francescana di San Bernardino di Siena (L'Aquila) e ha fondato la comunità "Kraljice mira potsuno Tvoji - po Mariji k Isusu" (Regina della Pace, tutti tuoi - a Gesù attraverso Maria).
Vlasic ha chiesto alla Santa Sede di essere dispensato dai doveri propri del ministero sacerdotale, spiega Bravi, perché non vuole accettare le sanzioni che gli ha imposto la Congregazione per la Dottrina della Fede con un decreto (prot. 144/1985) del 25 gennaio 2008, firmato dal Cardinale William Levada, Prefetto, e dall'Arcivescovo Angelo Amato, Segretario della Congregazione.
Nel decreto, reso pubblico da monsignor Ratko Peric, Vescovo di Mostar-Duvno, la Diocesi in cui si trova Medjugorje, su incarico della stessa Congregazione vaticana, si osserva che le sanzioni si sono imposte di fronte alle accuse contro il sacerdote "per divulgazione di dubbie dottrine, manipolazione delle coscienze, sospetto misticismo, disobbedienza ad ordini legittimamente impartiti ed addebiti contra sextum" (cioè contro il sesto comandamento).
Il decreto ha stabilito cinque sanzioni, tra cui il dovere di rimanere in una casa dell'Ordine francescano della Lombardia determinata dal Ministro Generale dell'Ordine, padre Josè R. Carballo, e il divieto di mantenere ogni relazione con la comunità Regina della Pace e con i suoi membri.
Il testo vieta inoltre di "effettuare negozi giuridici e agire negli organismi amministrativi" senza licenza scritta del Ministro Generale dell'Ordine e stabilisce l'obbligo "di seguire un iter formativo teologico-spirituale con valutazione finale e, previa recognitio di questo Dicastero, emissione della professio fidei".
Proibisce infine "l'esercizio della 'cura d'anime', la predicazione, i pubblici interventi ed è revocata la facoltà di confessare fino alla conclusione di quanto disposto".
Padre Bravi ha detto a ZENIT che il sacerdote non ha riconosciuto le accuse che gli sono state rivolte e che per questo motivo non ha nemmeno accettato le sanzioni. Ha quindi chiesto di essere dispensato dall'esercizio del suo ministero sacerdotale e dalla sua condizione di religioso.
Allo stesso tempo, ha il divieto assoluto di esercitare qualsiasi forma di apostolato, così come di fare dichiarazioni, soprattutto su Medjugorje.
Padre Vlasic ha avuto un ruolo importante all'inizio dei racconti sulle apparizioni di Maria riferite da sei giovani nel 1981, perché lavorava in quella parrocchia, pur non essendo parroco.
Nel 1985 si è tuttavia trasferito in Italia.
Anche se ha interpretato i racconti pubblicamente e per iscritto, a volte è stato contraddetto dai veggenti.
Ad esempio, ha affermato che la comunità da lui fondata nasceva per espresso desiderio della
Vergine, aspetto negato dalla veggente Marija Pavlovic in una lettera inviata alla Santa Sede.
Il Vescovo di Mostar si è dichiarato pubblicamente contrario alle testimonianze relative alle apparizioni di Medjugorje, ma il dossier è ora allo studio della Congregazione per la Dottrina della Fede. Nel libro pubblicato dal Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Benedetto XVI ed ex
Segretario di questa Congregazione vaticana, "L'ultima veggente di Fatima" (Ed. Rai-Rizzoli, 2007,
pagg. 103-104), si legge che "le dichiarazioni del Vescovo di Mostar riflettono un'opinione personale, non sono un giudizio definitivo e ufficiale della Chiesa.
Tutto è rinviato alla dichiarazione di Zara dei Vescovi della ex Jugoslavia del 10 aprile 1991, che lascia la porta aperta a future indagini. La verifica deve, perciò, andare avanti.
Nel frattempo sono permessi i pellegrinaggi privati con un accompagnamento pastorale dei fedeli. Infine, tutti i pellegrini cattolici possono recarsi a Medjugorje, luogo di culto mariano dove è possibile esprimersi con tutte le forme devozionali".
TESTIMONIANZE DI VESCOVI SU MEDJUGORJE
Mons. Robert W. Finn D.D., vescovo di Kansas City-San Joseph, Missouri, U.S.A. è stato privatamente a Medjugorje con un gruppo di pellegrini dal 2 al 5 settembre 2006. Nella chiesa di San Giacomo ha concelebrato quotidianamente la Messa per i pellegrini di lingua inglese, così come la Messa serale. Ha inoltre confessato e – con altri pellegrini – ha visitato i luoghi di preghiera di Medjugorje.
Circa le sue impressioni durante questo pellegrinaggio ha detto che - come vescovo e come credente - può vedere che i Sacramenti vengono celebrati solennemente e con fervore. "Nella celebrazione dei santi Sacramenti vedo la prova e la conferma della fede del popolo di Dio, e che lo Spirito di Dio è all’opera qui", ha detto Mons. Finn.
Quando abbiamo chiesto notizie sulle sue intenzioni personali di preghiera durante questo pellegrinaggio, ha detto: "Nel Missouri, c’è una proposta di legge per consentire agli scienziati di fare esperimenti sugli embrioni, sulle loro cellule e sui loro tessuti. Se questa legge verrà approvata nel nostro stato, che è molto tradizionale ed ha radici religiose profonde, si aprirebbero le porte per essa in tutti gli stati degli U.S.A.. Sono venuto a pregare per leggi cristiane nel nostro paese. Inoltre prego per le vocazioni sacerdotali e religiose, e per la diffusione della devozione e dell’Adorazione del Santissimo Sacramento dell’altare nella mia diocesi."
Mons. Finn è stato ordinato sacerdote nel 1979, vescovo nel 2004 e la diocesi di Kansas City-San Joseph è stata affidata a lui nel mese di maggio del 2005.
