"Vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l'asinello". (San Francesco)
Il segno. Una mangiatoia ed un bimbo. Dio. Un segno nella notte, la nostra. L'oscurità di tante vite rapprese in un grumo di fatti, sensazioni, affetti, gioie, dolori, speranze confuse in un groviglio senza senso. Si fa, si disfa. Senza un perchè. E' questa la notte più profonda, la vita come una matassa senza capo né coda. E Dio sa quanto sia difficile, impossibile, sbrogliarle queste matasse. La notte di una vita senza senso, perchè senza un segno ad indicarne il Destino. La notte dei pastori, transumanti con i loro armenti sulle vie della storia, cercando un pascolo, un riposo, un segno. Noi, pastori di questo tempo, le ore sbiadite sui cammini incerti alla ricerca di gioia, di pace, di cibo. E nulla a saziarci lì dove abbiamo davvero fame, tutto scivola, e ci lascia più vuoti di prima. La notte dei nostri desideri inappagati. In questa notte brilla una Luce. Ed è un bimbo. Un segno. Il segno. Un bambino avvolto in fasce, un bambino in una mangiatoia. Un Uomo in una tomba. Dio dentro alla nostra vita, buia, agonizzante, discesa, senza accorgersene, in un sepolcro. Dio è in una grotta, a Betlemme, come la nostra vita. La Luce brilla nelle tenebre, laddove s'è spenta la nostra speranza. Nella morte è sceso il Creatore, oggi, ora. Lì dove siamo è deposto il segno. Dio con noi. E noi con Lui. Nulla gli è estraneo, tutto di noi è per Lui. E' questo il segno, il senso della nostra vita. Essere per Lui. Di Lui. Sempre. Nulla anonimo, nulla insignificante. Tutto santo, tutto ordinato. Anche quel che sembra sconclusionato, inutile, insensato, anche il peggio di noi è per Lui. Tutto di noi, passato, presente, futuro sono la greppia dove Lui desidera essere adagiato. E' Lui il segno, il senso che dà valore e consistenza eterna ad ogno nostro secondo, ad ogni nostro micron di mente, cuore e vita. Un bambino ci è dato, un segno. Siamo Suoi. Da sempre. Per sempre. Auguri, che siate quel che già siete. Con Lui deposto in una mangiatoia - la nostra vita - anche noi siamo deposti in una greppia - la nostra storia. L'augurio più vero, più santo, essere, restare in Lui nella magiatoia dei nostri giorni, crocifissi con Lui perchè sia Lui a vivere in noi, Lui il segno per ogni uomo, la nostra vita aggrappata a Lui il segno di salvezza, e di gioia e d'amore per questa generazione. Buon Natale, ovvero, buona vita perduta nel Signore Gesù, vita eterna nell'eterno Dio che s'è fatto bambino per noi. Auguri davvero, con tutto il cuore.
Antonello Iapicca Pbro