DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Torna la «processione» di Chesterton. In un racconto del 1924 l’autore «vede» il corteo di chi ha portato la fede a Londra

di Fulvio Panzeri
Tratto da Avvenire del 7 ottobre 2010

È senz’altro Chesterton lo scrittore straniero che ha interessato di più il mercato editoriale i taliano in questo 2010. Ora arriva il testo più curioso e sorprendente dello scrit to È re inglese, un racconto lun­go, pochissimo conosciuto. Merita quindi di essere let ta questa meravigliosa «vi sione» che lo scrittore rac conta di aver avuto durante una passeggiata nella cam pagna inglese, un «pellegri­naggio» immaginario che riassume in sé metaforica mente la tesi storica molto cara a Chesterton: quella delle radici cristiane del l’Inghilterra e dell’Europa, tema al centro anche di u na conferenza che lo scrit tore inglese tenne a Firenze nel 1935 e di cui Raffaelli ha pubblicato il testo lo scorso anno (La letteratura inglese e la tradizione lati na, a cura di Marco Anto nellini).

Ora è di nuovo Raf faelli a mandare in libreria il racconto La fine della strada romana (pp. 74, eu ro 15), sempre a cura di An tonellini, parte di una serie di scritti cui Chesterton si era dedicato dopo una ma lattia che lo aveva portato in punto di morte. Il ritor no alla letteratura è con trassegnato da un forte de siderio di ricerca storica, tanto che tra il 1914 e il 1917 escono vari testi dedi cati all’argomento, tra i quali il più conosciuto è la Breve storia dell’Inghilterra.

Il racconto viene scritto nel 1919 e pubblicato in volu me nel 1924, vale a dire due anni dopo il passaggio al cattolicesimo. Antonellini sottolinea che non è un ca so, visto la difesa strenua nel racconto della tradizio ne della cristianità e di quanto la visione rilegga e istituisca quella che il sot­totitolo chiama «una pro cessione di pellegrini», ov vero di chi ha testimoniato la possibilità di un’Europa cristiana, compresa l’In ghilterra che fin allora si e ra chiamata fuori, visti gli influssi della tradizione prussiana. Ora l’esito della prima guerra mondiale rappresenta per Chester ton un’apertura per un ri torno a quelle tradizioni di menticate. Non a caso nel la «processione» gli ultimi sono i martiri della Grande Guerra, i quali riaprono quella strada interrotta ver so Londra che fa da scena rio alla visione. Per Anto nellini «il loro sacrificio non solo ha impedito al l’Inghilterra di essere nuo vamente separata dalla la tinità e all’Europa di essere spazzata via, ma ha real mente riaperto la strada al la possibilità di un destino di unità. Lo scrittore non è infatti preoccupato di que stioni territoriali, ma della minaccia di un’unità sanci ta nel cielo e manifestatasi in eventi storicamente do­cumentabili». Così nella processione troviamo i sol dati romani, i paladini di Carlo Magno, i crociati, i francescani, l’esercito delle arti e dei mestieri, cioè quei cristiani europei che nel corso della storia si sono recati verso Londra con u na missione: testimoniare la cultura cristiana. Stupi sce la modernità di Che sterton nel tradurre la complessità di un’analisi storica in una forma che u nisce nella visione la ten sione teologica e il senso dell’epica, in una situazio ne narrativa semplicissima, quella di una passeggiata, evento quotidiano che si schiude a rivelazione di u na lezione che gli strumen ti della poesia rendono più potente.