DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

L’amicizia sentimentale salvagente di coppia


di Claudio Risé


Nelle coppie, l’ultima tendenza è: l’amicizia come stile di relazione. I fidanzamenti si rompono, i matrimoni fanno troppa paura, e così la società liquida cerca nuovi modi per far stare assieme un uomo e una donna che si piacciono e, forse, si amano.

La risposta è la vecchia ricetta (addirittura settecentesca) dell’«amicizia sentimentale»: gentile, flessibile, non troppo esclusiva e capace di garantire una certa distanza fra i due, senza compromettere l’affetto, e neppure il sesso.

In Inghilterra hanno già trovato una sigla e un nome per questa situazione nuova ma antica: FwB, Friends with Benefits, amici con vantaggi, che dà il titolo a un film che uscirà tra poco anche da noi (ma anche Amici, amanti e…, ed altri sono sulla stessa linea). In Italia non c’è ancora la sigla, ma la situazione è ormai diffusa, come sanno psicologi, osservatori del costume, e, naturalmente, gli onnipresenti anche se ben camuffati «trend seekers», vale a dire gli scopritori di tendenze, molto attenti a cambiamenti di questo genere.

Infatti, l’amicizia che diventa il nuovo contenitore dell’amore di coppia, vale miliardi in nuovi consumi, stili abitativi, prodotti mediatici che ne parlano (come appunto questi film), scoperta di nuovi investimenti, e necessità di disinvestire da affari legati alla coppia vecchio stile (per esempio le agenzie matrimoniali). Che dopo anni di trionfi crescenti, sembrano registrare ora un certo affanno: i single sono ormai il gruppo sociale più numeroso in molte grandi città, e le persone cominciano a pensare come starci il meglio possibile, invece che cercare di uscirne ad ogni costo.

Come ogni tendenza, anche questa è nata dal mercato. In questo caso, il mercato dei cuori in pena, di chi si rende conto che oggi è difficile per tutti, uomini e donne, decidere apertamente di mettersi in coppia. Il numero dei fallimenti è così elevato, e con conflittualità così aspre, che sempre più giovani se ne tengono ufficialmente alla larga. Naturalmente dopo aver pagato il pedaggio sociale di «avere la ragazza - o il ragazzo» da adolescenti, quando bisogna farlo per essere ammessi a pieno titolo nel gruppo dei pari, e nessuno poi ci bada quando va a rotoli, perché capita a tutti. Dopo però, a scuole finite, diventano cauti. Centrare il bersaglio è difficile, allora si abbassa il tiro.

In fondo un’amica - o un amico - che ti piace ed è simpatica/o ce l’hanno tutti, mentre una fidanzata/o «giusti», in grado, e che vogliano candidarsi a diventare compagni di vita, e addirittura mariti e mogli, è più complicato. Così, si dà più spazio e attenzione all’amicizia sentimentale, alla ragazza/o che ti piace, ma cui vuoi evidentemente anche un po’ bene, visto che ci passi insieme tutto quel tempo, e sei contento.

Era già accaduto appunto nel 700, secolo di passaggio tra l’Ancien Régime e la modernità, di rivoluzioni e insicurezze, quindi pronto a valorizzare anche ciò che sembrava effimero, poco impegnativo. Anche allora però, si era scoperto, come accade oggi, che partendo da aspirazioni modeste, quasi neppure dette, ci si può innamorare perdutamente, magari in modo definitivo. Proprio perché non si è messo «il carro davanti ai buoi», una situazione istituzionale predefinita, fidanzamento, matrimonio, prima di una relazione solida, un legame sincero.

Anche oggi, mentre le forme tradizionali di famiglia e di rapporti sono in rapido mutamento, appoggiare ogni passo su sentimenti collaudati e su una buona capacità di autonomia, è una richiesta, prima ancora che dell’inconscio, del buonsenso.

Benvenuta dunque amicizia, battistrada dell’amore.

© Copyright Il Mattino di Napoli del 18 aprile 2011