LA RICERCA - L’Istituto di medicina legale di Siviglia ha studiato i decessi improvvisi avvenuti nel sud-ovest della Spagna tra il 2003 e il 2006 e ha scoperto che il 3,1% degli stessi era legato all’utilizzo di cocaina, che aveva danneggiato il cuore e le arterie. Si trattava sempre di uomini compresi tra i 21 e i 45 anni, che nell’81% dei casi erano anche fumatori, e nel 76% avevano bevuto alcol. L’etanolo presente in bevande alcoliche rafforza e velocizza gli effetti prodotti dalla cocaina, ammorbidendo la «fase di down». Ma insieme alla droga e al fumo produce un cocktail molto pericoloso, anzi, letale, secondo le parole di Joacquin Lucena dell’istituto iberico.
L’ITALIA E L’EUROPA - I risultati dello studio spagnolo – sostengono i ricercatori – possono essere estesi al resto d’Europa, specie alla Gran Bretagna e all’Italia, che hanno gli stessi livelli di consumo di cocaina. Più del 5 per cento di adulti in UK, Spagna e Italia ha dichiarato di aver assunto questa droga almeno una volta nella vita, e il suo utilizzo aumenta nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 34 anni. Più in generale, gli esperti dell’istituto spagnolo stimano che siano 12 milioni, in tutta Europa, i consumatori di «neve», ovvero il 3,7 per cento della popolazione compresa tra i 15 e i 64 anni. «La nozione che l’uso ricreativo della cocaina sia sicuro deve essere combattuta, poiché anche piccole quantità della stessa possono avere esiti catastrofici, tra cui la morte improvvisa», ha concluso Lucena.
Carola Frediani
13 gennaio 2010