Riscaldamento globale a Seoul |
GIOVANI MISSIONARI
Vorrei
dire una parola sui missionari. Uomini e donne che hanno lasciato la patria,
tutto… Da giovani se ne sono andati là, conducendo una vita di tanto tanto
lavoro, alle volte dormendo sulla terra. A un certo momento ho trovato a Bangui
una suora, era italiana. Si vedeva che era anziana: “Quanti anni ha?”, ho
chiesto. “81” – “Ma, non tanto, due più di me”. - Questa suora era là da quando
aveva 23-24 anni: tutta la vita! E come lei, tante. Era con una bambina. E la
bambina, in italiano, le diceva: “Nonna”. E la suora mi ha detto: “Ma io,
proprio non sono di qua, del Paese vicino, del Congo; ma sono venuta in canoa,
con questa bambina”. Così sono i missionari: coraggiosi. “E cosa fa lei,
suora?” – “Ma, io sono infermiera e poi ho studiato un po’ qui e sono diventata
ostetrica e ho fatto nascere 3.280 bambini”. Così mi ha detto. Tutta una vita
per la vita, per la vita degli altri. E come questa suora, ce ne sono tante,
tante: tante suore, tanti preti, tanti religiosi che bruciano la vita per
annunciare Gesù Cristo. E’ bello, vedere questo. E’ bello.
Io
vorrei dire una parola ai giovani. Ma, ce ne sono pochi, perché la natalità è
un lusso, sembra, in Europa: natalità zero, natalità 1%. Ma mi rivolgo ai
giovani: pensate cosa fate della vostra vita. Pensate a questa suora e a tante
come lei, che hanno dato la vita e tante sono morte, là. La missionarietà, non
è fare proselitismo: mi diceva questa suora che le donne mussulmane vanno da
loro perché sanno che le suore sono infermiere brave che le curano bene, e non
fanno la catechesi per convertirle! Rendono testimonianza; poi a chi vuole fanno
la catechesi. Ma la testimonianza: questa è la grande missionarietà eroica
della Chiesa. Annunciare Gesù Cristo con la propria vita! Io mi rivolgo ai
giovani: pensa a cosa vuoi fare tu della tua vita. È il momento di pensare e
chiedere al Signore che ti faccia sentire la sua volontà. Ma non escludere, per
favore, questa possibilità di diventare missionario, per portare l’amore,
l’umanità, la fede in altri Paesi. Non per fare proselitismo: no. Quello lo
fanno quanti cercano un’altra cosa. La fede si predica prima con la
testimonianza e poi con la parola. Lentamente. (Papa Francesco, Udienza del 2
dicembre 2015).
LO SPIRITO DEL NATALE
Se le persone sapessero
esattamente cosa significa il Natale, e poi iniziassero a creare nuovi simboli,
cerimonie, scherzi, sarebbe una cosa molto bella. Ma ciò non è ancora successo
nel mondo dell’uomo moderno. La maggior parte dei cambiamenti proposti al
giorno d’oggi vanno esattamente nel senso opposto. Sono modi per mantenere il
nome del Natale – e qualche sbiadita figurina natalizia – trasformandolo in
qualcosa di completamente differente. Ciò che alcuni vogliono fare è appendere qualche decorazione di agrifoglio e
vischio in un immenso, surriscaldato, impersonale hotel americano, dove la
gente possa dimenticare ciò che è il Natale, annoiarsi anche solo nel sentirlo
nominare, profanare con le proprie raffinatezze, sazietà, disperazioni l’anima
sacra e suprema della festività. Sono persone troppo stanche per sentirne lo
spirito, per riformularne i simboli o per cambiarne il nome. Non hanno la
creatività necessaria per riformarlo e neanche la tenacia per mantenerlo nella
tradizione. Lo fanno semplicemente galleggiare, come un iceberg che si scioglie
in acque più tiepide, senza sapere perché si staglia rispetto all’ambiente
circostante, perché cambia o si conserva intatto. Nessuno di noi vuole vedere
il nobile omino di neve del Natale inglese sciogliersi in quell’iceberg di una
moda che ha perso ogni significato. Sarebbe meglio che l’omino di neve venisse
distrutto da iconoclasti come i Puritani. Sarebbe meglio che coloro che lo
amano lo difendano da coloro che non lo amano. E non penso che alla fine questi
ultimi saranno la maggioranza. Ma i primi combatterebbero molto meglio se
sapessero perché lo amano, anche al costo di recuperare alcune superstizioni
dei loro avi. In ogni modo io so perché lo amo; e per quanto riguarda il Natale
dei cocktail e del riscaldamento centralizzato so perché non mi piace. So che
la realtà non è relatività o progresso o semplice trascorrere delle epoche.
Riconosco Babbo Natale quando lo vedo, anche se è in borghese. E non vengo
ingannato dal Padrone del Tempo mascherato con agrifoglio e vischio. (Gilbert Keith Chesterton)
GENITORI
Quello del genitore è un mestiere di cristallo:
tanto bello, ma anche tanto delicato, da vivere cercando di essere il più
possibile trasparenza di Dio, epperò pur consapevoli che la nostra, per quanto
poco, rimarrà sempre una superficie smerigliata, almeno finché vivremo.
