DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

3 Dicembre. San Francesco Saverio

Mc 16, 15-20

In quel tempo, apparendo agli Undici, Gesù disse loro: "Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.
Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.
E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno".
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano.

IL COMMENTO

Un segno è posto per indicare. I segni che accompagnano quelli che credono mostrano il Cielo. Svelano la presenza di Dio. Sono segni soprannaturali, opere, prodigi, miracoli che l'uomo, per quanto onesto, buono, rispettoso non può compiere. Su di essi vi è, inconfondibile, il copyright di Dio. Opere di Dio nella carne debole degli uomini. Non si possono pianificare in un consiglio pastorale, preparare nelle riunioni delle Conferenze Episcopali. Non si studiano. Sono miracoli, saette che trafiggono la normalità d'una vita senza Dio. Gesù non ha frequentato un corso su Dio, non lo ha imparato da nessuna parte, era, semplicemente, Suo Figlio. Così è di ogni figlio nel Figlio, d'ogni cristiano. Alter Christus si diceva di San Francesco d'Assisi. Un altro Cristo, questo è un santo. Cioè un cristiano, colui per il quale Cristo ha versato il Suo sangue riscattandolo dal peccato e dalla morte e facendolo una cosa sola con Lui. Santo significa separato, consacrato. Diverso. Uguale a tutti eppure diverso. Santo è chi ha il cuore che brucia d'amore. Amato, infiammato dall'amore di Cristo che lo getta sulle strade del mondo ad amare dello stesso amore. Sino agli estremi confini della terra. San Francesco Saverio. La sua vita è stata un segno, un miracolo, lampi di Cielo sulle terre che ha percorso. La Pasqua incarnata, il desiderio infinito di cercare tutto ciò che era hametz, impuro, in ogni angolo della terra, percorrendo ogni centimetro d'Asia. Come fa ogni buon ebreo la vigilia di Pesah, come ha fatto Cristo che con il Suo sangue versato ha lavato ogni impurità di ogni uomo e con la Sua carne ha offerto il vero e puro pane azzimo, pronto per ilo cielo, per la vita divina. Così San Francesco Saverio, schiavo d'ogni uomo prigioniero degli inganni del demonio, niente più volontà, progetti., pensieri. Un chiodo fissso nella mente, la salvezza d'ogni uomo. Un fuoco inestinguibile nel cuore, l'amore a Chi lo aveva amato infinitamente. Un santo. Un miracolo. Un segno. I veleni delle menzogne del demonio, i morsi delle tentazioni del serpente antico, nulla lo ha fermato, nulla ha avuto potere sulla vita divina che portava come un tabernacolo. E quanti malati e infermi sanati, nel cuore, nello spirito, nelle membra. E la nuova lingua dell'amore e della misericordia annunciata alle più estreme periferie come nei palazzi ei Re. Sino all'alba d'un mattino di dicembre, alle porte dell'immensa Cina come alle porte del Cielo, quando, esausto, solo con il Suo Signore, abbandonato da tutti, come il Suo Signore, ha fatto ritorno al Padre. Come Cristo. Con Cristo. La sua vita è oggi un segno per tutti noi, dell'irripetibile avventura che è la vita di Dio nell'uomo. Arriva il Natale, è Cristo che bussa alle nostre porte, spalanchiamole e lasciamoci travolgere dal fuoco del Suo amore, sino agli estremi confini che Lui ha da sempre pensato per noi.