DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Lo sballo dei nonni, 2,5 milioni a rischio d'abuso di alcol, farmaci e droghe

n aumento del 10 per cento, 100 mila assumono coca, cannabis e anfetamine. Il dramma degli over 65 che assistono gli ultranovantenni. Donne più a rischio

IL FENOMENO

Lo sballo dei nonni, 2,5 milioni a rischio d'abuso di alcol, farmaci e droghe

In aumento del 10 per cento, 100 mila assumono coca, cannabis e anfetamine. Il dramma degli over 65 che assistono gli ultranovantenni. Donne più a rischio

(Fotogramma)
(Fotogramma)
GARDONE RIVIERA (BRESCIA) - Anche i nonni amano lo sballano. Spesso soli, con problemi di salute e difficoltà economiche, si rifugiano nella bottiglia, nei farmaci che leniscono l'ansia e anche nelle droghe come la cocaina. Ben 2,5 milioni di «over 65» italiani sono a rischio abuso di alcolici, medicinali e sostanze illegali. In aumento del 10% rispetto a un anno fa, con una stima di crescita di un terzo entro dieci anni. Lo rivelano gli esperti riuniti per il X Congresso della Società italiana di psicogeriatria, a Gardone Riviera (BS) dal 15 al 17 aprile, sottolineando che i cambiamenti della società stanno profondamente influenzando il pericolo di abuso nella terza età, spesso poco conosciuto e sottovalutato.

FENOMENO IN CRESCITA - «È in crescita - spiega Marco Trabucchi, presidente della Società italiana di psicogeriatria - il fenomeno delle separazioni tra coniugi anche in età avanzata, evento nuovo che ha effetti devastanti sulla psiche dell'anziano, in particolar modo della donna. Le anziane casalinghe bevono molto, quando non hanno interessi familiari e sono sole, e fanno spesso un uso inappropriato o eccessivo di analgesici oppioidi, ansiolitici e sedativi». In molti casi, l'unica compagnia è la pasticca o la bottiglia. Per Trabucchi, inoltre, «le difficoltà economiche incidono sulla possibilità di avere attività sociali, così come il pensionamento: la "sindrome della perdita di senso", collegata con la fine del lavoro, comporta spesso depressione e la sensazione di essere inutili. Così, l'alcol e lo stordimento dato dai farmaci assunti in modo inappropriato o addirittura dalle droghe diventano un rifugio per molti». Si stima che oggi siano circa 10 mila gli anziani che consumano cocaina o altre sostanze come marijuana e anfetamine.

ANZIANI ASSISTONO ANZIANI - «Non è più raro che donne "over 65'" si trovino ad assistere le madri novantenni - osserva Trabucchi - Una situazione fragilissima, esposta alle malattie dell'una e dell'altra e all'angoscia di chi presta assistenza per il timore di perdere nel tempo la capacità di essere d'aiuto in maniera efficace. La maggior parte dei caregiver (coloro che prestano assitenza) lo diventa per affetto e per necessità, perchè la storia personale o delle relazioni in famiglia non lascia spazio ad altre possibilità». «Il 60% delle donne caregiver - prosegue l'esperto - non lavora o è casalinga, le altre spesso sono costrette prima o poi a lasciare l'impiego o a chiedere il part-time perchè in molti casi non ricevono alcun aiuto dall'esterno. Senza dimenticare che la durata dell'assistenza è in continuo aumento: a oggi si prolunga in media per 8-10 anni».

DONNE PIÙ A RISCHIO - Le più a rischio di esaurimento psicofisico sono «le donne over 65, che assistono a tempo pieno il coniuge ormai in fase avanzata di malattia, non hanno aiuto di alcun genere, hanno scarse relazioni sociali, problemi di salute e sono psicologicamente molto provate. Altrettanto a rischio le figlie "multiruolo" (un caregiver su 5), impegnate su più fronti oltre che nell'assistenza al malato, con il quale in genere non convivono». Uno dei momenti più difficili sul piano psicologico è quando il paziente non riconosce più il proprio caro o lo confonde con altri componenti della famiglia. In questi casi alla fatica fisica dell'assistenza si associano le crisi psicologiche, che inducono ripensamenti sull'insieme della propria scelta. «Non dobbiamo sottovalutare le conseguenze, anche pesanti, che tutto questo può comportare - sottolinea Trabucchi - Una malattia invalidante dell'anziano colpisce non solo il paziente, ma la sua intera famiglia: per questo è importante accorgersi del disagio, e aiutare chi aiuta», raccomanda. (Fonte agenzia Adnkronos Salute)


17 aprile 2010



© Copyright Corriere della Sera