Benedetto XVI nominerà un suo “delegato”, incaricato di accompagnare i “Legionari di Cristo” in un profondo processo di revisione del loro ordine, dopo i “delitti” compiuti dal fondatore Marcial Maciel, colpevole di pedofilia e di una doppia vita con moglie e figli. L’annuncio è stato dato da un comunicato della Santa Sede e non della Sala Stampa, che rafforza in modo del tutto inusuale il provvedimento e che in pratica significa che per ora la Congregazione dei Legionari di Cristo è fuori dalla Chiesa.
La nota è arrivata al termine di due giorni di colloquio tra i 5 vescovi “ispettori”, reduci da un’indagine approfondita sulla Legione, con il segretario di Stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, e con lo stesso Papa Ratzinger, che a sorpresa ha voluto essere presente quando gli ispettori leggevano le loro relazioni e che poi ha posto il segreto pontificio sui contenuti. Circa i delitti di cui è accusato padre Marcial Maciel Degollado, morto nel 2008 dopo essere stato, due anni prima, sospeso da ogni attività sacerdotale dal cardinale Ratzinger appena diventato Benedetto XVI, sono stati “appurati” fatti sconcertanti, in particolare aver nascosto figli e famiglie in almeno due diversi Paesi, aver commesso alcuni altri “veri delitti”, purtroppo “confermati da testimonianze incontrovertibili”, cioè “abusi sessuali” con numerose vittime “dentro e fuori la Legione”.
Ma il comunicato denuncia anche un vero e proprio “sistema di potere messo in atto da padre Maciel”, nel corso di una vita “priva di scrupoli e di autentico sentimento religioso”. La Santa Sede vuole “rivedere l’esercizio dell’autorità” e “ridefinire il carisma della Congregazione”, per evitare che “la delusione circa il fondatore potrebbe mettere in questione la vocazione e quel nucleo di carisma che appartiene ai Legionari di Cristo ed è loro proprio”.
Il Papa ha deciso anche di costituire una commissione che avrà il compito di rivedere gli ordinamenti interni, “le Costituzioni” della Congregazione, tra cui l’obbligo di silenzio su quanto avveniva al suo interno. Il documento vaticano riconosce quindi il sistema di omertà, soprusi, violenze che si era ramificato nei Legionari di Cristo. Ma non indica in che tempi il pontefice nominerà il “delegato”, anche se potrebbero ragionevolmente essere brevi. Quanto ai nomi, per ora non ne circolano, ma il “National Catholic Reporter”, la rivista cattolica statunitense che ha squarciato il velo sui misfatti di Maciel da alcuni anni, ha ipotizzato il nome di Josè Saraiva Martins, il cardinale portoghese già prefetto della Congregazione per la Dottrina dei Santi.
Joseph Ratzinger lo aveva detto alla Via Crucis del 2005, evocando la necessità di fare pulizia della “sporcizia” nella Chiesa. E il primo caso che decise di riaprire è stato proprio quello dei Legionari di Cristo. Ma aveva cercato di farlo anche prima, nel corso degli anni Novanta, ma il processo canonico che l’allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede fu sempre insabbiato.
Lo ha confermato recentemente il cardinale di Vienna Schoenborn, uomo assai vicino a Benedetto XVI essendo stato suo alunno. Così il 2 aprile 2005 nello stesso giorno in cui Karol Wojtyla moriva a Roma, a New York il promotore di giustizia della Congregazione vaticana per la dottrina della fede, una sorta di pubblico ministero della Santa Sede, Charles Scicluna, stava interrogando l’ex preside di una “Scuola di Fede” dei Legionari di Cristo, Paul Lennon, irlandese, poi diventato psicoterapeuta ad Alexandria, in Virginia, testimone d’accusa contro uno degli uomini più potenti e riveriti della Chiesa cattolica mondiale, dallo stesso Giovanni Paolo II e dall’allora Segretario di Stato Angelo Sodano: padre Marcial Maciel Degollado, 85 anni, messicano, fondatore dei Legionari.
