DI A NTONIO G IULIANO
O ggi possono dire di essere fuori dal tunnel. Ma non è stato affatto facile uscirne e raccontare apertamente l’abisso conosciuto nella cosiddetta «chiesa» di Scientology. 14 «apostati » hanno avuto la forza di farlo in un libro toccante di Alberto Laggia e Maria Pia Gardini Il coraggio di parlare. Storie di fuoriusciti da Scientology
(Paoline, pp.166, euro 16,50). Un testo che squarcia il velo di inquietante segretezza che avvolge un movimento nato negli Stati Uniti nel 1954, al quale aderiscono centinaia di migliaia di adepti in tutto il mondo. Ideata da Ron Hubbard, scrittore di fantascienza, Scientology ha sostenitori famosi come Tom Cruise e John Travolta ed è diffuso in Italia dal 1974. La tecnica di reclutamento si è evoluta negli anni. Fino a poco tempo fa ci si limitava a un test della personalità, proposto gratis per strada, in cui venivano puntualmente evidenziati disturbi psicologici. Adesso invece sono associazioni filantropiche della «galassia scientologica» a far proseliti sbandierando la promessa di migliorare la propria vita e diventare «vincenti». Come i gruppi Narconon che propongono una terapia di recupero della tossicodipendenza. In questo modo è stato adescato uno degli ex del libro, Enrico Costantini: «Ti viene detto che il potere spirituale che acquisisci ti rende simile a Dio. Ho ricevuto decine e decine di ore della preziosissima 'consulenza spirituale' e – come succede a chiunque intraprenda il cammino – spesi decine e decine di milioni di lire in poche settimane». Altre volte sono gli stessi genitori a introdurre i figli. Come nel libro Andrea G., 38 anni, inviato dai suoi parenti nella sede di Scientology a Copenaghen quando aveva 11 anni: «Fui tenuto in una stanza per due settimane per circa 3-4 ore al giorno, durante le quali mi impedivano di uscire e cercavano di convincermi in tutti i modi che dovevo entrare a far parte dell’organizzazione. Alla fine cedetti e firmai il famoso contratto valevole 'un miliardo di anni' per tutte le mie altre prossime vite». Perché la dottrina scientologica prevede una sorta di reincarnazione. Spiega nel testo Bryce, nome di fantasia di un ex staff piemontese: «Secondo le teorie di Hubbard la nostra vita non è altro che una trappola: in quanto esseri spirituali saremmo imprigionati in questo corpo e, quando esso morirà, verremo intrappolati nel prossimo. E quando riescono a convincerti il gioco è fatto. Nulla è più importante: amici, ferie, svaghi, interessi. Scientology diventa il perno sul quale ruota tutta la vita». Così rischi di trovarti a 'salvare' il pianeta con vitto e alloggio da fame, senza più lavoro, lontano da parenti e amici. Questo libro è proprio il frutto dei contatti che Maria Pia Gardini, ex anche lei di Scientology, intrattiene con coloro che hanno perso tutto: gente che ha visto i propri cari assorbiti dall’organizzazione, mogli e mariti abbandonati, figli o genitori tagliati fuori. Ritmi sovrumani di lavoro, soppressione delle voci dissidenti, continue richieste economiche: nell’ultima vicenda giudiziaria che riguarda Scientology, il Tribunale di Parigi ha condannato i responsabili dell’organizzazione francese per aver sottratto migliaia di euro a 4 anziani adepti. Ma risarcire i danni psicologici appare ben più arduo. Per rivedere la luce ci vogliono anni, confidano i fuoriusciti. Eppure Giuseppina ammette: «Mi ha aiutato molto nella riconquista del mio equilibrio interiore l’incontro con la fede cristiana. Ho capito che era più importante accettare il limite, piuttosto che pensarci follemente come Dio».