DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

L’Algeria scopre le persecuzioni


Il quoti­diano algerino francofono «Liberté» ha simboleggia­to con questa vignetta, che raffigura una croce insanguinata nel buio, la difficile situazione dei cristiani nel Paese (Epa)


DI DANIELE
Z APPALÀ

L
a vignetta è spoglia e fredda. Discu­tibile e al contempo diretta come un pugno nello stomaco. È con una cro­ce insanguinata nel buio che il quotidiano algerino francofono Liberté ha appena sim­boleggiato la situazione dei cristiani nel Paese, dopo una nuova intimidazione giunta sabato scorso: nell’importante ca­poluogo di Tizi Ouzou, circa 100 chilome­tri ad Est di Algeri, l’associazione prote­stante «Tafat» non ha potuto celebrare la sua liturgia settimanale.
Secondo quanto ha raccontato il pastore della comunità, una cinquantina di uomi­ni ha fatto irruzione nei poveri locali adi­biti al culto, ordinando minacciosamente di uscire ai fedeli già giunti e impedendo poi a chiunque altro di entrare. «Questa è
la terra d’islam, andate a pregare altrove», avrebbero intimato gli aggressori. Allerta­ta dalla comunità, è ai cristiani che la po­lizia ha poi chiesto di allontanarsi. Una ri­prova del carattere quasi «ordinario» di at­ti simili in Algeria. Del resto, a descrivere da anni lo scenario è in particolare l’osserva­torio di «Aiuto alla Chiesa che soffre».
Ma questa volta, la vicenda ha almeno sca­valcato i muri di gomma censori. Oltre al­la vignetta di
Liberté, lo attesta fra l’altro un ampio articolo sul quotidiano nazio­nale di riferimento El Watan , titolato «Dei cittadini vittime d’intolleranza a Tizi Ou­zou ». Sommario: «È stato impedito loro di celebrare una Messa».
L’Algeria vota oggi per il rinnovo parziale del Consiglio della Nazione, seconda Ca­mera parlamentare. In un Paese dall’ese­cutivo centrale estremamente forte, la po­sta
in gioco è relativa. Ma il fatto che si par­li d’intimidazioni anticristiane anche in coincidenza di questo clima elettorale è un segnale osservato con particolare atten­zione dai cristiani d’Algeria. Nel 2002, se­condo l’Onu, erano circa 150 mila, fra cui 100 mila cattolici.
Negli ultimi anni, nella storica regione montuosa della Cabilia di cui Tizi Ouzou
è il secondo capoluogo per importanza, una regione abitata da una popolazione in maggioranza di etnia berbera, la que­stione della « tolleranza » verso la mino­ranza cristiana è stata amplificata anche dall’avversione locale verso le reiterate campagne di «arabizzazione» volute dal potere centrale. È proprio a Tizi Ouzou che nel dicembre 1994, durante il «decennio nero» della guerra civile, vennero assassi­nati quattro missionari appartenenti ai Pa­dri bianchi. Intanto, proseguono le indagini giudizia­rie sull’eccidio nel 1996 dei 7 monaci trap­pisti francesi di Tiberine. Dopo le recenti rivelazioni di stampa che additano un «er­rore » dell’esercito algerino, i magistrati francesi hanno appena ottenuto l’accesso ai rapporti di quegli anni dello spionaggio francese in Algeria.
A Tizi Ouzou un gruppo estremista vieta una riunione di preghiera: «Questa è terra d’islam» Un importante quotidiano denuncia l’intimidazione

Avvenire 29 dic. 2009