Nel 2009 – era settembre – ha fatto nascere Mauro, il primo bimbo al mondo concepito selezionando gli ovociti della madre e gli spermatozoi del padre, entrambi portatori sani di anemia mediterranea. Una coppia giovane, infertile, che senza questa tecnica rivoluzionaria avrebbe avuto il 25 per cento delle possibilità di concepire un figlio malato. Nei primi mesi del 2010 un’altra decina di gravidanze, ottenute con la stessa tecnica, giungerà a termine: nasceranno bambini sani, figli di coppie infertili portatrici di gravi malattie genetiche. Ma il bello è che questo risultato non è stato ottenuto selezionando gli embrioni sani ed eliminando quelli malati, bensì inseminando solo gli ovuli sani, precedentemente scelti esaminando i globuli polari ( una parte ' di scarto' dell’ovulo stesso).
Il professor Ermanno Greco, direttore di Medicina della Riproduzione dell’European Hospital di Roma, è giustamente soddisfatto dei traguardi raggiunti e ottimista per quelli che si è proposto nei prossimi mesi. « Mauro è nato con parto naturale, alla nascita pesava 3 chili. È un risultato molto importante sia perché la talassemia ha costi economici e sociali molto alti e dunque è fondamentale prevenirne la diffusione, sia perché abbiamo dimostrato che la diagnosi preconcepimento è del tutto efficace nei confronti di malattie geneticamente rilevanti » , riassume il professor Greco.
In altre parole: la tecnica della selezione degli ovociti, nella fecondazione assistita, permette di evitare la trasmissione di alcune malattie genetiche gravi. « Lo dimostra il fatto che abbiamo in corso un’altra decina di gravidanze e che, effettuando l’analisi prenatale ( villi coriali, ndr) sui feti, abbiamo visto in tutti la non presenza della malattia » , continua Greco. Con un indubbio vantaggio etico: gli embrioni non sono coinvolti dalla selezione, che è precedente al concepimento. La tecnica della selezione ovocitaria – che può essere applicata solo alle donne giovani e con una buona produzione ovocitaria – è piuttosto complessa: è possibile diffonderla?
« Sì, certo. Noi stessi abbiamo messo a disposizione le nostre conoscenze in congressi e seminari » ; risponde il medico. Oltretutto la diffusione della tecnica della selezione ovocitaria frenerebbe, secondo Greco, la fuga all’estero di decine di coppie, attratti dalla possibilità di diagnosi indiscriminata sull’embrione.
Un altro fronte che nei prossimi mesi sarà all’ordine del giorno nei Centri di procreazione assistita italiani è quello aperto dalla sentenza della Corte costituzionale della scorsa primavera, che consente deroghe al limite della creazione di 3 embrioni e al divieto di congelamento di quelli sovrannumerari previsti dalla legge 40 sulla procreazione assistita.
« In attesa delle linee guida del ministero – anticipa Ermanno Greco – alcune società scientifiche hanno individuato una serie di situazioni in cui le deroghe sono considerate ammissibili: in presenza di donne con ovaio policistico, con endometriosi, con familiarità di tumori al seno e alle ovaie o patologie legate alla coagulazione del sangue. Si tratta di donne che non possono essere sottoposte a ripetute stimolazioni ovariche » . Ma secondo il medico romano, lo spirito della legge non si è modificato: le deroghe sono e devono rimanere, appunto, deroghe.
Avvenire 7 gennaio 2010