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Un Vescovo filippino: "Sono felice qui a Medjugorje!" – (Tratto da Eco di Maria nr.173)
Mons. Jesus a Cabrera, vescovo di Alaminos (Filippine) è giunto in visita privata per la prima volta a Medjugorje dal 15 al 17 ottobre 2003. "Ho sentito parlare di Medjugorje attraverso le riviste e le testimonianze delle persone che sono già state qui", racconta il prelato. "A questo proposito desidero raccontare un episodio che mi pare interessante. Penso fosse il 1990 quando un gruppo di filippini venne a Medjugorje Qui vengono le persone ricche, quelle che hanno i soldi. Il sacerdote che li accompagnava fu invitato e non doveva pagare nulla, proprio come accade oggi. Salì sul monte e chiese alla Madonna: "Solo le persone ricche possono venire a Medjugorje E i poveri?" Ed allora sentì forte e chiara la risposta della Vergine: "Io vado da loro, io sono con loro!". Fui così felice di sentire tutto questo: la Madonna va da loro! Esiste la grazia per coloro che vengono qui, ma la Vergine va di persona dai poveri! La posizione ufficiale della Chiesa delle Filippine è identica a quella della Chiesa di Roma: Medjugorje non è stata riconosciuta ufficialmente. Pensiamo che in questo luogo molte persone siano spinte ad una vita migliore. La Chiesa non proibisce a nessuno di venire qui e sono numerosi i filippini che ci vengono. Vediamo dei frutti buoni. Non c’è una posizione ufficiale. Pertanto la nostra venerazione rimane in un ambito razionale.
Io sono molto felice quando vedo che la gente prega di più, che riceve più di frequente l'Eucarestia, che viene di più a Messa, che si confessa maggiormente e diventa migliore. Penso che tutto questo sia opera della Vergine. Questo significa molto. Dobbiamo forse attendere un miracolo spettacolare perché la Chiesa riconosca Medjugorje? Ci sono già molti, molti miracoli, molte grazie che si verificano nella vita della gente. Il fatto stesso che la gente si accosti a Dio è un segno. Come sacerdote, come vescovo, mi considero un testimone di Maria. Faccio il lavoro di Maria, mi interessa condurre la gente a Gesù e portare Gesù a loro. Quanto più vivo è in me lo spirito di Maria, tanto più pronto sarò a compiere la mia missione di sacerdote e di vescovo.
Personalmente qui mi sento molto, molto felice. Stamattina presto, mentre i miei dormivano ancora, sono andato sulla collina delle apparizioni. Faceva molto freddo. Non sapevo quale fosse la via ed ho chiesto alla Madonna di indicarmi la strada. Lungo la via ho perso il fazzoletto, ma ho trovato un fiore. Era l'unico fiore lungo il sentiero! L'ho colto e quando sono arrivato alla statua ero emozionato come un bambino. Ho detto: "Vergine, ho un fiore per te!" Durante la preghiera ho provato una pace profonda. La Madonna mi ha fatto capire di essere molto felice perché io ero lì. Ho pregato per tutti gli uomini ed in particolare per i pellegrini del mio gruppo. Anche loro si sentono molto, molto felici qui. Dopo la Messa siamo andati tutti insieme sulla collina ed è stato stupendo pregare insieme. I giovani hanno aiutato gli anziani durante la salita. Questa è una metafora della nostra vita qui sulla terra: dobbiamo aiutarci a vicenda. Una volta arrivati, quando abbiamo visto la statua della Madonna è stato meraviglioso. I messaggi che arrivano da questo luogo sono molto, molto attuali e rivolti a tutti noi. Io vedo sempre la Vergine come una messaggera speciale di Gesù. Ella desidera che tutti noi, davvero tutti, siamo santi. Ecco perché compie degli sforzi particolari per arrivare sino a noi, per aiutarci, per ricordarci cosa fare e come arrivare al Regno. Questo è il segno del suo grande amore per tutti noi. È la dimostrazione di quanto attivamente la Vergine si preoccupi di noi ed operi per il nostro bene. Ella desidera che tutti noi siamo davvero felici ed otteniamo la vera pace. Io opero come strumento della Vergine che è apparsa molte volte ed in luoghi diversi. I messaggi che ci dà vengono da Dio stesso. Ci dice di pregare, che si possa mettere Dio al primo posto nella vita. Ecco perché dobbiamo convertirci e rivolgere il cuore, la mente e tutta la vita a Dio. Il nostro cuore è spesso legato alle cose materiali come i soldi, il potere e via dicendo. La Madonna ci dice che dobbiamo prestare più attenzione a quello che dice suo Figlio. La santa Messa, l'Eucarestia, la santa confessione. Dobbiamo preoccuparci di più degli altri, fare sacrifici, compiere opere di carità verso il prossimo. Se ascoltassimo meglio i messaggi della Madonna e amassimo Dio e gli altri, credo che proveremmo una pace vera tra di noi, da ovunque essa arrivi, perché i nostri cuori sarebbero più aperti, ci accetteremmo ed aiuteremmo reciprocamente. Così capiremmo che, alla fin fine, siamo tutti una grande famiglia, fratelli e sorelle. Siamo un’unica famiglia ed abbiamo un Padre. Che bello quando preghiamo sinceramente: Padre Nostro! Allora capiamo che ogni uomo è un nostro fratello o una nostra sorella che amiamo. È questo quello che la Madonna desidera, tutti noi siamo il frutto della Sua missione: divenire una famiglia, una Chiesa. Mi sento come a casa, come se la Madonna mi avesse detto: Questa è casa tua!"
(da Press Bulletin)
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Mons. Bernardo Cazzaro, Servo di Maria, Arcivescovo Emerito di Puerto Montt (Cile) ha trascorso la maggior parte della sua vita come missionario in Cile. Alla fine del suo servizio episcopale attivo è tornato in Italia per aiutare come consigliere spirituale e confessore nel Santuario mariano di Monte Berico.
Nel maggio 2007, durante un pellegrinaggio a Medjugorje con un gruppo proveniente da Vittorio Veneto, in una intervista con Lidija Paris egli ha espresso le sue impressioni su Medjugorje.
Monsignore, questa è la prima volta che viene a Medjugorje. Perché è venuto?
