DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Flamigni, ultimo giapponese. Il professore non si rassegna al tramonto della ricerca sugli embrioni

Tratto da Il Foglio del 20 febbraio 2010

Il professor Carlo Flamigni, star nazionale della fecondazione in vitro, ha deciso di candidarsi al premio “ultimo giapponese nella giungla delle staminali embrionali”.

In un libro di cui è annunciata la prossima uscita (“La questione dell’embrione”, Baldini Castoldi Dalai), Flamigni dedica molti sforzi a sostenere che quel filone di ricerca, ormai in evidenti difficoltà in tutto il mondo – soprattutto dopo le scoperte sulla riprogrammazione cellulare delle staminali somatiche – sia in realtà irrinunciabile. Il professore ne è talmente convinto che prova a ridimensionare – sulla scorta del pensiero del bioeticista di Maurizio Mori, quello del caso Englaro come benemerita “breccia di Porta Pia” – il lavoro di Shinya Yamanaka. Il quale, nel 2007, nel suo laboratorio di Kyoto ha scoperto il principio su cui si basa la riprogrammazione delle staminali epiteliali in staminali pluripotenti indotte. Non è vero che Yamanaka non ha mai usato cellule embrionali, sostiene Flamigni. Ma non dice che sono state usate cellule di topo, e non umane, per ottenere quel risultato così importante. Un risultato, piaccia o meno ai professori Flamigni e Mori, che rimane uno spartiacque e un’indicazione di lavoro anche là dove non esistono restrizioni di alcun tipo rispetto alla ricerca sulle staminali embrionali umane.

Se ne sono accorti negli Stati Uniti, dove anche i fondi resi accessibili da Obama per le staminali embrionali sono impiegati sempre di più sulle riprogrammate (Ips). Perfino nella Spagna che pure si pretendeva terra promessa europea nella ricerca sulle embrionali, è stata annunciata dalla Consejería de Salud andalusa l’apertura, a Siviglia, di un laboratorio di riprogrammazione cellulare, dove scienziati spagnoli e americani si dedicheranno allo studio delle cellule Ips. Ma sono argomenti inutili, ci rendiamo conto, con chi considera la facoltà di usare embrioni umani come materiale da laboratorio per un altro capitolo della “breccia di Porta Pia”.