Giovanni Paolo II lo aveva abbracciato in pubblico festeggiandolo per i 60 anni di servizio sacerdotale e per dato alla Chiesa una macchina religiosa alla foirza impressionante con con 650 preti, 2500 studenti di teologia, 1000 laici consacrati, 30.000 membri attivi in venti nazioni, decine di scuole e università di alto livello, una a Roma di diritto pontificio inaugurata nel 2002, la Regina Apostolorum, tra le polemiche del cardinale Pio Laghi, allora prefetto dell’Educazione Cattllica che non voleva, e un’altra riconosciuta dal governo italiano, l’Università Europea di Roma. Insomma uno strabiliante successo e un tripudio per loro nelle stanze vaticane.
Ma nell’archivio della Congregazione per la dottrina della fede da molti anni decine e decine di fascicoli raccolgono quelli che oera chiaramente sono stati chiamati “delitti” del loro fondatore e testimonianze circa la via interna della Legione dove si intrecciano omertà, soldi di strana provienienza e un ossessione per il segreto, dive poco sembra avere a che fare con il Vangelo.
Tutta la storia è stata raccontata dai giornalisti del National Catholic Reporter e in particolare da Jason Berry, il cronista che più ha indagato sulla oscura storia dei Legionari e ripresa puntualmente da Sandro Magister sul suo autorevole blog. Insomma tutti sapevano, ma tutti, eccetto Ratzinger, non hanno mai tenato di fare nulla per bloccare padre Maciel e la sua potente organizzazione. Anzi padre Maciel si è sempre difeso negando in blocco le accuse contrattaccando.
Marcial Maciel, il fondatore dei Legionari di Cristo, è stato più volte sotto tiro. Le prime accuse sono del 1948, trasmesse a Roma dai gesuiti di Comillas, in Spagna, dove Maciel aveva mandato i suoi discepoli a studiare. Ma il Vaticano le ignora. Passano 8 anni e quasta volta la Santa Sede decide di indagare su nuove accuse ancor più pesanti. Maciel è sospeso per due anni dalle sue funzioni e esiliato da Roma.
Ma nel febbraio del 1959 è reintegrato a capo dei Legionari. Il provvedimento era stato preso da Pio XII, ma poi il processo non prosegue. La priorità per Giovanni XXIII era il Concilio. Nel 1978 è l’ex-capo dei Legionari negli Stati Uniti, Juan Vaca, con un esposto a Giovanni Paolo II, ad accusare Maciel di abusi sessuali con lui quando era ragazzo. Nel 1989 Vaca ripresenta a Roma le sue accuse. Ma non ottiene risposte.
Si arriva al 1997 con la denuncia pubblica, da parte di otto importanti ex Legionari, di abusi sessuali commessi da Maciel a loro danno negli anni Cinquanta e Sessanta. Nel 1998, il 17 ottobre, due degli otto accusanti, Arturo Jurado Guzman e José Barba Martin, accompagnati dall´avvocato Martha Wegan, incontrano in Vaticano il sottosegretario della Congregazione vaticana per la dottrina della fede, Gianfranco Girotti, e chiedono la formale apertura di un processo canonico contro Maciel.
Non accade nulla e così il 31 luglio del 2000 Barba Martin, assieme all’avvocato Wegan, incontra di nuovo in Vaticano monsignor Girotti. Ma rimane anche questo un incontro senza risultati senza alcun risultati.
Chi ha protetto per anni padre Maciel e i Legionari in Vaticano? Chi ha impedito al cardinale Ratzinger di istruire i processi? Chi ha contribuito ad insabbiare le accuse di abusi sessuali? Per ora le domande sono senza risposta. Girano molte voci e molti nomi.
Ma, come ha detto uno dei cinque ispettori vaticani il vescovo di Alessandria, Giuseppe Versaldi, per parlare occorrono prove. C’è tuttavia un fatto che lascia stupiti. Nel 2008, tre anni dopo i provvedimenti di Benedetto XVI, il cardinale Franc Rodé, prefetto della Congregazione per gli istituti religiosi, dedica a padre Maciel una omelia che a dir poco stupisce.