Io sono venuto a Medjugorje per la prima volta, invitato da questo gruppo di pellegrini che vengono per la maggior parte da Vittorio Veneto. Mentre stavo in Cile tanti anni, sentivo parlare di Medjugorje, però molto poco, perché ero dall’altra parte del mondo, lontanissimo. Tornato in Italia, secondo le mie possibilità ho sentito Radio Maria e Padre Livio che illustra i messaggi, quindi, avevo anche il desiderio di conoscere Medjugorje in forma diretta, non solo attraverso il racconto di altri. Ho accettato l’invito di questo gruppo di pellegrini. Sono contento di essere venuto. Non calcolando il viaggio sono qui da quattro giorni completi. E’ un periodo un po’ breve. Si partecipa a
queste belle manifestazioni comunitarie, però io personalmente avrei piacere di stare anche da solo, meditare, gustare in forma personale questi avvenimenti. Ma quando sei con il gruppo, si segue il programma.
Le sue prime impressioni?
La prima impressione è totalmente bella, positiva, vedo che le cose che avevo sentito sono vere, anzi ho trovato molto di più di quel che supponevo. Lo dico in due sensi. Uno di strutture fisiche – ho trovato una grande quantità di luoghi di preghiera, a parte i luoghi dell’apparizione, ma anche di preghiera facile, dove la gente va, dove si riunisce. Non ne avevo idea! Io sapevo che qui ci sono due campanili, questa chiesa, è bella la vostra chiesa! Molto solida! E poi lo dico anche in un altro senso, nel senso della quantità di persone che arrivano qui, sono rimasto molto impressionato. Tanti pellegrini, tanto fervore e anche tanta cordialità tra loro. Si vede che ogni gruppo è una piccola comunità che si muove, un cuor solo, un’anima sola, il Vangelo vissuto in questi momenti di preghiera, di movimento fatto insieme. Sono rimasto impressionato perché i messaggi più o meno si leggono, non ci sono tante novità nei messaggi, però la quantità di persone che vengono per vedere, sentire, sperimentare, è una cosa impressionante!
Ha incontrato i veggenti?
Non ho incontrato i veggenti. Non ho tanta voglia di parlare con i veggenti. Ieri sono stato all’apparizione di Mirjana. Mi piace che ci sono le apparizioni. Se la Madonna appare tante volte, io ringrazio Dio perché questi carismi non sono per loro, sono per noi. In fondo, attraverso di loro la Madonna appare a tutti, parla a tutti. Personalmente, mi muovo con altro: Gesù ha detto: “Beati quelli che credono senza aver visto!”. Sto tranquillo lo stesso perché so che cosa devo fare dei messaggi che ricevo anche se io non li ascolto in forma diretta dalla Madonna. I messaggi arrivano in tutto il mondo attraverso i giornali. Mica uno va a vedere se ogni avvenimento è vero o non è vero!
Questo avvenimento delle apparizioni ha provocato un movimento di preghiera nel mondo intero.
Si, perché questo corrisponde alla psicologia umana. Essa va verso le novità. Se queste novità sono belle, smuovono i meccanismi, anche il movimento di conversione. Certo, il Signore che ci ha fatti sa che abbiamo questo meccanismo interiore di novità, e per fortuna, qui le novità sono belle! Molta gente viene attratta attraverso questo metodo, il Signore lo usa e fa molto bene. Ha usato anche i miracoli perché c’é gente che si muove solo con il miracolo!
Le apparizioni durano ormai da 26 anni.
E’ un altro tema, della durata di queste apparizioni. Per me, non è un grande problema. Io non faccio i conti a Dio. Lui ne farà a me, non io al Signore. Se il Signore vuole apparire due volte, o venti volte o duecento volte, cosa devo dire? Io ascolto. Questo qui non è il quadro. Questa è la cornice. Il quadro è cosa ci dice il Signore, cosa vuole da noi, che problemi vuole risolvere. Quello è il quadro. Vuole cambiare noi, vuole cambiare tutto il mondo, e siccome siamo duri di testa, allora il Signore insiste, ci educa pian piano attraverso questi messaggi, che poi in fondo sono tutti riflessi del Vangelo. Se noi leggessimo di più il Vangelo e lo meditassimo, non avremmo bisogno dei messaggi. Lo abbiamo dimenticato, ecco, i messaggi ce lo ricordano. Non dicono niente di straordinario, di difficile, bisogna cambiare cuore, Gesù dice questo da 2000 anni.
Nella storia delle rivelazioni private ci sono stati casi in cui le apparizioni sono durate tutta la vita di una persona, ma sono rimaste nascoste. Qui a Medjugorje tutto è diventato pubblico.
Il Signore ha i suoi piani. Ci sono dei carismi. Il carisma è sempre dato a beneficio della Chiesa, della comunità. A volte questo beneficio è occulto. Però, i carismi non sono mai strettamente e assolutamente personali. Sempre hanno come finalità il bene comune oltre che il bene personale. Qui adesso i carismi sono all’aria, alla luce del sole, in comune.
La vita pastorale della parrocchia?
La Madonna ha scelto un posto organizzato dal punto di vista ecclesiastico che è una parrocchia, una piccola porzione del gregge di Dio a carico dei sacerdoti di qui. Avete la fortuna di avere i padri Francescani eccellenti, quindi non una sola persona ma una comunità di consacrati. La Madonna parla a tutte le parrocchie. Lo stesso linguaggio che usa qui va per tutte. Esse devono essere una comunità di preghiera, di fede, di amore. Solo che quando una comunità è molto grande questo è difficile, perché c’é un anonimato. Non c’è una relazione personale fluida, facile… In America latina, in Cile dove io sono stato tanti anni, la parrocchia la chiamiamo “comunità di comunità”. Cioè un gruppo di comunità che erano numerose, erano 25, 30 comunità piccole come un grappolo con a capo un sacerdote che sta nella sede principale, più centrale. La parrocchia è comunità di comunità, però ognuna ha una piccola autonomia e il sacerdote le guida tutte attraverso la partecipazione dei laici, molti laici, anche per mancanza di sacerdoti. Quindi la Madonna ha scelto la parrocchia per dire che le strutture della Chiesa devono essere al servizio dell’amore, della fede, non sono strutture fisse giuridiche, ma sono come un traliccio per salire, come una scala che aiuta.
