DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

L’allegria di un gioioso esercito di bambini contagia la città nonostante il clima gelido la festa

I canti, le iniziative, le testimonianze, i giochi di tanti nuclei familiari, provenienti da varie nazioni europee, hanno colorato per due giorni le maestose arterie della capitale Ma la Tv di Stato ha dedicato loro solo 30 secondi

DAL NOSTRO INVIATO A MADRID


S
quillano più delle campane le voci dei bambini della parroc­chia di Santa Caterina La­bourè, nella domenica all’aperto in Piazza di Lima. Più delle campane di Betlemme a cui è dedicato il loro canto. Nonostante il termometro o­scilli impercettibilmente sopra lo ze­ro, sono tutti compresi del loro com­pito. Sono varie decine, ma un coro di adulti avrebbe molto da impara­re dal loro contegno. L’allegria nata­lizia che trasmettono è irresistibile. Forse per questo la tv di stato spa­gnola ha deciso di dedicare a tutta la festa europea della famiglia, liturgia eucaristica compresa, non più di trenta secondi. Mentre ad un cuc­ciolo di foca ferito, curato allo zoo, ne sono riservari oltre sessanta. Ma in questo caso la capillarità di internet rovescia la potenza dei media. È an­che attraverso la reti, infatti, che Tv popular rilancia le immagini della festa in tutta Europa. Perfino in Au­stralia ed in altri Paesi del mondo.
In ogni modo a Madrid la 'manife­stazione' della famiglia, della sua ve­rità e bellezza, inizia già da sabato. Sulle vie imperiali della capitale i­berica si riversa la pacifica invasio­ne di figli (in qualche caso anche set­te ed oltre) e genitori. Durante l’eu­carestia della domenica capita di fis­sare lo sguardo su cordate di nonni, giovani coppie e neonati alla ricer­ca di angoli dove il sole disgeli l’in­temperanza del clima. Raccoglie consensi comunque Kiko Argüello, l’iniziatore del Cammino catecu­menale, tra i promotori dell’evento, quando propone un applauso alla provvidenza perché dopo vari gior­ni di pioggia «il sole è arrivato».
Lungo le due maxi arterie di Concha Espina e del Paseo de la Castellana
che si incrociano nella piazza di Li­ma dove si elevano l’altare, la croce e l’icona mariana, sono dislocate cir­ca settecentomila persone. Uno spettacolo sorprendente nel gelo dell’inverno madrileno e della crisi economica del vecchio continente. Ad aggiungersi alle spagnole e por­toghesi, quelle arrivate dall’Italia (circa tredicimila persone), cinque­cento famiglie dalla Polonia, poi quelle della Francia, dalla Germa­nia, dall’Austria, dai Paesi Bassi, dal­la penisola Scandinava, dalla Gran Bretagna, dall’Irlanda, dall’Unghe­ria, dalla Repubblica Ceca, dalla Ser­bia, dalla Slovacchia, dalla Bosnia, dall’Albania, da Malta... Insomma a rappresentare figli, genitori e nonni di tutto il vecchio continente, sono arrivate famiglie perfino da Ucraina, Estonia, Lettonia, Lituania e Bielo­russia. Colpiscono le immagini del­le famiglie polacche, presenti nei co­stumi tradizionali, e di quelle tede­sche che cantano Stille nacht.
«Parliamo lingue diverse ma siamo una sola grande assemblea, una so­la grande famiglia di figli di Dio», constata il cardinale Ennio Antonel­li. «Voi lo avete sperimentato, voi lo state testimoniando», rimarca a pro­posito il prefetto del Pontificio con­siglio della famiglia. Ventotto anni fa nella medesima piazza di Madrid Giovanni Paolo II gridò «il futuro del­l’Europa passa per la famiglia». Quel­l’appello non è caduto nel vuoto. Le famiglie europee rappresentate dal popolo riunito a Madrid ne raccol­gono
la sfida.

Pier Luigi Fornari

Avvenire 29 dic. 2009