DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Le pellicole del Muro. Cinematografia minima per il 9 novembre berlinese.

Per la criticona del Foglio, Mariarosa Mancuso, le due pellicole impedibili “perché belle e vere” sono ‘Goodbye Lenin!’ e ‘Le vite degli altri’.

‘Goodbye Lenin!’ racconta la storia di una donna caduta in coma
poco prima della caduta del Muro, che al risveglio viene protetta da tutti i familiari perché non sappia che intorno a lei tutto è cambiato. Iniziano una serie di avventure paradossali al limite del ridicolo per proteggerla dal mondo esterno. “Indimenticabile la scena in cui lei chiede al figlio i cetriolini. E non un tipo qualsiasi, ma quelli della sua marca preferita che con la caduta del muro non si trovano più. Così tutti i familiari iniziano una caccia al tesoro che pare impossibile e sono costretti a frugare anche tra i rifiuti per recuperarli”. L’improvviso manifesto della Coca Cola che sbuca dal palazzo di fronte alla stanza segna il passo del capitalismo selvaggio a cui la protagonista è ancora all’oscuro. Quindi il figlio s’inventa che la bevanda americana è prodotta con una ricetta socialista. Insomma, la fine del sogno socialista è raccontata con disincantato realismo. “E il regista di Goodbye Lenin!, Wolfgang Becker, era semisconosciuto per noi, poi questo film ce lo ha fatto conoscere” aggiunge la Mancuso.

‘Le vite degli altri’, invece, “è uno spaccato di vita vera”,
che mostra i sistemi utilizzati Stasi per controllare i cittadini della DDR. La criticona del Foglio spiega che “l’attore protagonista, Ulrich Mühe, era realmente spiato dal ministero della sicurezza tedesco”. Il film ha vinto un premio Oscar come miglior straniero e come ha scritto la Mancuso sul Foglio “film così belli capitano di rado. Esordienti così bravi – a poco più di 30 anni – sono merce ancor più rara”.

Impossibile dimenticare ‘Il cielo sopra Berlino’ il film del 1987
di Wim Wenders, vincitore del Festival di Cannes, che racconta la vita di due angeli invisibili che attraversano strade e vite della città. In particolare l’angelo Cassiel incontra un anziano in cerca della gloriosa Potsdamer Platz, che troverà al suo posto un’area di terra battuta e il muro di Berlino con i suoi graffiti.
Affronta il tema della città divisa e del cambiamento conseguente il 9 novembre anche ‘Il silenzio dopo lo sparo’, le cui protagoniste hanno vinto l’Orso d’argento alla Berlinale nel 2000.

Basta andare un po’ indietro e si trova ‘Totò e Peppino divisi dal muro’. Con la consueta ironia partenopea e la regia di Giorgio Bianchi, il principe De Curtis descrive gli spaccati paradossali della vita all’Est e all’Ovest della capitale tedesca. Quando i due protagonisti, poi, vengono incarcerati perché sospettati di essere pericolosi generali nazisti, riescono a trasformare il libro della Smorfia napoletana in un codice segreto per decifrare le coordinate degli aerei spia americani. Il film è del 1962, a ridosso dei cambiamenti politici conseguenti alla divisione del mondi in due blocchi contrapposti.

L’ultima segnalazione, proprio per appassionati,
è di un film che purtroppo non è stato distribuito in Italia. S’intitola Il tunnel e descrive il tentativo di un profugo della DDR di scavare un tunnel di 136 metri dal settore occidentale di Berlino a quello occidentale della città, con l’obiettivo di consentire la fuga ad amici e parenti.