DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Il cardinal Ruini, un grande «defensor ecclesiae»

di Gianteo Bordero
Tratto dal sito Ragionpolitica.it il 17 marzo 2010

L'intervista che il cardinale Camillo Ruini ha concesso a Paolo Rodari del Foglio in merito alla vicenda dei preti che si sono macchiati di atti di pedofilia restituisce la figura di un grande «defensor ecclesiae» di cui - sia detto senza polemica - si sente la mancanza.

L'ex presidente della Cei ed ex vicario del Papa non sottovaluta la portata del fenomeno dei sacerdoti coinvolti nei casi di abusi sessuali sui più piccoli, non ne sminuisce la gravità, ma, con la lucidità intellettuale e la chiarezza argomentativa che da sempre lo contraddistinguono, mette i puntini sulle i, cercando di guardare oltre l'apparenza e di chiamare le cose col loro vero nome.

«I reati di pedofilia - afferma - sono sempre infami, specialmente quando commessi da un sacerdote. Per questo è più che giusto denunciarli e reprimerli e, nella misura del possibile, aiutare le vittime a superarne le conseguenze». Detto questo, però, «non si può far finta di non vedere che l'attenzione di molti giornali e degli ambienti che si esprimono attraverso di essi si concentra sui casi di pedofilia dei sacerdoti cattolici, sicuramente non più frequenti di quelli di tante altre categorie di persone». E, soprattutto, «non si può nemmeno ignorare il tentativo tenace e accanito di tirare in ballo la persona del Papa». Insomma, dai tanti articoli che i media stanno dedicando alla vicenda spesso non emerge soltanto la sacrosanta cronaca di quanto sta accadendo, il doveroso rendiconto all'opinione pubblica, la presentazione della notizia e il commento ad essa. Si intravede anche una sorta di condanna preventiva nei confronti della Chiesa cattolica nel suo insieme, con conseguente tentativo di gettare fango in abbondanza sulla sua gerarchia, fino ad arrivare al pontefice. Così, se da un lato viene dato ampio risalto a ogni nuovo sospetto caso di preti coinvolti in episodi di pedofilia, altrettanto non avviene quando si tratta di concedere spazio ai chiarimenti, alle precisazioni, alle documentate smentite provenienti da fonte ecclesiale.

Tutto ciò, secondo Ruini, da un certo punto di vista non deve sorprendere. Non è una novità. «La campagna diffamatoria contro la Chiesa cattolica e il Papa» ha, per il cardinale, origini antiche. Essa, infatti, rientra in una strategia «che è in atto oramai da secoli e che già Friedrich Nietzsche teorizzava con il gusto dei dettagli. Secondo Nietzsche - argomenta il porporato - l'attacco decisivo al cristianesimo non può essere portato sul piano della verità ma su quello dell'etica cristiana, che sarebbe nemica della gioia di vivere». Per il filosofo tedesco, infatti, la più grande colpa del cristianesimo sarebbe quella di aver depotenziato, rammollito e rattrappito l'umanità, mettendone a tacere le forze vitali attraverso l'etica della mortificazione, del sacrificio, della rinuncia. E' una lettura falsa e deformata, che però ha fatto breccia in ampi settori delle nostre società.

E così siamo arrivati al cuore delle riflessioni dell'ex presidente della Cei, secondo cui l'obiettivo finale di questa cultura nichilista e radicaleggiante, che trova espressione nelle opere di Nietzsche, è quello di cancellare dal cuore e dalla mente dei popoli europei ed occidentali ogni traccia della concezione cristiana dell'uomo, che ha segnato nel profondo la loro storia. Una concezione per cui «la sessualità umana, fin dal suo inizio, non è semplicemente istintiva, non è identica a quella degli altri animali. E', come tutto l'uomo, una sessualità "impastata" con la ragione e con la morale, che può essere vissuta umanamente, e rendere davvero felici, soltanto se viene vissuta in questo modo». Da quando abbiamo assistito alla «rivendicazione dell'autonomia dell'istinto sessuale da ogni criterio morale», cioè da quando ogni limite all'appagamento di tale istinto è stato abolito nel nome della libertà sessuale, era inevitabile che diventasse difficile «far comprendere che determinati abusi sono assolutamente da condannare». Non è dunque certo colpa della Chiesa cattolica - che semmai è stata ed è vittima del trionfo della mentalità sopra descritta - se determinate pratiche sessuali trovano oggi così vasta diffusione, fino al punto di raggiungere anche qualche sacerdote.

Questo è il punto di cui oggi nessuno parla, preferendo mettere ipocritamente sul banco degli imputati la Chiesa e il Papa, come se fossero loro - che tra l'altro vengono accusati un giorno sì e l'altro pure, dall'intellighenzia radicale e laicista, di essere i paladini di una morale «sessuofobica» - ad aver alimentato la cultura dell'esaltazione sessuale ad ogni costo, dalla quale non potevano che venire abusi di ogni genere. Per questo, conclude Ruini rivolgendosi a coloro che in questi giorni sono impegnati a divulgare l'idea secondo cui la Chiesa altro non è che una congrega di pedofili, «non sarebbe forse più onesto e realistico riconoscere che queste e altre deviazioni legate alla sessualità», che pure «accompagnano tutta la storia del genere umano», oggi «sono ulteriormente stimolate dalla tanto conclamata "liberazione sessuale"?». Si attende una risposta.