DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Nigeria. i Vescovi denunciano: gli scontri degli ultimi giorni dovuti più a fattori etnici e politici che a quelli religiosi

ROMA, mercoledì, 20 gennaio 2010 (ZENIT.org).- I Vescovi della Provincia Ecclesiastica di Ibadan (Nigeria) hanno denunciato con vigore le violenze scoppiate il 17 gennaio a Jos, nello Stato nigeriano di Plateau, che hanno provocato un numero di vittime ancora incerto e l'imposizione del coprifuoco da parte dell'Esercito.

"Il nostro Paese negli ultimi mesi ha speso una quantità enorme di tempo e risorse per una campagna di 'rebranding'" (ovvero di miglioramento dell'immagine del Paese a livello internazionale), scrivono i Vescovi in un comunicato riportato da Fides.

"Abbiamo gridato ai quattro venti per convincere il mondo intero che non siamo nazione terrorista . Eppure, purtroppo, la recente crisi religiosa a Jos, nello Stato di Plateau, ha dimostrato brutalmente la nostra ipocrisia e inettitudine. Alcuni estremisti che affermano di essere musulmani hanno aggredito i cristiani nelle loro chiese e case, uccidendo e bruciando. Come Nazione, ancora una volta, siamo stati colti di sorpresa e di conseguenza, sono state perse vite preziose e proprietà".

"È triste che eventi simili accaduti nel recente passato non siano stati studiati e affrontati in maniera convincente e non siano state prese misure per prevenirli - riconoscono i presuli -. Questa situazione persistente non è di buon auspicio per una Nazione che pretende di essere sulla via dello sviluppo e dell'integrazione nazionale".

I Vescovi denunciano quindi "tutti i colpevoli di questa cospirazione vergognosa nei confronti di un particolare segmento della nostra Nazione", chiedendo "alle autorità competenti di intervenire con decisione prima che le cose sfuggano di mano".

Allo stesso modo, esortano i leader religiosi a "parlare con coraggio, denunciare e contrastare l'estremismo religioso e il fanatismo, dovunque si trovino".

Monsignor Ignatius Ayau Kaigama, Arcivescovo di Jos, ha dichiarato dal canto suo a Fides che "le versioni che sono state finora pubblicate sull'origine degli scontri non sono corrette".

In particolare, ha spiegato, "non è vero che sia stata attaccata e bruciata una chiesa", così come è da accertare un'altra versione riportata dalla stampa per la quale "la scintilla che ha provocato gli scontri sarebbe stata l'assalto al cantiere di una casa in costruzione di un musulmano".

Per monsignor Kaigama, i motivi delle violenze sono più legati a fattori etnici e politici che a quelli religiosi.

"All'origine degli scontri odierni, come quelli del novembre 2008, vi sono i contrasti tra gli hausa, di religione musulmana, e le popolazioni indigene, in gran parte cristiane, per il controllo politico della città", ha affermato.

"Vi sono ancora diverse circostanze che vanno chiarite", ha aggiunto, citando in particolare "la partecipazione agli scontri di uomini dotati di armi sofisticate, che non si sa da dove provengano".

Non è la prima volta che Jos è teatro di gravi scontri: nel settembre 2001 ci furono disordini durante i quali vennero date alle fiamme chiese e moschee, provocando 915 morti; nel novembre 2008 la violenza è costata la vita a 400 persone.

I disordini a Jos avvengono mentre la Nigeria sta attraversando una crisi politica per l'assenza del Presidente Umaru Yar'Adua, ricoverato da novembre in Arabia Saudita per problemi cardiaci. Recentemente l'opposizione ha organizzato manifestazioni per chiedere maggiori informazioni sullo stato di salute del Presidente e su chi stia effettivamente governando la Nigeria.


“Le versioni sull’origine degli scontri non sono corrette” dice a Fides l’Arcivescovo di Jos

Jos (Agenzia Fides) - “Le versione che sono state finora pubblicate sull’origine degli scontri non sono corrette. In particolare non è vero che sia stata attaccata e bruciata una chiesa” dice all’Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Ignatius Ayau Kaigama, Arcivescovo di Jos, il capoluogo dello Stato di Plateau (Nigeria centrale) in preda da 3 giorni a gravi scontri che avrebbero provocato centinaia di vittime. “Un’altra versione riportata dalla stampa afferma che la scintilla che ha provocato gli scontri sarebbe stata l’assalto al cantiere di una casa in costruzione di un musulmano. Ma anche questo fatto va accertato” dice l’Arcivescovo di Jos.
Secondo Mons. Kaigama le cause delle violenze sono da ricercarsi in fattori etnici e politici più che religiosi: “All’origine degli scontri odierni, come quelli del novembre 2008, vi sono i contrasti tra gli hausa, di religione musulmana, e le popolazioni indigene, in gran parte cristiane, per il controllo politico della città”.
Mons. Kaigama, raggiunto da Fides mentre sta per recarsi ad un incontro con le autorità locali e con i capi religiosi musulmani, dichiara: “Spero che con questo incontro serva a chiarire la situazione e a valutare l’entità dei danni oltre che ad accertare l’esatto numero delle vittime. Vi sono ancora diverse circostanze che vanno chiarite. Per esempio, la partecipazione agli scontri di uomini dotati di armi sofisticate, che non si sa da dove provengano”.
Le violenze a Jos sono scoppiate il 17 gennaio, il numero di vittime è incerto e l’esercito ha imposto il coprifuoco. Jos è stata teatro di gravi scontri intra-comunitari nel recente passato. Nel settembre 2001 scoppiarono sanguinosi scontri durante i quali vennero date alle fiamme chiese e moschee, provocando 915 morti. La violenza è scoppiata nuovamente nel novembre 2008, uccidendo almeno 400 persone.
I disordini nello Stato di Plateau avvengono mentre la Nigeria sta attraversando una crisi politica a causa dell’assenza del Presidente Umaru Yar'Adua, ricoverato da novembre in Arabia Saudita per problemi cardiaci. L’opposizione di recente ha organizzato manifestazioni per chiedere maggiori informazioni sullo stato di salute del Presidente e su chi stia effettivamente governando il Paese. (L.M.) (Agenzia Fides 20/1/2010)