Tuttavia la Misericordia del Padre, quello vero, è tale per cui anche le nostre
incrinature possono essere rivolte a favore di quel destino di bene cui è
vocato ogni figlio, e la nostra opacità, agli occhi di chi ci vede inadeguati,
serve a mettere in maggior risalto la perfezione della Sua Luce, cosicché i
nostri figli smettano il loro sguardo adorante su di noi per rivolgerlo a Colui
che solo ne è degno. (Blog di Costanza Miriano)
SANTA LAICITA' PATRONA DELLA FRANCIA
In Francia vige il più
rigido laicismo ed è ovviamente vietato cantare a scuola per Natale motivi
tradizionali come Il est né le divin enfant o Douce Nuit, sainte nuit. Però, è consigliato «intonare
inni, fare canti e opere musicali» ispirati alla «laicità». Il 9 dicembre,
infatti, sarà il 110mo anniversario della legge del 1905 sulla separazione tra
Chiesa e Stato e bisogna «celebrarlo in modo solenne». Le religioni ovviamente non si devono bandire, si possono anche
usare in modo strumentale «facendo una lettura comparata di testi sacri
di religioni diverse che veicolino lo stesso messaggio di fraternità e
pace». Segno che in Francia la laicità è ormai la vera e propria religione
dello Stato, il rettore consiglia alle scuole di comporre «canti e inni» alla
laicità, di rappresentarla con «esposizioni e quadri» e di festeggiarla
«piantando l’albero della laicità o lanciando dei palloncini». (Tempi)
UN POPOLO (E FAMIGLIE) DI VIDEOGIOCATORI
In Italia i videogiocatori sono
circa 29,3 milioni di persone e almeno il 49% sono donne. Il dato è stato
diffuso ieri da AESVI (Associazione Editori Sviluppatori
Videogiochi Italiani). Il Segretario nazionale di
AESVI, Talitha Malagò, ha dichiarato che il settore muove in Italia circa 893
milioni di euro e il rapporto tra maschi e femmine è abbastanza paritario.
Di quei 29 milioni (che nel 2011 era 21) soli 51% sono maschi. Inoltre quasi la metà dei genitori intervistati è
disposta giocare con i propri figli. (Wired)
OSCAR WILDE CHE FORSE NON CONOSCETE
Il 30 novembre 1900, a
Parigi, moriva Oscar Wilde, l'autore de Il ritratto di Dorian Gray.
La sua figura è spesso strumentalizzata e incompresa, nella sua profondità e
nel suo dramma. Wilde: «Bisogna, sì, ch'io mi dica che da me stesso io mi
sono distrutto e che nessuno, piccolo oppure grande, non si può rovinare
che con le sue proprie mani. Io sono pronto a dirlo; mi sforzo di confessarlo,
quantunque, forse, in questo momento, non lo si creda. Senza alcuna compassione
io sostengo contro di me l'implacabile accusa. Per quanto terribile sia stato
ciò che il mondo mi ha fatto di male, quel che io feci a me stesso fu più
tremendo ancora... Mi divertii a fare l'ozioso, il dandy, l'uomo alla moda. Mi
circondai di poveri caratteri e di spiriti miserevoli. Divenni prodigo del mio
proprio genio e provai una gioia bizzarra nello sperperare una giovinezza
eterna. Stanco di vivere sulle cime, discesi volontariamente in fondo agli
abissi per cercarvi delle sensazioni nuove. La perversità fu nell'orbita della
passione quel che il paradosso era stato per me nella sfera del pensiero.
Infine il desiderio si cangiò in una malattia, o in una follìa, o in entrambe
le cose. Divenni noncurante della vita altrui. Colsi il mio bene dove mi
piacque e passai oltre. Dimenticai che ogni più piccola azione quotidiana forma
o deforma il carattere e che, per conseguenza, ciò che si è compiuto nel
segreto della propria intimità si sarà poi costretti a proclamarlo al mondo
intero. Così, non fui più padrone di me stesso. Non riuscii più a dominare la
mia anima e la ignorai. Permisi al piacere di governarmi e finii coll'essere
abbattuto da una sventura orrenda. Adesso non mi rimane più che una cosa:
l'assoluta umiltà...». Poi, parlando di Gesù, scrive: «Certo, egli ha
il senso della pietà per i poveri, per coloro che sono relegati nelle prigioni,
per gli umili, per i miserabili, ma egli ha molta più compassione per i ricchi,
per gli edonisti, per coloro che sacrificano la loro libertà e divengono gli
schiavi delle cose, per quelli che portano abiti preziosi e abitano in palazzi
regali. Le ricchezze e le voluttà a lui sembrano invero delle tragedie più
grandi che la penuria e il dolore. Per Natale sono riuscito a procurarmi un
Testamento Greco e ogni mattina, dopo aver spazzato la mia cella e forbito i
miei utensili, leggo un passo dei Vangeli, una dozzina di versetti presi a
caso, non importa dove. È una deliziosa maniera di cominciar la giornata.
Ciascuno, anche vivendo una vita turbinosa e disordinata, dovrebbe fare
così...» (
LA RADICE
“Il capo dei panettieri vide
che aveva dato un’interpretazione favorevole” (Bereshìt 37, 26). Il grande
commentatore italiano Rabbì Ovadià Sforno commenta questo verso dicendo: Egli
sperava che anche per lui desse un’interpretazione favorevole, perché è risaputo
che la realizzazione dei sogni dipende dalla loro interpretazione, come dicono
i nostri Maestri, il loro ricordo sia in benedizione, nel Talmud (Berachòt
55b): “…i sogni vanno dietro alla bocca …”. Infatti è scritto più avanti
(Bereshìt 40, 22): “Secondo l’interpretazione che Yosèf aveva loro data”. (David Sciunnach, rabbino, moked.it)