DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

I valori positivi dell'Africa

La conferenza stampa per la presentazione della relazione dopo il dibattito in aula

I valori positivi dell'Africa

"L'Africa non è solo problemi. Soprattutto non è la Chiesa tra i problemi dell'Africa come invece scrivono i mezzi di comunicazione dando un'immagine distorta del nostro lavoro". Lo ha detto il cardinale Wilfrid Fox Napier, arcivescovo di Durban, parlando ai giornalisti riuniti nella Sala Stampa della Santa Sede nella mattina di martedì 14 ottobre. Con il cardinale Napier erano il cardinale Sarr, presidente delegato, il cardinale John Njue, arcivescovo di Nairobi e presidente della Commissione per l'informazione e l'arcivescovo Mendes Dos Santos, membro della stessa commissione.
Il cardinale Napier ha risposto a numerose domande in relazione agli aiuti che vengono inviati all'Africa. Spesso, ha detto in proposito, chi aiuta l'Africa pone condizioni inaccettabili e cerca di far avanzare un' ideologia insidiosa che tende a cambiare i valori morali dei Paesi stessi. Dunque l'aiuto in questi casi si trasforma in una cosa peggiore del male precedente.
A proposito dell'Aids, ha detto ancora il porporato, mentre la Chiesa cerca di avviare progetti di prevenzione, i media attribuiscono ad essa la recrudescenza della malattia. Nessuno però si preoccupa di controllare l'efficacia dei medicinali, in particolare dei retrovirali, distribuiti nei Paesi colpiti. "Nella mia diocesi - ha detto - abbiamo avviato centri di controllo su questi medicinali" perché stranamente la gente anziché essere curata sviluppava ceppi di resistenza agli antivirali stessi.
Altro argomento affrontato dal cardinale è stato il fenomeno della diffusione dell'aborto in Africa. Anche in questo campo l'incidenza della politica estera o comunque di gruppi di pressione dall'estero finisce per influire negativamente sulla cultura africana. "I padri sinodali - ha aggiunto - non riescono a capire come mai in occidente, nei Paesi industrializzati, il diritto alla vita non venga considerato come un diritto supremo". Diverse domande vertevano sull'incidenza del protocollo di Maputo sulla vita in Africa. Padre Lombardi, riassumendo il pensiero che era stato espresso durante la conferenza stampa - la seconda delle quattro previste per questo Sinodo - ha spiegato come il problema di molti protocolli internazionali sia dovuto al fatto che mescolano cose ottime a cose inaccettabili. Per esempio "non possiamo accettare - è intervenuto il cardinale Napier - che si tratti la gravidanza come se fosse una malattia sessualmente trasmissibile".
Altre numerose domande hanno riguardato i numerosi conflitti tribali. Il cardinale Njue ha risposto portando la testimonianza di quanto accade nel Kenya, il suo Paese. "Gli scontri più gravi non sono causati dalla gente comune ma - è la sua denuncia - nascono perché le piccole differenze vengono strumentalizzate dai politici per rafforzare il proprio potere". Purtroppo, ha riconosciuto il porporato, tra quanti si macchiano di crimini e di violenza molti si dicono cristiani. "Il problema è - ha detto citando Shakespeare - essere o non essere. Cioè vivere veramente quello che si dice di essere, vivere cioè il proprio battesimo, o no".
Il cardinale Sarr ha risposto ad una domanda molto specifica sul matrimonio tradizionale africano, sul come si possa conciliare con il matrimonio civile e con quello religioso. "Ci vuole molta prudenza - ha detto - perché bisogna rispettare i riti del matrimonio tradizionale, così come tutte le usanze africane. Tuttavia bisogna stare molto attenti a quello che prevedono le legislazioni dei Paesi nei quali il matrimonio avviene poiché in molti Stati, come nel Senegal, la legislazione prevede la poligamia. Dunque c'è bisogno di fermezza nell'opporsi a questi usi". Infine è stata posta una domanda sulla magia. Il cardinale Napier ha risposto con una battuta: "Anche voi occidentali credete alla magia: non è forse vero che se vi ritrovate in tredici a tavola, fate gli scongiuri?".
Ultimo argomento trattato il rischio dell'imperialismo culturale che si tenta di far passare in Africa con gli aiuti che vengono dall'esterno.

(©L'Osservatore Romano - 15 ottobre 2009)