Ecco i passaggi essenziali. “Maciel lascia in eredità una congregazione fiorente e prospera, ed un movimento apostolico che sta dando frutti magnifici nella Chiesa”. “Ciò che suscita ammirazione, e lo sento sempre quando mi trovo fra voi, è una certa atmosfera sana che domina nella Legione di Cristo. Una salute corporale, fisica, psichica e spirituale che noto in questi ragazzi con cui mi incontro per il mondo. Inoltre, evidentemente, il fervore e l’amore per Cristo, per la Madonna, per la Chiesa e per il Papa. Nel parlare di salute, di quest’atmosfera sana che regna fra di voi, devo menzionare la passione per la musica e per lo sport, che allarga gli orizzonti, che genera una silenziosa allegria ed un reale entusiasmo per l’opera a cui vi dedicate. Tutto questo è frutto del genio di P. Maciel. E gli studi, la serietà degli studi; serietà non solo nella vita spirituale, ma anche negli studi. Voi siete presenti in vari settori con specialisti, ma di altissimo livello. Ed avete organizzato cose interessantissime nel settore dei media, e siete stati i primi a farlo”.
E ancora: “Padre Maciel ha saputo stare al di sopra del suo tempo. Trascendeva il tempo. Era sovrano, era libero, non condizionato dalle correnti momentanee di opinione. E perciò è stato uno dei pochi capaci di evitare gli errori commessi dopo il Concilio. Ha avuto la perspicacia di vedere i pericoli, le trappole della secolarizzazione, e di evitarli”. “Siete stati sempre riconosciuti visibilmente nella vostra qualità di seminaristi e sacerdoti. Questo è un grande merito. E per questo il Signore vi ha benedetto in questi ultimi anni con tante vocazioni, e vi continuerà a benedire se rimarrete fedeli al carisma lasciatovi da P. Maciel. Dove occorre cercare l’origine, la fonte di questa sapienza e di questa indipendenza di spirito di Padre Maciel? Nel suo amore per Cristo, nel suo amore per la Chiesa. Lì sta il segreto della sua vita ed il segreto della sua opera. È questo che gli ha permesso di suscitare un’opera di dimensioni mondiali”.
Nei giorni 30 aprile e 1° maggio il Cardinale Segretario di Stato ha presieduto in Vaticano una riunione con i cinque Vescovi incaricati della Visita Apostolica alla Congregazione dei Legionari di Cristo (mons. Ricardo Blázquez Pérez, Arcivescovo di Valladolid; mons. Charles Joseph Chaput, OFMCap., Arcivescovo di Denver; mons. Ricardo Ezzati Andrello SDB, Arcivescovo di Concepción; mons. Giuseppe Versaldi, Vescovo di Alessandria; mons. Ricardo Watty Urquidi, M.Sp.S., Vescovo di Tepic).
Ad essa hanno preso parte i Prefetti della Congregazione per la Dottrina della Fede e della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica e il Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato. Una delle sessioni si è svolta alla presenza del Santo Padre, al quale i Visitatori hanno presentato una sintesi delle loro Relazioni.
Nel corso della Visita sono stati incontrati personalmente più di 1.000 Legionari e sono state vagliate diverse centinaia di testimonianze scritte. I Visitatori si sono recati in quasi tutte le case religiose e in molte delle opere di apostolato dirette dalla Congregazione. Hanno ascoltato, a voce o per iscritto, il giudizio di molti Vescovi Diocesani dei Paesi in cui la Congregazione opera. I Visitatori hanno anche incontrato numerosi membri del Movimento "Regnum Christi", benché esso non fosse oggetto della Visita, in particolare uomini e donne consacrate. Hanno ricevuto anche notevole corrispondenza da parte di laici impegnati e di familiari di aderenti al Movimento.
I cinque Visitatori hanno testimoniato l’accoglienza sincera loro riservata e lo spirito di fattiva collaborazione mostrato dalla Congregazione e dai singoli religiosi. Pur avendo agito indipendentemente, sono giunti ad una valutazione ampiamente convergente e ad un giudizio condiviso. Essi hanno attestato di avere incontrato un gran numero di religiosi esemplari, onesti, pieni di talento, molti dei quali giovani, che cercano Cristo con zelo autentico e che offrono l’intera loro esistenza per la diffusione del Regno di Dio.