Come procede la Chiesa quando vuole riconoscere o dare una forma giuridica a un luogo dove succede qualcosa che attira tanti pellegrini, come qui a Medjugorje?
La Chiesa fa molto bene a fare come fa. Prudenza. Dico prudenza non perché il demonio può vestirsi anche di luce - lo sappiamo, lo dice anche san Paolo. Lo dico per un altro motivo. Faccio un piccolo esempio. Un processo. Un processo può essere molto lungo. Il giudice finché non ha sentito tutte le voci di chi dice una cosa, chi contraddice, chi accusa l’uno, chi accusa l’altro… Qui non è il caso di un processo, ma è un paragone che porto. Il giudice deve ascoltare. Quando tutti hanno finito, allora io studio e dò la sentenza. A Fatima, i fatti straordinari delle apparizioni sono avvenuti nel 1917. Però, la Chiesa ha dato il via libera totale nel 1942. Quindi dopo 25 anni. La gente andava a pregare, c’era un movimento spirituale, religioso, ma la Chiesa non si è pronunciata prima. Però, questo non ha impedito che ci fosse un profitto spirituale. Quindi, quando noi andiamo a vedere e a domandare: “Queste apparizioni, questi fenomeni sono di origine divina o no?”, è una curiosità comprensibile. Io non condanno per niente questo modo di fare, però dico: Dove è la cosa principale? La cosa principale è un’altra: sono i frutti che ne derivano. I frutti. Se io vado in un frutteto pieno di alberi di frutta matura, bella, io non vado per vedere se le radici sono sane o bacate, ammalate. Io vedo la frutta bella, la prendo, la mangio, la offro. Se i frutti si riconoscono buoni, anche le radici saranno buone, lo dice anche Gesù. Quando diciamo “io non credo”, lo comprendo, è una attitudine umana, non si può condannare perché la Chiesa lascia la libertà. Solo il Credo dobbiamo accettarlo per fede e basta. Il resto sono cose private. Tu non devi andare tanto alle radici. Guarda i frutti, i frutti di conversione, l’invito e il contenuto dei messaggi. Sono tutti contenuti evangelici. Tu non puoi buttare via il Vangelo, anche se ti viene masticato in forma di pappa, perché siamo come bambini, e la Madonna in fondo ci dà la pappa. Siamo diventati bambini, da evangelizzare di nuovo. La Madonna lo dice in una forma semplice come una mamma, con bocconcini piccoli, ma preziosi, per digerire questo Vangelo che abbiamo anche dimenticato. Questo è importante. Lascia che la Chiesa vada pianino, studi, faccia commissioni, esamini i pro e i contro, tutto quello che vuole. Si dice “la Chiesa deve approvare”. Cos’è questa “Chiesa”? E cosa siamo noi? Siamo Chiesa, noi abbiamo già approvato! La gerarchia responsabile è giusto che ci sia per prudenza, per non cadere in errori, per confermare tutto il bene che si fa. Quando vado a mangiare non vado a vedere cosa fanno in cucina. Basta che portino un buon piatto da mangiare, mi alimento, sono felice, per la cucina mi fido! Non sto senza mangiare perché non so se in cucina tutto sarà fatto con igiene. Sono piccoli paragoni… Io capisco i vescovi, poveretti. Talvolta siamo presi da tanti messaggi… ce ne sono di stupidità! Anche stampati… dove la salvezza eterna dipende dalle tue opere. Ma scherziamo! Ci sono messaggi falsi dove la salvezza eterna non dipende da Gesù ma dal tuo rosario, dal pellegrinaggio, e non dalla confessione, comunione, conversione…
Il digiuno?
Il digiuno qui è giusto. Ci ho pensato tanto. Questo digiuno è l’uso moderato, giusto delle cose. Noi uomini siamo tentati di esagerare in tutto. Ogni cosa buona che arriva nelle nostre mani, la sciupiamo. Roviniamo tutto perché siamo peccatori. Roviniamo anche il cibo perché mangiamo troppo. E si perde la salute. Facciamo le cure dimagranti. Bisogna fare le passeggiate, le trottate… la Madonna dice: digiunate. Due volte alla settimana. Fa molto bene. Eccellente. Questo tipo di digiuno lo fa chi può. C’è gente che non può farlo per le poche forze che ha. Allora tu devi fare un altro digiuno. Ci sono dei mezzi di cui stiamo abusando. Per esempio la televisione. Io dico che il digiuno più grande che dobbiamo fare è quello di spegnere la televisione, i programmi sporchi, o internet. Dobbiamo fare digiuno dall’immoralità che c’è nella stampa, o negli altri mezzi di comunicazione. Quello è il digiuno che dobbiamo fare. Con decisione. E’ necessario per vivere. I mali vengono perché abbiamo sciupato anche i mezzi di comunicazione. Siamo uomini peccatori. Ci sono anche quelli che organizzano il male a livello mondiale. Un altro tipo di digiuno è quello dai nostri vizi. La parola digiuno è molto profonda e molto vasta. Non basta astenersi da un cibo. C’è proprio il digiuno di cui parlava Gesù: “Chi vuole essere mio discepolo rinneghi se stesso”. Quello è il digiuno più grande: rinnegare il tuo orgoglio, la tua superbia, la tua rabbia, la tua lussuria, la tua avarizia… tenere a bada i tuoi vizi capitali. E’ l’ascesi cristiana. Ne abbiamo bisogno. Abbiamo dimenticato il Vangelo, abbiamo dimenticato anche la Croce che c’è nel Vangelo. Il digiuno è quello. La croce da portare giorno per giorno per essere buoni, dominare le nostre passioni. Il digiuno è un programma di vita, non è solo un atto.
Qui a Medjugorje la Madonna ha invitato a venerare la Croce.
