C irca centomila caratteri, da 25 a 45 pagine a seconda del formato, per indicare al comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, composto dai responsabili degli esteri dei 47 Paesi membri, i punti di una raccomandazione in favore di misure contro la discriminazione dell’orientamento sessuale e del cosiddetto gender. È il contenuto della bozza di risoluzione, delle raccomandazioni in materia e del memorandum esplicativo curato dallo svizzero Andreas Gross del gruppo socialista, dibattuti ieri dall’emiciclo del Palazzo d’Europa, ma rinviata alla commissione delle questioni giuridiche e dei diritti dell’uomo, per essere poi votata dall’assemblea parlamentare di Strasburgo nella prossima sessione plenaria del 26-30 aprile. La risoluzione chiede di affrontare in molti Stati membri il problema dei diritti delle famiglie di fatto Lgbt (l’acronimo oramai d’obbligo per indicare le almeno cinque variabili sessuali che dovrebbero essere prese in considerazione), prevedendo anche «il riconoscimento legale e la tutela di queste famiglie». Per essere ancora più espliciti il memorandum aggiunge una tabella con lo stato dell’arte in ogni Paese membro. Inoltre sbandierando anche il bene del bambino si rivendica la possibilità delle coppie gay di accedere alla fecondazione assistita o all’adozione. La procedura indicata per questo risultato è articolata. Il primo passo è sostenere che se i single eterosessuali hanno questo diritto sarebbe una discriminazione non concederlo anche agli omossessuali. Il passo successivo è sollecitare il riconoscimento del diritto di ciascun partner di adottare i figli dell’altro.
Nell’ultima parte del memorandum si chiede che le istituzioni pubbliche possano avviare un «dialogo» con le istituzioni religiose. «Al fine – si afferma nel testo – di migliorare la comprensione mutua e la protezione dei diritti delle persone Lgbt». Ma nel resto del documento è evidente l’intento di redigere una graduatoria tra istituzioni religiose cosiddette «conservatrici» e quelle cosiddette progressiste in base all’atteggiamento assunto rispetto alle richieste dei movimenti omosessuali. Nel corso del dibattito un esponente del gruppo socialista ha indicato l’esempio positivo della chiesa luterana di Svezia che ha nominato vescovo una donna dichiaratamente omosessuale.