DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

L'omosessualita non è genetica, ne sono uscito. Lo psicoterapeuta Cohen: «ero omosessuale ora aiuto migliaia di persone»

Un altro ex gay ha trovato il coraggio di fare “coming out”, si chiama Guillermo Márquez ed è messicano.

Ha raccontato la sua conversione e la sua uscita dal mondo omosessuale: «Dio mi ha guidato, anche attraverso i consigli dei sacerdoti che ho consultato consultato. Una vita sessuale attiva con una persona del mio stesso sesso non mi ha potuto portare la felicità. A poco a poco mi sono reso conto che più tempo passavo senza fare sesso, e più mi sentivo meglio, ero felice, ero una persona stabile. Così ho cominciato ad essere attento e sono stato attratto dalla vita di castità. È stato un percorso lungo, a volte difficile, ma di certo emotivo e spirituale».
Questo percorso -racconta Márquez su http://www.religionenlibertad.com/articulo.asp?idarticulo=14794 - gli ha permesso di trovare finalmente quello che stava cercando rifugiandosi nelle braccia di altri uomini. Ricordando il suo passato, ha affermato: «la Chiesa cattolica non mi ha mai respinto, né abbandonato. L’omosessualità non è genetica e non si nasce omosessuali. Non ci sono i gay o gli omosessuali, ci sono uomini e donne che hanno attrazione verso lo stesso sesso. Conosco entrambi i mondi, quello omosessuale e quello eterosessuale, e so che nel cosiddetto “stile di vita gay” nessuno può essere felice».
Definisce il mondo omosessuale come pieno di «insicurezza, paura, insoddisfazione, rabbia, vuoto profondo e in molti casi, riempito con la promiscuità, la dipendenza dal sesso, la pornografia, la droga, l’alcol e l’infinita ricerca di amore attraverso relazioni distruttive e co-dipendenti».


Lo psicoterapeuta Cohen: «ero omosessuale ora aiuto migliaia di persone»

La comunità scientifica si sta ancora domandando su cosa sia realmente l’omosessualità. Molti parlano di predisposizione genetica, altri di atteggiamento affettivo disordinato. Inoltre, l’oppressione sempre di crescente violenza della lobby omosessuale -acutizzata sicuramente anche da disdicevoli e ingiuste discriminazioni subite- impedisce un sereno confronto sulla questione.
L’abuso troppo frequente dell’accusa di “omofobia” non fa altro che alimentare la confusione sul tema e creare disagio nella società, passando così soventemente da discriminati a discriminatori. Ma ciò che più sorprende alcuni osservatori, è la grande quantità di ex-omosessuali, i quali si rivolgono alla loro passata tendenza sessuale abbinandola addirittura ad una sorta di “patologia” e proclamando il noto slogan “change is possible”. Esistono anche terapeuti decisi ad accogliere le richieste di persone omosessuali e aiutare loro a riprendere un rapporto sessuale più naturalmente “ordinato”.
E’ il caso di Richard A. Cohen, psicoterapeuta ed ex-gay, il quale da quindici anni aiuta migliaia di uomini, donne e adolescenti a recuperare la loro identità sessuale. Ha scritto un libro che raccoglie tante di queste testimonianze, intitolato: “Riscoprirsi normali. Comprendere e guarire l’omosessualità” (Uomini Nuovi 2010). Nel libro ha voluto «raccogliere la mia esperienza personale e terapeutica circa l’attrazione omosessuale. Presento le cause fondamentali dell’attrazione verso persone dello stesso sesso. Espongo anche esporre un modello di recupero e numerose testimonianze di persone che ho assistito e che sono riuscite a passare dall’omosessualità all’eterosessualità. Naturalmente oggi molti dicono che non è possibile lasciare l’omosessualità, ma questa è semplicemente una leggenda perché il cambiamento è possibile». Rispondendo alle domande dell’intervistatore, ha parlato della sua esperienza personale, del suo passato omosessuale e del suo presente con moglie e tre figli: «Mi sentivo attratto sessualmente per gli uomini. La gente mi diceva che io ero nato in questo modo, ma mi resi conto che qualcosa non andava, anche se tutti intorno a me insistitevano sul fatto che fosse la cosa più normale del mondo. Ho scoperto da dove venivano i desideri verso il mio sesso, ho imparato a sanare quelle ferite e a soddisfare le esigenze ancora non soddisfatte dalla mia infanzia. Ho fatto molti errori in modo che altri possano evitare alcuni degli ostacoli sul cammino verso la libertà».
Ha così preso una laurea in psicologia e ha fondato l’. Il libro sta avendo un buon successo in Spagna:
«E’ rivolto a terapeuti professionisti e al pubblico in generale, compresi, naturalmente, coloro che si sentono orientati verso persone dello stesso sesso e al tempo stesso percepiscono che c’è qualcosa di sbagliato in questo. Io sono nella posizione privilegiata di essere stato nei panni dei pazienti a cui ora svolgo la terapia». Lo psicoterapeuta ritiene che «il movimento per i diritti dei gay ha reso un grande servizio alla società, portando il tema dell’omosessualità alla luce. Fino a pochi decenni fa erano continuo oggetto di scherno. Oggi queste stesse persone però impongono le istituzioni di accettare l’omosessualità in nome della tolleranza. Tuttavia, a porte chiuse, la maggior parte di queste persone si sentono malate con l’omosessualità e la soluzione non è certo la cieca accettazione o la falsa tolleranza indiscriminatatoria».
In un’altra circostanza Cohen si è definito un pro-choiche dell’omosessualità:
«Se qualcuno vuole vivere una vita gay deve essere rispettato. Se qualcuno vuole cambiare e uscire da questa condizione ha anch’egli bisogno di essere rispettato. Fateci praticare la tolleranza vera, la reale diversità e uguaglianza per tutti».

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