Perché noi abbiamo dimenticato la croce, ma non la croce fisica, ma la sofferenza della vita di cui parla Gesù nel Vangelo. La venerazione è un atto di pietà che deve riflettersi nella vita. Dobbiamo educare bene i bambini, insegnare loro a rinunciare ai capricci. Quando ero bambino ci insegnavano a fare “i fioretti”, piccoli sacrifici che si facevano specialmente in onore della Madonna nel mese di maggio. La venerazione della croce focalizza l’attenzione su un punto. Quel punto deve illuminare tutto il resto. La croce ce l’hai addosso… accettare le sofferenze in unione con il Signore Gesù. Un atto di culto deve entrare nella vita, quello è il culto che piace a Dio. Sarebbe farisaismo onorare Dio in chiesa, e poi fuori onori te stesso, il tuo orgoglio, butti via la croce, fai di tutto per non avere croci nella vita. E quando la croce viene ti disperi e non sai cosa fare…
La confessione. I pellegrini vengono dal mondo intero per confessarsi qui.
E’ bello. Questo è uno dei frutti più belli di questo luogo, di questi fenomeni delle apparizioni. In fondo, la Madonna domanda la confessione per affidarci alla misericordia di Dio. Cambiare vita.
Io vengo dal santuario di Monte Berico dove sono accadute le stesse cose, ma non in queste dimensioni così grandi. La Madonna è apparsa nel 1426 e nel 1428. Due volte. C’era una grande peste e la Madonna è intervenuta e ha chiesto una cappella. Nessuno, né il Vescovo, né altre autorità hanno creduto a questa donna, Vincenza Bassini. Quindi la peste è continuata per due anni. Alcune persone buone pregavano, allora la Madonna è apparsa di nuovo, nello stesso posto, e ha anche tracciato con una croce il perimetro della cappella. Allora hanno creduto e hanno fatto la cappella in tre mesi. Dal giorno in cui hanno cominciato a costruire la cappella la peste ha incominciato a diminuire. Dopo tre mesi era sparita. La Madonna ha detto anche che voleva non solo la guarigione del male fisico ma anche del male spirituale perché c’erano tanti peccati, come sempre. Dio voleva la conversione: la salute del corpo ma anche quella dell’anima. Tutti i giorni confessiamo. Questo succede in tutti i santuari in cui ci sono sacerdoti.
Medjugorje è diventato anche un luogo di rinnovamento per i sacerdoti. Quest’anno in luglio avremo un ritiro predicato da padre Raniero Cantalamessa.
Bravissimo! Noi sacerdoti siamo uomini come tutti. Abbiamo le nostre debolezze, abbiamo bisogno di conversione anche noi. Non siamo confermati in grazia!
Qui si prega tanto per i sacerdoti…
Io, da tutto l’insieme, non vedo niente di storto, niente di preoccupante. Io come vescovo qui non vedo capricci, cose strambe. Tutto si svolge secondo le norme della Chiesa: la liturgia, la preghiera,
il sacrificio, specialmente la conversione. Va bene. Siamo grati a Dio. Se la Chiesa dice “sono vere”, che lo dica domani o fra vent’anni, non c’importa niente. Non bisogna avere fretta! Lasciamola libera! Lasciamo libere le autorità competenti che sono il vescovo locale, oppure nel nostro caso qui il Vaticano. Non ha nessuna importanza. Rispetto i frutti.
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TOMASEK, il Cardinale che non ha paura: Profondamente GRATO A DIO per MEDJUGORJE
La “Sveta Bastina” del gennaio 1988 riportava una lunga intervista con il Cardinale “di ferro” Frantisek Tainsek, Arcivéscovo di Praga. che,dopo essere stato interrogato sulla situazione della chiesa. cecoslovacca, ha risposto anche a una domanda su Medjugorje:
D. Lai ha sentito di Medjugorje? Cosa pensa di questi fatti e del movimento spirituale che là succede?
R. Oh come no? Ho sentito. Questi avvenimenti sono tanto importanti. Penso che noi qui abbiamo ricevuto tanto da Medjugorje per mezzo di Maria. La preghiera e il digiuno, la fede e la conversione e l'invito alla pace possono essere solo da Dio. Ho incontrato tanti che sono stati a Medjugorje: sono pieni di speranza e desiderano dare testimonianza della loro fede. Conosco tanti che digiunano e pregano perchè questo hanno imparato a Medjugorje.
Il popolo ha fame e sete della Parola di Dio. Quando gli uomini vogliono impedire l’annuncio della Parola di Dio, Dio trova il modo per raggiungere e unire tutti i suoi figli. Io sono profondamente grato a Dio per Medjugorje. Medjugorje si collega benissimo insieme con 70 anni dalle apparizioni di Fatima e con quest'anno Mariano. Veramente sento tanto parlare di Medjugorje, ma desidero sentirne parlare sempre di più.
Anch’io desidero andare a Medjugorje, se sarà possibile, per prendere speranza nuova. Questo desiderano anche tanti miei fedeli. (Traduz. di Josko Perkovid, Sinj).
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L'Arcivescovo Estanislao Esteban Karlic, Arcivescovo emerito del Paraná, in Argentina, ed ex presidente del Congresso episcopale argentino, ha visitato Medjugorje il 13 ed il 14 febbraio 2007. Mons. Karlic, che ha ricevuto la sua consacrazione episcopale 30 anni fa, ora è membro della Commissione Fede e Cultura della CE dell'Argentina. E' rimasto nella casa parrocchiale, dove il Dott. Fra Ivan Sesar, parroco della parrocchia, lo ha informato sul lavoro pastorale con i pellegrini e sulla vita della parrocchia. Mons. Karlic ha espresso la sua ammirazione sull'intensità della vita sacramentale qui.
