"In queste giornate di incontro - ha detto fratel Alois - ciascuno ha potuto scoprire che non siamo soli. Facciamo parte di una comunione di credenti. Abbiamo potuto vedere che in Polonia la fede in Cristo è inseparabile dall'appartenenza alla Chiesa. Allora è più che mai importante non fuggire ma accorrere per dire il nostro amore a questa unica comunione che è la Chiesa". Al centro delle riflessioni, filo conduttore dell'evento, è stata la Lettera dalla Cina, scritta dal priore di Taizé al ritorno da un recente viaggio tra le comunità cristiane del Paese durato tre settimane: "Se vi ho parlato ogni sera del nostro viaggio in Cina è perché ho sentito quanto sia straordinario restare uniti ai cristiani di quel Paese, chiuso per tanto tempo. Oggi non possiamo rimanerne distanti; quel Paese è più vicino di quanto crediamo". Perché ci sono dei cristiani in Cina che oggi cercano la riconciliazione - "urgente tra le confessioni ma anche dentro ogni Chiesa", ha sottolineato Alois - e perché, come in Cina, anche in Occidente "si manifesta una nuova sete d'interiorità e rinasce un'attenzione nell'aldilà". Tutto questo è un segno di speranza.
Il priore di Taizé ha ricordato il primo incontro europeo dei giovani organizzato in Polonia, vent'anni fa, subito dopo la caduta del muro di Berlino: fu "la festa della libertà ritrovata", un grande momento di gioia. Era il tempo dell'entusiasmo, mentre oggi è piuttosto il tempo della decisione e della perseveranza. "Molti tra voi che vengono dalla Polonia o da altri Paesi dell'Europa centrale e orientale - ha detto fratel Alois - hanno genitori o nonni che sanno che cosa significhi soffrire per la fede. Noi vorremmo ringraziare Dio per questi cristiani che hanno resistito e perseverato. Oggi possiamo rimanere vicini ai cristiani di Cina. Sono commossi quando vengono a sapere che a Taizé preghiamo per loro il venerdì sera".
Ai trentamila giovani radunati nei padiglioni della Fiera di Poznan è giunto l'invito a riflettere sul senso da dare oggi alla libertà, sull'importanza di questo valore fondamentale troppo spesso messo in discussione. Non solo Alois ma anche l'arcivescovo della città, Stanislaw Gadecki, hanno detto che in Europa e negli altri continenti è tempo di porsi delle domande, una in particolare: "Che cosa faccio della mia libertà?". Soprattutto oggi, a vent'anni dalla caduta del muro di Berlino, trent'anni dopo la nascita di Solidarnosc, che - ha sottolineato Gadecki - "ha segnato l'inizio di tutto un processo per riguadagnare la libertà in diversi Paesi del nostro continente e per intraprendere una nuova tappa dell'unificazione dell'Europa".
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I ragazzi di Taizé lasciano Poznan. Il prossimo appuntamento europeo sarà a Rotterdam, in Olanda, dal 28 dicembre 2010 al 1° gennaio 2011, su invito congiunto della Conferenza dei vescovi dei Paesi Bassi, della principale comunità protestante del Paese e del locale Consiglio delle Chiese. Ma nel nuovo anno - durante il quale ricorreranno il settantesimo della fondazione della comunità di Taizé e il quinto anniversario della morte di fratel Roger - si svolgeranno altri due raduni internazionali: il quinto incontro asiatico, a Manila dal 3 al 7 febbraio, e il secondo incontro latino-americano, a Santiago del Cile dall'8 al 12 dicembre. (giovanni zavatta)
(©L'Osservatore Romano - 2-3 gennaio 2010)