Secondo la storica inglese Frances Yates, la questione delle origini della massoneria rappresenta uno dei problemi più discussi e discutibili in tutto il contesto della ricerca storica. La massoneria moderna nasce sotto due spinte contrastanti: da una parte l'auspicio del razionalismo, dall'altra l'anelito preromantico al mistero che affonda le sue radici nella tradizione esoterica. Le origini storiche, ovviamente, sono da tenere distinte rispetto alle leggende sorte all'interno della stessa massoneria.
Convenzionalmente, la data di nascita della moderna massoneria è fissata nel 1717, anno in cui le quattro logge londinesi si riuniscono nella Gran Loggia di Londra. Nel 1723 la massoneria riceve le sue "Costituzioni" dal pastore presbiteriano James Anderson (1680 o 16841739), le quali fra l'altro escludono dagli argomenti di cui si può parlare in loggia le "discussioni di religione, di nazione o di politica", mantenendo come unici riferimenti precisi quelli alla "legge morale" e alla "religione su cui tutti gli uomini sono d'accordo", peraltro non ammettendo che il massone possa essere un "ateo stupido" o un "libertino irreligioso". Le radici della massoneria si trovano nelle antiche corporazioni dei freemason, cioè dei liberi muratori e architetti (da qui derivano i gradi massonici di apprendista, compagno e maestro).
Queste, a partire dal 1600, accolgono persone che non hanno relazioni con la professione, ma si interessano delle leggende della corporazione e ricercano al suo interno i mitici Rosacroce, che sarebbero stati i detentori di un sapere segreto capace di accedere all'unità profonda di tutte le religioni.
Attualmente la massoneria si presenta come un complesso puzzle dove è possibile, in particolare, distinguere fra obbedienze e riti. Le obbedienze sono federazioni amministrative di logge o di gruppi nazionali di logge; i riti, invece, sono sistemi di gradi massonici, di cui prescrivono non solo le cerimonie, ma anche le caratteristiche. Dunque, all'interno della stessa obbedienza possono convivere più riti e uno stesso rito può essere presente in più obbedienze. Fra i riti più diffusi si trova il Rito Scozzese Antico e Accettato, in 33 gradi, da cui deriva l'abitudine di considerare i massoni più elevati in grado come dotati della qualifica di "trentatreesimo".
Le organizzazioni parallele possono essere distinte in "para-massoniche", "simil-massoniche" e "pseudo-massoniche".
Le prime non fanno parte della massoneria, ma ammettono al loro interno esclusivamente massoni; le seconde sono sorte ad imitazione e in concorrenza con la massoneria, spesso rivolgendosi a classi sociali più basse; infine, le organizzazioni "pseudo-massoniche", seppure utilizzano nel loro nome il termine massoneria, sono considerate al di fuori del mondo massonico dalla maggior parte degli organismi ufficiali.
Il Grande Oriente d'Italia (Palazzo Giustiniani) è l'obbedienza maggioritaria nel nostro paese, riammessa per qualche tempo nel 1972 nella comunione con la Gran Logge d' Inghilterra, riconosciuta dalla maggior parte dei massoni mondiali come Gran Loggia Madre per tutto il mondo. Dalla comunione con essa era stata esclusa - assieme alle massonerie maggioritarie dei principali paesi latini (Francia, Spagna e America Latina ) - perchè era accusata ai ammettere nelle sue fila atei e di occuparsi di temi politici. Nel 1993 il Grande Oriente d' Italia è stato nuovamente escluso da tale comunione in seguito alle polemiche seguite a indagini giudiziarie sulle attiviti politiche e affaristiche di alcune logge e della crisi che da esse è derivata. Dal 1972 chi non crede in Dio avrebbe dovuto essere escluso dalle logge; tuttavia il Gran Maestro Giuliano Di Bernardo propose un idea di Dio come "principio regolatore" che era al limite dell'accettabilità per le massonerie "regolari" e suscitò più di una obiezione.
Lo stesso Di Bemardo, dopo la crisi del 1993, ha fondato una Gran Loggia Regolare d'Italia, concorrente del grande Oriente, riconosciuta ad expenmentum da Londra, ma non dalle potenti massonerie statunitensi che sono in comunione con Londra e che mantengono relazioni con il Grande Oriente.
La Gran Loggia d'Italia (Palazzo Vitelleschi) è la seconda denominazione massonica nel nostro paese ed è la più grande tra le numerose obbedienze concorrenti che derivano dallo scisma del 1908 di Saverio Fera (1850-1915), un pastore evangelico anti-cattolico, ma in disaccordo con l'anticlericalismo esasperato del Grande Oriente del suo tempo.
Le obbedienze che derivano da questo scisma sono dette "di Piazza del Gesù", perchè in questa piazza romana la principale organizzazione di questa branca ha avuto sede per molti anni. La Gran Loggia d'Italia fa parte dell'AML (Association des Maçoneries Liberales), cui aderiscono anche i Grandi Orienti di Francia, Belgio, Germania e le Grandi Logge olandese e danese. La Gran Loggia ammette anche le donne, nonostante le "Costituzioni" di Anderson (terzo dovere) le escludano dalla massoneria.
La massoneria non è una religione e non ha una dottrina, ma piuttosto un metodo di tipo relativista, il quale esclude l'accettazione a priori di verità assolute e dogmi e consiste nell'affrontare i problemi con la discussione comune e nel risolverli secondo quanto sembra giusto alla maggioranza dei "fratelli".
In loggia tutto può essere messo in discussione, tranne il metodo stesso.
L' espressione "relativismo" non piace ai massoni, i quali ricordano che alcuni di loro sono morti per i loro ideali politici o nazionali. Vi è qui però una confusione tra scetticismo, che nega la verità, e relativismo, per cui ogni verità rimane comunque condizionata e relativa. Il metodo massonico non è necessariamente scettico, ma è comunque relativista, e proprio per la sua dinamica relativizzante è oggettivamente incompatibile con la fede cattolica, così come hanno sottolineato molti documenti magisteriali.
© Copyright "Il Timone" - Anno II, numero 10 - Novembre / Dicembre 2000