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"Il vescovo del Sudafrica: Medjugorje è una sfida per la fede" - Eco di Maria nr.173
Mons. Gerard Ndlovu, vescovo a riposo della diocesi sudafricana di Umzimklu, ha soggiornato a Medjugorje durante le prime due settimane del mese di luglio e partecipato all’8° seminario internazionale dei sacerdoti. Ecco le sue impressioni: "Un po’ di tempo fa qualcuno mi disse che a Medjugorje la Madonna appare tutti i giorni. Mi incuriosii e decisi di venire a vedere. La devozione e la fede nella Madonna sono a volte molto deboli o addirittura inesistenti. Alcuni ritengono impossibile che la Madonna abbia il tempo di apparire tutti i giorni. Penso che questa sia una grande sfida per la nostra fede, se crediamo che nel piano universale della Salvezza non vi sia nulla di sorprendente, che tutto è stato, è, e sarà sempre nel piano della Salvezza. Personalmente non ho problemi a crederlo. Potrebbe apparire anche sempre, se sappiamo che Maria è sempre con
noi, ovunque. Noi non la vediamo, ma Dio può fare in modo che sia vista. Ecco perché credo che la si possa vedere tutti i giorni. Ritengo che la sfida di Medjugorje sia pienamente in sintonia con l’insegnamento della Chiesa e con la formazione teologica da noi ricevuta come sacerdoti. Sono convinto che la vera sfida consista proprio nel mettere nella vita quello che abbiamo già appreso, nel risvegliare quello che già abbiamo nel cuore e nella mente e nel meditare sulla nostra vita. Mi ha colpito moltissimo lo spirito di preghiera e di devozione che qui domina. Sono stato al seminario per i sacerdoti e mi ha impressionato lo spirito di fratellanza che regna tra i presbiteri provenienti dai vari paesi. Si vedeva che i sacerdoti erano assetati di amore e di verità. A tutti coloro che mi chiederanno di parlare di Medjugorje risponderò semplicemente: "Andate e sperimentate voi stessi!"
(da Press Bulletin)
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Mons. Sebastian Thekethecheril, vescovo della diocesi di Vijayapuram (Kerala, India) è stato a Medjugorje dal 2 al 7 luglio 2007, durante l’incontro internazionale per i sacerdoti. Ha anche celebrato la santa Messa per i pellegrini anglofoni ed ha tenuto l’omelia.
Alla conclusione del seminario ha detto:
"Oggi ho celebrato la santa Messa delle 10. Ho detto che questo è il posto più bello del mondo perché la Donna più bella è apparsa qui. E perchè è la Donna più bella? Perché ha concepito la persona più bella – Gesù Cristo. E poiché è apparsa qui, questo posto è il posto più bello. Vengo dall'India, da Kerala, che è un luogo altrettanto bello, vengo qui e dico che questo è il posto più bello, perché la Nostra Madre Benedetta è apparsa qui. Perchè è così bella? Perché è piena di grazia. E qui possiamo vedere le grazie, particolarmente durante questo ritiro. Tanti sacerdoti, oltre 600, sono qui e li vedo tutti felici. Perchè? Soltanto quando la gente è piena di Spirito Santo può essere felice, anche esternamente. Ho avuto anche questa esperienza. Desideravo venire qui da tanti anni. Ho avuto un problema con il visto ma all'ultimo minuto l’ho ottenuto e sono venuto qui, e credo che questo sia già un miracolo già in sè."
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Il Dodicesimo Seminario Internazionale per i Sacerdoti ha avuto luogo a Medjugorje dal 2 al 7 Luglio 2007.
Il tema del Seminario è stato: “Con Maria in attesa dello Spirito Santo”.
Come relatore di questo seminario era stato annunciato Raniero Cantalamessa, Predicatore della Casa Pontificia, che è stato impossibilitato a venire a causa di circostanze inaspettate. Al suo posto ha guidato questi esercizi spirituali il Prof. Dr. Tomislav Ivancic (nato nel 1938), ex Decano della Facoltà Cattolica di Teologia di Zagabria (Croazia), attualmente Direttore dell’Istituto per la Teologia Fondamentale, fondatore della Comunità “Preghiera e Parola” e del “Centro per l’aiuto spirituale” a Zagabria, dove viene applicata l’Hagioterapia (Guarigione con il Santo), fondatore della Scuola per l’Evangelizzazione e della Scuola per l’Hagioterapia. Al seminario hanno partecipato 628 Sacerdoti da 46 Paesi di tutti e cinque i Continenti. Durante tutto il seminario è stato presente anche Mons. Sebastian Thekethecheril, Vescovo della Diocesi di Vijayapuram (India) che ha anche concelebrato durante le Sante Messe serali. Ogni giornata è incominciata con la preghiera delle Lodi in latino e con l’Adorazione al Santissimo guidata da Fra Ljubo Kurtovic, a cui seguiva la lezione tenuta dal Prof. Dr. Tomislav Ivancic. Durante la pausa di Mezzogiorno i Sacerdoti hanno avuto la possibilità di rimanere in Adorazione silenziosa davanti al Santissimo. Nel pomeriggio c’era una lezione seguita dal Programma di Preghiera serale nella Chiesa Parrocchiale.
Durante il seminario i Sacerdoti sono saliti insieme sulla Collina delle Apparizioni, dove hanno pregato il Rosario, e sono anche saliti insieme sul Krizevac pregando la Via Crucis dopo la quale
hanno avuto la possibilità per la Confessione. L’ultimo giorno la preghiera delle Lodi si è svolta presso la tomba di Fra Slavko Barbaric, Cappellano di Medjugorje, che ha iniziato questi seminari.
Il Seminario è stato tradotto simultaneamente dal Croato in nove lingue: Inglese, Francese, Tedesco, Italiano, Spagnolo, Polacco, Slovacco, Russo ed Ungherese.
Le lezioni sono state trasmesse in diretta da Radio Maria per l’Austria ed il Sud Tirolo.
I Sacerdoti sono stati ospitati gratuitamente nelle famiglie dei parrocchiani e sono state coinvolte diverse Organizzazioni di Medjugorje e Centri della Pace di tutto il mondo perché aiutassero finanziariamente i Sacerdoti che avevano difficoltà per il viaggio.
Parole austere dietro cui si nasconde un’esperienza sacerdotale che si potrebbe riassumere in un comune denominatore: esperienza della Chiesa Cattolica Universale.
Impressioni dei Sacerdoti
“Una esperienza molto positiva. Lo stesso spirito di Medjugorje attrae. Io sono venuto per incontrare qui Sacerdoti da tutto il mondo, per sperimentare la comunione con loro, l’unione con Cristo indipendentemente dai diversi luoghi in cui viviamo, indipendentemente dai diversi servizi che svolgiamo. Noi siamo qui insieme, noi apparteniamo a Cristo, apparteniamo a Maria, siamo venuti per incoraggiarci l’un l’altro ed andare avanti”.
