Mc 6,30-34
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato.
Ed egli disse loro: “Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po’”.
Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare. Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte.
Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero.
Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
IL COMMENTO
L'importante è avere da fare. Essere impegnati, le agende piene. I cosiddetti operatori pastorali sempre in giro a far cose, ma anche le mamme e i papà, e i rispettivi pargoletti. Attività scolastiche e para-scolastiche, lavorative e para-lavorative, impegni sociali e aiuto ai più deboli. Opzioni preferenziali e corse per dare una mano. E oggi il Vangelo come una saetta vibra tra le ore indaffarate delle nostre vite una parola: commozione, che in greco, quello del Vangelo, è una parola vicinissima a "viscere", al cuore della vita che risiede nel seno di una madre. Gli apostoli vanno, inviati da un amore più grande assorbito nell'intimità con il Signore. Predicano, annunciano, guariscono. Tornano e si rifugiano dal loro Amato, il Signore che li "rapisce" in un luogo di riposo. Son questi i ritmi autentici della vita. L'intimità con il Signore, segnata dal prima e dal dopo la missione, la partenza e l'arrivo d'ogni attività: Lui, Gesù. Ogni attività inscritta nell'unione profonda con il Signore. Da Lui, per Lui, con Lui, a Lui. Possiamo far mille cose, ma se non è Lui il centro, tutto ciò che facciamo, foss'anche il miracolo più straordinario, non sarà altro che l'ennesima iniezione di fumo a riempire un vuoto abissale. Lo diceva San Paolo, si può far tutto, anche le cose più sante, ma senza la Carità, senza Cristo, è tutto fumo, vapore, vanità di vanità. Per questo perdere la vita nell'evangelizzazione e il riposo che ne segue sono il frutto d'una commozione di fronte a chi ci è intorno, alle pecore senza pastore, agli uomini senza Cristo. Occorre oggi guardarci dentro e chiederci che cosa ci muove: un'ansia che ci impedisce star fermi per non incontrare noi stssi, una nevrosi che cerca di dare senso all'inutile susseguirsi delle nostre ore vuote, o la commozione, le viscere stesse di Gesù che risuonano d'amore nelle nostre viscere e che ci proietta in un amore più grande? Quello che si dimentica di se stesso, che non scrive appuntamenti sulle agende, che non fa conti, ma che, come pane spezzato, si da in pasto ad ogni uomo. E questo è vero per ogni atto della nostra vita che si fa annuncio del Vangelo: sbrigare una pratica, cambiare un pannolino, fare la spesa, studiare, andare al cinema o guardarsi una partita. Lui in noi, e noi in Lui, e, insieme, per ogni uomo. Che sia questa la nostra vita.
Meditazione del giorno:
San Cesario di Arles (470-543), monaco e vescovo
Discorso Morino 26, § 2-5 ; PLS IV, 297-299
La vera misericordia che è nel cielo (cfr. Sal 35, 6), è Cristo nostro Signore. Quanto è dolce e quanto è buona ; senza che nessuno la cerchi, essa è scesa spontaneamente dai cieli e si è abbassata per rialzarci !...
E Cristo ci ha promesso di stare con noi fino alla consumazione dei secoli ; come egli stesso dice nel Vangelo : « Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo » (Mt 28, 20). Quanta bontà, fratelli ! È già nel cielo alla destra del Padre, e vuole faticare ancora, con noi, sulla terra. Con noi, vuole avere fame e sete, con noi vuole soffrire, con noi essere straniero. Anzi non rifiuta di morire e di essere carcerato con noi (Mt 25, 35). Vedete quanto è grande il suo amore per noi : nella sua tenerezza indicibile, vuole soffrire in noi tutti questi mali.
Sì, la misericordia venuta dal cielo, cioè Cristo nostro Signore, ti ha creato mentre non esistavi, ti ha cercato mentre eri perduto, ti ha riscattato mentre eri stato venduto... E ora, ogni giorno, Cristo si degna di incorporarsi alla tua umanità. Purtroppo, tanti uomini non accettano di aprire la porta del loro cuore.