Spesso, chi discute contro i cattolici riguardo la laicità dello stato si nasconde dietro una maschera buonista promettendo che, a cose fatte, la neutralità garantirebbe la possibilità di professare la propria religione. Questa "maschera" nasconde il buon vecchio astio discriminatorio nei confronti del cattolicesimo e si tratta, dunque, di un espediente per avere la meglio sul cattolico di turno. Per vedere quale sia l'effettiva ambizione dei laicisti possiamo portare come esempio quei paesi che loro stessi reputano più laici: Spagna e Inghilterra. Richiamo pertanto alla vostra attenzione questa storia dal Regno Unito:
Un salto indietro di quasi due millenni, quindi. La laicità ha infatti assunto per molti un significato completamente assurdo la cui applicazione effettiva porterebbe a situazioni similari alle catacombe. Un atteggiamento del genere non è per nulla tollerante, anzi, consiste in una censura ideologica verso quei valori che il cattolico difende e diffonde. Valori scomodi ma innegabili, dunque degni di non essere sepolti nelle catacombe della propria coscienza.
Da quattro anni la professoressa Jones ha scelto di dedicarsi all’insegnamento a domicilio di ragazzi gravemente ammalati o con particolari disturbi psichici. Per tale incarico ha ricevuto un contratto part-time di 12 ore settimanali dalla Oak Hill Short Stay School e dai Servizi Scolastici del Comune di North Somerset.
Durante una delle sue lezioni domiciliari la professoressa Jones, approfittando del fatto che la sua alunna si sentisse male, ha deciso di scambiare due chiacchiere con la madre della ragazza. In quello che doveva essere un normale colloquio tra donne, la Jones ha commesso l’imprudenza di toccare un argomento oggi pericoloso in Gran Bretagna: la propria fede religiosa.
Così, l’incauta insegnante ha raccontato alla madre dell’alunna un episodio accadutole quando da adolescente aiutava i genitori nella fattoria di famiglia vicino a Carmarthen nel Galles. Mentre si trovava alla guida di un trattore e stava affrontando una salita particolarmente ripida, all’improvviso il mezzo agricolo cominciò a ribaltarsi e per un puro caso non fu all’origine di un incidente mortale. Da quel momento la Jones interpretò quel “caso” come un miracolo ed si avvicinò alla fede.
Malgrado non avesse fatto trapelare alcun disappunto, la madre della ragazza decise di inoltrare un reclamo contro l’insegnante per quella sua personale esternazione. Neppure le autorità interessate dalla protesta della donna avvisarono la professoressa Jones, la quale, del tutto ignara della denuncia a suo carico, decise di proseguire tranquillamente nel proprio lavoro tornando successivamente a visitare l’alunna per le consuete lezioni.
L’insegnante questa volta, però, commette una seconda imprudenza chiedendo alla ragazza se desidera che preghi per le sue particolari condizioni di salute. A quella inaspettata domanda la stessa ragazza volge lo sguardo alla madre che seccamente replica: «Noi veniamo da una famiglia che non crede».
Di fronte a tale reazione la Jones desiste immediatamente. Anzi, adducendo a pretesto che la ragazza non si sentisse particolarmente portata per la matematica, chiede alla madre se intenda cancellare le successive lezioni. La madre risponde di no, desiderando che la propria figlia continui a ricevere l’insegnamento domiciliare.
Nonostante le due donne si lascino in buoni rapporti, nel giro di poche ore la professoressa Jones viene convocata dalla preside della scuola che le contesta il fatto di aver manifestato, durante il servizio, la propria fede, qualificando quel fatto come un vero e proprio atto di «bullismo». Un gesto di pura ed inqualificabile prepotenza.
Da qui, il licenziamento in tronco.
Durante una delle sue lezioni domiciliari la professoressa Jones, approfittando del fatto che la sua alunna si sentisse male, ha deciso di scambiare due chiacchiere con la madre della ragazza. In quello che doveva essere un normale colloquio tra donne, la Jones ha commesso l’imprudenza di toccare un argomento oggi pericoloso in Gran Bretagna: la propria fede religiosa.
Così, l’incauta insegnante ha raccontato alla madre dell’alunna un episodio accadutole quando da adolescente aiutava i genitori nella fattoria di famiglia vicino a Carmarthen nel Galles. Mentre si trovava alla guida di un trattore e stava affrontando una salita particolarmente ripida, all’improvviso il mezzo agricolo cominciò a ribaltarsi e per un puro caso non fu all’origine di un incidente mortale. Da quel momento la Jones interpretò quel “caso” come un miracolo ed si avvicinò alla fede.
Malgrado non avesse fatto trapelare alcun disappunto, la madre della ragazza decise di inoltrare un reclamo contro l’insegnante per quella sua personale esternazione. Neppure le autorità interessate dalla protesta della donna avvisarono la professoressa Jones, la quale, del tutto ignara della denuncia a suo carico, decise di proseguire tranquillamente nel proprio lavoro tornando successivamente a visitare l’alunna per le consuete lezioni.
L’insegnante questa volta, però, commette una seconda imprudenza chiedendo alla ragazza se desidera che preghi per le sue particolari condizioni di salute. A quella inaspettata domanda la stessa ragazza volge lo sguardo alla madre che seccamente replica: «Noi veniamo da una famiglia che non crede».
Di fronte a tale reazione la Jones desiste immediatamente. Anzi, adducendo a pretesto che la ragazza non si sentisse particolarmente portata per la matematica, chiede alla madre se intenda cancellare le successive lezioni. La madre risponde di no, desiderando che la propria figlia continui a ricevere l’insegnamento domiciliare.
Nonostante le due donne si lascino in buoni rapporti, nel giro di poche ore la professoressa Jones viene convocata dalla preside della scuola che le contesta il fatto di aver manifestato, durante il servizio, la propria fede, qualificando quel fatto come un vero e proprio atto di «bullismo». Un gesto di pura ed inqualificabile prepotenza.
Da qui, il licenziamento in tronco.
Un salto indietro di quasi due millenni, quindi. La laicità ha infatti assunto per molti un significato completamente assurdo la cui applicazione effettiva porterebbe a situazioni similari alle catacombe. Un atteggiamento del genere non è per nulla tollerante, anzi, consiste in una censura ideologica verso quei valori che il cattolico difende e diffonde. Valori scomodi ma innegabili, dunque degni di non essere sepolti nelle catacombe della propria coscienza.
Da Hayalel