La Visita Apostolica ha potuto appurare che la condotta di P. Marcial Maciel Degollado ha causato serie conseguenze nella vita e nella struttura della Legione, tali da richiedere un cammino di profonda revisione. I gravissimi e obiettivamente immorali comportamenti di P. Maciel, confermati da testimonianze incontrovertibili, si configurano, talora, in veri delitti e manifestano una vita priva di scrupoli e di autentico sentimento religioso. Di tale vita era all’oscuro gran parte dei Legionari, soprattutto a motivo del sistema di relazioni costruito da P. Maciel, che abilmente aveva saputo crearsi alibi, ottenere fiducia, confidenza e silenzio dai circostanti e rafforzare il proprio ruolo di fondatore carismatico.
Non di rado un lamentevole discredito e allontanamento di quanti dubitavano del suo retto comportamento, nonché l’errata convinzione di non voler nuocere al bene che la Legione stava compiendo, avevano creato attorno a lui un meccanismo di difesa che lo ha reso per molto tempo inattaccabile, rendendo di conseguenza assai difficile la conoscenza della sua vera vita.
Lo zelo sincero della maggioranza dei Legionari, emerso anche nelle visite alle case della Congregazione e a molte loro opere, non da pochi assai apprezzate, ha portato molti in passato a ritenere che le accuse, via via divenute più insistenti e lanciate qua e là, non potessero essere che calunnie. Perciò la scoperta e la conoscenza della verità circa il fondatore ha provocato, nei membri della Legione, sorpresa, sconcerto e dolore, distintamente evidenziati dai Visitatori.
Dai risultati della Visita Apostolica sono emerse con chiarezza, tra gli altri elementi:
a) la necessità di ridefinire il carisma della Congregazione dei Legionari di Cristo, preservando il nucleo vero, quello della "militia Christi", che contraddistingue l’azione apostolica e missionaria della Chiesa e che non si identifica con l’efficientismo a qualsiasi costo;
b) la necessità di rivedere l’esercizio dell’autorità, che deve essere congiunta alla verità, per rispettare la coscienza e svilupparsi alla luce del Vangelo come autentico servizio ecclesiale;
c) la necessità di preservare l’entusiasmo della fede dei giovani, lo zelo missionario, il dinamismo apostolico, per mezzo di un’adeguata formazione. Infatti, la delusione circa il fondatore potrebbe mettere in questione la vocazione e quel nucleo di carisma che appartiene ai Legionari di Cristo ed è loro proprio.
Il Santo Padre intende rassicurare tutti i Legionari e i membri del Movimento "Regnum Christi" che non saranno lasciati soli: la Chiesa ha la ferma volontà di accompagnarli e di aiutarli nel cammino di purificazione che li attende. Esso comporterà anche un confronto sincero con quanti, dentro e fuori la Legione, sono stati vittime degli abusi sessuali e del sistema di potere messo in atto dal fondatore: ad essi va in questo momento il pensiero e la preghiera del Santo Padre, insieme alla gratitudine per quanti di loro, pur in mezzo a grandi difficoltà, hanno avuto il coraggio e la costanza di esigere la verità.
Il Santo Padre, nel ringraziare i Visitatori per il delicato lavoro da essi svolto con competenza, generosità e profonda sensibilità pastorale, si è riservato di indicare prossimamente le modalità di questo accompagnamento, a cominciare dalla nomina di un suo Delegato e di una Commissione di studio sulle Costituzioni. Ai membri consacrati del Movimento "Regnum Christi", che lo hanno richiesto con insistenza, il Santo Padre invierà un Visitatore.
Infine, il Papa rinnova a tutti i Legionari di Cristo, alle loro famiglie, ai laici impegnati nel movimento "Regnum Christi", il suo incoraggiamento, in questo momento difficile per la Congregazione e per ciascuno di loro. Li esorta a non perdere di vista che la loro vocazione, scaturita dalla chiamata di Cristo e animata dall’ideale di testimoniare al mondo il suo amore, è un autentico dono di Dio, una ricchezza per la Chiesa, il fondamento indistruttibile su cui costruire il futuro personale e quello della Legione.
Dossier a cura di Alberto Bobbio
Famiglia Cristiana