“Venire a Medjugorje è come andare in Cielo. Per me la cosa più bella è l’Adorazione”.
“Questa è la prima volta che partecipo a questi esercizi spirituali e la mia terza venuta a Medjugorje. Adesso per la prima volta per convinzione interiore personale dico: la Gospa veramente appare qui. Questo è veramente un luogo santo dove sappiamo che il Cielo tocca la terra attraverso la Madre di Dio. Ciò mi è divenuto così chiaro per la prima volta quest’anno ed è diventata una mia convinzione personale. Prima credevo a ciò che gli altri dicevano di questo, ma non ero molto interessato. Dopo essere arrivato a questa convinzione, per la prima volta ho iniziato coscienziosamente a leggere i messaggi, come quello dato a Mirjana il 2 Luglio. Sono rimasto incredibilmente toccato, perché per la prima volta ho sentito un messaggio che parla di tenerezza, della tenerezza della Gospa, della tenerezza di Gesù. Negli esercizi spirituali P. Ivancic ha parlato di questo molto ampiamente e mi sono detto: questo va insieme. Sono stato profondamente toccato. Io sono un membro del Movimento dei Focolari: noi non siamo particolarmente legati a Medjugorje, anche se ci chiamiamo “Opera di Maria” e desideriamo essere come Maria con tutte le nostre vite. Finora non mi era chiaro come collegare questo con Medjugorje, ma ora penso di aver capito”.
“Questa è la mia prima volta a Medjugorje. Sono venuto perché ho visto molti frutti. C’è una cosa che mi disturbava sempre un po’: avevo l’impressione che qui a Medjugorje la Gospa parlasse così tanto. Ma, vedendo i frutti, mi sono detto: vado a vedere. Sono molto soddisfatto. E’ molto tranquillo e molto bello. Credo che verrò di nuovo. Gli esercizi spirituali sono di alta qualità, in spirito di preghiera; sono molto toccato dall’Adorazione serale che è molto semplice. Ciò che si vive qui è molto semplice e molto profondo. Sono molto soddisfatto”.
"Sono venuto perché Nostra Signora - in qualche modo - "mi ha preso nella sua rete ". Non una trappola ma una rete. Da tempo sto dicendo che desidero venire a vedere che cosa è Medjugorje. Avevo detto ad uno dei miei parrocchiani di portare degli opuscoli da Medjugorje. E’ tornato recentemente ed ha portato un opuscolo che annunciava un ritiro per i sacerdoti tenuto da Raniero Cantalamessa. Cantalamessa non è qui, ma io sono a Medjugorje e so che qui la Beata Vergine sta versando su noi le grazie di Suo Figlio. La scorsa settimana un altro dei miei parrocchiani era qui. Aveva rigettato la sua fede e la Chiesa. A Medjugorje ha trovato di nuovo il suo Signore. Di conseguenza forse anch’io incontrerò qui il Signore in modo più profondo.
"Sono stato sorpreso dal cambiamento della preghiera, ma vedo in questo l'azione dello Spirito Santo che ama confondere i nostri piani. In questo ritiro ho capito che non devo provare a salvare prima i miei parrocchiani, ma me stesso! Se mi santificherò mi seguiranno."
"Questa è la terza volta che partecipo al ritiro per i sacerdoti. Sono felice che Tomislav Ivancic stia predicando. L’ho sentito tre anni fa, quando il seminario mi ha aiutato a cambiare la mia vita. Speravo che anche quest’anno Dio parlasse in modo speciale. L’arrivo del prof. Ivancic è la risposta alla mia preghiera."
"Mi piace molto. Desideravo venire già l'anno scorso per il ritiro dei sacerdoti, ma non ho potuto. Ogni anno vengo due o tre volte a Medjugorje per la preghiera personale. Mi piace essere qui da solo ed avvertire la presenza di Nostra Signora. Sono stato qui circa trenta volte, soltanto cinque o sei volte con gruppi di pellegrini. Ho portato qui anche il mio vescovo. Non so cosa sarebbe accaduto se fosse venuto un altro predicatore. Ciò è eccellente. Il Prof. Ivancic sta trattando questioni molto interessanti. Sta dando le risposte giuste a molte domande dei nostri tempi. Sono felice che sia qui."
"Mi piace che il prof. Ivancic parli degli esseri umani in generale. La nostra missione sacerdotale è universale, per il mondo intero."
"Questa è la terza volta consecutiva che partecipo a questo ritiro. Intensa atmosfera spirituale. La preghiera è molto forte, la presenza di Dio si sente fortemente. Le celebrazioni ed le Adorazioni Eucaristiche mi hanno profondamente impressionato. Spero che tutto questo porti frutti quando tornerò a casa. Ringrazio Dio per la possibilità di essere qui."
"Le letture risuonano nel mio cuore, particolarmente l’importanza centrale del nostro rapporto con Gesù, che deve di continuo essere approfondito. La necessità per un sacerdote di essere un altro Cristo. La gente ha bisogno di Gesù e non delle nostre storie."
"Il predicatore ha parlato di Gesù e della chiesa. Vengo ogni anno per questo ritiro. Sono membro della Comunità "Madre della Pace", fondata 15 anni fa in Belgio. Quest’estate il nostro vescovo ha proceduto al nostro riconoscimento come congregazione religiosa. Per la solennità dell’Assunzione di Nostra Signora, ai nostri membri sarà permesso per la prima volta fare i voti finali a vita ed io sarò ordinato sacerdote il 6 ottobre, vigilia della festività di Nostra Signora del Rosario."
"Ho studiato Patrologia a Roma ed ora presto servizio in Italia. È là che ho sentito parlare di questo ritiro ed ho deciso di venire. Durante il ritiro, sono trattati temi molto validi e con umiltà. Il predicatore è contemplativo. Si vede che il predicatore è un uomo che ha esperienza di preghiera e contemplativa. Quando parla di Dio, dell'amore di Dio, si vede che vive quello che dice. Ha incontrato Dio nella preghiera. Questo è ciò che mi impressiona di più, così come quando ci ha detto che noi, preti cattolici, abbiamo le risposte alle domande che il mondo chiede, ma queste risposte non vengono da noi ma da Gesù, che è Dio ed uomo. Dobbiamo dare queste risposte al mondo, che le cerca dappertutto, in altre religioni. E noi abbiamo le risposte."
