mandate in giro lettere in cui dichiarate e sottoscrivete il vostro impegno per la Bonino. Apparentemente una campagna elettorale come le altre, magari un po’ sottotono e tutta svolta attorno alle polemiche per l’esclusione della lista del Pdl nella provincia di Roma.
Ma di normale in queste elezioni nel Lazio, in realtà, non c’è nulla. Né sappiamo niente di più se non quello che traspare dalla storia e dall’immagine stessa della Bonino (e che voi fate finta di non capire). E se la candidata del Pd vincerà, a questo risultato – è bene dirlo subito – si sarà giunti anche grazie alla vostra malriposta abnegazione militante. E visto che voi, pur potendo, non lo dite, la farò io per primo, sperando che altri numerosi facciano altrettanto. Apriamo gli occhi finalmente: le elezioni a Roma (in particolare) e nel Lazio, che voi lo ammettiate o meno, sono una prova nazionale. Del resto, se non ricordo male, non siete stati proprio voi per primi a parlare di statura nazionale (se non europea) della candidata?
Qui non c’entra più nessun ragionamento né amministrativo, né di programma o altro: a Roma e nel Lazio è in gioco il futuro politico del nostro Paese. Infatti dietro la normalità rituale che vi vede attivi protagonisti come se fosse una campagna elettorale degli anni settanta od ottanta (volantini, santini, passa parola etc.), grazie anche al vostro aiuto determinante, i radicali raccoglieranno il frutto tardivo e imprevisto (“nostro” gentile omaggio) di una lotta di quasi mezzo secolo e che fino a ieri sembrava arenata nelle secche dell’indifferenza.
Cosa vi sarebbe costato dire di no? Un posto ion Parlamento? Una direzione in qualche ente? Che cosa,? Abbiate il coraggio di dirlo. Confessate finalmente la verità di questo errore storico. Io in questi mesi ho avuto il coraggio di avvertire i romani e i cittadini del Lazio e gli italiani, del rischio che stiamo correndo. Ma l’ho potuto fare con strumenti poveri e non forti, come quelli che sostengono voi e il progetto al quale aderite. Io lo faccio come un “quidam de populo” schierato nel centro sinistra e nel Pd, perché mi ostino a credere a un futuro di progresso sociale e umano del nostro Paese e non rinuncio per la Bonino a questa radicata convinzione.
Qui non sono in gioco la destra o la sinistra, tant’è che la vostra candidata in Lombardia si è schierata con la destra. E vi domando ancora: non vi basta questa contraddizione per capire che quello di Roma, non è uno scontro fra due schieramenti, ma una battaglia di civiltà tra due culture opposte, una umanistica e sociale ed un’altra impietosa e individualista?
Ci sono ancora alcuni giorni per spiegare a quanti più elettori si potranno intercettare, quale sia il valore della posta in gioco con questo voto. Ma io, già da oggi, vi do appuntamento alla sera del 29 marzo per farvi questa domanda: perché per sostenere quanto di più anticristiano il pensiero politico post-ideologico abbia mai concepito e messo a progetto, voi non avete esitato a spendere il nome del cattolicesimo-democratico? Perché a tutti i costi volete gettare questa nobilissima moneta in uno sporco mercato di viltà politica e di inconsistenza progettuale?
Io non vado con la destra perché è una idea che non mi è mai appartenuta e che non appartiene – ne sono sicuro – ai molti che, lo spero davvero, si rifiuteranno di votare la “vostra candidata”. E mi auguro, comunque, che indipendentemente da chi “vincerà”, di qui ad un anno, sia concesso ai cittadini di Roma e del Lazio di partecipare a nuove e più democratiche elezioni per il governo democratico della nostra Regione.
E questo anche se voi, forse inconsapevolmente, avete dissipato un patrimonio di credibilità e di valori culturali e umani, del quale nessuno vi aveva concesso l’esclusiva. E proprio non riesco a capire perché l’abbiate fatto e, ancora di più, perché non vi siate curati di spiegarlo nonostante le molte domande che in proposito vi sono state rivolte.
Ma forse, prima del brindisi al quale i vostri alleati vi costringeranno a partecipare, vi accorgerete che queste parole che adesso non ascoltate, avranno acquistato il loro giusto peso nella storia della sinistra e per il futuro di questo Paese che vale molto di più di qualche carriera politica e istituzionale.
Pio Cerocchi
12 marzo 2010http://lavviso.wordpress.com/