DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

La libertà di vivere la propria fede. Le riflessioni di fratel Alois all'incontro europeo dei giovani di Taizé conclusosi in Polonia

"La libertà è poter scegliere dove porre le nostre priorità, significa non cedere alle cattive tendenze che sono in noi, permette di lottare contro le ingiustizie nella società. La libertà è poter ancora esprimere la nostra fede". Dalla caduta del muro di Berlino, vent'anni fa, al coraggio, alla fedeltà, alla perseveranza dei cristiani nella Cina di oggi; dalla festa per quella libertà ritrovata al segno di speranza lasciato da chi crede che la strada giusta sia ancora quella della riconciliazione e dell'unità, per riaffermare non solo le proprie profonde radici di fede ma anche una nuova, comune "sete d'interiorità" e di "attenzione nell'aldilà". Fratel Alois, priore di Taizé, ha scelto la libertà e il rinnovamento del legame con la fede come temi centrali delle ultime due meditazioni serali, condivise con i giovani che oggi, sabato, lasciano Poznan, in Polonia, dove hanno vissuto il trentaduesimo incontro europeo animato dalla comunità.
"In queste giornate di incontro - ha detto fratel Alois - ciascuno ha potuto scoprire che non siamo soli. Facciamo parte di una comunione di credenti. Abbiamo potuto vedere che in Polonia la fede in Cristo è inseparabile dall'appartenenza alla Chiesa. Allora è più che mai importante non fuggire ma accorrere per dire il nostro amore a questa unica comunione che è la Chiesa". Al centro delle riflessioni, filo conduttore dell'evento, è stata la Lettera dalla Cina, scritta dal priore di Taizé al ritorno da un recente viaggio tra le comunità cristiane del Paese durato tre settimane: "Se vi ho parlato ogni sera del nostro viaggio in Cina è perché ho sentito quanto sia straordinario restare uniti ai cristiani di quel Paese, chiuso per tanto tempo. Oggi non possiamo rimanerne distanti; quel Paese è più vicino di quanto crediamo". Perché ci sono dei cristiani in Cina che oggi cercano la riconciliazione - "urgente tra le confessioni ma anche dentro ogni Chiesa", ha sottolineato Alois - e perché, come in Cina, anche in Occidente "si manifesta una nuova sete d'interiorità e rinasce un'attenzione nell'aldilà". Tutto questo è un segno di speranza.
Il priore di Taizé ha ricordato il primo incontro europeo dei giovani organizzato in Polonia, vent'anni fa, subito dopo la caduta del muro di Berlino: fu "la festa della libertà ritrovata", un grande momento di gioia. Era il tempo dell'entusiasmo, mentre oggi è piuttosto il tempo della decisione e della perseveranza. "Molti tra voi che vengono dalla Polonia o da altri Paesi dell'Europa centrale e orientale - ha detto fratel Alois - hanno genitori o nonni che sanno che cosa significhi soffrire per la fede. Noi vorremmo ringraziare Dio per questi cristiani che hanno resistito e perseverato. Oggi possiamo rimanere vicini ai cristiani di Cina. Sono commossi quando vengono a sapere che a Taizé preghiamo per loro il venerdì sera".
Ai trentamila giovani radunati nei padiglioni della Fiera di Poznan è giunto l'invito a riflettere sul senso da dare oggi alla libertà, sull'importanza di questo valore fondamentale troppo spesso messo in discussione. Non solo Alois ma anche l'arcivescovo della città, Stanislaw Gadecki, hanno detto che in Europa e negli altri continenti è tempo di porsi delle domande, una in particolare: "Che cosa faccio della mia libertà?". Soprattutto oggi, a vent'anni dalla caduta del muro di Berlino, trent'anni dopo la nascita di Solidarnosc, che - ha sottolineato Gadecki - "ha segnato l'inizio di tutto un processo per riguadagnare la libertà in diversi Paesi del nostro continente e per intraprendere una nuova tappa dell'unificazione dell'Europa".
Creare del nuovo, appoggiandosi sulla tradizione: ecco la sfida lanciata ai giovani dal priore di Taizé, dove la tradizione è tutto ciò che ha permesso a un popolo di attraversare le grandi prove della sua esistenza e di rendere profonde le radici di una fede cresciuta, a volte sopravvissuta, nelle famiglie e nelle parrocchie. Ci sono valori da salvaguardare, come la condivisione, la solidarietà, l'uso responsabile delle risorse del pianeta, la semplicità di vita. "Non possiamo accettare - ha affermato fratel Alois - che nel mondo le disuguaglianze crescano, che solo qualcuno abbia beneficio della prosperità economica, mentre la grande maggioranza conosce la povertà". Occorre intraprendere "un cambiamento del cuore" che produca, specialmente, una rifondazione del sistema economico e finanziario mondiale. La vera libertà parte anche da qui. "Sempre in cammino, mai sradicati" e "Abbiate il coraggio di vivere per amare": in due frasi, di santa Ursula Ledóchowska e di Giovanni Paolo II, la sintesi del messaggio ai giovani riuniti in Polonia.
I ragazzi di Taizé lasciano Poznan. Il prossimo appuntamento europeo sarà a Rotterdam, in Olanda, dal 28 dicembre 2010 al 1° gennaio 2011, su invito congiunto della Conferenza dei vescovi dei Paesi Bassi, della principale comunità protestante del Paese e del locale Consiglio delle Chiese. Ma nel nuovo anno - durante il quale ricorreranno il settantesimo della fondazione della comunità di Taizé e il quinto anniversario della morte di fratel Roger - si svolgeranno altri due raduni internazionali: il quinto incontro asiatico, a Manila dal 3 al 7 febbraio, e il secondo incontro latino-americano, a Santiago del Cile dall'8 al 12 dicembre. (giovanni zavatta)

(©L'Osservatore Romano - 2-3 gennaio 2010)