"Questa è la mia terza volta qui. Questo è un eccellente ritiro, molto importante, che ci aiuta nella nostra crescita spirituale, nella nostra vita sacerdotale e nel nostro lavoro pastorale."
"Sono un collaboratore volontario di Radio Maria. Da parecchi anni trasmettiamo per radio il Festival della Gioventù ed il Ritiro per i Sacerdoti da Medjugorje verso l’Austria ed il Sud Tirolo. È un compito meraviglioso diffondere in questo modo la Gloria di Dio ed essere al servizio della Madre di Dio. "
"Due anni e mezzo fa ho partecipato al ritiro internazionale per i sacerdoti ad Ars, dove il santo curato d’Ars era parroco e questo mi ha ispirato a venire a Medjugorje. Qui un prete capisce la straordinaria sensazione di Chiesa. Qui realmente sperimentiamo la Chiesa Cattolica universale nella sua diversità; tutti viviamo la stessa cosa e veniamo da così tante culture differenti."
Sacerdoti dai seguenti paesi hanno partecipato a questo ritiro:
Europa: Austria, Belgio, Bielorussia, Bosnia-Herzegovina, Repubblica Ceca, Inghilterra, Francia, Croazia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Ungheria, Moldavia, Germania, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Serbia, Scozia, Spagna, Svizzera, Ucraina.
Asia: Azerbaijan, India, Kazakistan, Tailandia.
America del Nord: Canada, U.S.A..
Sudamerica: Argentina, Brasile, Cile, Repubblica Domenicana, Colombia, Messico, Paraguay, Perù, Nicaragua, Porto Rico, Venezuela.
Africa: Camerun, Nigeria, La Reunion.
Oceania: Australia
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L'esortazione del Cardinale Tonini: "Amiamo la Madonna, Lei ci vuole davvero bene"
23-9-08
di Bruno Volpe
CITTA’ DEL VATICANO - “La Madonna? Metto da parte ogni dotta dissertazione di carattere teologico per ricordare ciò che mi diceva la mia mamma, con grande semplicità, prima che uscissi di casa da piccolo: se passi davanti ad una statua della Vergine, salutala, Lei ti vuole bene”. Un attimo di commozione fa tremare la voce del Cardinale Ersilio Tonini (nella foto), l’ormai 93enne Arcivescovo emerito di Ravenna-Cervia, tra i più autorevoli membri del Sacro Collegio, che dell’amore per Maria non ha mai fatto mistero. Un amore puro, enorme, come quello di un figlio per la madre, nato sin nella prima infanzia.
Eminenza, ricorrono i 150 anni dalle apparizioni di Lourdes ed è inevitabile parlare della Madonna…
“Guardi, Maria è la creatura più dolce e semplice, la discepola per eccellenza, la tutta Santa. Consideri che ognuno di noi Le è stato affidato perché non solo è Madre di Cristo e della Chiesa ma dell’intera umanità”.
Eppure, colpevolmente, oggi si tende a sottovalutare, con un certo snobismo, il fenomeno mariano.
“Chi lo fa, neppure è in grado di apprezzare la grandezza di Maria. Lei ha abbracciato la Croce senza rassegnazione, ma con totale fiducia ed abbandono in Dio. Maria rappresenta il volto dolce ed ottimista, la positività del cristiano perchè è Colei che medita nel silenzio. Che differenza con tanti chiacchieroni dei nostri tempi, che proprio non riescono a rendersi conto della bellezza di Maria, la donna del sì pieno ed incondizionato al Signore…”.
A proposito delle apparizioni della Madonna, parliamo di quelle di Medjugorie: il Vaticano sembra un po’ scettico o, quantomeno, particolarmente cauto.
“Premetto che io non sono mai stato in quel santuario e non ne so molto, ma comprendo e giustifico la prudenza della Chiesa che, necessariamente, deve essere attenta e saggia. Dunque, nulla da obiettare sul comportamento della Santa Sede. Ma, con altrettanta franchezza, invito a fare una riflessione: come mai a Medjugorie si verifica un così elevato numero di conversioni?”. Cardinale Tonini, ci dica Lei…
“Niente e nessuno possono mettere freni alla santità. Se in quel luogo confluiscono milioni di pellegrini ogni anno e molti di loro cambiano vita, è del tutto palese che sia un’opera dello Spirito Santo. Che poi la Chiesa sia cauta, lo ripeto, è anche giusto e normale, ma ciò non cambia il forte carisma di Madjugorie. D’altro canto, la santità non ha bisogno di certificati”.
Dunque, Medjugorie opera dello Spirito Santo e non dell’immaginazione dei 6 veggenti?
“Il Vangelo incoraggia alla conversione, e se questo frutto nasce e matura a Medjugorie, perché non apprezzarlo? Veda, la Chiesa aspetta, osserva l’evolversi della situazione, degli eventi, ma è giusto sottolineare che non ha mai ufficialmente bocciato Medjugorie. Ad essere precisi, è vero che non vi è stato ancora un sì, ma neppure un no”.
Eminenza, si può definire Maria come corredentrice dell’umanità?
“Intanto è la mediatrice per eccellenza. Ma credo che sia anche giusto definirla corredentrice, da un punto di vista teologico, perchè ha vissuto da Santa alla sequela di Cristo ed ha seguito il suo Figlio sino alla Croce. In un certo senso, la vita stessa di Gesù sarebbe stata come ‘monca’ senza la presenza della Madonna”.
Cardinale Tonini, chi Le ricorda Maria?
“Mia madre. Maria, lo scriva, è la mamma di tutti ed è sempre pronta a consolare, amare e perdonare. Se abbiamo un dolore o un problema corriamo da nostra madre e lei ci soccorre e ci consola. Così Maria ci rassicura e lenisce le nostre sofferenze. Guardiamo a Lei con fiducia e con gioia”.