DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Catastrofi naturali e povertà

Della problematica del terremoto avevo già parlato quando ad esserne colpiti fummo proprio noi italiani. Da allora il mio pensiero di base non è cambiato molto e più avanti sottolineerò anche alcuni dettagli sui quali fare attenzione. Per il momento, però, mi "indigna" alquanto chi strumentalizza il disastro naturale e le vittime per la sua battaglia contro Dio e la morale.

La risposta a costoro la si trova in parte nel post che ho indicato all'inizio e in parte in un altro mio vecchio post (e scusate l'auto-citazione)

Il terremoto, la catastrofe, tutto ha un senso. Noi uomini possiamo anche non capire il perché delle tragedie ma non possiamo arrampicarci sugli specchi sostenendo che Dio non esiste perché non interviene come desideriamo o perché non ascolta le nostre preghiere.
Chi cerca di capire il progetto di Dio scopre poi che in realtà l'intervento c'è. Contro il male nel mondo, Dio ha messo a disposizione anime volenterose e buone per aiutare chi ha bisogno. Se poi queste anime si rifiutano di collaborare per pigrizia e si giustificano ipotizzando l'inesistenza di Dio, non significa che abbiano ragione.

Su di loro non c'è altro da aggiungere, a parte la vergogna che dovrebbero provare per aver usato così biecamente le vite e la sofferenza di persone che nemmeno conoscono.

Veniamo invece all'aspetto materiale della tragedia. Il terremoto che ha colpito Haiti è stato di magnitudo 7 della scala Richter ed ha provocato i danni che conosciamo. Negli ultimi 10 anni sono stati registrati 175 terremoti di intensità uguale o superiore.

Se guardiamo la mappa di questi 175 terremoti possiamo osservare che avvengono più o meno nelle stesse zone. Tra le zone colpite vi è anche la costa occidentale degli Stati Uniti e il Giappone, due paesi che hanno speso molto nella costruzione di infrastrutture resistenti ai terremoti.
Il problema, ora, non è che le popolazioni delle zone a rischio siano responsabili delle regioni che abitano, ma che esista ancora una differenza marcata e spaventosa tra il primo e il terzo mondo. Questa differenza si registra anche nel numero di morti: migliaia nelle zone povere, poche unità nelle zone ricche. La responsabilità è anche del primo mondo: piuttosto che mettere a punto soluzioni, educare la gente, innescare una fiorente economia, cambiare la modalità e la mentalità della gestione delle risorse, dibatte senza sosta su questioni irrilevanti; laicità e autodeterminazione per prime. Se invece di perdere tempo con riforme "alla Zapatero", che fanno tanto trendy ma alla fine fanno morire di fame lo stesso, ci mettessimo tutti insieme all'opera per risolvere la situazione disagiata dell'altra parte del pianeta, non risolveremmo solo il problema della catastrofe naturale ma anche quello dell'immigrazione selvaggia e della miseria.

Purtroppo, e lo dico con vero rammarico, tutti sembriamo interessati a cercare soddisfazione attaccando la parte politica avversa o la parte di popolazione della quale non si riconosce il pensiero mettendo al primo posto un capriccio civico spacciato per civiltà e poi, solo poi, chi soffre veramente. "Meglio essere ultramoderni (e amorali) in casa propria che essere tutti uniformemente moderni" in poche parole. Così esce fuori gente assolutamente inconcepibile come l'attrice multimilionaria che ipocritamente propone di vendere il Vaticano per togliersi dalla vista televisiva l'orrore della miseria, mica per compassione o pietà verso quegli esseri che lei trova "orribili". Non so se la signorina in questione abbia girato quel video per canzonare gli amici laicisti o perché effettivamente la pensi in questo modo. Spero per lei che sia vera la prima ipotesi.

Per il momento dobbiamo accontentarci di chi si occupa di salvare il salvabile, di mettere un'amorevole pezza sulla falla sapendo di non poter risolvere completamente il problema, come forse solo Dio potrebbe, ma di poter dare un contributo positivo che altrimenti non sussisterebbe. Mi riferisco all'AVSI che sta avendo un ruolo attivo ad Haiti e che rappresenta un esempio lampante di come si può agire con speranza per la vita. Leggete la testimonianza di Fiammetta Cappellini per fervi un'idea.
Sulla colonna di destra trovate un bannerino per fare donazioni all'AVSI relativamente all'emergenza in Haiti.

http://seraphim.splinder.com/