Questo è un appello rivolto soprattutto agli artisti. Attenzione alla lamentela. Sei cattolico? Allora scordati il premio Nobel, scordati le gallerie che contano, scordati la top ten. Scordati queste cose e cerca di essere felice lo stesso, perché ne hai tutte le ragioni. «Non dimenticare i benefici ricevuti».
Tutto il mondo dell’arte e della letteratura sembra orientato verso valori effimeri, come segnalava Benedetto XVI nell’incontro con gli artisti: il mito del successo, la provocazione, la trasgressione fine a sé stessa. Anche trasgredire è un’arte (se è per questo si dice pure “l’arte del delitto”).
Tutto mira a creare un’élite di ricchi e famosi circondati da una torma di esclusi. Tutto mira a produrre da un lato faciloneria e ignoranza e dall’altro scontentezza, lamentela, invidia. E c’è anche una scontentezza cattolica, che è in realtà uguale a tutte le altre, ma si riveste di eroismo.
Potrei citare diversi casi nei quali il fatto di essere cattolico (e perdipiù ciellino, ossia un tipo di cattolico che spesso piace poco anche e soprattutto a certi cattolici) mi ha danneggiato.
«Finché ti tieni addosso il marchio di Cl», mi ha detto un famoso giornalista, «non sarai mai sdoganato». E siccome mi stimava, mi suggeriva il da farsi, le strategie da adottare.
Se voglio essere sdoganato? Certo che sì. Non sono nato per fare la vittima. Eppure a volte viene naturale ripiegarsi sulla recriminazione, dire a noi stessi che il mondo non ci ama e sentirci un po’ eroi per questo.
Ma la testimonianza di tanti amici ci ricorda ogni giorno dove sta il vero eroismo. Sta nell’abbraccio alla realtà in cui sperimentiamo l’abbraccio di Cristo e dello Spirito, che opera come vuole.
Se il cristianesimo ci fa essere artisti scontenti (e quindi non pienamente realizzati), a che ci serve? Piuttosto rincorriamo anche noi il successo, la ricchezza, diventiamo cinici, cerchiamo la provocazione a tutti i costi. Scontentezza per scontentezza, tanto vale provare...
Per questo vale il monito: «Non dimenticare i benefici ricevuti». Siamo felici della strada che ci è stato dato di percorrere!
Tutte le settimane ricevo la newsletter di un gruppo di artisti siciliani riuniti intorno al signor Calogero Zuppardo, che non conosco. Si occupano di arte sacra. Io non so se i loro siano capolavori o meno, però so che sono lieti del cammino che stanno facendo. Nelle loro parole non avverto l’ansia di esporre al Moma o al Grand Palais, avverto solo la felicità di operare nella bellezza, con umiltà, senza pretese.
In questa semplicità, per quanto ingenua, io risento l’eco della immensa civiltà cristiana, un filo di quel grande miracolo che ha costruito l’Europa. E mi rincuoro.