Pablo J. Ginés. LA RAZÓN. 15-12-09
Madrid – Non grazie alle legioni di Costantino (che ha legalizzato il Cristianesimo nel 313) o ai monaci fanatici del film “Agorà“: la fede cristiana si diffuse per i suoi valori promossi dalla famiglia e per il fenomeno demografico che questa provocava. La Chiesa lo sa e per questo onora la famiglia con gesti come quello del 27 dicembre a Madrid in Plaza de Lima. Il sociologo delle religioni Rodney Stark, nel suo libro recentemente tradotto in spagnolo “L’espansione del cristianesimo” (Ed. Trotta), spiega che i pagani dell’impero romano, come quelli dell’Europa moderna, non avevano figli, e che, come accade oggi, nemmeno gli incentivi economici riuscivano ad incoraggiarli.
La fede dà bambini, gli aiuti no.
“Nel 59 a.C., Giulio Cesare promulgò una legge che concedeva terreni ai genitori di tre o più figli, trent’anni dopo, e di nuovo nel 9 a.C., l’imperatore Augusto emanò leggi che, in politica, davano la preferenza agli uomini che avevano avuto tre o più figli e imponeva sanzioni politiche e pecuniarie alle coppie senza figli, alle donne sole al di sopra dei vent’ anni e agli scapoli di oltre 25.
“Traiano promosse importanti sostegni economici per ogni figlio ”, elenca il libro.
Ma niente ha funzionato. Come sottolinea lo storico Arthur É.R. Boak, ‘(le politiche) che tentarono di incoraggiare le famiglie ad avere almeno tre figli sono state pateticamente impotenti.
I pagani uccidevano le bambine appena nate, l’aborto provocato era molto diffuso ed era causa di morte per tante donne fertili, le ragazze si sposavano a 12 anni o più giovani, e molte morivano di parto precoce e pericoloso.
Filosofi per l’ infanticidio
Abbandonare i bambini a morire è stato considerato un giusto diritto da parte di saggi pagani come Seneca e Tacito. Platone e Aristotele raccomandavano l’infanticidio come legittima politica di Stato. L’orrore dei Greci e dei Romani per la fertilità rafforzava la cultura del maschio sterile, con efebi e schiavi adolescenti.
Invece, i cristiani non abortivano, non uccidevano i loro bambini né prima né dopo il parto, apprezzavano la fertilità, non sposavano ragazze troppo giovani, non uccidevano le bambine appena nate. Si calcola che il 60 per cento dei cristiani fossero donne. La loro fertilità e i matrimoni misti portarono a una crescita del cristianesimo del 40 per cento ogni dieci anni, secondo quanto ha calcolato Stark. Non è una cifra assurda: a tale velocità è cresciuto il mormonismo nel XIX secolo.
Attualmente, il tasso di 2,1 figli per donna, si verifica solo negli Stati Uniti e in Irlanda. L’Unione Europea dei ventisette, nel 2005, ha una media di 1.38. In Spagna, le donne agnostiche e atee non hanno, in media, neanche un bambino: solo 0,9.
In Russia, dove lo stato si offre di mantenere i bambini a partire dal terzo, solo il 6 per cento delle famiglie russe si sentono incoraggiate: quasi sempre sono religiose. Nei paesi secolarizzati come la Francia, l’Inghilterra e l’Olanda la popolazione religiosa è del 20 per cento più fertile di quella non religiosa, secondo quanto afferma il sociologo inglese Eric Kaufmann.